Un elaboratore per es: non trae esperienza dai propri errori.
apprendimento uno: si analizza anche il contesto da cui arriva il messaggio.
apprendimento due: si apprende come apprendere.
apprendimento tre: psicoterapia, esperienze mistiche o religiose che cambiano l'individuo.
Vari livelli di apprendimento: modello gerarchico della conoscenza. Successivamente B inizierà ad
occuparsi di malattie mentali e paradossi nella comunicazione come quello del gioco. Per B ogni
comunicazione ha bisogno di una metacomunicazione che ne specifichi il contesto. Arte, ironia,
schizofrenia e psicoterapia: in questi casi la cornice della comunicazione viene alterata
volontariamente. Il contrasto tra enunciati e tra segnali emessi dal canale comunicativo possono
creare fenomeni transcontestuali (ricollegabili a più cornici). Da ciò nasce l'ipotesi del doppio
Il doppio legame indica
legame o doppio vincolo, che B formula dopo uno studio sulla schizofrenia.
una situazione in cui, tra due individui uniti da una relazione emotivamente rilevante, la comunicazione dell'uno
verso l'altro presenta una incongruenza tra il livello del discorso esplicito (verbale, quel che vien detto) e un
ulteriore livello metacomunicativo (non verbale, come possono essere i gesti, gli atteggiamenti, il tono di voce), e la
situazione sia tale per cui il ricevente il messaggio non abbia la possibilità di decidere quale dei due livelli, che si
contraddicono, accettare come valido, e nemmeno di far notare a livello esplicito l'incongruenza. Causa della
schizofrenia è quindi un'esposizione intensa a episodi del genere. Es. di doppio legame: “sii sincero”. Il paradosso
può essere smascherato riconoscendo i tipi logici o analizzando messaggi metacomunicativi. Il doppio vincolo è
quindi un contrasto tra i messaggi comunicati dal canale verbale e da quello non verbale (confusione livelli
astrazione o tipi logici). Il doppio vincolo prevedere la RIPETITIVITà, altrimenti non è tale. La comunicazione
paradossale può divenire anche comunicazione terapeutica, perché lo psichiatra non ha una relazione affettiva con
il paziente e i suoi doppi legami non sono “pericolosi”.
Ecologia ed epistemologia:
B sposta la propria attenzione verso una critica della modernità (una crisi ecologica). L'interesse per il problema
ambientale in B nasce prima che nelle masse e nei politici di tutto il mondo sviluppato. Egli individua tre cause:
svilupppo tecnologico, aumento popolazione, idee tradizionali ma sbagliato dell'uomo sul rapporto con l'ambiente,
che ad oggi non è più in grado di autocorreggersi. L'atteggiamento antiecologico del FINALISMO
UNILATERALE nato con la rivoluzione industriale è basato su: noi contro l'ambiente, noi contro altri uomini,
ciò che conta è il singolo, viviamo all'interno di una frontiera che si espande, il determinismo economico è cosa
ovvia, la tecnologia di permetterà di attuarlo. B è immanentista: il mondo non è creazione di Dio, ma Dio stesso.
Tutti gli organismi viventi formano, per B, un insieme di reti cibernetiche complesse. L'approccio generale di B è
astratto e per niente pragmatico (disgusto verso la sociologia applicata e alle scienze al servizio dell'uomo). Lo stile
di B è caratterizzato da senso etico e approccio multidisciplinare. Ritiene che ogni conoscenza sia soggettiva e
fortemente limitata. Per B l'informazione è NOTIZIA DI DIFFERENZA; la dichiarazione di differenza è la
base del nostro pensiero. La mente non contiene cose, ma informazioni su cose. Non è possibile per B dividere res
cogitans e res extensa, “it's all one”. La conoscenza agisce per mezzo della classificazione e necessita del concetto
di tempo. La differenza implica un cambiamento e una relazione (differenza DI DIFFERENZA).
Il numero è digitale, la realtà è invece analogica. La realtà è nel dominio della forma, non a quello della sostanza.
NO paradigma energetico / quantitativo: gli eventi mai accaduti esistono nella nostra conoscenza ma non hanno ne
materia né energia. B polemizza Locke e Newton secondo i quali ogni processo mentale può essere studiato in modo
quantitativo. La statistica non ha senso: numeri (digitali) DIVERSO DA quantità (analogica).
Per B non esiste nulla di soprannaturale, ma è religioso verso la complessità della realtà. La visione finalistica e
utilitarista, il determinismo economico e la volontà di avere più denaro possibile sono alla base di una violazione
della saggezza circuitale degli ecosistemi. La creatura che la spunta contro il proprio ambiente distrugge sé stessa.
Per B la mente è “il sistema totale che elabora le informazioni” e ha delle caratteristiche: è formata da più parti
interagenti, l'interazione è attivata da DIFFERENZE (che non appartengono allo spaziotempo), il processo
mentale richiede energia, ecc. La visione di mente di B è OLISTICA.
Epistemologia del sacro:
La dimensione di questa “saggezza sistemica” porta B ad analizzare il sacro in “Dove gli angeli esitano”. [episodio
del vecchio marinaio dopo uccisione albatro]. La non comunicazione avvicina al sacro: il silenzio e la meditazione
come strumento di distaccamento dalla coscienza razionale. Per B gli esseri umani “pensano per storie”.
Alla CREATURA (insieme dei fenomeni determinati dalla differenza) si contrappone il PLEROMA (il mondo
della materia inanimata, degli urti e dell'energia, dell'infinito [cfr Jung]).
GREGOR Y BATESON – QUESTO è UN GIOCO
Il domani non è una sedia
Il gioco è spesso definito con negazioni (non è reale, non è serio, ecc). Con lo schema delle sedie (pag 30) è evidente
come il “non” abbia due accezioni: la classe delle nonsedie (tavoli, persone, pianeti) e la classe nonsedie improprie
(domani, amore, ecc); quest'ultima classe ha la particolarità di includere in sé stessa la stessa “categoria delle non
sedie” in quanto oggetto astratto. La classe delle nonsedie improprie è una classe che è un membro di sé stessa.
Russel risolse la questione dicendo che ogni volta che definiamo una classe, non dobbiamo includere nel suo sfondo
elementi di un “tipo logico” diverso dai membri della classe. La psicologia umana tende a escludere dal gruppo delle
sedie solo oggetti della classe delle nonsedie, tralasciando gli oggetti della classe delle nonsedie improprie.
L'esempio delle sedie è efficace per mostrare come il concetto di gioco contenga intrinsecamente il concetto di “non”.
Un bambino gioca ad essere arcivescovo
La parola gioco contiene intrinsecamente anche la parola “realmente”, usata con la stessa ambiguità di “non”. (?
pag 33). Se un bambino gioca ad essere arcivescovo, non lo fa per scoprire che non lo è, ma per verificare che può
espandere il suo universo includendo l'immagine di un arcivescovo, capendo meglio la differenza tra arcivescovo e
nonarcivescovo.
Ci accorgiamo dell'importanza del gioco nel bambino, perché è durante il gioco che egli impara a comportarsi
secondo vari ruoli e prende coscienza di vari tipi di comportamento. Non è importante che il bambino impari ad
essere un arcivescovo, ma che si renda conto che esiste il ruolo di arcivescovo che non gli appartiene, se non nel
gioco. Il gioco stesso è una categoria di comportamento. (paziente schizofrenico che parla correttamente, durante
una partita a golf, solo finchè non sbaglia colpo).
Bucce di cipolla
Tornando allo schema delle sedie, per molti avrebbe più senso una struttura a bucce di cipolla, ossia una struttura
che, dopo il nucleo iniziale del gruppo “sedie”, preveda uno strato per tavoli, sgabelli e divani, uno strato per cani,
gatti, ecc ed uno per pianeti, sempre più allontanandosi dall'area centrale. Una divisione per tipi logici. Il bambino
capisce che il mondo ha una struttura stratificata attraverso il gioco: prima di giocare vede il mondo senza le sue
linee di confine, spaziando tra tutte le aree senza logica (giocare con queste aree non è di per sé sbagliato, anzi: è
questo che facciamo quando, ogni tanto, giochiamo da adulti, consapevoli però di ciò che stiamo facendo). Il gioco è
quindi un modo per apprendere il mondo e le sue linee di confine, e sapere come attraversarle.
Il problema principale di Bateson è identificare il livello di comunicazione della frase “questo è un gioco”
all'interno di queste “bucce di cipolla”, capendo se anche gli animali possono scambiarsi un messaggio di questo
tipo.
Abbiamo detto che ogni buccia di cipolla rappresenta un tipo logico, ma come è possibile, dato che esistono parole
come “ognuno” che cambiano significato in base alla situazione? (“ognuno era presente”: ci si può riferire a cinque
come mille persone). Ognuno assume differenti significati anche in base al contesto (gestualità, stato sociale, ecc) e
può voler dire sia “erano presenti tutti” sia “erano presenti tutti quelli che contano” (“dai vieni ci sono tutti” anche
se manca qualcuno...). Diversi ascoltatori possono cogliere differenti sfumature: “è Agosto, ognuno ha lasciato la
città” (nonostante milioni di persone siano ancora in città): per chi è in vacanza è una soddisfazione, mentre chi è
in città si sente escluso. Bateson risponde che “ognuno” rimane comunque il medesimo messaggio, nel senso che,
indifferentemente al numero di persone a cui ci si riferisce, si vuole comunicare una totalità, anche se relativa. Il
nostro linguaggio è incapace di parlare correttamente di questo mondo a strati, perché ogni discorso si ambienta
all'interno di uno di essi e non è in grado di parlare della totalità degli strati.
Il messaggio “questo è un gioco”
Il gioco, diversamente dal nongioco, è un'esplorazione che permette sempre di fare marcia indietro per evitare le
conseguenze. Il bambino, impara ad usare una reazione biologica (il pianto, per esempio) a proprio vantaggio, per
attirare la madre; anche alcuni animali hanno raggiunto questa complessità di comunicazione, e alcuni (molti
mammiferi) giocano anche. Durante il gioco certe azioni (graffi, colpetti) sono etichettati come “gioco” e assunti
come tali (come nel gioco degli scacchi un'azione di gioco è chiamata mossa). Alcuni animali sono quindi in grado di
comunicare il messaggio “questo è un gioco”, un messaggio di un livello superiore a quello dei singoli colpetti, un
messaggio che classifica altre azioni e altri messaggi, e in ques
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