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Il Segretario Generale Javier Pérez de Cuéllar

Nel 1981 arriva un nuovo Segretario Generale: Javier Pérez de Cuéllar, esponente della diplomazia peruviana, dato che la Cina aveva chiesto un candidato non occidentale. Non era una figura nuova per l'ONU: nel 1946 aveva partecipato come membro della delegazione peruviana alla fondazione dell'ONU, poi vi era tornato nel 1971 come ambasciatore del Perù; nel 1975 era stato nominato rappresentante speciale per Cipro e nel 1979 come sottosegretario generale. L'esordio non fu dei più felici, perché nel 1982 scoppiò il conflitto tra Gran Bretagna e Argentina nelle Falkland, si inasprì il conflitto tra USA e URSS nel contesto della "seconda guerra fredda", che coinvolge un numero sempre maggiore di paesi del terzo mondo, cosa che nuovi conflitti locali. Fu una fase di profondo turbamento per l'ONU. Il fatto sì che esplodano simbolo dell'impotenza dell'ONU fu l'invasione del Libano da parte.

Dell'esercito israeliano nel giugno 1982, motivato per rispondere quelli che erano i continui attacchi della guerriglia palestinese. I caschi blu, che dal 1978 si trovavano in Libano, vennero avvertiti con un anticipolimitato e non poterono fare altro che consentire il passaggio dei carro armati israeliani. Nel settembre 1982 si decise per un intervento di una forza multinazionale in Libano composta da americani, francesi e italiani all'interno di un complesso quadro che aveva l'obiettivo diplomatico di arrivare alla stabilizzazione del paese, dilaniato dalla guerra civile, ma segnò di peacekeeping al di fuori dell'ONU. La forza anche lo sforzo di creare un precedente multinazionale ebbe scarso successo, truppe americane e francesi furono oggetto di sanguinosi attentati terroristici e nel 1984 la forze venne ritirata, ma questo ritiro non comportò un'alternativa da parte delle Nazioni Unite, che quindi non ebbero un ruolo nella crisi tra Libano e Israele.

Nel 1985 i 40 anni della fondazione dell'ONU vengono celebrati in un clima di sfiducia e preoccupazione. Ad agosto Reagan aveva approvato una legge con cui si dava mandato al segretario di stato americano di battersi in sede ONU per introdurre nelle votazioni che riguardano il bilancio un principio di voto moderato, che avrebbe dovuto tener conto dei diversamenti dei singoli paesi: un paese vota e prende una decisione, che ha valore solo se il paese è in regola con il pagamento. L'elemento importante di questa legge è che fino all'approvazione di tali procedure si diceva che il contributo americano all'ONU dovesse essere ridotto in via unilaterale. Si ricorreva all'arma del ricatto finanziario per costringere l'ONU ad un'autoriforma. Per uscire da questa situazione ci fu la proposta di uno dei paesi in ascesa dagli anni '70 che si stava affermando come una potenza economica mondiale: il Giappone, che propose di nominare una

commissione indipendente di 18 membri incaricata di concludere i propri lavori in un anno per proporre una riforma dei procedimenti amministrativi dell'organizzazione; nell'agosto 1986 la commissione depositò il rapporto confermando i gravi problemi dell'ONU e gli sprechi che si verificavano nella sua struttura. Il Segretariato Generale avvia una drastica riduzione del personale che si contrae del 12,5%. Gli USA si ritengono parzialmente soddisfatti delle riforme avviate, quindi iniziano a rimborsare gli arretrati. La crisi si chiuse anche perché nella seconda metà degli anni Ottanta, con l'avvicinarsi alla fine della Guerra Fredda, la contrapposizione globale inizia ad allentarsi, togliendo ragioni per i molteplici conflitti locali che erano esplosi. Questo consente all'ONU di riassumere un nuovo ruolo. Nel 1988, è la diplomazia diretta portata avanti dal segretariato generale ad ottenere due risultati importanti: vennetrovata una via d'uscita al conflitto che coinvolgeva i paesi dell'Africa- australe (Angola e Namibia)- si giunse alla conclusione alla guerra tra Iraq e Iran, esplosa nel 1980. Nel 1988 l'ONU viene insignita del premio nobel per la pace per la continua azione di peacekeeping e per questi successi. A conferma del dinamismo e di una nuova vitalità delle Nazioni Unite, nel 1991 si arriva all'annullamento della risoluzione del 1975 (sionismo come ideologia razzista); nel 1992 il consiglio di sicurezza autorizza una missione di pace in Cambogia e una in Mozambico e il caschi blu nell'ex Jugoslavia con il proposito di separare le forze croate da quelle serbe. L'ONU sembrava aver acquistato una nuova capacità operativa che coincise con nell'agosto 1990 l'esercito iracheno invase il Kuwait per ragioni la crisi del Kuwait: riconducibili allo sfruttamento delle risorse petrolifere del paese e la comunità internazionale si.trova di fronte ad un episodio di violazione della legalità internazionale, che era coerente con la tipologia prevista dalla Carta dell'ONU, che consentiva una richiesta d'intervento →l'operazione militare e la preparazione vennero gestite da Bush Sr, ma l'ONU diede il crisma di legalità all'operazione: nella coalizione dell'ONU si trovano paesi che fino a quel momento erano stati su schieramenti contrapposti come USA, UK, Francia e Italia con paesi arabi come Kuwait, Arabia Saudita, Egitto e Siria. L'operazione in Kuwait si risolse con un successo militare che segnò l'apertura di una nuova fase nella storia dell'ONU in cui l'organizzazione da quella che era stata l'emarginazione degli anni '80 per poter nuovamente sembrava uscire diventare il centro su cui costruire un nuovo sistema di sicurezza collettiva. Rappresentano una fase di apparente sviluppo per l'ONU, che sembra gli anni.1990-1991-1992 essere confermata anche nel 1992, perché entra in carica un nuovo segretario Boutros Boutros-Ghali, un diplomatico egiziano, una figura diametralmente opposta a Pérez de Cuéllar: il diplomatico peruviano aveva preso parte alla fondazione dell'ONU e aveva ricoperto molti incarichi, quindi aveva un profilo interno all'ONU; Boutros-Ghali era di tutt'altra prospettiva, non aveva alcun tipo di esperienza all'interno dell'ONU, ma venne scelto sulla base del principio di turnazione. Inoltre era un diplomatico di un paese arabo moderato, a conferma di una nuova centralità dei paesi arabi all'interno dell'ONU. L'Egitto era un paese arabo vicino alle posizioni degli USA, che miravano a far proseguire il dialogo con i paesi arabi con l'aspirazione di stabilizzare il Medio-Oriente. Boutros-Ghali però rappresentava anche un passo indietro da un punto di vista organizzativo rispetto a Pérez de Cuéllar.

Per il fatto che non possedeva quell'esperienza necessaria per poter gestire una macchina così complessa come disponeva l'ONU nei primi anni Novanta. Nel 1992 Boutros-Ghali preparò un rapporto che fu pubblicato nel mese di giugno, intitolato An Agenda for Peace: rifletteva il momento di forte ottimismo che circondava le possibilità di un intervento dall'ONU (essendo passato un solo anno dalla fine della missione contro l'Iraq di Saddam Hussein); vi era un altro aspetto cruciale: l'agenda era animata dal rifiuto della tendenza alla frammentazione degli stati su basi etniche, quindi si rifiuta il fatto che gli stati possano frammentarsi a causa delle diverse etnie presenti al loro interno. La priorità per Boutros-Ghali doveva essere data alla tutela a livello globale delle minoranze all'interno degli stati multietnici. Un altro concetto introdotto dall'agenda era quello di peace enforcement, un concetto di diritti umani e anche alle

Assente dalla Cartafondativa dell'ONU: era la possibilità di dispiegare forze con il compito di imposizione della pace in situazioni di conflitto. In un contesto di guerra, i caschi blu potevano essere dispiegati per imporre la pace ai due o più contendenti. Ciò presuppone un intervento più deciso da parte delle nazioni unite; erano operazioni che si sarebbero potute dispiegare grazie ad un mandato diretto del Consiglio di Sicurezza, quindi attraverso un mandato del massimo organismo decisionale dell'ONU. Questo voleva dire che le missioni di pace diventavano più complicate, perché si prendevano anche delle funzioni di vera e propria costruzione della pace (peacebuilding), quindi le forze dell'ONU non potevano limitarsi al monitoraggio degli accordi di cessate il fuoco, ma dovevano arrivare a promuovere una vera e propria azione di cooperazione fra le parti in conflitto (scambio di prigionieri, supporto fattivo alla preparazione di elezioni politiche...).

Il terzo punto di questa agenda è stato il disegno di una nuova missione per le organizzazioni regionali, come la stessa Unione Europea, l'Unione Africana, che avrebbero dovuto affiancare o sostituire l'ONU in determinate crisi regionali, un'idea di condivisione della gestione della sicurezza da parte dell'ONU attraverso il coinvolgimento di altre organizzazioni internazionali di natura regionale. L'ultimo aspetto era l'istituzione di una Corte Internazionale di Giustizia con una giurisdizione internazionale sui crimini contro l'umanità, che dovevano essere identificati attraverso un apposito trattato. Questa agenda prevedeva un'architettura complessa. L'ondata di ottimismo fu fugace e lasciò spazio ad una fase di profonda complessità per l'ONU, che è iniziata contestualmente alla fase di ottimismo, perché se tra il 1991-1992 si arriva alla preparazione di Agenda for Peace.già nel 1991 sidell'ONU → i limiti e le contraddizioni del peacekeeping trovarono le prime crepe nell'approccio che sono stati evidenti nel caso della Somalia: nel 1991 il dittatore alla guida del paese da diversi anni Siyaad Barre fugge e la Somalia precipita in una guerra civile tra diverse fazioni (più di venti), che porta alla devastazione e alla carestia, quindi il paese non era solo instabile da un punto di vista politico, ma si trovava anche ad affrontare una crisi economica ed alimentare profonda. All'inizio del 1992 diverse organizzazioni internazionali lanciarono l'allarme sul disastro umanitario che stava prendendo piedi in Somalia. Alla fine dell'aprile 1992, il Consiglio di Sicurezza autorizza il Segretario Boutros-Ghali ad avviare una missione di peacekeeping che necessitò di diverso tempo per diventare operativa: i 500 soldati pakistani vennero dispiegati nel mese di settembre. I soldati pakistani vennero dotati di un armamento leggero.re efficacemente sul campo di battaglia. Inoltre, la mancanza di addestramento adeguato potrebbe aver compromesso ulteriormente le capacità delle truppe. Tuttavia, è importante sottolineare che queste sono solo ipotesi e che è necessaria una ricerca più approfondita per confermare tali supposizioni.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
84 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VerdianAN di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle organizzazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Scirocco Giovanni.