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OPUS ROMANI
Opus sempre in cls, ma hanno diverse forme in base a quello che vediamo noi adesso (perché in antichità
erano intonacati). Muratura isodoma quando le pietre sono tutti uguali (perfettamente squadrati tutti
uguali e sfalsati gli uni sugli altri. Può avere svariati modi in base alle dimensioni della pietra). Opera lapidea
perché la pietra occupa tutta lo spessore del muro
- Opus quadrata grandi blocchi, costruito a secco (opera isodoma). Quando vediamo un paramento
lapideo non necessariamente occupa tutto lo spessore di muratura, ma può essere solo un
paramento a coprire la muratura in cls.
- Opus incertum, pietre di forma irregolare (soprattutto fino alla repubblica). Non destinato ad
essere a vista. Quando le pietre non sono regolari e non si riescono a fare gli angoli vengono usate
altri materiali (pietra o laterizio)
- Reticolatum, filari regolari di blocchetti di pietra posati a 45 gradi sul piano di posa (più famoso
dopo incertum)
- Vittatum, sempre blocchetti quadrati posati in orizzontale, è uguale per il resto all’opus
reticolatum, disposti su giunti alternati
- Mictum, pietra e mattoni a strati alternati
- Spicatum, alternata per ogni filare con pietre a 45, pietra disposta a 45 e assomiglia al spinapesce
- Testaceum, solo mattoni con forme diverse.
Per spaccare le pietre piccole sono gli stessi di quelli usati per le pietre grandi. Testa diversa in base al
disegno che si vuole ottenere. Strutture miste a scacchiera con blocchi di pietra interi alternati a blocchi di
pietra più piccoli sfalsati. Opus africanum fatto con elementi verticali fatti di pietra più grande (uno
orizzontale e uno verticale). Opus creticium: legno, blocchetti di pietra e materiale di riempimento, zoccolo
di pietra sopra il quale posizionato elemento in legno per non farlo stare a contatto con il terreno.
Tamponamento in pietre piccole coperte con argilla o intonaco.
MATTONI
Dall’età imperiale la produzione di mattoni si espande a scala industriale. Non richiede una manodopera
specializzata. Impiegati sia nella produzione sia nella messa in opera usati schiavi (manodopera non
specializzata). I mattoni usati dai romani sono di 3 tipi diversi con dimensioni diverse (potevano essere
spaccati in elementi triangolari o rettangolari o messi in opera così come sono:
- Bessales: 19.7cm
- Sesquipedales: 44.4cm
- Bipedales: 59.2cm
I vari strati della fornace di mattoni (impilati verticalmente) hanno caratteristiche diverse:
- Ferrigni, alla base molto fragili e molto duri usati come aggregati cls o per fondazioni
- Forti, quelli ideali (mezzanelle)
- Dolci, di discreta qualità
- Albasi, usati per i tramezzi interni o per elementi decorativi perché sono i più fragili. Cotti in alto.
Quelli romani sono mattoni quadrati e spesso realizzati tracciando all’interno dei solchi che possono essere
diagonali o quadrati con diagonali per facilitare la rottura. Pettine per far aderire la malta (guarda incisione
di Piranesi). Mattone grande ma basso perché prende come riferimento la tegola. Solo la punta penetra del
cls, venivano spezzati in triangoli. Ogni tot metto un ricorso di mattoni interi per livellare. Risparmio di
materiali. Nb interi solo negli angoli.
La muratura in opus caementicium o in opus testaceum non era mai lasciata a faccia-vista; essa veniva
sempre rivestita con uno spesso strato di stucco protettivo, o con lastre di marmo o travertino che
venivano agganciati alla muratura con delle staffe metalliche.
RIVESTIMENTI
RIVESTIMENTO INTONACO: Cls+opus reticolatum+3/5cm a base di malta grossolana e reso ruvido con la
cazzuola+2/4mm con malta più fine (vagliata) trattata con frattazzo+grassello di clace+strato finissimo
1/2mm di calce pura per intonaco e decorazione
Se ospita lastre di marmo ci sono altre operazioni da fare
RIVESTIMENTO IN PIETRA: lastra poggi su zoccolo a una certa distanza dalla muratura e dopo un
distanziatore lastra e metto degli uncini nel muro sui quali verrà inserita la lastra di marmo che ha dei buchi
ai lati e poi viene colata la malta per unire il muro con la lastra. La lastra è lavorata solo nella parte a vista.
La malta annulla le imperfezioni della muratura e delle lastre in marmo non lavorate.
ARCHI E VOLTE
Insieme alla tecnica costruttiva del cls si fa strada l’utilizzo delle strutture ad arco e della volta. Greci
struttura trilitica anche se conoscevano l’uso dell’arco, ma lo relegavano a situazioni di tipo marginali e
nelle strutture più importanti quello trilitico. I romani fanno l’arco l’elemento principale della loro
architettura.
Uso dell’arco in Italia: porta con arco a tutto sesto realizzato in pietra. Cloaca massima (canale artificiale per
smaltire le acque del foro massimo verso il Tevere), punto di uscita arco con 3 ghiere con piccole pietre.
Pseudo arco o arco a mensola: risultante accostamento pietre le une sulle altre in modo che quelle
superiori sono a sbalzo rispetto a quelle di sotto, dove non c’è il concio di chiave. Oppure monolite, unico
blocco di pietra, lavorato creando una struttura ad arco a tutto sesto. Subiscono le stesse deformazioni
degli archi realizzati con conci.
Arco con conci (in pietra oppure cls con paramento). Arco struttura curva impostata su piedritti (elementi
verticali distanti e possono essere pilastri o colonne). Più elementi lapidei, il rimando dei carichi della
curvatura verso i piedritti hanno un andamento diverso dalla verticale, diretta verso l’esterno. La direzione
di questa spinta sui piedritti tende a ribaltarli, e le pressioni che gli elementi dell’arco di trasmettono.
Costituito da n elementi. Il giunto in chiave garantisce la stabilità. Le reni dell’arco sono quelli più delicati.
L’arco appoggia su un piedritto o su una spalla (porzione di muratura).
ARCO A SESTO ACUTO. Nell’arco la linea delle forze coincide con l’asse mediano in minima parte e in zone
precide, e se ne allontana in corrispondenza delle reni e della chiave. In questi punti si localizzano i punti di
probabile rottura. NUCLEO DI INERZIA zona in cui deve ricadere la linea delle forze. Finché la risultante delle
forza vi ricada si ha lavoro a compressione, se invece ne esce si ha a trazione, quindi lezione. Tutto questo
in età romana si faceva in base all’esperienza. NB più si alza il sesto acuto più scarica sulla verticale.
Se ci sono pochi conci e i piedritti si allontanano i giunti si aprono e l’arco collassa. Se invece li avvicinano si
apre sull’estradosso. Se non è in grado di sopportare il peso si apre nei giunti.
Arco in conci lapidei (accostando conci l’uno all’altro). Conci con sezione trapezoidale e l’estradosso è
perfettamente semicircolare. Per evitare lavoro ulteriore, possono presentarsi perfettamente semicircolari
all’intradosso ma all’estradosso hanno particolari disegni (conci pentagonali o conci a martello).
Archi in conglomerato (in cls). Può avere un paramento in pietra o in laterizio, interno può essere un’unica
gettata o in distanze regolari pongo intero laterizio che occupi l’intera dimensione dell’arco e in tutto il
resto solo frammenti di mattone per la porzione esterna. Si vengono a formare “cassette” nelle quali viene
gettato il cls.
Le ghiere possono essere più di una. Ponte di Cestio: cls e paramento in pietra collegato con staffe.
Cagnòli per la centina. Punti di innesto sul quale veniva posta la centina (opera provvisionale).
Archi di scarico. Serve per scaricare in punti particolari. Trasferisce le sollecitazioni superiori nei punti più
resistenti (o pieni) della muratura. Vedi il pantheon. Centine tipo capriata poi disposte assi di legno che
formi l’arco (che costituiscano i piano di appoggio) e poi posizionati i conci o gettato il cls. Centine più o
meno complicate. Per arco in cls, centina aerea che appoggia su risega della muratura, tavole molto fitte,
posizionate ghiere esterne e poi anche una centrale se è molto spesso. Cls indurito si scassera.
Nell’intradosso si vedono i segni delle tavole, ma spesso viene coperto con mattoni in orizzontale, anche se
veniva intonacato. Sporti per far appoggiare le centine a sbalzo.
La piattabanda, è un arco con un centro molto ribassato o quasi nullo ed è usato per chiudere vani
triangolari. C’è bisogno di un concio che chiuda il sistema. Se sono posti tutti sulla verticale i conci scivolano
verso il basso. Possono essere realizzate piattabande armate (rinforzo elementi lapidei o del laterizio in
corrispondenza dei vuoti degli intercolunni), che poggiano su barre di ferro (nascoste alla vista) che corrono
lungo tutto il perimetro del manufatto e servono alla collaborazione della statica della struttura. Se la
piattabanda poggia su un blocco di pietra lavorato ci sono staffe metalliche in alto che prenda la forma di
una piattabanda riempita con mattoni e permette di alleggerire la struttura.
Le volte, ripetizione dell’arco su una superficie molto estesa. Dal latino volvere (volgere): copertura ad arco
di un ambiente, costituita da superficie interna concava e superficie esterna convessa, la volta è sempre
caratterizzata da una spinta laterale che viene scaricata sugli appoggi e possono essere semplici o
composte. Denominazioni precise come l’arco. Linea generatrice e la direttrice. Anche la volta costruita
grazie all’uso delle centine.
- Volte a botte con diversi nomi in base all’arco usato. Usata per coprire anche vani in pendenza e
con diverse forme e può essere realizzata normalmente o a settori rialzati. È la più semplice perché
poggia sui muri perimetrali. Volta zoppa quando cominciano a altezze differenti. Volta conoidica
che parte da una quota e ne raggiunge un’altra.
- Volta a vela (la cupola è semisfera che appoggia su qualche cosa, inscritta su una sfera), non è una
semisfera perché ha una forma particolare che è inscritta su un quadrato. Appoggio puntale sui
quattro lati del quadrato. Pennacchi sono usati pe passare da uno spazio quadrato a uno spazio
circolare.
- Volta a padiglione o a crociera (intersezione di due volte a botte). Grande arco a sesto ribassato.
- Volta a ombrello, appoggio puntuale e superficie di ogni arco può essere curva.
Si possono anche avere volte miste. Possono essere costruite sia con pietre sia con cls come fanno i romani.
Il sistema costruttivo è lo stesso dell’arco: centina che viene scasserata. Particolari forme alle centine che
danno la forma alle volte.
I punti di incrocio messi in evidenza con nervature che sottolineano intersezione degli archi e servono per
rendere più solide le volte.
Volte in conglomerato fatta come l’arco in conglomerato.
I pennacchi sono i triangoli che accompagnano la semisfera a coprire lo spazio quadrato. Passaggio da vano
quadrato a imposta della cupola semicircolare.
Catini o conc