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STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO
La Storia del Pensiero Economico studia l’evoluzione della conoscenza economica e
la sua influenza sulla società.
Viene definita “tridimensionale” perché descrive la connessione tra teoria, cultura e
politica. LA NASCITA DELL’EUROPA
EUROPA = solidarietà organizzata tra popoli.
Quando e come nasce l’Europa?
L’Europa non nasce né in Grecia, come fa pensare la mitologia, né con i romani.
Vengono poste le prime basi per l’Europa con Carlo Magno, ma nasce durante il
Medioevo.
Durante il Medioevo, nonostante venga considerato un “periodo buio”, accadono
cose importanti per la società e per l’economia, che pongono le basi per la nascita
dell’Europa:
- valorizzazione del lavoro = nasce la figura del mercante;
- Capitalismo
- Democrazia
Capitalismo caratteristiche:
- Libertà di perseguire i propri obiettivi;
- Mezzi produttivi di proprietà del privato;
- Presenza del mercato = luogo in cui si incontrano spontaneamente domanda e
offerta.
- Non vi è separazione tra capitale e lavoro, come spesso si pensa. Infatti, proprio
durante il Medioevo, con la nascita del capitalismo, nascono i primi contratti che
mirano ad associare capitale e lavoro (esempio: enfiteusi).
Democrazia = governo del popolo.
Durante il Medioevo, con la nascita dei comuni, viene data ai cittadini la possibilità
di partecipare ai pubblici affari.
Questi due concetti nascono grazie al concetto della Scolastica di Etica comune
(=giustizia). 1
28/02/17
MERCANTILISMO
Tra il XIV e il XV secolo si verificano dei fattori economici, sociali e culturali che
provocano un cambiamento radicale rispetto al Medioevo.
Cambiamenti:
- Il successo economico deriva da una scelta di Dio, quindi è giustificato;
- Dal concetto di bene comune si passa all’etica individualistica (perché è Dio a
scegliere).
Anche le corporazioni cambiano, perché non si pongono a difesa del bene comune
ma di interessi personali;
- Passaggio da Repubbliche a Principati;
I mercanti si pongono la domanda “come un paese può diventare ricco?” con
argento e oro
Introduzione sulla nascita dell’Europa economica
Come premessa alla questione europea bisogna ricordare le diverse definizione di unione
europea, e quindi di implementazione dei trattati comuni da parte degli Stati firmatari, di 3
importanti personaggi di spicco del panorama pubblico- politico. Secondo A. Merkel: “tutti
gli Stati appartenenti all’unione europea devono rispettare gli stessi trattati in modo
rigoroso”, secondo R. Prodi: “gli Stati appartenenti all’unione europea possono rispettare
vincoli diversi dei trattati sottoscritti in relazione alle proprie possibilità”, secondo
Kaczynski “ gli Stati appartenenti all’unione europea possono essere indipendenti (senza
BCE, senza difesa comune…) ma possono cooperare tra loro. Questi 3 filoni di pensiero
contraddistinguono i dibattiti aperti ancora oggi sul ruolo e sulle prerogativa di un governo
comunitario.
L’Europa nasce per evitare il sorgere di guerre tra i vari popoli appartenenti ad essa. Le
prime contrapposizioni ala fine della seconda guerra mondiale nacquero tra i cosiddetti
federalisti che credevano che prima si dovesse fare l’unione politica e soltanto in seguito
l’integrazione economica; e gli internazionalisti che credevano che dovesse esistere
un’Europa aperta e unita nel più grande e libero mercato internazionale. Alla fine però
prevalsero le tesi dei funzionalisti i quali credevano che “ l’Europa potesse nascere solo
attraverso le crisi e in funzione della sommatoria delle soluzioni che saranno date a queste
crisi”.
Tappe della costruzione europea
Il processo storico della costruzione europea può essere diviso in 3 tappe, in funzione dei
grandi mutamenti economici che si sono succeduti, aventi ognuna di esse un ostacolo che
potrebbe minarne la stabilità.
1) (1950-1990): costruzione del mercato unico europeo. L’ostacolo a questo livello è
costituito dal fatto che il mercato unico funziona solo con l’unione monetaria. Se le
politiche monetarie sono divergenti tra i vari Paesi si potrebbero innescare
meccanismi ricorsivi che farebbero regredire i processi di integrazione
economica. 2
2) (1992- 2007): si costituisce l’unione economica e monetaria attraverso la rinuncia
da parte dei singoli Paesi delle rispettive sovranità monetarie. Si introduce quindi
la moneta unica: l’Euro, perché si capisce che il mercato unico senza unione
monetaria non può funzionare. L’ostacolo a questo livello è costituito dal fatto che
l’unione monetaria per funzionare nel tempo deve essere accompagnata
dall’unione fiscale. Però non è possibile metterla in atto perché il bilancio
dell’organismo politico dell’unione europea ammonta solo all’1% del PIL europeo.
3) Costruzione unità fiscale: questa tappa, non ancora avvenuta, sarà possibile solo
se i popoli europei si riconosceranno in una comune identità multipla: una
coscienza comune. Se ciò non accadrà molto probabilmente prevarranno le
ragioni e gli istinti del breve periodo
Nel 2008 poi, purtroppo, si è innescata una crisi finanziaria comunitaria innescata
dall’America. Il peggior esempio degli effetti della crisi è fornito dal noto caso della
Grecia. L’inizio del disastro greco iniziò perché nei bilanci statali alcune voci non
venivano contabilizzate (vedasi l’assistenza sanitaria), inoltre la Grecia pagava
pensioni troppo alte e c’era il fenomeno dell’offerta di lavoro in cambio di voti. La
Grecia, per dei motivi che saranno illustrati in seguito, chiese degli aiuti economici
sotto forma di prestiti alla banca americana Goldman Sachs che glieli concessi con
questo meccanismo: la Grecia non iscriveva in bilancio i fondi ricevuti e la Goldman
Sachs riceveva somme maggiori in rimborso sotto forma di moneta diversa da quella
con cui erano stati concessi i prestiti. Il motivo di questa richiesta di prestiti ad una
banca d’affari era che inizialmente i Paesi europei più importanti non intervennero a
favore della Grecia. Però purtroppo la crisi si aggrava (infatti gli interessi sui titoli di
Stato greci aumentano in modo insostenibile data la loro rischiosità di mancato
rimborso) e il governo greco fu costretto ad implementare un pacchetto di misure
politiche molto pesanti come: diminuzione pensioni, diminuzione stipendi del settore
pubblico, tasse alte sulla prima casa; per ricevere aiuti economici da parte della
comunità internazionale. A questo punto in Grecia viene indetto un referendum
popolare per confermare o meno le dure condizioni imposte dalla comunità
internazionale, il popolo fornisce parere negativo ma in seguito il governo greco per
rimanere solvibile deve accettare un secondo memorandum in cui non c’è la presenza
del Fondo Monetario Internazionale (FMI) in quanto questo ente aveva ritenuto che il
debito greco fosse ormai insostenibile. A causa di tutto questo, in Grecia nasce un
movimento politico neonazista “Albadorada”, il quale come tutti i movimenti populisti
ritiene che la moneta unica sia il male peggiore dell’Europa, che nelle elezioni del
2015 prende l’8% dei voti.
Il mercantilismo
Va fatta prima di tutto una riflessione storica. La guerra dei 30 anni nasce come
conseguenza politica della mancata volontà di tenere insieme capitale e lavoro nel
medioevo. Con l’instaurazione in Europa dell’ordine di Westfalia i sovrani non sono
soggetti a nessuna autorità politica superiore, stabiliscono la religione nei loro rispettivi
regni; inoltre si ha la presenza di un sistema di alleanze tra Stati indipendenti. Vale la pena
di ricordare le riflessioni di 3 pensatori dell’epoca, secondo Jean Bodin: “la caratteristica
dello Stato è la sovranità assoluta, unica e indivisibile”, per Hobbes: “ la legittimità del
potere risiede nel fatto che lo Stato di natura, senza sovrano, gli uomini si fanno la guerra
e il sovrano ha il potere necessario per assicurare la pace”.
I mercantilisti sono sostanzialmente degli uomini d’affari che sviluppano una riflessione
sull’economia del loro tempo. Non costituiscono una scuola ma bensì una fase della storia
3
della politica economica. La tesi di fondo dei mercantilisti era che gli stati diventano ricchi
accumulando metalli preziosi con cui è possibile acquistare i beni che assicurano il
benessere. Ne discendeva che nello scambio si formava un’eccedenza (profit upon
alienation). Il commercio interno, in sostanza, opera una redistribuzione della ricchezza
tra persone dello stesso Paese, il commercio internazionale una redistrubuizione tra i vari
Paesi.
Come conseguenza di questo il commercio internazionale è un gioco a somma zero in cui
un determinato Paese si arricchisce solo impoverendo gli altri. I principali interessi dei
mercantilisti sono le indagini sulle relazioni tra moneta, prezzi ed equilibrio esterno della
bilancia dei pagamenti: per conseguire il surplus commerciale occorreva quindi
aumentare le esportazioni tramite trattati e rimborsi dei dazi, e diminuire le importazioni
imponendo dazi e contingentamenti. In questi anni uno dei mercantilisti più celebri Jean
Bodin espone per la prima volta la teoria quantitativa della moneta che mette in relazione
gli aumenti della base monetaria in circolo nell’economia con gli aumenti dei prezzi reali.
In Francia e Inghilterra il mercantilismo genera disoccupazione generando un’economia
chiusa con forme assistenziali per i disoccupati molto limitate. Quindi il mercantilismo ha
concorso alla formazione di un’Europa formata da stati assoluti. Da un’Europa come
insieme di popoli si arriva ad un’Europa di Stati nazionali e assuluti che ricercano un
equilibrio di potere.
Scuola fisiocratica
I fisiocratici elaborarono il loro pensiero in Francia tra il 1750 e il 1780 e furono chiamati
economistes. Il loro leader fu F. Quesnay. Nella sua opera più importante, il Tableau
économique Quesnay espose un modello completo di funzionamento del sistema
economico. Le avventure belliche della Francia di quegli anni determinarono il dissesto
della finanza pubblica e contribuirono a precipitare il Paese in una grave crisi. Per la
ripresa bisognava rilanciare le risorse economiche interne come l’agricoltura. Il sistema
fiscale era farraginoso e gravava soprattutto sugli imprenditori agricoli, scoraggiandone
l’attività produttiva. Inoltre, il mercato interno era diviso da barriere doganali che
impedivano la libera circolazione dei prodotti, come il gra