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La Maison Worth e l'allestimento della vetrina
Una caratteristica della sua maison, che dimostra anche la sua capacità di comunicazione, è l'allestimento della vetrina. Worth aveva introdotto la novità di far vestire gli abiti alla modella, qui la novità è allestire la vetrina per attrarre. La sua moda nasce sotto l'esempio della semplificazione e innovazione delle linee, niente più corsetti. La sua prima creazione rivoluzionaria è questo mantello chiamato "Reverendo": mantello costituito da due rettangoli di tessuto scuro, doppiati con tessuto più chiaro, motivi decorativi che giocano su lucido e opaco, taglio semplice, quattro motivi decorativi stampati omaggio a orientalesimo, in particolare Cina e Giappone. Il mantello è importante, non è una vestaglia da casa, assomiglia a un kimono ma può essere indossato anche fuori, nella dimensione pubblica. Poteva essere indossato in due modalità: o facendo uscire le mani alle due estremità laterali.oppure manifatte uscire da tagli che caratterizzavano i lembi superiori. Lui ha scritto le sue memorie, fonte approcciata con discrezioni, perché a interpretazione magari distorta dei fatti: lui chiama il mantello confucius, “ogni donna ne comprava uno”. Modello che è estremamente interessante per innovazione, chiamato “Josephine” del 1907, nel 1905 il trend che si andava affermando era caratterizzato a ritorno a direttorio, il nome rimanda infatti alla prima moglie di Napoleone. Ritorno al passato: tunica e sovratunica, la prima è di raso bianco tendende al rosa, diritta caratterizzata dalla manica corta [non a palloncino], gonna impostata su corpino di ridotte dimensione e subito sotto il seno. Sopra invece sovra tunica di tulle, di rete, quindi tessuto leggero e trasparente, è nera e ricamata, orlo asimmetrico, ricamata con filo d’oro e motivi ad oculo, tipici della decorazione classica. L’elemento di novità è lapresenza dell'applicazione di rosa di tessuto stilizzata, poi diventerà simbolo maison. Senza corsetto, ma questo non corrisponde alla verità: si indossava comunque guaina, meglio rispetto al passato, è un tentativo di liberare il corpo femminile ma l'immagine di donna che ha in mente non è la suffragetta, lui pensa ancora alla femme fatale.
dell'atelier, Altra innovazione, oltre alle vetrine [progetto di comunicazione integrata: vetrine, grifici ed eventi] è legato al coinvolgimento di grafici e artisti nell'illustrazione per l'interpretazione dei proprio modelli, ambito contemporaneo dove l'editoria di moda non propone figurini realistici, ma interpretazione modello con modo di gestire la fotografia. Lui è il primo che nelle sue collezioni, per pubblicizzarle instaura collaborazione per interpretare i propri modelli con album inviati alle clienti, in quello dedicato al modello Josephine lo vediamo contestualizzato.
In casa con mobili stile impero. Fra il 1909 e il 1910, Parigi è invasa dall'esperienza dei balletti russi [compagnia teatrale di Diaghilev che si avvaleva del gusto per l'oriente che si rinnova], collaborazione con scenografie con Picasso, musicisti come Stravinski, Poiret ha gusto "la festa della 1002esima notte", scenografico e quindi organizza un ballo in maschera, il 24 giugno del 1911, il giardino della maison viene trasformato in arem, qui lo vediamo con la moglie alla festa, lui interpretava infatti un sultano: pantaloni alla sultana sbaffanti, tunica con punto vita alto, maniche sfasate, parte inferiore con sfasatura e leggerezza tessuti irrigiditi da cerchio con frange. Idea di donna odalisca, non suffragette. Si chiamava così per riferimento alla raccolta di 100 e una notte. Dalla donna odalisca, riceverà l'idea della jupe entrave, ossia presenza di due tuniche, la seconda però non ha più profilatura come Josephine.
qui prevede restringimento sotto le ginocchia che andava contro l'idea di liberazione della donna veicolata prima, se alla fine della tunica troviamo restringimento qui con gallone, ossia nastro dorato, la camminata risulta impedita. Questo abito dacerimonia è corredato da una sopravveste con strascico caratterizzata da contrasto tra blu Cina acceso e motivi decorativi in filod'oro, con uso del colore che lo avvicina alle avanguardie, come i Fauves. Ama i colori squillanti, a contrasto. Paquin è maison che dà il meglio di sé negli abiti sportivi, questo abito seppur assomigli ad una tunica in realtà nel drappeggio simmetrico della gonna ricorda Worth negli anni '80, Poiret coglie invece diversità nella costruzione sartoriale, è più semplice e morbido, meno strutturato con tessuti diversi. Lui è attirato dai discorsi di avanguardie artistiche, ha un uso di colori squillanti che non è il gusto per ilcolore di Paquin, che ricorda invece la palette Ancien Regime.
Abito tunica con idea jupe ma poi abbandonata perché impediva il passo, disegnato per la moglie Denise per un prima teatrale, anche qui doppia tunica con damasco che cade morbido e sopra in tulle ma con bordino che restringe i volumi. Punto vita rialzato. I colori da lui utilizzati sono tessuti con motivi decorativi stilizzati, qui foglie fuori formi che disegnano una sorta di palmetta.
Abito da pomeriggio per due tuniche, la seconda scende lungo i fianchi, il taglio è con le maniche a pipistrello che ricordano anche il fenomeno del nipponismo, contrasti cromatici forti: blu, viola, rosso; non più colori tenui e pastello che avevano caratterizzato moda belle époque. qui "Battick",
Accanto agli abiti, realizza anche i mantelli kimono caratterizzati da polsi e collo di pelliccia, anche idea di lusso veicolata, sempre contrasto colori [bianco sporco e nero] ocn tmotivi geometrici che richiamano
La classicità. Stampato a mano su disegno di Raoul Dufy, chiamato mantello le perse, la collaborazione continua anche con disegnatori tessili, ma: lui pittore che rientra nell'ambito avanguardistico, spesso con forme stilizzate, si appassiona la produzione tessile e la sua passione verrà aiutata da Poiret, grazie al quale diventa lavoro. Poiret finanzierà infatti la realizzazione della Petit cousine, d'abbigliamento, come in questo caso. Laboratorio artigianale per la sperimentazione di tessuti stampati, poi richiesti per capi. Approccio moderno e neobarocco, prima perché ha forme stilizzate vegetali, nel contrasto, ma barocco per ritmi curvilinei. Abito la rose d'Iribe, in omaggio al logo realizzato proprio da Iribe, abito tunica semplice, con taglio rettangolare, maniche che scendono fino al gomito, gioco cromatico contrasto nero e viola e disegno che fa ricorso alla rosa stilizzata che era il fiore per il logo. La prima guerra mondiale lo
portò al declino, dopo continua a lavorare ma collabora con Dufy come per vestaglie, oppure scalle Anfitrite, accessorio che ritornò di grande moda, dove con la modalità espressiva barocca ma moderna viene rappresentata la nascita di Venere. Viaggia per l'Europa, Tra le grandi innovazioni da lui assunte, occasione di aggiornamento sui fermenti artistici che stavano attraversando il continente. Nel 1911 si dirige a Vienna e qui incontrerà i laboratori, ricavandone molte suggestioni: Tornato a Parigi, apre atelier dedicato alla decorazione a 360°, dai tessuti agli interni domestici, la cui direzione era affidata alla moglie del pittore Sérusier, il focus è sulla sperimentazione, non ha finalità commerciale, bensì educazione e scuola d'arte per giovani designer. Chiamato "Martine" sperimentazione, in omaggio alla figlia. La sua ispirazione venne a Vienna, dove rimase affascinato dai tessuti con semplificazione.forme e colori accesi.
Si chiama Gabrielle Chanel, Coco è il suo nome d'arte, in lei la biografia e lavoro sono interfacciati: lei nasce a Saumur nel 1883, non appartiene alla medesimo ceto sociale delle sue clienti della buona borghesia, nasce da venditore ambulante e la madre morì ai suoi 12 anni quindi lei andò in orfanotrofio, questo la pone nella condizione di svantaggio. Da 18 anni vivrà nel sud della Francia impiegata nel patronato di dame della ragazze orfane e poi inizierà a costruirsi una carriera a Muhlen, come commessa e sarta in una Maison di questa cittadina francese. Lei stessa vita rimosse questi esordi in future interviste, il fatto di non avere una precisa collocazione le permette anche di porti in una situazione di libertà: osservando ciò che accade introno a lei ricaverà idee per le proprie formulazioni di moda ed indipendenza economica. A Muhlen era una cittadina con la caratteristica di essere sede
di moda, si trova in una caserma dove si addestravano i reggimenti della cavalleria. Qui, i rampolli della buona società parigina si riunivano e lei comincia a frequentarli. Grazie alle amicizie e agli amanti di questo ceto, riesce ad ottenere finanziamenti per far crescere la sua maison. Questo la rende un'esponente delle cocotte, ossia delle amanti della grande borghesia parigina, che nonostante la loro origine umile, avevano accesso ai ceti più elevati. La presenza degli amanti è importante anche nella creazione dei suoi modelli: si rende conto che ogni ceto sociale richiede un vestito specifico, quindi si interroga su quale sia il modello di donna tra la Belle Époque e la prima guerra mondiale. Tuttavia, la donna borghese non è più una donna libera in grado di creare spazi di libertà, ma guarda all'uomo come punto di riferimento.della moda, ma ben presto la collocazione dalle dame del patronato le stastretta, quindi grazie a questo suo primo amante si trasferisce con lui nella residenza ruaglio e prende misure di una vita incamapgna con l'intento condurrà vita separata ma prenderà confidenza con l'abbigliamento deldi allevare cavalli, cavallo.Quindi un tema in relazione all'equitazione già affrontato nel 700 con l'anglofilia. Lei della Belle Epoque colga l'aspettoApprofitta di questa occasione per avviare un'attività a Parigi ossia una modisteria chedel tailleur tendente al funzionale.si occupavano della realizzazione di cappelli soprattutto per Gabrielle Deursat: successo legato a amodo diverso di pensareinvece che a differenza dei cappelli borghesi con tesa largaa e corredato da ogni genere di accessori come piume, proponecappelli lineare che avevano rinunciato ad effetto decorativismo.Ulteriore passaggio arriva dalla conoscenza di un amico diArtthur Cappel, aristocratico inglese, questo le permetterà un ulteriore pezzetto di successo, infatti il primo successo non arriva a Parigi ma a Deauville, in Normandia dove la buona aristocrazia si dirigeva nella villeggiatura estiva, che si andava modificando. La spiaggia e il mare erano ormai centri di interesse. Osservava la vita dei