Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Riassunto esame Storia della filosofia, prof. Beraldi, libro consigliato Società fuori misura e responsabilità educativa, Colucci Pag. 1 Riassunto esame Storia della filosofia, prof. Beraldi, libro consigliato Società fuori misura e responsabilità educativa, Colucci Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia della filosofia, prof. Beraldi, libro consigliato Società fuori misura e responsabilità educativa, Colucci Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il futuro dipende dalla disposizione culturale della scuola

Colucci pensa che il nuovo genius che ci permetta di giungere al futuro, dipenda dalle possibilità della scuola di garantire a tutti una disposizione culturale ampia "…Considerate la vostra semenza: fatto non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza" (Ulisse dantesco), la sua saggezza era lontana dalla sapientia degli antichi, ma viene comunque considerata in riferimento a ciò che è all'uomo possibile.

Pascal afferma che il principio della morale è rappresentato dalla tensione dell'uomo a elevarsi, a definirsi oltre i confini della propria condizione ("Lavoriamo a ben pensare").

Dati questi presupposti ricordiamo che il fare scienza implica il filosofare (=perché), successivamente, all'interno di ogni sentire, viene definito il protocollo di regolamentazione del viaggio (=come). Come affermava Antiseri, "in ogni grande scienziato vive un grande artista", questo perché l'arte

Non deve essere confusa con la pura esternazione di una sensazione. Nel percorso della conoscenza, l'uomo utilizza sempre e comunque l'intenzionalità, per trovare equilibri esistenziali sempre più rassicuranti per sé e per gli altri. Quindi la ricerca della verità ha funzione sociale, per questo la scuola deve porre come punto di partenza, una metodologia elaborativa, per rimuovere la separatezza esistente tra discipline della natura (esterne, della spiegazione) e discipline dello spirito (interne, della comprensione). Ciò per fornire a ognuno la possibilità concreta di fondare un'etica sociale; solo quando non si tenterà più di rafforzare la condizione della sudditanza, si potrà giungere a una metodologia trasformativa aperta a tutti e a ciascuno. Il problema del '68 (nonostante Dewey, Montessori...) è stato quello di fissarsi su uno status culturale, non permettendo il cambiamento.

fondamentalmente si pensava che bastasse cambiare alcuni contenuti per rivoluzionare un sistema, ma ciò era sbagliato poiché rimaneva inalterata la struttura mentale. Tuttavia questa metodologia erronea portò solo a nuovi modi di raggiri e subordinazioni poiché la via da percorrere era invece quella di cambiare la scuola, comunque dobbiamo sottolineare come nel raggirare una partecipazione responsabile, si corre solo il rischio di nascondere l'adultismo invece di eliminarlo. Colucci ritiene che non si possono semplicemente rispolverare concetti quali l'obbedienza e l'autorità, ecalarli in una realtà di vita non adatta poiché ciò porta solo effetti negativi, come nel caso della reintroduzione asettica della disciplina, questa componente è negativa perché porterebbe all'eterno ritorno dei soliti stereotipi. Essenzialmente ciò che deve mutare è il metodo no i contenuti. Seguendo questi presupposti,bisogna elaborare una storia formativa ed elaborativa più affine alle categorie umane, attraverso: - La sostituzione dell'autorità con l'autorevolezza; - La sostituzione dell'obbedienza con l'auto apprendimento; - Giungere a un approccio transdisciplinare. Bruner, ad esempio, riteneva che la storia della cultura è la storia dello sviluppo delle idee organizzative estrutturali, cioè derivano da giudizi e ipotesi più profondi sull'uomo e sulla natura. Premesso ciò, queste idee non devono servirci solo a capire o modificare il mondo in cui viviamo, ma devono anche darci gli strumenti utili per l'esperienza. E' proprio la struttura della conoscenza, quindi che deve essere sottolineata nell'educazione. Quindi l'unità del sapere va ricercata nel metodo, in modo da permetterci di trasferire la scienza acquisita in ogni campo dell'attività. Per evitare di cadere nel determinismo va

Precisato che la struttura della conoscenza non può, per nessun motivo, sembrare conciliabile con l'universo marxista o comunque con qualsiasi altro universo immutabile e chiuso; poiché è l'uomo artefice degli strumenti che gli permetteranno la conoscenza. Questo itinerario metodologico appare utile anche per dissolvere il distacco esistente tra scuola e alunni, scuola e famiglia... Ciò per evitare che l'uomo possa ricadere nella dissolutezza e nella violenza, perché è palese che le ideologie adultiste del movimento sessantottino sono ancora presenti e pulsanti.

La funzione dell'ideologia è quella di mantenere vive teorie filosofiche ormai in pericolo, essa non percorre il pensiero sentendone il suo vagito (cioè da quando nasce), ma lo coglie e lo mantiene; non a caso l'ideologia è il fondamento del fanatismo, del conservatorismo e del nostalgismo. Quindi il risultato del movimento sessantottino.

è stato quello di produrre una più leggera ideologia, proprio in un momento di debolezza, così l'uomo è stato travolto da 2 approdi: - Esaltazione della volontà di potenza del proprio io; - Eccitazione per la possibilità di andare oltre il bene e il male, e fuggire verso ciò che più ci piace e ci aggrada. Ogni filosofia della certezza si basa su un atto di fede ed esclude che l'individuo possa vivere nella libertà, ciò implica anche la presenza del dubbio. Ad esempio Nietzsche afferma "Dio è morto!", in questo caso la negazione di Dio si traduce nell'onnipotenza dell'uomo. Da qui spesso si insinua il laicismo camuffato con una maschera che però inquina l'esistenza umana, questo poiché non comprende il dubbio e il bisogno di alterità. In realtà, la laicità deve implicare le categorie dell'intelletto e dell'autonomia, senza.sfociarenell'anticlericalismo e quindi nell'ateismo. Esso dev'essere caratterizzato da uno spirito democratico edumanitario e non è assolutamente avversivo alla religione. Invece di dividere gli individui in credenti e noncredenti, bisognerebbe dividerli in laici e atei. Il laico non si relaziona con nessuna Chiesa, tuttavia rimane inaperto dialogo con tutte (il non so niente, non significa che non esiste niente!). Il laicismo non è negazione,ma astensione, tuttavia ogni laico deve dimostrarsi aperto al einstellung, ossia l'apertura al mistero della vitae della morte. È fondamentale per l'individuo l'avvento di una nuova paideia, cioè una rivoluzione del processo formativodelle nuove generazioni basata sul primato del metodo. Primato del metodo procedimento dialogico mirato a consentire a tutti il possesso e la padronanzadelle strategie e gli strumenti necessari per utilizzare le conoscenze. A questo proposito A.Colucci,cita due personalità importanti: - Don Giussani, affermava che egli non voleva fornire ai propri discepoli contenuti con i quali si trovassero d'accordo, ma piuttosto voleva fornire un metodo; - Gaetano Salvemini, reputa laica una scuola indipendente che chiama a sé i migliori uomini (docenti) sul mercato, affinché non si insegni la verità che loro ritengono giusta, ma si potenzi la loro ragione cosicché ognuno possa trovare la verità libero da preconcetti. Frabboni ritiene che il procedimento dialogico consente di passare da una didattica casualistica (improvvisata) fatta da ricettari di apprendimento, ad una dialettica Principessa padrona di tre parole chiave di una metodologia: trascendentale, fenomenologica e dialettica, in cui prende forma l'alterità come valore. La scuola italiana deve aver ben presente dove andare, ma soprattutto come poterci arrivare. È necessario, quindi, saper coniugare l'area di un

Apprendimento consapevole entro l'area della razionalità condivisa, poiché "è nel sentire il bambino, che si realizza la missione dell'educazione". Quindi la grande rivoluzione per la scuola italiana è quella di eliminare la vergogna del dis-umano, in questo scenario si dipana gran parte dell'esercizio della funzione pubblica che la scuola è tenuta ad assicurare. In questo spazio operativo assume ampio consenso la figura dell'insegnante di classe, (coadiuvato anche da altre figure educatrice, se richiesto). A questo proposito va evidenziato come una delle cause di dispersione infantile sia dovuta a una condizione di discontinuità a cui spesso vengono costretti bambini quando, a scuola e in famiglia, si trovano a vivere situazioni educative differenti e contrastanti. Quindi le condizioni indispensabili per una sana e corretta crescita dell'infanzia sono: un condiviso raccordo scuola-famiglia e la presenza

dell'insegnante di classe. L'insegnante di classe è l'interprete principale del mondo psicologico infantile e garante della personalizzazione dell'intervento formativo basilare. Al contrario, l'organizzazione modulare crea elementi di discontinuità, suddividendo maldestramente le discipline secondo un'immagine culturale ritardata, segnata dalla separatezza tra discipline umanistiche e discipline scientifiche, sempre secondo logiche adultiste (non mirate al benessere e ai bisogni del bambino). In due circolari, rispettivamente del 1996 e 1998, si è tentato di liberare la scuola primaria da una disarmonia caratterizzata dai precedenti elementi, per condurla invano verso l'unitarietà dell'insegnamento e la centralità della persona-alunno. Particolare incidenza assume, nell'insegnamento di classe, l'intreccio tra le due sfere di attività logico-matematica e logo-linguistica; l'aspetto dellalogica facilita l'apprendimento poiché pone il bambino nella possibilità di ricavare maggiori benefici da ciò che apprende. Per esempio, per quanto riguarda la padronanza del linguaggio, se noi utilizzassimo un linguaggio meno equivoco, non utilizzeremmo male il termine "pubblica" per identificare l'istituzione statale e "privata" per l'istituzione non statale. In questo caso dovremmo parlare di scuola non statale e statale poiché alla scuola va attribuita la funzione pubblica. Sostanzialmente, quindi, una sbagliata coscienza culturale e una cattiva scuola continuano a mantenere un tessuto lessicale ideologizzato. Comunque, ritornando all'insegnante di classe, si può avere maggiore solidità nella considerazione dell'ambito storico-geografico-scientifico se lo poniamo all'interno di un itinerario formativo ed educativo impostato sulla costruzione di quadri di civiltà e una conoscenza.del territorio. Ad esempio, per uno come Colucci figlio della civiltà dei trulli, l'immagine delle casedde a trullo deve essere letta sia a livello storico ma anche a livello geografico. Anche l'educazione civica può diventare trasversale ("I politici possono imparare molto dalla storia del nostro territorio").
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
7 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher roxx86 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Beraldi Pietro.