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LE PRINCIPALI FORME DEL NOSTRO AMBIENTE FISICO E SOCIALE SONO FISSATE IN RAPPRESENTAZIONI DI
QUESTO TIPO E NOI STESSI SIAMO MODELLATI IN RELAZIONE AD ESSE. MENO CI PENSIAMO, E NE SIAMO
CONSAPEVOLI, TANTO Più GRANDE DIVENTA LA LORO INFLUENZA.
CAP.2 - COS’è UNA SOCIETA’ PENSANTE?
2.1. Il comportamento e lo studio delle rappresentazioni sociali
Quando studiamo le rappresentazioni sociali studiamo l’uomo che che pone domande, che aspetta
• risposte e pensa, e non già qualcuno che manipola informazioni e si comporta in un certo modo —>
studiamo un uomo il cui scopo non è agire, ma comprendere.
Studiando: A) le circostanze in cui i gruppi comunicano, prendono decisioni e cercano di rivelare
• nascondere qualcosa; B) le loro imprese e le loro credenze, cioè le loro ideologie, le loro conoscenze
e le loro rappresentazioni sociali —> vogliamo rispondere alla domanda: che cos’è “una società
pensante”?
[Lo sviluppo del pensiero e dell’immaginazione dipendono dai rapporti sociali]
—> se parliamo di “società pensante”, allora automaticamente rifiutiamo la concezione (prevalente
nelle scienze umane) che una società non pensa, o se lo fa, che questo non è un suo attributo
essenziale.
Quindi, gli individui e i gruppi, lungi dall’essere recettori passivi, pensano autonomamente,
• producono e comunicano incessantemente le loro proprie specifiche rappresentazioni, e le soluzioni
ai problemi che loro stessi si pongono.
2.2. Le rappresentazioni sociali
Il concetto di rappresentazione sociale arriva da Durkheim.
• Sociologia = Rapp. Soc. come entità esplicative ed irriducibili <—> Psico. Sociale = interessata alla
struttura e alle dinamiche —> considerare fenomeno ciò che prima era stato visto come concetto. 3
Le R.S. sono troppo eterogenee, e non possono essere definite con poche caratteristiche generali; di
• conseguenza siamo obbligati ad aggiungere due qualifiche significative:
1. Le R.S. dovrebbero essere considerate come un modo specifico di comprendere e di
comunicare ciò che già sappiamo.
Esse hanno sempre due facce: l’iconica e la simbolica, che sono inter-dipendenti come il
retto e il verso di un foglio di carta. Sappiamo che : Rappresentazione = immagine/
significato: in altre parole essa fa corrispondere ogni immagine ad un’idea e ogni idea ad
un’immagine.
Il linguaggio stesso veicola rappresentazioni, è collocato a metà strada tra il linguaggio
dell’osservazione e il linguaggio della logica: il primo, che esprime puri fatti – ammesso che
cose del genere esistano – e il secondo che esprime simboli astratti.
Il Linguaggio Verbale Ordinario costituiva un mezzo di comunicazione e di conoscenza, di
ideazione collettiva e di conoscenza astratta, dal momento che esso era condiviso da senso
comune e dalla scienza. Oggi il Linguaggio Non Verbale (della logica e delle matematica),
destinato alla sfera della scienza, ha sostituito i segni alle parole, le equazioni alle
proposizioni.
Il mondo della nostra esperienza e della nostra realtà si è spaccato in due, e le leggi che
governano il nostro mondo quotidiano ora non hanno più alcuna chiara relazione con quelle
che governano il mondo della scienza.
2. Durkheim - fedele alla tradizione aristotelica e kantiana - ha una concezione piuttosto
statica delle R.S. - in qualche modo simile a quella degli Stoici.
Quello che risulta più singolare per l’osservatore contemporaneo è il carattere mobile e
circolante delle rappresentazioni; in breve, la loro plasticità —> noi le vediamo come
strutture dinamiche che operano su un aggregato di relazioni e comportamenti che appaiono
e scompaiono insieme alle rappresentazioni (come es.”Nevrotici”).
La loro importanza continua ad aumentare in proporzione diretta alla eterogeneità ed alla
fluttuazione dei sistemi unificati - scienze ufficiali, religioni, ideologie - ed ai cambiamenti
che esse devono intraprendere per penetrare la vita quotidiana e divenire parte della realtà
comune.
I mass media hanno accelerato questa tendenza, moltiplicano questi cambiamenti e
incrementato il bisogno di un legame fra le nostre scienze puramente astratte e le credenze
in generale da una parte, e le nostre concrete attività, come individui sociali dall’altra. In
altre parole, c’è un continuo bisogno di ricostituire il senso comune o la forma di
comprensione che crea il substrato di immagini e significati senza i quali nessuna collettività
può operare. La caratteristica specifica di queste rappresentazioni è che esse trasmutano le
idee in esperienze collettive e le interazioni in comportamento o possono essere, più
vantaggiosamente, paragonate ad opere d’arte che a reazioni meccaniche.
SE, IN SENSO CLASSICO, LE RAPPRESENTAZIONI COLLETTIVE SONO UN TERMINE ESPLICATIVO, E SI
RIFERISCONO AD UNA CLASSE GENERALE DI IDEE E CREDENZE (scienza, mito, religione, ecc…), PER NOI ESSE
SONO FENOMENI CHE NECESSITANO DI ESSERE DESCRITTI, E DI ESSERE SPIEGATI. ESSI SONO FENOMENI
SPECIFICI CORRELATI ADUN MODOD PARTICOLARE DI COMPRENDERE E COMUNICARE - UN MODO CHE CREA SIA
LA REALTà CHE IL SENSO COMUNE. [E’ per porre enfasi su tale distinzione che viene usato il termine sociale
invece del termine collettivo]. 4
2.3. Scienze sacre e scienze profane; universi consensuali e universi reificati
Che posto occupano le R.S. in una società pensante?
• In passato: distinzione fra sfera sacra e sfera profana: questi mondi opposti e separati determinano,
in vario grado, in ciascuna cultura e in ciascun individuo, ciò che possiamo modificare e ciò che è in
brado di modificarci. Senza dubbio era possibile passare dall’una all’altra sfera, ma ciò poteva
accadere solamente quando i contenuti erano indistinti —> Tutta la conoscenza presupponeva tale
visione della realtà, ed una disciplina che si occupava di una delle due sfere era totalmente
differente da una disciplina che si occupava dell’altra, non avendo le scienze sacre assolutamente
niente in comune con le scienze profane.
Questa distinzione e’ stata ora abbandonata e sostituita.
Oggi: Universi Consensuali (= la società è una creazione visibile, continua, permeata di significato e
finalità; essa possiede una voce umana, in armonia con l’esistenza umana, e agisce e reagisce come
un essere umano —> l’uomo è la misura di tutte le cose) e Universi Reificati (= Società trasformata
in un sistema di entità solide, fondamentali, invariati, che sono indifferenti all’individualità e prive
di identità. questa società ignora se stessa e le sue creazioni, che vede solo come oggetti isolati
quali persone, idee, ambienti e attività. Le varie scienze che si occupano di tali oggetti posso
decidere, per ciascun singolo caso, ciò che è vero e ciò che non lo è —> Tutte le cose sono al misura
dell’uomo)
In un universo reificato la società è vista come un sistema caratterizzato da ruoli differenti ed
• ineguaglianza di classe. Solo acquisizione di una certa competenza determina il loro grado di
partecipazione secondo il merito, il loro diritto di svolgere la funzione il medico, psicologo,
sindacalista o di astenersene in relazione al fatto che essi non hanno competenza in materia. Lo
scambio dei ruoli, l’intercambialità delle posizioni, costituiscono modi diversi di acquisire
competenze, di isolarsi o di essere differenti. In questo modo ci confrontiamo l’un l’altro all’interno
del sistema come organizzazioni prestabilite, ognuna con le sue regole e i suoi regolamenti. Dove le
costrizioni che noi sperimentiamo e la sensazione che non possiamo cambiarle a nostro piacere.
Esiste un comportamento appropriato in ogni circostanza, una formula linguistica per ogni confronto
e, inutile a dirsi, l’informazione appropriata per un dato contesto. Noi siamo vincolati dalle regole
dell’organizzazione, che corrispondono ad una sorta accettazione generalizzata piuttosto che a una
sequenza di accordi.
In un universo consensuale la società è vista come un gruppo di individui che sono uguali e liberi,
• ciascun qualificato a parlare in nome del gruppo e la sua egida. Così si assume che nessun membro
possegga una competenza esclusiva, ma ciascuno può acquisire qualsivoglia competenza che
potrebbe essere richiesta dalle circostanze. Sotto questo aspetto, ciascun agisce come un amateur
competente o come un osservatore curioso,. Nella maggior parte dei luoghi pubblici si possono
incontrare questi politici, dottori, educatori che esprimono le loro opinioni. Questi mondi sono oggi
istituzionalizzati nei club, nelle associazioni e nei caffè, così come in passato lo erano nei salotti e
nelle accademie. A lungo andare la conversazione crea nuclei di stabilità e di ripetizione, una
comunanza di significato tra coloro che partecipano. Le regole di quest’arte conservano tutto un
complesso di ambiguità e le convenzioni senza le quali non esisterebbe vita sociale. Esse mettono gli
individui in grado di condividere un insieme implicito di immagini e di idee, che sono assunte come
date e sono condivise da tutti. Il pensiero è espresso ad alta voce. Pensare diventa una rumorosa
attività pubblica che soddisfa il bisogno di comunicare, e così conserva e consolida il gruppo.
Il contrasto fra i due universi ha un impatto psicologico. La linea che li demarca divide in due la
• realtà collettiva e la realtà fisica. Risulta subito evidente che le scienze rappresentano gli strumenti
attraverso i quali comprendiamo l’universo reificato, mentre le rappresentazioni sociali hanno a che
fare con l’universo consensuale. Scopo del primo è di stabilire un mappa di forze, oggetti ed eventi
che sono indipendenti dai nostri desideri e al di fuori della nostra consapevolezza. Dall’altra parte le
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rappresentazioni ristabiliscono la consapevolezza collettiva e le danno forma, spiegando oggetti ed
eventi in modo tale da renderli accessibili a tutti e da farli coincidere con i nostri interessi
immediati.
CAP.3 - IL FAMILIARE E IL NON FAMILIARE
3.1. Gestire l’ignoto
Le rappresentazioni sociali devono essere viste come un ambiente in relazione all’individuo o al
• gruppo, ed esse sono specifiche dalla nostra società.
Lo scopo di tutte le rappresentazioni è quello di rendere qualcosa di inconsueto, familiare. Gli
• universi consensuali sono posti in cui ciascuno desidera sentirsi a casa, al sicuro da qualsiasi rischio o
conflitto. Tutto ciò che viene detto e fatto in questi universi conferma solamente credenze e
interpretazioni acquisite, corrobora la tradi