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Tuttavia era Hollywood a detenere il primato economico, ottenuto grazie al suo ferreo sistema di produzione e alle regole

del sistema dei generi che tuttavia non hanno impedito l’affermazione di autori quali Hitchcock, Hawks, Welles.

Buona parte del pubblico in tutto il mondo identificava il “cinema” con il cinema “americano”.

Il successo dell’impero classico hollywoodiano sta sicuramente nella formula organizzativa dell’economia cine-

matografica basata su: studio system, star system e sistema dei generi, ovvero quello che viene definito lo stile classi-

co hollywoodiano.

La forza dello studio system era il completo controllo, da parte delle major companies, di tutti gli aspetti della produzione

di un film, dal soggetto fino all’esercizio. Le Big Five possedevano solo il 17% dei cinema statunitensi, ma questa per-

centuale molto bassa costituiva il 70% delle sale di prima visione in 92 città; questo garantiva l’uscita dei film nelle

migliori sale, per un periodo di volta in volta diverso (i film rimanevano in cartellone fino a quando i soldi spesi per la pro-

duzione non fossero rientrati per intero, e più). Quindi il produttore aveva il completo controllo del film, e riusciva a pre-

ventivarne il successo ancor prima di iniziare la lavorazione.

Con l’avvento del sonoro, il controllo del mercato da parte delle major venne confermato e addirittura rafforzato.

Lo star system si basava sul divismo cinematografico che, nel cinema, si è diffuso piuttosto tardi. Certo, alcuni film di

Griffith avviarono questo fenomeno, ma è solamente con la prima edizione degli Oscar, nel 1927, che questo fenomeno

si afferma del tutto. Il divismo cinematografico è forse il più forte principio economico su cui si basa lo studio system, che

tiene i suoi attori strapagati sotto contratto. Naturalmente lo scopo del divismo è quello di far crescere la notorietà delle

star nel mondo e quello di far lievitare paurosamente i costi del cinema tramite ingaggi miliardari. Lo star system si basa

sui seguenti criteri:

- il racconto, e la messinscena, deve adattarsi alle caratteristiche della star; si attuano precise strategie affinché l’atten-

zione dello spettatore rimanga concentrata sul divo o sulla diva. Insomma, tutto ruota attorno alla star;

- il rapporto attore-personaggio è molto più forte che a teatro: ha scritto Edgar Morin che l’attore beneficia di una “super

personalità” conferitagli dai diversi ruoli interpretati e dalle costruzioni pubblicitarie dell’industria culturale. Come per i

generi, anche i divi debbono variare i vari cliché affinché il pubblico possa sempre, e sempre di più, identificarsi con

l’eroe;

- la star è sempre al centro del film, e bisogna mettere in atto una serie di strategie per far funzionare tutto al meglio:

oltre a rimandarne l’entrata in scena, occorre anche curare il primo impatto della star con il pubblico. Lo studio system

ha messo a punto due strategie ben definite: innanzitutto l’entrata e l’uscita della star varia di genere in genere, in 8

modo da stupire il pubblico senza tradirne le aspettative; in secondo luogo, l’effetto assenza costruisce l’attesa e l’at-

tenzione del pubblico verso la star.

I generi del cinema classico hollywoodiano

I generi cinematografici, terzo punto sul quale si basa lo studio system, all’interno del quale i grandi autori sono stati ri-

conosciuti come tali proprio in quanto registi di film di genere.

Le etichette di genere servivano allo spettatore per sapere ciò che poteva aspettarsi quanto ambientazione, stile e, entro

certi limiti, ideologia.

Punti di vista sui generi

I generi classici di Hollywood possono essere esaminato sotto diversi punti di vista:

a) dal punto di vista dei sistema produttivo e vedere quindi la natura dei processi che ne hanno determinato l’affer-

mazione;

b) dal punto di vista narrativo e figurativo, per capire i meccanismi di funzionamento e le regole compositive;

c) dal punto di vista politico-ideologico per comprendere i legami tra l’evoluzione dei generi e la situazione storica e

sociale

Dal punto di vista del processo di produzione la suddivisione in generi rappresentava un’esigenza fondamentale per lo

studio system. Ogni studio aveva di fatto una duplice esigenza: quella di differenziare i prodotti in modo da differenziare

gli investimenti, e quella di “specializzarsi” in modo che il pubblico si abituasse a identificare una società di produzione

con un determinato genere (MGM-musical, Universal-noir). Tale identificazione con i generi coinvolgeva anche i divi e

quindi gli studio erano “obbligati” ad ingaggiare quegli attori che venivano identificati col genere che si voleva produrre.

Alcuni studiosi hanno identificato alcuni elementi costitutivi dello stile classico hollywoodiano:

- primato della narrazione chiaramente comprensibile garantito dall’insieme del sistema produttivo;

- subordinazione ad essa di tutti gli aspetti della messa in scena, secondo il principio delle “equivalenze funzionali”;

- standardizzazione dei procedimenti;

- differenziazione dei prodotti, in modo da mantenere vivo l’interesse del pubblico e da assorbire nel tempo ogni in-

novazione tecnica e stilistica;

Il sistema dei generi cinematografici vive sempre in un rapporto dinamico con la situazione politica, sociale e culturale

del paese. Questo dei generi ovviamente è un fenomeno che ha interessato e interessa il cinema di tutte le nazioni; ogni

cinematografia tuttavia ha dimostrato di avere alcuni generi che meglio la rappresentano e meglio rappresentano i carat-

teri originali della cultura nazionale (es. “dramma sociale” per il cinema francese degli anni trenta e quaranta, “commedia

all’italiana” per il cinema italiano degli anni cinquanta e sessanta).

I generi considerati classici del cinema americano, tipici dell’età d’oro di Hollywood sono sicuramente il noir e il western.

Vediamo che in entrambi ritorna il tema del confitto tra legge e arbitrio, innocenza e corruzione. La ricchezza di questi

due generi stava proprio nel mostrare l’incertezza dei confini tra le regole della convivenza civile e l’universo del “fuori

legge”, anche se le regole del genere imponevano sempre in entrambi i casi un finale positivo ed edificante.

- Western. Dal punto di vista narrativo questo genere si basa sul riproporre sempre gli stessi conflitti: colono bianco

contro indiano, comunità ordinata contro il fuorilegge, ecc.

Il tema di base era quello del precario equilibrio tra una legge da fondare, imporre o conservare e la violenza esterna

o interna al gruppo o alla comunità.

Lo spazio rappresentativo del genere western è lo spazio della “frontiera”, uno dei miti fondatori della nazione ameri-

cana, perennemente in movimento, uno spazio che invita all’avventura e alla conquista di nuovi territori.

L’eroe del West entra sempre in azione provenendo da chissà dove e abbandonando alla fine la scena, facendo sì

che il suo sia solo un passaggio. Egli lascia spesso una donna che lo ama, simbolo di stabilità, per tornare in sella al

suo cavallo, promessa di avventura ma anche di solitudine.

Lo spazio che meglio riassume il West, in particolare la sua continua mobilità, è la ghost town, la “città fantasma” ab-

bandonata dai suoi abitanti che hanno cercato altrove una promessa di benessere e stabilità.

- Noir. Genere in qualche modo “complementare” al western. Questa etichetta comprende vari sottogeneri: polizieschi,

gangster movie, detective story, thriller. Tratto comune: mettere in scena da diversi punti di vista eventi criminosi, e

creare attorno ad essi un accentuato clima di suspense.

Nell’arco del tempo si è registrata una prevalenza dell’uno o dell’altro sottogenere il che mostra chiaramente i legami

dei generi con l’evoluzione della società americana e dell’istituzione cinematografica.

- il successo del gangster movie si colloca agli inizi degli anni trenta ed è da mettere in relazione con lo sviluppo

senza precedenti di organizzazioni criminali dedite al traffico illegale di alcolici indotto dal proibizionismo che in

quegli anni caratterizzava la società americana. L’“eroe urbano” è appunto il gangster. Ci sono una serie di suoni

che caratterizzano questo genere e arricchiscono l’ambientazione urbana: sparatorie, stridio di pneumatici, clacson,

vetri che si frantumano. Questi suoni si sommano ad ambienti chiusi, ombre proiettate sulle pareti, asfalti bagnati,

fasci di luce di fari di automobili, divenendo contrassegni del genere.

L’idea che esprimono tutti i film di questo genere è quella di un’incertezza di confini tra legalità e illegalità e una

simmetria speculare tra sistemi di potere legali e illegali. (es. Nemico pubblico, Scarface di Hawks)

- il genere del detective story è fondato sull’ambiguità: ambiguità del personaggio, guardato con sospetto sia dalla

polizia che dalla malavita, ambiguità figurativa, violenza, vizio e corruzione sono presentati in modo da suscitare 9

fascino, mistero e senso di avventure, ambiguità nel rapporto tra soluzione dell’enigma e una verità più ampia e

profonda rispetto alla quale il detective non può fare nulla. (es. Chinatown di Polanski, Il grande sonno di Hawks)

Il tramonto del cinema classico hollywoodiano avvenne soprattutto a causa di due fenomeni assolutamente fondamen-

tali:

1. Nel 1948, all’inizio della guerra fredda, il governo americano obbliga le Major a separare la produzione/distribuzione

dall’esercizio. La detenzione di una catena di sale diventa allora illegale, e le Major sono costrette ad abbandonare

uno dei punti forza del loro potere;

2. Il secondo motivo è ancor più determinante: la concorrenza della televisione. Il cinema, dopo aver impedito lo svilup-

po della televisione per tutti gli anni Trenta (poiché si rischiava una concorrenza fra due mezzi diversi che mirano allo

stesso obbiettivo), deve cedere al decreto della FCC che, nel 1946 abolisce ogni vincolo trasmissivo e gli apparecchi

televisivi entrano nella produzione di massa: in due anni gli utenti diventano 10 milioni. La guerra fra Cinema e Tele-

visione vede il cinema uscire sostanzialmente sconfitto, poiché la Televisione diviene sempre di più il mass media più

diffuso. L’industria cinematografica capisce che per sopravvivere deve, da un lato, scendere a compromessi con la

Televisione, dall’altro aumenta la propria spettacolarità ed irripetibilità delle proiezioni (tramite i formati panoramici e

gli effetti speciali, il Monopack per il colore ecc.).

Il neorealismo italiano

Per neorealismo italiano si intende (almeno teoricamente) un cinema girato per le strade, con attori presi dalla stra-

da e la realtà fissata sen

Dettagli
A.A. 2016-2017
22 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sarah.colognola di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e critica del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi della Tuscia o del prof Nencioni Giacomo.