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Privilegium Ottoni che nessun Papa avrebbe più potuto essere consacrato senza la conferma preventiva
dell’imperatore.
I successi di Ottone I
Gli sforzi di Ottone I non arrestarono il processo di disintegrazione dello stato. Suo figlio Ottone II dovette
fare i conti con una forte ripresa del potere da parte dell’aristocrazia nell’Italia meridionale. Ottone I aveva
puntato sul rafforzamento del potere regio soprattutto in Germania. Ottone III invece seguì invece
prospettive meno concrete, cerco di attuare un programma di Renovatio imperii di restaurare cioè l’impero
cristiano che egli voleva guidato dal Papa e dall’Imperatore. Il suo disegno però falli perché non tenne
conto dello stato di disgregazione politica dell’impero. In Italia una parte della grande aristocrazia
capeggiata da Arduino di Ivrea tentò di spezzare il legame dinastico tra il regno italico e quello tedesco
creato dagli Ottoni. Il legame che Ottone aveva instaurato fra il regno d’Italia e quello tedesco era ormai
troppo forte per essere reciso ma creava all’impero un mare di problemi. Enrico limitò il potere dei grandi
vassalli laici ma non riuscì mai a cambiare il rapporto concorrenziale che si era stabilito fra il potere regio e i
nuclei di forza locali. 35
La potenza delle grandi chiese
Nel IX e X secolo le immunità e i privilegi concessi dai re trasformarono le grandi chiese e i monasteri più
potenti in veri e propri organismi territoriali. Tali organismi divennero centri attivi di potenza politica
autonoma e contribuirono a disgregare l’ordinamento pubblico dell’Impero. Nella costruzione della propria
potenza politica ogni nucleo signorile si basava anche sul possesso di chiese private. Anche le chiese
entrarono dunque in concorrenza con altri centri di potere per l’organizzazione del territorio. Per esempio
l’abbazia di Cluny in Borgogna riuscì a trasformare la sua irradiazione religiosa in un’organizzazione stabile
di abbazie dipendenti. Alla fine del XII secolo Cluny controllava oltre 1200 monasteri.
Nuove formazioni politico-territoriali
In seguito all’insediamento degli slavi e alla sedentarizzazione degli Ungari nell’Europa centrale si sono
costituite nuove formazioni politico-territoriali. Ungari e tedeschi dividono in due la grande massa degli
slavi: a sud ci sono croati, serbi e bulgari. A nord del regno degli ungari si trova il regno di Polonia. Ancora
più a est altre tribù slave hanno occupato da secoli la pianura russa e ucraina sulle cui vie commerciali sono
nati veri e propri nuclei urbani. Il contatto della pianura russa con i paesi di antica civilizzazione e il
cristianesimo avvenne attraverso i traffici commerciali di Bisanzio.
La carta politica dell’Occidente dopo il Mille
La Gallia è ora suddivisa nei regni di Francia e Borgogna. In Francia la crisi dell’ordinamento pubblico non
ha limiti. Nel 987 diviene re Ugo Capeto, capostipite della dinastia capetingia che governerà la Francia fino
alla rivoluzione francese. Ma la corona è debole: i capetingi controllano ormai solo la regione compresa fra
Parigi e Orleans. Il regno d ‘Italia non copre che la pianura del Po e il nord della penisola. È esclusa Venezia
dominata dall’aristocrazia. Nell’Italia centrale alcune grandi famiglie dell’aristocrazia romana si sono
impadronite del dominio pontificio. Il sud è in gran parte bizantino tranne Napoli, Gaeta, Sorrento che sono
autonome cosi come Amalfi. Benevento e Salerno e Capua e sono dominate da principi longobardi. Nella
Spagna è diverso. La situazione si rovescia nei primi anni del XI secolo: approfittando della crisi degli stati
arabi della penisola iberica, i conti di Barcellona estendono i loro domini fino alle bocche dell’Ebro e Sancho
il Grande di Navarra impone il proprio protettorato al Leon, alla Castiglia e all’Aragona. Canuto il Grande ,
invece, riunisce per alcuni anni i regni di Danimarca, Norvegia e Inghilterra. Nel 1035 la Norvegia riacquista
l’indipendenza, e nel 1042 un re anglosassone, Edoardo III il Confessore riprende il potere in Inghilterra.
Questa situazione però non ha impedito alla cristianità di estendersi. Alcune caratteristiche infatti
dureranno per secoli: l’autonomia dell’Inghilterra, la divisione in più regni della Spagna cristiana, il
frazionamento dell’Italia, lo stretto rapporto dell’Italia e della Germania nell’ambito dell’impero e la
suddivisione dell’Europa centrale tra Slavi e Ungari. 36
Riepilogo
Il IX e X secolo sono caratterizzati dalla fine dell’ordinamento pubblico carolingio. A provocarla no è lo
smembramento in più regni dell’impero, ma lo sviluppo signorile: i comitati, si sfaldano, si afferma
l’ereditarietà dei benefici e delle cariche pubbliche, nascono organismi regionali. Favorisce il processo l
rapida moltiplicazione dei castelli, eretti spesso per far fronte alle incursioni arabe, normanne, saracene, ma
utilizzati poi per imporre ai contadini il potere signorile, sostitutivo, nella sostanza, di quello regio.
In questo contesto anche le chiese, già strumento dell’egemonia politica del re, diventano strumenti del
potere dei signori, la cui forza politica si basa anche sul possesso di un certo numero di chiese private.
Questa situazione di fatto costringe gli imperatori a trovare una propria collocazione nel quadro delle lotte
per il potere, a cercare appoggi in questa o in quella parte dell’aristocrazia: gli imperatori della casa di
Sassonia riescono ad affermare la propria egemonia grazie soltanto all’alleanza con le chiese più potenti del
regno. Sopravvive tuttavia, come modello ideale, l’idea di una monarchia universale della cristianità, che
l’imperatore Ottone I si sforza di rinnovare. 37
PARTE TERZA: L’apogeo del Medioevo
CAPITOLO XII: Lo sviluppo nelle campagne
Gli aspetti chiave di un periodo di espansione
I secoli XII e XIII sono caratterizzati in Europa da una grandiosa espansione economica resa possibile da una
larga disponibilità di terra e dalla diffusione di alcuni miglioramenti tecnici. L’aspetto importante
dell’espansione è l’incremento della commercializzazione delle derrate agricole. Il XII e XIII secolo sono
quindi anche secoli in cui nelle campagne le distanze economiche e sociali fra i ricchi e i poveri aumentano
sensibilmente.
L’avanzata dei dissodamenti
Dopo il X secolo si diffonde in Occidente l’aratro a versoio. L’attrezzatura agricola si trasforma grazie all’uso
crescente del ferro che spesso rinforza, rivestendole certe parti degli arnesi di legno. Ci fu anche la
diffusione del mulino ad acqua e la comparsa dei mulini a vento consentono un risparmio di manodopera.
Un'altra opera fu quella di dissodamento di terre incolte infatti i dissodamenti raggiungono il culmine nel
XII secolo: i signori, desiderosi di rinvigorire le loro rendite e di speculare sull’aumento dei prezzi esortano i
contadini a estendere le coltivazioni. Infatti offrono agli immigrati terre incolte perché le dissodino e perche
vi costruiscano dei mansi. I mansi sono aziende agricole a carattere familiare dotate di abitazione.
La fondazione di nuovi villaggi
Associato al dissodamento è la creazione di villaggi nuovi. Questi villaggi sono il frutto di imprese collettive.
In molte regione prendono il nome di ville nove. Uno dei più cospicui movimenti di villaggi è connesso con
la colonizzazione della Germania Orientale.
La diffusione delle abitazioni isolate nelle campagne
La conquista di nuovi spazi agricoli comporta in alcune regioni una certa diffusione delle dimore rurali
isolate nelle campagne . Si tratta delle prime testimonianze di un processo di dispersione dell’insediamento
che diverrà macroscopico soltanto alla fine del medioevo. Nell’Italia centro-settentrionale la dispersione
delle case nelle campagne è strettamente legata al passaggio delle terre nelle mani dei cittadini e alla
nascita del podere, cioè dell’azienda rurale isolata nei campi e corredata dalle terre dipendenti. Fra il XIII e
XIV secolo il processo di dispersione si è affermato soltanto in parte e non ovunque anche perché le
campagne sono insicure a causa delle lotte per il potere tra le famiglie nobili.
L’incremento demografico
L’aumento della popolazione affonda le proprie radici nella ripresa economica e produttiva del IX secolo e
può essere valutata solo in modo approssimativo. Di certo l’aumento fu ineguale tra le diverse aree e
continuarono a esistere i forti squilibri tra le densità regionali già presenti nell’Alto Medioevo. Fra il XIII e
XIV secolo le campagne dell’Occidente erano spesso sovrappopolate cioè assai più abitate di quanto
effettivamente non lo consentissero le debolezze strutturali di un ‘economia arretrata.
La nascita delle signorie locali
Abbiamo accennato a una trasformazione molto importante per la vita istituzionale delle campagne. La
nascita della signoria locale o di banno. Nel XII secolo con lo sviluppo degli scambi che accresceva il bisogno
di denaro dei signori molte corvees furono sostituite da pagamenti in denaro anche perché il miglioramento
delle tecniche agricole consentiva di utilizzare gruppi di lavoratori meno numerosi di un tempo. Domini loci
o di banno erano quei signori che approfittando della grave crisi del potere regio avevano imposto la loro
protezione e il loro dominatus ai villaggi rurali. Possedendo diritto di banno o coercizione i signori ne
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procuravano un duplice sfruttamento giudiziario ed economico. I signori assorbirono gran parte dei
proventi che i contadini ricavavano dall’accresciuta possibilità dei prodotti agricoli.
La crescita delle comunità rurali
La resistenza dei contadini contro le esazioni signorili diede origine a un grandioso movimento di
affrancamento. I signori messi alle strette dalle capacità di lotta delle comunità rurali dovettero concedere
loro numerose carte di franchigia o scritti che definivano e limitavano certi diritti signorili. Spesso però
furono i signori a concedere franchigie per attirare i rustici nei villaggi di nuova fondazione, in questo caso
offrivano condizioni vantaggiose specie per quanto riguardava l’esercizio del diritto di banno e il
miglioramento delle condizioni giuridiche dei nuovi abitanti. Fu soprattutto importante per i contadini il
riconoscimento del diritto di vendere le terre avute in concessione. Il diritto di vendita infatti dava ai rustici
una maggiore libertà d’azione, e metteva a disposizione dei signori una nuova fonte di reddito. Un altro
fattore fu quello di soddisfare il desiderio delle masse rurali di poter disporre liberamente della terra. le
terre soggette al pagamento di un censo si avvicinarono sempre di più all’allodio cioè alla proprietà piena.