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CAP. 3 LA VIA ITALIANA ALLA POLITICA POP

La storia dei rapporti tra politica e media nell'Italia repubblicana è una storia al tempo stesso

affascinante ed emblematica dei cambiamenti avvenuti nell'arena politica nazionale. Ma la via

italiana alla politica pop presenta anche delle contraddizioni specialmente nella non piena

autonomia del sistema dei media dal sistema politico, con riflessi significativi sulla stessa

evoluzione della comunicazione politica. Queste contraddizioni sono all'origine di quella che

potemmo chiamare “anomalia italiana” ossia lo sbocco della mediatizzazione della politica nella

salita al potere di un leader proprietario di media che ha fatto dei media il suo trampolino di lancio

nell'agone politico nazionale. Un magnate della televisione e dell'editoria, imprenditore ricco e

coronato dal successo, presidente di una squadra di calcio tra le più amate dagli italiani, è

protagonista di una storia ricca di elementi tipici della cultura popolare che Berlusconi incarna e sa

sfruttare per diventare e rimanere un idolo pop.

IN ITALIA: il primo effetto è stato quello della “personalizzazione” della

MEDIATIZZAZIONE

politica e della leadership politica. Non che all'epoca dei partiti di massa i leader non fossero

contraddistinti da forti tratti di personalità ma la loro fisicità e la loro vita personale non erano

oggetto di particolare interesse pubblico, a dimostrazione della separatezza tra il corpo fisico e il

corpo politico. Contava maggiormente il partito e la linea politica del partito. I media si limitavano

a fare da notai del dibattito politico che avveniva primariamente nelle sedi deputate. La crisi delle

ideologie e la secolarizzazione dell'impegno politico che prendono l'avvio in concomitanza con gli

anni del boom economico si sono sommate alla penetrazione capillare della televisione capillare

della televisione e alla diffusione di stili di vita più consumistici. Questa miscela ha dato il colpo di

grazia al modo di fare politica del passato e ha decretato la fine dei grandi partiti di massa,

sub culturali e messo in “libertà” molti elettori rendendoli

cancellato i confini della appartenenze

recettivi di nuove proposte politiche. C'è stato un GOING COMMERCIAL della società e del

sistema dei media., per questo la politica e i politici sono diventati oggetto di interesse non

necessariamente e unicamente politico ma anche umano assimilati ad altri oggetti di consumo

mediatico. Si da il via alla personificazione in cui i partiti si trasformano in macchine al servizio del

leader. I media e l'elettorato italiano hanno dimostrato di preferire la personificazione di un idea

piuttosto di un discorso politico dalla rappresentazioni astratte. Il secondo effetto è stato quello della

“spettacolarizzaione” della scena pubblica e del discorso politico, il tutto legato alla sfera

precedente. In Italia l'emblema è stato lo spot elettorale a pagamento sulle televisioni private. Per la

prima volta un candidato o il suo messaggio erano confezionati alla stregua di un consiglio per gli

acquisti commerciale. La fine dello spot non fu determinata da un avversione ideologica ma da una

considerazione strumentale: questo tipo di comunicazione richiedeva molti soldi e poteva essere

strumento di discriminazione tra chi poteva permetterselo e chi no (legge del 2000 sulla par

condicio). Morto lo spor a mantenere alta la spetacolarizzazione ci ha pensato l'infotainment (Vespa,

Mentana, Santoro) e il politainment (incursioni dei politici nelle trasmissioni di varia umanità o di

puro intrattenimento). L'esempio di Porta a Porta dipinta come la terza Camera è l'emblema di ciò.

Una delle conseguenze dei due fattori descritti è la selezione da parte dei media della classe politica:

il candidato è sempre più messo in lista per la sua capacità di rendersi visibile agli occhi del sistema

dell'informazione e di inserirsi nei suoi circuiti. Il primo target sono i media il secondo l'elettorato.

Hallin e Mancini hanno elaborato 3 modelli principali che descrivono differenze e sfumature dei

rapporti fra logica politica e media:

 MODELLO MEDITERRANEO (pluralista-polarizzato): sinonimo di dipendenza strutturale

e culturale dei media dalle logiche partitiche o di governo, forte politicizzazione

dell'informazione, lotizzazione e controllo delle istituzioni mediali da parte della politica.

Caso italiano. 4

 MODELLO DELL'EUROPA CENTRO SETTENTRIONALE (democratico corporativo): a

un certo parallelismo politico (maggiore partigianeria dei media) corrisponde una forte

professionalizzazione giornalistica, attenzione ai codici di autoregolamentazione e una

sensibilità verso l'interesse del pubblico

 MODELLO NORDA ATLANTICO (liberale): c'è un bilanciamento tra il potere dei media e

potere politico e un autonomia che sfocia anche nell'atteggiamento di paladino dell'opinione

pubblica e di cane da guardia (watchdog) dei media nei confronti dei politici

La situazione italiana dunque vede la simbiosi tra media e politica. Ad esempio Tangentopoli non

può considerarsi un Watergate americano perchè non furono certo le inchieste dell'Espresso a

scoperchiare al pentola bensì la magistratura. Pur avendo cavalcato per qualche tempo le

drammatiche vicende giudiziarie all'insegna dell'antipolitica il giornalismo italiano non è stato in

grado di sfruttare l'occasione storica di rinnovarsi col crollo del vecchio sistema bensì si è

riallineato. Si è affermato anche il duopolio emittente commerciale-pubblica elgittimato dalle legge

foto “Mammì” e dal fatto che il capo del governo controlla anche la Rai che da sempre è assogettata

alle logiche del governo. L'informazione dei media italiana risponde in primo luogo alla logica dei

media o agli interessi del pubblico bensì a quella politica anche quando è confezionata secondo i

canoni della politica pop (paradosso).

CAP. 4 DALLA POLITICA AL POLITAINMENT

Il politainment è il risultato delle strategie con cui la tv rende messaggi e personaggi della politica

divertenti, ossia dotati di caratteristiche comunicative lontane rispetto a quelle immediatamente

riferibili al mandato dell'informazione politica. È un abbondante pappa condita con sapori forti

dell'intrattenimento. Esso ha il principio della mescolanza e varietà degli elementi con cui rendere la

politica un'occasione di divertimento per il pubblico. Il flusso del politainment si sviluppa in 2

direzioni: da star televisiva a politico, da politico a star televisiva. Esempi sono Sgarbi, Barbareschi,

Pivetti, Parietti. La satira televisiva che il pubblico percepisce come attive controinformazione

costituisce un prodotto esemplare del politainment capace di creare risonanza mediale. Il

politainment emerge laddove si realizza con successo la finalità di sollecitare l'emotività del

pubblico in modo da indurlo a una comprensione viscerale di ciò che sta guardando. Il rischio è

quello di essere percepita come un genere emergente dell'informazione capace di parlare alla

“massa” grazie a un linguaggio informale e goliardico che tuttavia tradisce a volte un certo

moralismo populista. La declinazione del politainment italiano è il personaggio comico e

carismatico che tende con facilità ad assumere un ruolo politico sfruttando l'inviolabile convenzione

per cui al comico è concesso dire tutto ciò che vuole. E' QUESTO LA CONTRADDITORIA

COMMISTIONE TRA IL MESSAGGIO (portatore di contenuti informativi) e E IL SUO

CONFEZIONAMENTO SPETTACOLARE VOTATO A SOLLECITARE L'EMOTIVITÀ DEL

PUBBLICO. Un altro esempio di politaintment è il gossip e il pettegolezzo politico. Il successo di

pubblico del pettegolezzo sul mondo privato dei politici ha finito col decretare la vittoria

dell'intrattenimento sull'informazione politica. Esso viene utilizzato come modello discorsivo di

riferimento per affrontare fatti di attualità che richiederebbero invece una trattazione rigorosa. Nel

politainment dunque vengono risucchiate sia le notizie fredde provenienti dalla sfera

dell'informazione sia quelle piu calde del gossip che parlano alla sfera emozionale. Questa

convergenza produce da un lato l'innalzamento del valore informativo del gossip che si erge e

notizia e dall'altro il riscaldamento della notizia che assume finalità di intratenimento e di scarsa

informazione. 5

CAP. 5 POLITICA POP E CITTADINANZA

All'interno del dibattito sugli effetti dei media sulla popolazione e sull'impegno civico senza dubbio

il pessimismo della scuola di Francoforte è quello che ha lasciato traccia più profonda e duratura

negli atteggiamenti del mondo intellettuale e progressista. In Italia furono gli intellettuali di sinistra

che si sono ispirati a queste posizioni manifestando avversione sopratutto ne i confronti della

televisione vista come mezzo di evasione e di disimpegno politico. Questi atteggiamenti di disdegno

per il nuovo mezzo hanno avuto dei riflessi interessanti nella stessa storia della RAI. I comunisit

snobbarono per molto tempo tutto ciò che rappresentava il mondo della televisione mentre i cattolici

vi si insediarono interpretando la funzione di servizio pubblico in chiave pedagogica.

LAZERSFELD E MERTON: attribuiscono ai media il ruolo di “disfunzione narcotizzante”. Essi

consideravano i mezzi di comunicazione perniciosi per la formazione di un cittadino politicament e

consapevole. I media per loro illudono, complicano la percezione delle distinzioni fra realtà e

finzione e rendono il cittadino uno spettatore passivo.

NEIL POSTMAN, “DIVERTIRSI DA MORIRE”: vede la televisione come un medium

irrecuperabile, qualsiasi realtà da essa ripresa si corrompe e si degrada; chi la usa cade in un baratro

conoscitivo e in un intorpidimento sensoriale. Egli attribuisce alla televisione i cambiamenti della

politica verso quella che oggi chiamiamo politica pop. Per lui “gli americani sono il

comunicazione

popolo più intrattenuto e meno informato del mondo occidentale”.

Le provocazioni di Postman hanno esercitato e tuttora esercitano un fascino irresistibile.

PUTNAM: accusa apertamente i media e sopratutto la televisione di erodere il capitale sociale

spingendo i cittadini e chiudersi nella sfera privata. Ma cosa si intende per cittadinanza e cultura

civica? Marshall indviduava 3 dimensioni della cittadinanza; quella “civile” (garanzie di base per i

membri della società), “sociale” (garanzie di un certo livello per il benessere dei cittadini),

“politica” (garanzie di partecipazione alla vita politica). Oggi va aggiunta anche quella culturale che

riguarda i diritti a seguire le proprie tradizioni e la propria lingua. Cittadinanza è dunque sino

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
8 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pietrolicini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del giornalismo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof De Biasi Rocco.