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BILANCIO DELLA GUERRA

Secondo le statistiche, la seconda guerra mondiale fu la guerra più devastante quanto a perdite umane e distruzione materiale. Il conflitto, che coinvolse 61 nazioni, provocò la morte di circa 55 milioni di persone, tra militari e civili: l'Unione Sovietica ebbe circa 20 milioni di morti; la Cina 13,5 milioni; la Germania 7,3 milioni; la Polonia 5,5 milioni; il Giappone 2 milioni; la Iugoslavia 1,6 milioni; la Romania 665.000; la Francia 610.000; l'impero britannico 510.000; l'Italia 410.000; l'Ungheria 400.000; la Cecoslovacchia 340.000; gli Stati Uniti 300.000.

Gli sviluppi tecnologici e scientifici fecero della guerra un conflitto di una ferocia senza pari: la popolazione civile fu coinvolta direttamente nei combattimenti e nelle rappresaglie e fu colpita soprattutto a causa dei bombardamenti aerei. L'evento più terribile fu tuttavia la deportazione e lo sterminio di oltre sei milioni di ebrei nei campi di concentramento.

concentramento nazisti, la cosiddetta "soluzione finale" del "problema" ebraico, la cosiddetta e tanto tristemente nota SHOA Conferenza di Jalta Vertice tenutosi durante la seconda guerra mondiale (4-11 febbraio 1945) tra il presidente degli Stati Uniti Roosevelt, Winston Churchill e il premier dell'URSS Stalin nei pressi di Jalta, in Crimea (Ucraina). Fece seguito alla conferenza di Teheran svoltasi alla fine del 1943, e segnò il momento di maggior unità tra gli Alleati. La conferenza fu dedicata alla formulazione della strategia militare alleata per la fase conclusiva delle ostilità, e a stabilire alcune linee-guida per la definizione e il governo dell'ordine postbellico. L'11 febbraio fu emanata la Dichiarazione di Jalta, in cui si affermava l'intenzione degli Alleati di distruggere il militarismo e il nazismo tedesco, garantendo che la Germania non fosse mai più in grado di turbare la pace mondiale; di assicurare i

criminali di guerra a una giusta e rapida punizione; di esigere adeguata riparazione per la distruzione causata dalla Germania. Nel documento si faceva anche riferimento alla decisione di dividere la Germania in quattro zone d'occupazione e di governarla per mezzo di una commissione centrale di controllo con sede a Berlino.

Un importante accordo raggiunto a Jalta, ma tenuto segreto, prevedeva che l'Unione Sovietica dichiarasse guerra al Giappone entro novanta giorni dalla fine delle operazioni in Europa, ricevendo in cambio la porzione meridionale dell'isola di Sahalin, le isole Curili e il controllo delle linee ferroviarie in Manciuria.

Lezione del 10.11.2008

Trattato di Parigi, 1947

Il Trattato di pace di definitivo fu un atto di natura unilaterale imposto all'Italia al suo governo postbellico. In esso l'Italia sarà costretta a riconoscere il principio di aver intrapreso una guerra di aggressione": e pertanto le sue clausole avranno carattere punitivo:

mutilazioni del territorio nazionale; rinuncia alle colonie; riparazioni; limitazioni della sovranità dello Stato; divieti per gli armamenti anche solo difensivi; restrizioni di vario genere”.

L’11 settembre 1945 si riunì il Consiglio dei Ministri degli Esteri per dirimere la questione dei trattati di pace con l’Italia e le potenze minori dell’Asse (Ungheria, Romania, Bulgaria, Finlandia).

Se nel breve periodo il caso italiano parve quello di più difficile soluzione e gravido di conseguenze, a lungo termine furono gli altri a giocare un ruolo maggiore sullo scacchiere internazionale. Durante questa riunione l’inviato americano, Byrnes, tentò di patteggiare con Molotov ma non ottenne altro risultato che un aumento delle pretese sovietiche.

Il trattato di pace con l’Italia doveva passare per la delimitazione dei confini settentrionali del paese con la Francia, l’Austria e la Jugoslavia; inoltre, bisognava risolvere il problema

dellecolone prefasciste (Somalia, Libia Eritrea, Dodecaneso). Era soprattutto il confine italo-jugoslavo a creare difficoltà, perché forte era la differenza tra quanto voleva il governo di Roma, quanto quello di Belgrado e quanto era disposto a cedere Stalin. Intanto, riprendevano i lavori per firmare i Trattati di pace con l'Italia e gli altri alleati minori dell'Asse, che si conclusero a Parigi il 10 febbraio 1947. Circa l'Italia, la questione più seria riguardava Trieste e il confine orientale del paese. Furono avanzate quattro diverse proposte, una francese, una inglese, una statunitense e una sovietica, con le prime tre sostanzialmente identiche. L'Urss voleva, invece, una frontiera spostata verso ovest, con Trieste e Gorizia assegnate alla Jugoslavia. De Gasperi, allora primo ministro italiano, fu ascoltato dal Consiglio dei ministri degli Esteri per sostenere gli interessi di Roma, ma non ottenne risultati tangibili. Intanto, in merito alconfine settentrionale, venne ribadita la linea prebellica, affidando la soluzione del problema delle minoranze austriache a un negoziato tra le parti coinvolte; alla fine, fu riconosciuta l'autonomia amministrativa e il rispetto delle peculiarità linguistiche e culturali dei tirolesi, anche se la regione continuava a far parte dello stato italiano. Per la frontiera occidentale venne accettato il progetto francese. Le difficoltà maggiori riguardavano, dunque, il confine orientale. Infine, Gorizia, fu affidata all'Italia, mentre a sud della città fu prevista una zona controllata da Belgrado; nacque poi un territorio libero, a statuto speciale, con Trieste che ne entrava a far parte. Sia l'Italia che la Jugoslavia rinunciarono alla sovranità sulla città giuliana, anche se la questione rimase aperta. Circa le colonie, il governo di Roma dovette accettare la rinuncia completa a tutti i territori sotto la sua giurisdizione, anche se la decisionedefinitiva fu assunta dall'ONU soltanto nel 1950. Il territorio libero di Trieste fu messo sotto il controllo del comando alleato per ciò che concerneva la Zona A, mentre la Zona B fu lasciata al governo jugoslavo. LEZIONI DEL 12.11.2008 Rimanevano aperte le questioni del Marocco, Algeria e Tunisia, colonie francesi in Africa. La Libia era riuscita ad ottenere l'indipendenza avvenuta nell'ambito dell'ONU sotto la guida del Re Nidris mantenuta fino al Colpo di Stato di Gheddafi del 1969. L'Egitto rimase indipendente fin dal 1922 e ci restò anche dopo la guerra. Il vero problema cruciale da risolvere era la questione del Mandato inglese in Palestina. In Palestina vi era una importante colonia ebraica che divenne a tutti gli effetti la Terra Promessa dopo il massacro nazista della Shoa. Con una risoluzione del 29 maggio del 1947, l'ONU decise la divisione della Palestina in due territori. 1. La parte costiera al costituendo Stato di Israele 2. La parteinterna al costituendo Stato Palestinese. Contemporaneamente gli inglesi si impegnarono a liberare i territori occupati. La soluzione trovata scontentò entrambe le parti, e tutti e due insieme si schierarono contro gli inglesi ritenuti responsabili. Tutto questo esasperava gli inglesi che dopo un attentato di matrice sionista, il 14 maggio del 1948, improvvisamente si liberarono dal Mandato, evacuando i territori palestinesi. Nello stesso giorno le organizzazioni ebraiche al museo di Tel Aviv proclamarono unilateralmente la Costituzione dello Stato di Israele su tutto il territorio Palestinese, compresa la parte che spettava appunto, ai palestinesi (Cisgiordania). Da qui iniziarono nei decenni avvenire i grandi problemi politici militari tra le due popolazioni. Il giorno seguente il 15 maggio del 1948 tutti gli Stati Arabi contemporaneamente invadono lo Stato di Israele. La cosiddetta "La catastrofe" (NAKBA'). Essi vennero sconfitti da Israele. Dopo 3 Tregue il problema

Si risolse temporaneamente con degli armistizi. In particolare, l'armistizio di Rodi (gennaio 1949) che stabiliva dei confini provvisori. Tutto ciò a conclusione della "Prima Guerra Palestinese". I Palestinesi a conclusione della guerra si ritrovarono senza uno Stato e nella condizione di essere stranieri in patria, come profughi. Dovettero, quindi, emigrare negli stati limitrofi, ossia: Libano, Siria, Striscia di Gaza e Giordania. Dal punto di vista politico-internazionale, gli Stati Arabi approfittarono della situazione per impadronirsi di importanti territori di confine, nel 1950. In particolare, l'Egitto occupò la Striscia di Gaza e la Transgiordania guidata dal Re Abdallà allargò i suoi confini occupando la Cisgiordania fino ad arrivare a Gerusalemme Est. La situazione resterà così fino alla crisi di Suez. In Nord Africa i nazionalisti rivendicarono con forza la liberazione delle proprie terre, sia in Algeria, in Tunisia e in Marocco.

La Francia si rese riluttante a concedere l'indipendenza alle proprie colonie e addirittura in Algeria ci fu una sanguinosa guerra contro l'invasore straniero. L'Egitto che era retto da una Monarchia assoluta priva di consenso popolare, concedendolo sfruttamento delle proprie risorse energetiche si mise sotto la protezione inglese. La stessa cosa fece la Libia. Nel 1952 gli ufficiali liberi, così chiamati perché svincolati dal controllo inglese, organizzarono un colpo di Stato guidato dal generale Neguib nel luglio dello stesso anno. Nel 1954 il leader più forte del movimento, il generale Nasser, prese il potere. Con l'avvento di Nasser in Egitto si assistette ad una fioritura di movimenti nazionalisti arabi che capovolgeranno la situazione di 180 gradi. Le questioni aperte, ossia Suez e la Palestina, ritorneranno di nuovo in forza sullo scenario internazionale. Entrambe le aree erano controllate dagli inglesi.

LEZIONE del 17.11.2008

Dopo gli armistizi

Del 1949, la Prima guerra palestinese si concluse con la sconfitta degli Stati arabi. Con l'avvento di Nasser si assistette ad un movimento di grande mobilitazione delle masse arabe, cercando di coniugare una cosa difficilissima: ISLAM : MODERNIZZAZIONE.

Intanto, un grande piano di riforme sociali si avviarono in paesi poverissimi rappresentati dai contadini poveri (Fellayn = contadini/braccianti). I dirigenti arabi cercavano di mobilitare le masse con parole d'ordine di facile comprensione, portandole ad un maggior livello di consapevolezza. La classe dirigente araba proveniva quasi esclusivamente dalle forze armate, in quanto essi rappresentavano l'unica classe sociale organizzata e quindi, l'unica classe sociale depositaria dei valori e dell'identità della Nazione.

Ad essi si legava il concetto di nasserismo, portando ad un'incredibile diffusione di movimenti nazionalisti nell'intera area, ossia, dal Libano alla Siria, all'Iraq, alla...

Giordania e altri. Il grosso dei movimenti nazionali erano tutti di origine laica.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
69 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Pizzagallo Matteo.