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STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI 18/10/2017

Qual è l’obiettivo di politica estera di Musso più importante della metà degli anni 30? È quello che condiziona

tutte le sue scelte a partire dal rapporto con le altre potenze. È la questione coloniale. Musso vuol dare all’IT

quello che l’IT liberale non è riuscita ad ottenere, ovvero una dimensione imperiale che possa consacrare il

fascismo come sistema politico ideologico capace di ottenere una grande acquisizione sul piano

internazionale. L’obiettivo è l’Etiopia (o Abissinia) che era l’unica regione indenne dalle precedenti ondate di

colonizzazione europea e con la quale l’IT aveva un vecchio contenzioso che risaliva al marzo del 1986 al

tempo della tragica disfatta di Adua. Musso in questo tripudio di nazional imperialismo fascista pensa di

saldare i conti con l’Etiopia e di lavare l’onta di Adua. L’obiettivo etiopico era di lungo corso e che il fascismo

coltiva per un certo tempo. Nel 1934, sfruttando un incidente ovvero l’eccidio di alcuni ufficiali italiani

impegnati in missione in una regione di frontiera tra l’Eritrea e l’Etiopia (località divenuta famosa per questo

motivo, Pozzi di Ual Ual), Musso lancia l’invasione dell’Etiopia. Si suole definire questa operazione, in

termini storiografici, di vetero colonialismo. In un’epoca in cui le > potenze coloniali (GB,FR) già sono

orientate verso forme nuove di controllo sulle loro vecchie colonie, e visto che la GB ha già avviato

all’indipendenza alcuni di questi Paesi (Iraq, Arabia saudita, finito il protettorato sull’Egitto), l’IT pensa di fare

un tuffo nel passato acquisendo una nuova colonia. Solo che va ad invadere un membro della SDN. Quindi è

una grossolana violazione dell’ordine internazionale. Chi avrebbe dovuto reagire a questa iniziativa di

Musso? Non la FR. Nel gennaio del 1935 il ministro degli esteri francese Laval e Musso si trovano d’accordo

sul fatto che in Etiopia l’IT possa esercitare la propria influenza, anche se si discuterà sul fatto che i francesi

abbiano concesso il diritto di occupazione vera e propria o meno. Doveva muoversi la GB che aveva molto

da temere da questa occupazione, perché spezzava la continuità della presenza strategica britannica nel

versante che dal Mediterraneo scendeva lungo il Corno d’Africa e si proiettava sino all’India. Poteva essere

una minaccia per i traffici inglesi, per questo la diplomazia inglese si muove non appena l’IT scatena

l’offensiva militare. Il ministro degli esteri inglese Anthony Eaden si precipita a Roma per proporre un

compromesso: la cessione all’IT di parte dell’Etiopia in cambio della eliminazione tout court dell’Etiopia dalla

carta politica e geografica africana. Musso respinge questa prospettiva. Ci sarà un’ulteriore offerta anglo-

francese (prende il nome dai 2 promotori Laval-Hoar) che prevedeva la cessione all’IT di 2 regioni

dell’Etiopia (Hogaden e Tigreb) ma non di tutta l’Etiopia. È una prospettiva che Musso prende in

considerazione, ma che poi verrà sabotata dall’indiscrezione della stampa, e quindi anche questa possibile

soluzione diplomatica viene abbandonata. Perché Musso è cosi risoluto nell’andare avanti in questo piano di

conquista militare? Per una serie di motivi che giocano a suo favore. Il primo è che (massima importanza)

Inglesi e francesi in questo momento hanno ben altro a cui pensare che le mire coloniali e hanno da

pensare a quello che sta facendo la GER di Hitler. Musso gioca su questo fatto. La distrazione momentanea

anglo-francese in UE rispetto alle cose africane. C’è una consapevolezza da parte di Musso che la GB non

si muoverà contro l’IT. I servizi segreti militari italiani (SIM- servizio informativo militare) entra in possesso di

un documento riservato, il rapporto Muffey, in cui si dice che la presenza navale inglese nel Mediterraneo

non verrà utilizzata per bloccare le operazioni militari italiane verso l’Etiopia. Se gli inglesi avessero voluto

metterci in difficoltà sarebbe bastato chiudere il canale di Suez, ma non lo fanno. È un segno evidente,

confermato dal rapporto Muffey, che tutto sommato gli inglesi non vogliono mettersi contro l’IT che potrebbe

tornare utile in funzione anti-tedesca. Questa idea viene rafforzata nel 1935 da un ballottaggio/consultazione

popolare che si tiene in GB (peace ballot) in cui la stragrande > dell’opinione pubblica britannica esprime un

vasto consenso per la pace. Non c’è un orientamento nell’opinione pubblica britannica in favore di una presa

di posizione radicale contro la GER. È improbabile quindi che gli inglesi facciano guerra all’IT per difendere

l’Etiopia. Sono tutti calcoli che si rivelano giusti. Un’ulteriore variabile della questione etiopica è proprio

l’ambiguo atteggiamento tedesco. Hitler inizialmente ha tutto l’interesse a che la campagna militare italiana

in ET sia lunga e difficoltosa, in modo tale che l’IT resti invischiata in queste vicende extra-europee. La GER

sostiene la resistenza etiopica sul piano delle forniture militari. Nel momento stesso in cui questa resistenza

verrà definitivamente debellata, Hitler si premunirà di riconoscere formalmente l’impero italiano sull’ET;

guadagnando consenso e simpatia in IT. In tutto questo ha un ruolo la SDN che si adopera, perché non può

accettare che uno Stato membro scompaia inglobato da un altro membro, e arriva a promuovere contro l’IT

un regime di sanzioni economiche. Il rappresentante italiano alla SDN, Pompeo Aloisi, si batte con una certa

efficacia, per dimostrare di fronte al consesso della SDN che in fondo l’ET è uno Stato membro ma non

come gli altri. È un regime ancora arcaico, semi-feudale dove persistono forme di schiavitù. La SDN

definisce comunque una serie di sanzioni economiche contro l’IT che si rivelano inefficaci. Quelle materie

prime che l’IT non riesce più ad ottenere da un vasto fronte di Paesi della SDN, li ottiene da 2 Paesi che ne

sono fuori, la GER e gli USA. Forniscono petrolio, carbone e acciaio che servono all’IT in questa fase per

sostenere lo sforzo militare. Nel maggio del 1936 la CI prende atto del fatto compiuto. L’ET non esiste più, è

stata annessa. Viene proclamato l’impero e i membri della SDN non possono che prenderne atto sostenendo

di aver fatto quello che era possibile, secondo le possibilità riservate a questo organo, di doversi piegare alla

realtà internazionale. Massimo successo e consenso del regime fascista. Musso riesce ad accreditarsi come

leader che, non solo ha dato all’IT l’impero, ma anche come colui che ha saputo sfidare e resistere alle

sanzioni della CI. È il momento di massimo consenso. Le vicende di metà anni 30 sono intricate.

Contestualmente al caso etiopico si manifesta un dramma nel continente europeo, ovvero la guerra civile

spagnola. Si dice che Picasso (guardando il quadro Guernica) un giorno guardando la sua opera assieme ad

un ufficiale tedesco, questo fece presente in maniera provocatoria non apprezzando l’arte di Picasso dice :

“Chi ha fatto questo orrore?”. Picasso rispose: “Voi tedeschi”. La prima circostanza in cui una violenza cosi

sistematica volta ad annientare una comunità, viene realizzata sul suolo europeo (bombardamento di

Guernica) da parte dell’aviazione tedesca. Cosa era successo? Nel 1936 dopo una serie di alterne vicende

politiche susseguitesi alla fine della dittatura di Primo de Rivera, la SP si trovava nel caos politico. Si

fronteggiavano 2 schieramenti. A sx il Fronte Popolare, coalizione di forze che oggi definiremmo

progressiste, e che traeva spunto dall’analogo Fronte Popolare che era andato al potere in FR ed era

guidato dal leader Leon Blum. A queste forze si opponevano i conservatori. Uno dei comandanti delle forze

coloniali spagnole di stanza i Marocco, il generale Francisco Franco, decide di rompere gli indugi e di

gettarsi nella mischia politica. Sbarca in SP portandosi dietro le sue fedeli truppe coloniali dal Marocco

attraverso Gibilterra, aiutato dall’aviazione italiana. Avvia in maniera cruenta la riconquista della SP. Il paese

precipiterà in una guerra civile che durerà 3 anni e che è l’evento spartiacque della storia del 900. È il

momento di polarizzazione ideologica (sx o forze conservatrici). Con le forze di sx sta l’US che manda una

Brigata Internazionale, ma anche Paesi che non avevano un orientamento politico-ideologico di sx: GB. Molti

intellettuali si mobiliteranno (Ernest Hemingway) e si uniranno al fronte delle forze repubblicane. Dall’altra

parte vi sarà il massiccio intervento di italiani e tedeschi. Anche in questo si nota un aspetto di ambiguità.

Hitler spinge molto affinché l’IT dia man forte a Franco. Questo ce lo dice l’ambasciatore italiano a Berlino al

tempo era una figura molto importante, Bernardo Attolico. Dice che effettivamente l’azione tedesca era molto

persuasiva. Musso si lascia invischiare in questa questione. Rifornisce Franco di assistenza militare, mette a

disposizione i suoi aerei e si ha un insediamento dell’aviazione italiana nelle Baleari. Qualcuno comincia a

pensare che l’IT abbia delle mire su quell’area. Hitler è più defilato, manda avanti l’IT, però quando interviene

lo fa cosi, come con Guernica ovvero radendo al suolo una città e la sua popolazione. È talmente lacerante

la guerra civile spagnola che contrappone paradossalmente italiani ad italiani. Nella battaglia di Guadalajara

i volontari mandati da Musso si scontrano con i volontari italiani che si oppongono alle forze franchiste e che

prevalgono. Diventa il punto di concentrazione di forze che si oppongono ai regimi autoritari. Le vicende

della guerra civile si piegano in favore di Franco che nel 1939 prevarrà definitivamente. Tra i primi a

riconoscere il nuovo regime autoritario spagnolo saranno IT e GER. Questa vicenda contribuisce a quella

radicalizzazione ideologica dell’UE che troverà nella II GM il punto culminante. Questi avvenimenti si

caratterizzano perché sia (tratto comune) la questione etiopica e la questione spagnola contribuiscono a

plasmare quella che sarà la futura alleanza italo-tedesca. O per ragioni di convenienza, come nel primo

caso, o per ragioni di affinità ideologica, come nel secondo caso, Hitler e Musso finiscono per trovarsi

sempre dalla stessa parte. Questo avvicinamento diventa sempre più evidente. Nel 1936, mentre vanno in

scena queste vicende, viene stipulato un accordo austro-tedesco in cui i 2 Paesi si impegnavano a non

interferire nelle rispettive questioni domestiche. Questo accordo è ben visto da Mussolini. Musso invita gli

austriaci a sottoscrivere il trattato che, in

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
76 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Madduz95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Soave Paolo.