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L'ASSOLUTISMO CLASSICO DELL'ANTICO REGIME

Tra il XVI e la 2° metà del XVIII sec si affermò la monarchia assoluta in Europa. Assolutismo significava equiparazione della volontà del monarca alla legge ed è all'espressione romana "princeps legibus solutus" che si fa risalire l'origine del termine.

L'era assolutistica si caratterizza dunque per la scomparsa del costituzionalismo: cartesolenni come la Magna Charta erano dei privilegi che il sovrano non poteva concedere, perché non era ammessa alcuna opposizione al suo governo. Anche l'aristocrazia perse la sua importanza, così come la stessa Chiesa fu soggetta all'assolutismo. Furono eliminati quei limiti esterni alla monarchia come la concezione dell'imperatore come arbitro sovrannazionale, mentre in tal senso la Chiesa mantenne la sua posizione di arbitro delle nazioni. Tuttavia dietro questa apparente forza, si nascondevano le debolezze dell'assolutismo.

Anzitutto le finanze: spesso lo stato fu costretto a dichiarare bancarotta a causa della continua carenza di denaro dovuta agli sfarzi della corte e alle guerre dinastiche. Inoltre in alcuni casi non riuscì a superare l'acceso regionalismo di alcuni territori. Le intolleranze religiose, determinarono, poi, anche problemi economici, visto che artigiani e imprenditori preferirono emigrare in paesi come l'Inghilterra o i Paesi Bassi dove vi era più tolleranza ideologica.

In Francia il successo di Luigi XIV fu dovuto ai secoli di guerre di religione e aristocratiche che avevano creato nel popolo una maggiore fiducia nel governo centralizzato e in una burocrazia affidata a laureati piuttosto che a nobili e proprietari senza alcuna cultura.

Modello per eccellenza dello Stato assoluto è la Francia, che trovò classica espressione in Luigi XIV: questi riteneva la sua persona identificata nel potere e nella sovranità, come dimostrabile con la

Sua celebre frase L'etat ce moi. Il re era il legislatore supremo, che esercitava anche il potere esecutivo e di politica estera e interna. Paradossalmente il suo regno non era visto, almeno inizialmente, come tirannico, ma al contrario moderato: vi era una costituzione di cui si ergeva a difensore ed egli stesso doveva rispettare le leggi fondamentali in contrapposizione a quelle ordinarie espressione della sua stessa volontà.

La monarchia francese era cattolica e l'intolleranza religiosa si esprimeva nella proibizione dei partiti. Solo gli Stati generali e il Parlamento di Parigi vi si potevano opporre. Gli Stati Generali si riunivano di rado, in particolare tra il 1614 e il 1789 non furono mai convocati. Il ruolo era quello di accordare le somme richieste dal governo e formulare lagnanze.

Accanto agli Stati Generali vi era l'assemblea dei notabili e gli Stati provinciali che erano espressione delle autonomie locali. I Parlamenti erano gli altri centri di opposizione.

tribunali superiori di cui il più importante era il Parlamento di Parigi. Lo strumento principale per l'opposizione era il diritto di rimostranza con cui formulava osservazioni critiche e contrastava il governo. Le ordinanze criticate erano rispedite al governo e di questo strumento fu fatto largo uso nel XVIII secolo per sabotare i progetti di riforma. E fu il Parlamento di Parigi a provocare la convocazione degli Stati generali e la Rivoluzione Francese, quando si oppose alla proposta di Colonne di introdurre una nuova imposta che sarebbe gravata su tutti i possidenti. Anche l'Inghilterra seguì la tendenza europea. Qui furono le decisioni di Enrico VIII e la figlia Maria a determinare le vicende religiose che all'epoca furono le più delicate. Enrico VIII era protestante e decise la nazionalizzazione della Chiesa staccandosi da Roma. Maria, cattolica, dichiarò tradimento l'espressione di opinioni contrarie al rinnovato legame con Roma. Elisabetta,ancora, propose una via mediana. Impose la distinzione tra questioni di stato e questioni pubbliche e le prime potevano essere discusse solo con il suo consenso. Le leggi erano definite acts e a fianco vi erano gli editti reali meno solenni, ma aventi valore di acts. Anche in Inghilterra furono impiegati segretari di stato nella burocrazia che non avevano responsabilità politica verso il Parlamento. Le questioni finanziare non rappresentarono un grande problema per i Tudor, ma il parlamento negò in blocco le sovvenzioni.

IL TRAMONTO DELLO STATO ASSOLUTO

Il regime assolutistico fu solo una fase transitoria per lo sviluppo del diritto pubblico. Alla critica che lo coinvolse seguirono 3 modelli di diritto costituzionale:

  1. Un modello come quello inglese e polacco in cui si mantenne la monarchia ma spogliata del suo carattere autocratico.
  2. Un modello in cui si mantenne la monarchia assoluta ma rivolta al bene dei sudditi, lasciando la polizia al sovrano e non all'aristocrazia.
  3. Un modello in cui si mantenne la monarchia assoluta ma con una maggiore partecipazione dell'aristocrazia e del popolo.

modello in cui fu del tutto abbandonata la monarchia, a favore di un modello repubblicano, come nella Repubblica delle Province Unite e negli Stati Uniti d'America.

In Francia non ci fu l'immediato passaggio al modello repubblicano. Infatti dopo la Rivoluzione Francese, vi fu una monarchia costituzionale di breve durata che lasciò la strada alla Prima Repubblica per poi aprire il varco all'Impero Napoleonico.

INGHILTERRA:

Nel 1603 con l'acquisizione da parte di Giacomo I Stuart, si verificò l'unione dei regni di Scozia e Inghilterra. Gli Stuart si trovarono di fronte a due forti correnti; una religiosa, i cui seguaci erano puritani e si opponevano alla dottrina e ai sacramenti episcopali; una politica che difendeva il Parlamento, la common law e l'antica Costituzione inglese. I contrasti tra gli Stuart e queste due forze contrapposte sfociarono nella guerra civile la cui conseguenza fu la caduta di Carlo I. Ciò avvenne perché Carlo I

aveva determinato il deteriorarsi dello stabile governo creato dal padre Giacomo I e sempre più persone ritenevano deleterio il governo di Carlo per l'antica Costituzione inglese, mentre la common law diventava insufficiente per proteggere i loro beni dal potere assoluto. Alla crescente opposizione, si contrappose una crescente repressione, che nel 1639 sfociò in rivolta provocata appunto, dall'arrogante politica del re che minacciava l'identità nazionale del Regno settentrionale. Fu nel 1642, quando fu evidente che nessuno tra realisti e partigiani del parlamento avrebbe ceduto, che si sfociò nella guerra civile che portò alla caduta del Governo di Carlo I: i realisti (n.b.: seguaci del re) si trovarono di fronte le forze parlamentari guidate da Oliver Cromwell: ebbe la meglio e il re fu giudicato e condannato a morte. Carlo II cercò di reintrodurre l'assolutismo e governò in armonia con la nazione, ma la tensione.ritornò con Giacomo II che oltre a governare senza parlamento, era cattolico e favoriva i correligionari. Scoppiò dunque una rivolta capeggiata da Guglielmo D'Orange che invase l'Inghilterra e il re dovette fuggire in Francia, presso Luigi XIV che lo aveva sovvenzionato. L'età degli Stuart ebbe come sbocco l'imposizione di limiti alla monarchia: iniziò già con Carlo I, l'emanazione di una successione di leggi e carte fra cui le più importanti furono la Petition Of Right del 1628, che rappresentava una legge tregua tra corona e opposizione, mentre con Carlo II fu emesso un importante documento, l'Habeas Corpus Act del 1679, considerato ancora oggi la protezione fondamentale contro la carcerazione arbitraria. Ma il testo più famoso è sicuramente il Bill Of Right, un anello di congiunzione tra la vecchia Magna Charta e le moderne dichiarazioni dei diritti dell'uomo. Essa si presenta come unadichiarazione di antichi diritti e libertà stilata da Lords e Comuni come rappresentanti della nazione. Gli ultimi anni della dinastia Stuart videro l'emanazione dell'Act of Settlement relativo alla successione al trono: si stabilì che né Giacomo II né il figlio Edoardo potevano succedere al trono e che questo sarebbe passato a Sofia di Hannover o ai suoi eredi: il tutto per evitare che un cattolico potesse regnare in Inghilterra. Cromwell e i puritani avevano piani ambiziosi per la modernizzazione del diritto. Soppressero le corti speciali, modificarono la Costituzione: abolizione della monarchia e della Camera dei Lords e l'Inghilterra divenne una repubblica chiamata Commonwealth. Il regime inglese divenne parlamentare mentre il potere reale era tenuto dai militari e i membri del parlamento erano scelti in liste ecclesiastiche. Quando Cromwell intervenne contro il suffragio universale la tensione salì al punto che i conservatori.ma si verificarono importanti cambiamenti sociali ed economici. Durante il XVIII secolo, la Rivoluzione Industriale trasformò radicalmente l'economia britannica, portando alla nascita di una classe borghese sempre più potente. Nel frattempo, la società britannica si stava anche trasformando, con l'emergere di una classe operaia urbana e l'abolizione della schiavitù nel 1833. La Costituzione britannica si basava anche sulla tradizione del common law, che si sviluppò nel corso dei secoli attraverso le decisioni dei tribunali. Questo sistema legale garantiva i diritti individuali e la protezione della proprietà privata. Nel corso del XIX secolo, il movimento per i diritti civili si fece sempre più forte, portando a importanti riforme sociali e politiche. Nel 1918, le donne ottennero il diritto di voto, mentre nel 1928 il diritto di voto fu esteso a tutte le donne sopra i 21 anni. Oggi, la Costituzione britannica continua ad evolversi. Nel 1998 è stata introdotta una devoluzione del potere alle regioni del Regno Unito, con la creazione di parlamenti e governi autonomi in Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Tuttavia, il Parlamento britannico rimane sovrano e ha l'ultima parola su questioni di importanza nazionale. In conclusione, la Costituzione britannica si è sviluppata nel corso dei secoli, adattandosi ai cambiamenti sociali, politici ed economici. Basata sulla separazione dei poteri, sul common law e sul principio della sovranità parlamentare, continua a essere un importante punto di riferimento per il sistema politico britannico.ma nei fatti non furono mai effettive, visto che nessuno poteva criticare o riportare i dibattiti del Parlamento, né a maggior ragione la corona. Questo comportò delle proteste di massa. Alla fine del XVIII sec il Parlamento allarmato dal risorgere del radicalismo sociale, sospese l'habeas corpus, si agì duramente contro i circoli radicali. Quanto alle finanze, si stilarono due liste, una relativa al Tesoro dello Stato, l'altra destinata al monarca e alla famiglia reale. ASSOLUTISMO ILLUMINATO Il XVIII sec è dominato da questa nuova corrente di pensiero, l'illuminismo appunto, che influenzò i sovrani del tempo. I nuovi re agivano nel rispetto della legalità, per il benessere del popolo e non per il proprio potere personale. Tuttavia delle tracce di assolutismo si potevano ancora rintracciare, dato che il re non aveva bisogno del consenso del popolo e sebbene tenuto al rispetto della legalità, nessuno poteva giudicarlo né.costringerlo amantenere la costituzione. Il potere era sempre concentrato su un solo soggetto. Tuttavia
Dettagli
Publisher
A.A. 2007-2008
14 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto medievale e moderno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Miglierino Francesco.