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L'OPERA METASTASIANA
Nel 1698 Crescimbeni, uno dei fondatori dell'accademia dell'Arcadia, stronca il Giasone di Cavalli. Quest'accademia si batte contro lo stile barocco, imponendo un'estetica razionale. La più importante riforma dell'opera del settecento parte da un gruppo di letterati che propone una normalizzazione del genere: finisce la contaminazione tra generi e i personaggi buffi vengono relegati alla fine fino a scomparire per creare l'opera buffa; finisce anche l'intervento delle divinità nella vita delle persone; si semplifica lo stile. Sul piano morale si ritorna alle atmosfere pastorali con ispirazioni elleniche, mentre su quello ideologico si pensa a un mondo utopico di ispirazione bucolica compatibile con il conservatorismo dell'accademia. Il librettista Zeno portò avanti la riforma anche se non apparteneva all'accademia. Il desiderio di dare all'opera un contenuto morale e uno stile alto, avvicinandola alla
Un regno per poi rinsaldarlo nel finale. Non mancano storie e intrighi d'amore. Coniuga tragedie e commedia pastorale. L'opera del Metastasio va inserita nella scuola napoletana di cui Scarlatti è il fondatore. Nella prima metà del settecento Napoli per il numero di teatri, di conservatori e di cantanti è la capitale dell'opera. Con settanta opere Scarlatti delinea le regole dell'opera seria: l'ouverture all'italiana, arie con da capo sempre più ampie ma in numero minore, recitativo accompagnato per rendere graduale il passaggio da recitativo ad aria. I suoi soggetti riprendono tratti barocchi ma la complessità della musica stanca il pubblico. La trama era sempre uguale sia perché ci si aspettava una certa scala di valori, sia perché si riciclavano i libretti, sia perché si poteva leggerli durante lo spettacolo. Il recitativo portava carica emotiva, ma era l'aria l'apice degli affetti e delle attenzioni del pubblico.
È nelle arie che il genio dei musicisti si esprime. Diverse classificazioni delle arie: da ricorda quelle dibaule che il cantante usa se l'aria prevista dal libretto non gli piacesse. Si ha la predominanza delle voci acute di donne o castrati. I bassi rappresentano i sacerdoti, i tenori gli antagonisti. Non c'è concordanza tra sesso del personaggi e interprete: si ricercano le voci acute che vengono esaltate anche dai grandi compositori. La nascita dell'opera buffa. Nel seicento la mescolanza tra opera seria e buffa impedisce lo sviluppo di quest'ultima. Con la divisione dell'Arcadia nasce immediatamente l'opera buffa come genere a se stante. La prima comparsa fu come intermezzo dell'opera seria a Venezia nel 1706, con il massimo splendore a Napoli negli anni 20 del settecento. L'intermezzo era posto tra gli atti, includeva due o tre personaggi e una minima orchestra, la trama non aveva legami con quella dell'opera seria. La serva padrona
diPergolesi diede origine alla querelle des Bouffons. Il successo degli intermezzi andò scemando fino ad esser sostituiti con balletti. Nel 1709 a Napoli avviene la prima rappresentazione di una commedia musicale in dialetto. Il repertorio deriva in genere dalla commedia dell'arte, dalla commedia classica e si basa su una rappresentazione realistica della quotidianità. Rappresentata nei teatri minori, in origine erano comunque destinati agli aristocratici. Lo stile musicale dell'opera buffa influenza anche l'opera seria dell'ottocento. Non presenta costruzioni troppo elaborate, è duttile e scattante, all'inizio mantiene il binomio recitativo-aria per poi aggiungervi il concertato che permette la contrapposizione dei personaggi e crea il ritmo dell'azione. Ai ruoli seri dedica uno stile più affettuoso. Goldoni uno dei maggiori esponenti. Esempi: Scarlatti e Händel. Il Mitridate Eupatore di Roberti con musica di Scarlatti fu rappresentato aVenezia nel 1707. L'stile di Scarlatti si può considerare l'unione dello stile barocco e del nuovo stile degli anni 20 del settecento. La storia di Mitridate è ripresa da più autori: la regina, madre di Mitridate, uccide il marito per sposare il cugino, obbliga la figlia a sposare un contadino e il figlio a trovare rifugio in Egitto. Adulto, Mitridate torna in patria fingendosi messaggero, con la moglie travestita da uomo. Si compie la vendetta ma la madre si suicida. La storia ruota attorno a una testa, quella del cugino-tiranno che Mitridate dichiara essere la sua. Solo la madre la riconosce quando le viene mostrata. Mentre la sorella pensa davvero che sia la testa del fratello e vuole uccidere il messaggero. La morale contrappone il tiranno perfido e usurpatore con il legittimo sovrano ingiustamente perseguitato. La ripartizione dei ruoli segue la pratica che diventerà costante nell'opera seria: sei voci di castrati o di donne, il tenore è l'antagonista.
Le arie sono in tutti trenta e pongono come principali personaggi Mitridate e la sorella. Le arie esprimono tutti i sentimenti dei personaggi, hanno uno stile denso, intessuto di contrappunto con brevi segmenti melodici che saranno caratteristica dello stile galante.
Giulio Cesare (in Egitto) dimostra l'enorme diffusione dell'opera italiana all'estero. Avveniva in due modi: compositori stranieri che si cimentavano in questo genere o italiani che migravano all'estero portando la tradizione operistica. La lingua era secondaria perché basta intuire le parole-chiave dei recitativi. Händel scrisse quasi sempre in italiano, facendosi aiutare da italiani residenti a Londra.
Giulio Cesare, con musiche di Halle, fu rappresentato a Londra nel 1724 con cast eccezionale. La trama è molto complessa e si basa su rivalità tra Cleopatra e il fratello Tolomeo, la seduzione della regina su Giulio Cesare. La trama abbonda di colpi di scena che vanno a suscitare i sentimenti dei personaggi.
L'ideologia del libretto non è chiara ma si vede una contrapposizione tra i romani leali e virtuosi e gli egiziani furbi e infidi. Händel rappresenta ogni affetto nel modo migliore. L'opera include: 4 brani orchestrali compresa anche l'ouverture, 3 cori, 2 duetti, 4 recitativi accompagnati e 33 arie. Alcuni personaggi si incastrano tra loro, ma non è un dramma unitario. Ogni aria ha un suo affetto di base. Alcuni personaggi hanno sentimenti vari, mentre altri risultano dominati da uno in particolare che emerge dalle arie e ne traccia il carattere. Esempi: da Caldara a Cimarosa e Piccinni. L'Olimpiade del Metastasio con musiche di Caldara, venne rappresentata nel 1733 e ripresa almeno da 50 musicisti. La trama racconta del re di Sicione che si sbarazza del figlio appena nato perché un oracolo gli ha predetto che lo ucciderà. Il bambino viene salvato e adottato dal re di Creta che lo chiama Licida. Questi impedisce che sposi una ragazza di cui siè innamorata. Per dimenticarlaLicida partecipa alle olimpiadi. Il re annuale dei giochi è il suo vero padre e ha promesso la figlia insposa al vincitore. Scarso atleta Licida fa gareggiare l'amico a cui aveva salvato la vita che vince.Questi si accorge che la ragazza era quella di cui era innamorato. Si scopre l'inganno di Licida chevuole vendetta verso il vero padre ma viene arrestato. Grazie a un bracciale si svela tutto e Licidaviene perdonato e l'amico sposa la sorella.La trama lascia molto spazio ad equivoci e quindi a una enorme varietà degli affetti. Metastasioscrive 19 arie,2 duetti e 3 cori. Nelle molte versioni che hanno fino al 1750 non si cambia lo schemadrammaturgico di base se non con l'aggiunta o il taglio di arie o il ritocco dei recitativi. Dal 1760iniziano veri e proprio mutamenti estetici:1. tagli nei recitativi per una descrizioni più allusiva che arrivi prima agli affetti enunciati nellearie. I tagli possono arrivare
anche alle riduzione di circa ½ dei versi totali. 2. Modifiche a vantaggio del presente lirico o drammatico. Si trascurano gli antecedenti per concentrarsi sugli affetti. 3. L'attenzione si sposate da Licida e l'amata all'amico e la sorella. 4. Diminuiscono i cori perchè interessano le passioni individuali. Le arie diventano cavatine ma alcune si allungano. Compaiono gli ensembles. Aumentano i recitativi accompagnati. La grande duttilità delle trame del Metastasio fa si che i suo successo duri anche un secolo, dopo la che sua fortuna era tramontata. La Cecchina, ossia la buona figliola, ispirata alla Pamela di Richardson, di Goldoni e Piccinni, venne rappresentata a Roma nel 1760. racconta del marchese che si innamora di una trovatella al suo servizio. La sorella pensa che il cavaliere di cui è innamorata non la sposerà più, il contadino che ama questa trovatella è afflitto, la cuoca e un'altra servetta sono gelose. Ma arriva unsoldato e rivelache lei non è una trovatella ma la figlia di un nobile tedesco:tutto si sistema.
La marchesa e il cavaliere (soprani) sono ruoli seri quindi il loro canto ha molto in comune con l'opera seria. Gli altri hanno uno stile più semplice legato al popolo: anche il marchese perché innamorato di una trovatella. L'unica voce artificiale è quella del cavaliere. Arie distribuite lungo l'azione anche se il principale interesse sono gli ensembles e i finali perché riflettono il ritmo della conversazione. Duetti e finali sono stilizzazioni del modo naturale del parlare, in particolare il duetto oltre a fissare un affetto fa evolvere la situazione. Il compositore gioca sui tempi e le misure, usando il brio ritmico, vero valore dell'opera buffa.
DAL NEOCLASSICISMO ALL'OPERA ROMANTICA. Dal 1760 inizia a sgretolarsi la tradizione metastasiana per invocare drammi più veementi contro una visione più razionale settecentesca dei sentimenti.
Si cercano sintesi immaginarie di epoche quali la Grecia classica o l'Oriente favoloso. L'opera entra in un periodo di incertezza dove alcuni vedono senza limiti, altri si perdono nella confusione. Ma nel caos, emergono nuove prospettive e possibilità. La Grecia classica, con la sua bellezza e perfezione, ci ispira con la sua filosofia e arte senza tempo. L'Oriente favoloso, con la sua ricchezza di colori e misteri, ci incanta con le sue storie e tradizioni millenarie. Insieme, queste epoche ci offrono un viaggio nella storia e nell'immaginazione, dove possiamo scoprire nuovi mondi e nuove idee.