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URSS:
Dal 1964 c'è un cambio di leadership: dopo l'esito della crisi cubana, Krusciov
viene progressivamente allontanato a vantaggio di Breznev, personaggio ben
più incline alla stabilizzazione rispetto chi lo aveva preceduto.
Ci sono tentativi di riforma economica, sia in URSS sia nel COMECON: ma è
un sostanziale fallimento, è c'è ritardo tecnologico con problemi di credito e
alimentari.
In più c'è una grave crisi all'interno della propria sfera di influenza:
-Primavera di Praga: la dottrina di Breznev prevedeva una sovranità limitata =
segnale di debolezza o di forza? C'è una conseguente perdita di prestigio
presso i paesi di recente indipendenza: Mosca e Washington hanno sempre
più problemi simili con i paesi non allineati del terzo mondo= ade es. la
difficoltà sovietica di porre dei limiti alle attività dei comunisti vietnamiti. In più
in Cina si passa dalla tensione agli scontri.
Si sentono le necessità di raffreddare alcuni fronti caldi: i rapporti con
l'Europa, con gli USA e la corsa agli armamenti.
Per questo, nonostante la crisi cecoslovacca e l'impressione che essa
provoca in occidente, continuano le trattative per il TNP.
L'episodio appare sempre meno come un caso isolato e limitato alla questione
atomica, e sempre più come una logica di dialogo tra le superpotenze,
animate da desideri convergenti = trovare un codice di condotta della guerra
fredda.
"NIXON-KISSINGER E LA NUOVA POLITICA ESTERA"
Chi era Nixon? - il cold warrior
-il vicepresidente
-l'anti kennedy
-il presidente del realismo.
Le dimissioni: il caso Watergate = il termine diverrà proverbiale, assieme ad
altri scandali dell'amministrazione Nixon.
C'è uno shock per l'opinione pubblica americana. Il prestigio dell'istituzione
presidenziale stessa è scocca all'interno come a livello nazionale e il potere
del congresso verrà accresciuto dalla vicenda.
Sicuramente Nixon era cosciente del declino della potenza USA. Vedeva una
necessità di concludere la guerra del Vietnam, questo gli fa guadagnare
l'elezione alla presidenza = vietnamizzazione del conflitto.
Esige un ridimensionamento dell'impegno diretto americano all'estero e vede
come imprescindibile il dialogo con l'URSS e usa la tattica del bastone e della
carota: per limitare gli effetti destabilizzanti della sua politica estera (era di
"negoziato").
Kissinger: era la meant europea della politica americana. Critica i limiti
concettuali della politca estera USA dalle origini= fa un messianismo e una
crociata morale. Il compito dell'amministrazione Nixon è quello di educare il
popolo americano alle necessità dell'equilibrio di potenza e di avere coscienza
dei limiti di azione.
Per Kissinger il problema non è la natura interna del regime sovietico, ma
l'aggressività della sua politica estera. Quindi, l'obbiettivo non è trasformare
l'URSS ma indurla (bastone e carota) ad abbandonare i suoi progetti di
destabilizzazione del sistema internazionale. Per questo, essa deve accettare
la legittimità del sistema stesso e cooperare a costruire l'equilibrio e la
stabilità.
Ma non si distacca dall'ossessione per la credibilità e soprattutto la sua
visione strategica bipolare finisce per azzerare le specificità nazionali e
regionali come altri col warrior prima di lui.
Trattare con Mosca: diplomazia strettamente personale, sin dal febbraio 69 =
massima segretezza.
Teoria e pratica del linkage= capacità di legare gli eventi ra di loro. La
riconduzione della politica estera al bipolarismo rende piatto il mondo della
diplomazia USA ed impoverisce di contenuti il dialogo con gli altri paesi.
Esigenza imprescindibile: ottenere collaborazione sovietica per risolvere la
guerra in Vietnam. Il linkage si trasforma così in una prigione. Già alla fine di
gennaio c'era un accordo sostanziale tra Nixon e Breznev sull'accettazione
della parità strategica e sulla necessità di limitare gli armamenti strategici. Ma
senza progressi in Vietnam c'era uno stallo delle trattative SALT. il 1970 viene
ricordato come un anno perso per le relazioni tra le due superpotenze.
L'inizio ufficiale dei negoziati sarà soltanto a novembre. Delegazioni sovietiche
e americane con esperti ai massimi livelli si incontrano a Vienna e a Helsinki.
Viene firmato l'accordo il 26 maggio 1962, durante la visita di Nixon a Mosca:
la prima di un presidente USA in URSS dai tempi di Yalta.
Valutazione: i rislutati sono commisurati alle aspettative? di certo non si
interruppe la corsa agli armamenti nucleari. Sicuramente l'apertura alla Cina
rese i sovietici inclini a raggiungere un compromesso. Soprattutto i progressi
coinvolsero quasi esclusivamente la componente militare della rivalità est-
ovest. In una certa misura, la strategia di Kissinger non raggiunse lo scopo, e
non sopravviverà all'esperienza diretta di governo.
Ulteriori incontri : 1973, negli USA e 74 all'URSS
Risultati: convenzioni sulle armi biologiche, trattato sui sistemi ABM, principi
basilare delle relazioni, accordo per la prevenzione della guerra nucleare, altri
accordi di cooperazione bilaterale, premesse per il SALT II.
Ma, ormai i poteri di Nixon sono limitati a causa dell'incedere dello scandalo
Watergate. In più il clima è cambiato, la distensione diventa in breve tempo
una parolaccia che Ford cercherà di evitare in ogni modo durante la
campagna elettorale.
Non c'è stato cambiamento di mentalità e di sensibilità popolare, proprio
l'elemento che Kissinger sottostimava. Riemerge il tema dei diritti umani e
della moralità della politica estera = il vero e nuovo espansionismo sovietico
sembra darne prova.
APERTURA ALLA CINA
Nixon e Kissinger ne valutano l'opportunità da prima di entrare in carica. Che
senso ha fossilizzarsi sul vietnam in onore alla dottrina del dominio quando si
può raggiungere un accordo in funzione antisovietica con il più grande paese
del mondo? l'elemento definitivo che li persuade all'azione è lo scontro armato
tra URSS e Cina nel marzo del 69 lungo il fiume Ussuri: è ormai impossibile
non vedere che il campo comunista è diviso in due.
Da part cinese: necessità economiche e di stabilizzazione durante e dopo la
grande rivoluzione culturale. Assicurazione contro i tentativi di Mosca di avere
il predominio sull'Asia e recuperare la centralità nella galassia comunista.
USA e Cina condividono quindi un interesse strategico per bilanciare lo
strapotere sovietico.
Luglio 1971: Kissinger compie un viaggio a sorpresa in Cina per tre giorni. Un
anno dopo Nixon è a Pechino e finiscono così 25 anni di ostilità e non
riconoscimento. Sui sovietici l'impatto è fortissimo = in realtà gli incontri
servono soprattuto a chiarire le fonti di disaccordo che pure rimangono.
Taiwan: la RPC si impegna a soluzioni pacifiche ma gli USA riconoscono che
esiste una sola cina.
Si impegnano entrambe a lavorare per la normalizzazione delle relazioni
reciproche, e si accordano che nessun altro paese deve cercare l'egemonia
sull'area asia-pacifico. Ufficiosamente ai sovietici sarà fatto sapere che in caso
di attacco contro la Cina gli USA non sarebbero rimasti neutrali. Il
riconoscimento ufficiale avverrà solo nel 79 (per la logica della guerra fredda,
in quel momento tutte le trattative erano orientate in chiave anti sovietica).
"Il vietnam di Nixon"
Fallimento dei primi negoziati diretti del 68: c'era lo zampino di Nixon?
In campagna elettorale infatti fa una promessa di concludere la guerra (la
parola vittoria scompare)= nei primi sei mesi si chiarisce la strategia di Nixon
e Kissinger: -cercano una collaborazione con i sovietici
-vietnamizzazione del conflitto = è un'idea del segretario della difesa Laird, a
Kissinger non piace perchè limita il margine di manovra della diplomazia
-trattative dirette con il Vietnam del Nord a Parigi.
Il piano del Vietnam promesso da Nixon in realtà non esisteva, ma viene
comunque mantenuto l'impegno di diminuire il numero di militari USA
impiegati nella guerra (arrivano ad essere 25.000 nel 72), nel 73 viene abolita
la leva obbligatoria (Kissinger critica tutto questo perchè intacca la "credibilità"
egli USA).
Nello stesso tempo gli sforzi diplomatici erano dedicati ad evitare l'umiliazione
di una vittoria militare nord-vietnamita: nemmeno Nixon vuole essere il primo
presidente americano a perdere una guerra. Quindi prendono forma i termini
del "patto del diavolo": gli USA promettono di ritirare le forze in cambio della
solenne promessa di Hanoi di cessare la sua aggressione militare contro il
sud e di accordare al governo di Saigon un'adeguata opportunità di
sopravvivenza.
Contemporaneamente cercano il sostegno di Mosca e Pechino per tenere a
freno il governo Ho Chi Minh e spingerlo ad un atteggiamento più conciliante
durante le trattative di Parigi. In realtà, la fine del monolitismo comunista
rende le cose più complesse perchè c'è concorrenza tra URSS e Cina.
Molto più ambigue sono invece le richieste USA in merito al sostegno
economico militare che Mosca fornisce al Vietnam: hanno un atteggiamento
cinico, si esprime comprensione perchè non si può condannare il supporto di
una superpotenza ad un alleato.
Per il momento non c'è flessibilità da parte di Hanoi, le operazioni belliche
continuano e si chiede il ritiro incondizionato delle truppe USA. Si realizza così
uno dei peggiori incubi di Kissinger: i nord vietnamiti hanno pochi incentivi al
compromesso perchè sono coscienti che Nixon non avrebbe osato invertire il
disimpegno USA già intrapreso contro l'opinione pubblica e il Congresso.
Di fronte allo stallo della diplomazia, Kissinger è favorevole ad innalzare il
livello di scontro militare. Vede la necessità di una mossa a sorpresa che
dimostri la risolutezza della Casa Bianca nel perseguire i propri piani: la
vittima designata è la Cambogia (paradosso, il conflitto finirà per estenderne i
confini).
Nixon non era convinto fino in fondo di questo progetto per ragioni di opinione
pubblica. La Cambogia infatti era neutrale da anni ma ormai il suo regime
fondava la propria politica sulla convinzione che la vittoria dei comunisti del
nord fosse solo una questione di tempo.
Il presidente Johnson aveva rifiutato l'ipotesi dei suoi generali di colpire le
unità vietnamite in Cambogia: Nixon al contrario nell'aprile del 69 ordiner&