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LO STATO DI POLIZIA

Il complicarsi delle funzioni pubbliche si riflette in un nuovo campo teorico che accompagnerà le vicissitudini dello Stato fiscale. Lo avvertiva la sensibilità dell’economista Adamo Smith in una lezione tenuta nel 1762: “l’obiettivo di ogni governo è il mantenimento della giustizia e quello di garantire a ognuno il possesso sicuro e pacifico dei suoi beni. Quando la pace interna è raggiunta il governo deve preoccuparsi di promuovere la prosperità dello Stato. Ciò da origine a quella che chiamiamo Police. (Police in Francia, Policey in Germania, Buon Governo in Italia). Con questo termine si individua quel fascio di compiti pubblici indispensabili per garantire la sicurezza e il benessere della comunità. La Polizia doppierà lo Stato fiscale fino alla sua crisi irrevocabile con la fine dell’antico regime. Allora la pluralità dei fini propria dell’antica polizia lascerà il posto.

Ad un concetto di polizia tutto moderno e teso a prevenire i reati e salvaguardare l'ordine pubblico.

Riallacciandosi alla politelia greca e alla politia latina, per lungo tempo il termine polizia occupa lo stesso spazio semantico della politica, si identifica con il vivere civile. Solo a partire dall'inizio del 600 si assiste in Francia ad una prima distinzione tra police e politique, in Germania tra polices e politik mentre l'inglese conserverà fino ad oggi un'articolazione linguistica più ricca: politics (rapporto tra forze politiche), policy (studio dei provvedimenti governativi), police (attività di O.P.).

Politica e ora più precisamente polizia sono condizione di buon ordine che non è più solo il risultato di una attività di governo meramente giustiziale, di conservazione e salvaguardia di un ordine esistente, ma è anche frutto di una potestà essa stessa creatrice e garante dell'ordine.

Buon ordine

e buona polizia presuppongono interventi in grado di disciplinare comportamenti e condotte con un contenuto educativo. Ma l'impatto di questo nuovo canale regolativo non va enfatizzato: esso non ha alcuna capacità di incidere su un ordine giuridico che si manterrà extra legislativo sino all'avvento delle codificazioni moderne. Almeno sino all'inizio del 600 la norma di polizia si limita a contribuire a mantenere l'ordine esistente e a difendere l'equilibrio corporativo. Le origini cittadine lo dimostrano attraverso una serie di "ordini di polizia" sulla disciplina delle armi, delle pratiche religiose, repressione della bestemmia e del gioco d'azzardo ecc. Il potere di emanare ordinanze di polizia non appartiene solo al principe in via esclusiva, ma tende a disperdersi tra i vari soggetti investiti di autonomia di potere sul territorio. Proprio nel corso del 600 non scompare l'ambivalenza del concetto politica/polizia, ma la

La polizia si caratterizza sempre più per il suo potere normativo di carattere "particolare". Le norme di polizia non fanno parte del corpus delle leggi e ordinanze a contenuto generale, ma degli EDITTI, nei quali il contenuto normativo si associa alla natura particolare della disciplina. I settori più interessati sono: annona (vettovagliamento della città), strade e mestieri.

L'esecuzione delle norme di polizia rimane nell'ambito dell'amministrazione giudiziaria: non esiste carica che abbia poteri di polizia senza una qualche amministrazione di giustizia. I compiti pubblici sono aumentati e continuano ad essere attuati attraverso un'attività regolamentare che, nel momento in cui si traduce in atto autoritativo, richiede la necessaria mediazione dell'autorità di giustizia. Ancora funzionalmente indistinti, tali compiti pubblici, però, sono avvertiti con crescente specificità: la polizia ha

Occupato uno spazio distinto e specifico tra giustizia e finanza. Inesistente sul piano delle funzioni, l'autonomia della polizia lo è ancor meno sul terreno organizzativo. In Francia i nuovi modelli commissariali abbracciano anche compiti di polizia. Solo la Polizia generale rimane appannaggio del Parlamento di Parigi. Soprattutto a livello urbano emergono attività il cui scopo non è più solo quello di assicurare giustizia e pace, ma anche utilità collettive speciali. La Francia è anche foriera di una esperienza organizzativa che rimarrà unica in Europa: nel 1667 nella sola città di Parigi si istituisce il Luogotenente di Polizia con il compito esclusivo di tutelare la sicurezza della città, in particolare sicurezza, igiene e approvvigionamenti. Per la prima volta si distinguono funzioni di giustizia e di polizia, anche se tale innovazione nasce all'interno della tradizionale struttura delle magistrature e gli appelli.

contro le pronunce del Luogotenente ricadevano nelle competenze del Parlamento. Il modello parigino rimase unico e circoscritto: la Polizia non riuscì mai a saldarsi in via esclusiva con le nuove burocrazie commissariali, anche se rappresentò, tuttavia, una prima incrinatura dell'universo giudiziale. LO STATO DI POLIZIA SEGNA, TUTTAVIA, IL PRIMO PASSO VERSO LA DEFINITIVA DISTINZIONE TRA AMMINISTRAZIONE E GIUSRISDIZIONE. AMMINISTRAZIONE – FRANCIA DEL SECONDO 700 In Francia solo nella seconda metà del 700 ci si imbatte in una nuova parola chiave "AMMINISTRAZIONE" che assume un significato del tutto diverso rispetto al passato con connotati tipici dell'esperienza contemporanea. A differenza di Polizia, che abbiamo visto incapace di contrapporsi alla giurisdizione, l'amministrazione, ben prima del 1789, tende a divenire segno di "un qualcosa" che PUR COLLOCANDOSI NELLA SFERA DEL POTERE, GIURISDIZIONALE NON È

PIÙ. Nell'antico regime, ovviamente, il termine già veniva usato abbondantemente nel linguaggio comune, MA SEMPRE SPECIFICATE DA UN COMPELMENTO (casa, giustizia, città ecc..). L'Encyclopedie, ad esempio, definiva il termine "amministrazione" come "la gestione degli affari di un privato o di una comunità". Naturalmente era uso parlare anche di amministrazione di affari pubblici io di uno Stato, ma con un significato del tutto generico senza fare alcun riferimento ad una funzione pubblica dotata di una specifica identità. Anche il classico schema trifunzionale del Montesquieu del suo Esprit de Loix del 1748, evoca il potere esecutivo facendo riferimento al solo potere dello Stato in riferimento al Diritto delle Genti (relazioni internazionali e grande politica) e resta inteso che il Diritto Civile rimane, in blocco, affidato al potere giudiziario. Pertanto anche la celebre concezione tripartita del potere, si iscrive

pienamente nell'ottica del tradizionale Stato di Giustizia. Chi voglia raccogliere un uso nuovo del vocabolo "amministrazione" deve, quindi, abbandonare, i testi giuridici ed esaminare, invece, i tanti DOCUMENTI PRODOTTI DALLA PRASSI DI UNA ATTIVITÀ QUOTIDIANA, avente per oggetto non più solo gli interessi della corona, ma quelli della collettività. Attività che non è più solo del sovrano ma di tutta una schiera di collaboratori ordinari che lo coadiuvano nell'attività di governo e che devono essere tenuti al riparo delle interferenze delle corti. Ciò non toglie che tale funzione amministrativa, destinata ad imporsi nell'800, ancora non riesce ad imporsi come una funzione nettamente distinta dalla giurisdizione, ma come attività preparatoria della legge. Essa viene prima della legge e non si risolve ad eseguirla. Eppure, a dispetto del perdurare di questi principi, essa assume poco a poco carattere autoritativo.allontanandosi dal suo modello virtuoso di semplice attività consultiva e gestionale si arroga il potere di disporre e coercire proprio, fino ad allora, del solo potere giudiziario. Il profilo del nuovo potere amministrativo, costituito da un apparato autonomo che pur nascondendosi dietro la figura del re, di fatto esercita poteri propri, emerge chiaramente dalla rovente opposizione parlamentare che si impegna a dimostrare che il re aveva da tempo rinunciato ad occuparsi personalmente dei contenziosi inerenti le burocrazie commissariali, gestite, invece, senza alcuna formalità dal Controllore generale: il sigillo reale serve solo a coprire LA DECISIONE DI UN MINISTRO. CHE NON HA UNO STATUS O UNA AUTORITÀ BEN DEFINITA NEL REGNO: EGLI PUÒ TUTTO E NON RISPONDE DI NIENTE (dispotismo ministeriale). Si deve attendere il 1782 per avere il primo tentativo di individuare il nuovo potere da parte della dottrina: Prost de Royer. Il vocabolo ha ora un significato diverso rispetto.sia alle funzioni diplomatico-militari, sia a quelle relative alla gestione finanziaria. L'amministrazione si esercita sulle persone e non solo sulle cose per realizzare interessi pubblici. Essa si differenzia profondamente dall'attività di Polizia perché la seconda si limita a richiamare gli uomini ai loro doveri naturali, la prima, invece, ha il compito di migliorare la qualità della loro convivenza, costruendo infrastrutture, erogando servizi e distribuendo incentivi., quindi perseguendo fini propri. L'amministrazione ricorre alla legislazione per ordinare e alla giurisdizione per verificare, registrare, pubblicare e far eseguire. ITINERARIO TEDESCO – DALLA SCIENZA DI POLIZIA ALLO STATO DI POLIZIA Mentre in Francia le citate vicende precludono alla crisi della società corporativa, in altre aree europee l'eclissi dell'universo giudiziale si delinea entro la cornice del campo teorico della polizia., come nel mondo tedesco ove la

Polizia diventa scienzadello Stato e conquista il rango di disciplina accademica. La scienza di polizia registra puntualmente i nuovi obiettivi dello Stato fiscal militare: aumento della popolazione, miglioramento dell'agricoltura, istruzione, educazione ecc. Il bene comune non è più ascrivibile al solo universo giustiziale, accanto ai tradizionali compiti di controllo se ne aggiungono altri di cura, promozione, provvidenza e assistenza. Mentre il mero controllo si esercitava su una periferia sconosciuta, la Polizia richiede, inoltre una profonda conoscenza di tutte le dinamiche che muovono il paese, che si acquisisce tramite la statistica, la cartografia la demografia, i catasti. Si afferma, insomma, una cultura e una nuova pratica amministrativa e di governo volta a massimizzare il potenziale produttivo della società. Quello che è ancora assente è proprio ciò che caratterizza la declinazione tutta contemporanea del servizio pubblico, cioè

la soddisfazione di bisogni elementari attraverso l'utilizzo di tag html.
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Publisher
A.A. 2012-2013
82 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Carlo1988 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia degli ordinamenti giudiziari e amministrativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Di Paolo Silvia.