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ROBIN WILLIAMS - 5° capitolo: Ripartiamo da Boulevard

Boulevard (Dito Montiel, 2014) è un film che ha come protagonista Nolan Mack, un sessantenne impiegato da trent'anni nella stessa banca. Nolan è un personaggio complesso e tormentato, interpretato da Robin Williams in modo convolto e sofferto, ma al contempo cupo e dolce. È attraverso gli sguardi, il controllo del volto e i movimenti impercettibili del corpo che ci viene mostrato il movimento di una vita che scorre senza clamori e che si scontra con il bisogno di uscire dai binari prevedibili.

Nolan è sposato con Joy e ha vissuto nella menzogna per quasi tutta la sua esistenza, negando anche a se stesso la sua omosessualità. Un giorno, però, incontra il giovane prostituto Leo e la sua natura repressa emerge nell'incontro con questo ragazzo. Nolan non chiede rapporti sessuali, ma prega di poterlo rivedere e condividere con lui piccoli momenti, con la speranza di poterlo aiutare a uscire dalla strada. Nolan si è sempre sentito incapace di confrontarsi con la sua vera identità.

Sul

lavoro è diligente. La moglie lo ama e non si aspetta che egli cambi. Le loro esistenze sono prevedibili e monotone. Hanno finito per dare totalmente spazio all'immagine che altri hanno di loro, da restare bloccati in una relazione priva di emozioni profonde. Ecco allora che ad un certo punto che a Nolan capita di incontrare Leo, in un incontro che lo obbliga a chiedersi chi davvero egli sia. È significativo che giunga alla fine del percorso artistico di Robin Williams, che morirà suicida l'11 agosto del 2014, poco dopo la presentazione del film al Tribeca Film Festival il 20 aprile 2014. Sono stati anni difficili per l'attore.

Il dramma dell'esistenza trascorsa nella funzione ha bisogno di quella strada, che c'è sempre stata ma si è finito per osservarla da lontano. La vita di Leo invece - nella dipendenza della droga, nelle botte del protettore - è violentemente vera, sebbene anch'essa espressione di una deriva. Ma è

Autentica soprattutto l'attrazione che Nolan prova per Leo e che sconquassa la sua vita determinando il caos. In questo film Dito Montiel non stacca mai dai personaggi e analizza lo spazio fisico attorno allo sguardo di Nolan. Williams, questa volta racconta la diversità con l'angoscia di chi non sa affrontare la propria natura. Nell'ultima interpretazione di Williams sentiamo dire al suo personaggio: "Percorrevo una strada che non conoscevo una notte. È così che va la vita. A volte percorri una strada, poi un'altra... poi, un'altra ancora." Questa immersione nel buio è stata riconosciuta, dopo la morte dell'attore, come un preludio al suicidio avvenuto pochi mesi dopo. Il suicidio dell'attore (cui era stato diagnosticato il morbo di Parkinson, ed era affetto anche dalla demenza a corpi di Lewy, oscura diagnosi identificata definitivamente soltanto in sede di autopsia) ha gettato un'ombra di smarrimento sulla

rilettura della sua vicenda artistica, condizionando ogni interpretazione come espressione di sintomi e indizi. La sua interpretazione in Boulevard è espressione disarmante di stati d'animo, di empatia tra l'interprete e il dramma interiore del personaggio, convergenza che può essere stata tra i motivi della scelta di un film evocativo sul piano esistenziale. L'occasione di realizzare un film che smaschera la fragilità del personaggio è anche quella di mostrare il lato più dolente di sé, la possibilità di esibire qualità drammatiche con tempi e gesti di estrema misura, dopo che Williams è stato riconosciuto per decenni come un comico irrefrenabile. Non si tratta di una scelta isolata: film drammatici sono una costante nell'ultimo periodo. - One Hour Photo (Mark Romanek, 2002), in cui la psicopatologia si esprime in un ritratto di individuo isolato e maniacale - Insomnia (Christopher Nolan, 2002) Si potrebbesottolineare come il dramma rimanga un elemento affiorante in molto suo cinema con declinazioni via via più accentuate nel corso del tempo, da Will Hunting – Genio Ribelle (Gus Van Sant, 2009) a il Papà migliore del mondo (Bobcat Goldwaith, 2009), in quest'ultimo Williams interpreta Lance, professore frustrato che perde il figlio in un incidente imbarazzante e cerca di nascondere la causa della sua morte scrivendo un finto diario del ragazzo e inscenando così un suicidio. Sembra che il tema della finzione sia una costante dei personaggi cui Williams si trova a dar vita, con un particolare attenzione alle derive esistenziali. Palcoscenico Quando, nella notte tra il 10 e l'11 agosto 2014, Robin Williams pose fine alla sua esistenza, da tempo la sua memoria prodigiosa si stava cancellando e le sue paure più estreme avevano preso il sopravvento. Robin attraversa nei suoi film, i cambiamenti dei modelli familiari della società che, almeno in parte, egliinevitabilmente sperimenta, e si ingegna come trasformista, tra le maschere che porta in campo nella formula di eccentrico proteiforme sin dai primissimi spettacoli. La comicità istrionica, debordante, unita ad una profonda timidezza, si conserva negli anni, restituendo il senso di comicità come tentativo di cura, ma anche irriverente spinta per incoraggiare il cambiamento e la sua accettazione. Mutazioni e travestimenti a cui la vita dell'artista ha dovuto confrontarsi sin dall'infanzia. Robin deve infatti lasciare i suoi compagni di prima media a pochi mesi dell'inizio scolastico per seguire il padre Robert in uno dei suoi numerosi trasferimenti. Con un padre esigente e una madre dal passato di attrice e modella, Robin si trasferisce in un facoltoso sobborgo nei pressi di Detroit. Lì, Robin sperimenta il vuoto come imprinting che lo accompagnerà nel tempo. È qui che si inventa amici immaginari per giocare e dare vita a battaglie con folle.

soldatini di piombo, ad ognuno dei quali attribuisce una voce. L'ansia d'abbandono e il bisogno di approvazione da parte di un padre spesso assente per lavoro, influenzano la condotta del figlio che rimane tutto il giorno con la tata e alcuni domestici. In Robin si sviluppa presto il tentativo di riavvicinare a se i genitori e di conquistarli: con la madre affina modi buffi per farla ridere, con il padre ricorda serate trascorse insieme a guardare il Tonight Show alla TV. Se il primo contatto con la recitazione è di stampo classico, l'approdo di Williams sulle scene avverrà grazie al contributo di Garry Marshall che lo renderà quasi immediatamente popolare a ventisette anni con il suo ruolo di Mork nella sit-com Mork e Mindy, dove Williams interpreterà un alieno alle prese con la modernità sulla Terra. Robin arriva al provino di Mork e Mindy mostrando esuberanza e capacità d'improvvisazione, portando alcune stranezze che sarebbero

rimaste nel personaggio, che a lungo rimane identificato nella sua figura. La serie dimostrerà come una sit-com può sprizzare originalità e lancerà Williams che nel frattempo tenta anche l'esordio nel cinema con una parte ne (1977). È il personaggio di Mork a far da ponte verso il mondo del cinema, procurando a Williams il ruolo di Braccio di ferro nell'adattamento di Robert Altman. La Popeye - Braccio di ferro (1980) è da rivedere con sguardo non condizionato, anche perché coglie bene lo spirito della collaborazione tra Altman e Williams, i quali hanno in mente un film libero e fantasmagorico, in cui l'improvvisazione sfrenata di Williams si fonde con il talento di Altman per le composizioni collettive. Al fianco di Robert Altman Popeye è una composizione fantasmagorica e anarchica, come lo è l'intenzione di Altman.

E Williams, che in questo caso si trovano in sintonia con lo spirito dei bambini. Conosciuto come un mezzo disastro, il film in realtà non lo fu affatto. Ottenne un incasso globale di sessanta milioni di dollari nel 1971 a fronte dei 20 milioni del budget. Il problema fu che la Paramount e la Disney si aspettavano un incasso nettamente più alto per un Blockbuster e fu quindi etichettato come un flop.

Braccio di Ferro, alla continua ricerca del padre, approda a Sweethaven, un paesino di mare attorniato da strane case di legno e abitato da gente bislacca che si nutre solo di panini imbottiti. Qui, Braccio di Ferro fa conoscenza con Olivia Oyl, fidanzata con il signorotto del Paese: Bruto. Ben presto tra i due nasce un sentimento che va al di là dell'amicizia: grazie anche all'entrata in scena di un bambino, affidato a Braccio di Ferro da una donna misteriosa. Il bambino, chiamato Pisellino, ha la dote di predire il futuro. Bruto, per vendicarsi di Braccio di Ferro e

Sfruttare Pisellino per ritrovare un tesoro nascosto in fondo al mare, rapisce il bambino. La storia, come ogni favola, è a lieto fine: Braccio di Ferro ritrova Pisellino, il padre Braccio di Legno, salva Olivia da una gigantesca piovra e fa fuggire Bruto a nuoto. Tutto grazie ad una scatola di spinaci.

Se Popeye appare ai critici confuso e noioso, il cineasta provoca mettendo in bella mostra i difetti di questa comunità in cui la violenza è in ogni angolo, tra ubriachi, gradassi e bulimici; lo stesso protagonista è affetto da strabismo e impedimento al linguaggio, e delle sue origini nessuno si preoccupa, così come il suo aspetto grottesco non è fonte di preoccupazione per Olive Oyl, affetta da disturbo alimentare.

Garp

Il successivo lavoro cinematografico in cui Robin Williams si avventura inizia con le immagini di un bebè nudo che volteggia in un limbo etereo, forse in attesa di crescere e di trovare quel genitore che possa considerarsi davvero tale.

Tra padri che si negano (Popeye) e padri programmaticamente evitati da madri femministe (Il mondo secondo Garp, George Roy Hill, 1982), Williams, in Mork e Mindy coglie al volo il nuovo palcoscenico dei set cinematografici anche per cercare ruoli che in qualche modo trovino assonanza con la sua sensibilità. Affronta gli anni dopo gli studi impegnandosi a mostrare come sia assurdo il mondo di guerre e conformismi, oppressioni e vanità che ci portiamo addosso, e si mette al servizio di personaggi che lo spingono inevitabilmente a mostrare parti non conosciute di se, a cercare confronti con figure che presto assumeranno risonanze significative anche per chi condividerà i loro percorsi. Il mondo secondo Garp è tratto dal romanzo di successo dello scrittore Jhon Irving. T. S. Garp è il figlio illegittimo di una madre femminista, Jenny Fields, che voleva un figlio ma non un marito. Infermiera durante la seconda guerra mondiale, incontra un soldato morente noto solo co
Dettagli
A.A. 2020-2021
84 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valentinasantirocco di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di storia e critica del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Mancino Anton Giulio.