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La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789)
Tra il 5 maggio (prima riunione degli Stati Generali) e il 14 luglio 1789 (rivolta del popolo, presa della Bastiglia), la monarchia assoluta si trova di fronte a una rivoluzione parlamentare e a una sommossa popolare. Nei giorni seguenti gli Stati Generali (appartenenti all'antico regime, formati dalla bassa nobiltà e il basso clero) decidono di rompere col passato cambiando la loro natura e il loro nome: diventeranno l'Assemblea nazionale costituente. A costo di perdere i titoli nobiliari, essi vogliono porre fine alla dominazione dei ceti più maggiori. - è un'assemblea che delibera una costituzione rigida (superiore a qualsiasi legge del parlamento). L'assemblea non è elettiva (per il momento), ma rappresenta semplicemente i vecchi stati generali. Essi elaborano il primo documento: la dichiarazione, che presenta dei concetti che si inseriranno nella costituzione fino ai giorni nostri.
Si parla infatti di “rivoluzione copernicana” proprio perché la rivoluzione francese è una rivoluzione di idee, cambia la storia e cambia le istituzioni. Nasce il concetto di diritto. Si passa quindi da uno stato assoluto (sovrano-suddito) al liberalismo classico (sovrano-cittadino).
- Liberalismo classico = si dice liberalismo ma classico ha ancora dei limiti - si abolisce la nobiltà, ma tutto avviene pagando per tutti in proporzione al reddito. In proporzione: stabilire una quota da pagare. Tuttavia ci sono dei limiti (per esempio i diritti siano proporzionali, mettere da parte gli incapaci).
L'Assemblea costituente getta le basi di una nuova struktura statale che viene promulgata con la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. Questa Dichiarazione accoglie le istanze dell'Illuminismo mutuate dalle esperienze di Francia e Inghilterra, esorta tutti gli uomini ad osservare una norma generale e a basarsi su 3 diritti fondamentali detti naturali (poiché appaivano come cretanti e naturali come anche dell'uomo stesso)! Cominciava l'universalità (se applicano a tutti). Io sono essere, io sono soggetto di diritti, io ho dei diritti. Lo credo in quanto uomini stessi attraverso un contratto sociale decidono come organizzare i diritti (è un elemento che forma popolino in un cittadino). (l'uomo allo stato di natura non ha tutela).
Analisi del titolo...
- "dichiarazione" = atto di accertamento, in questo caso si riferisce allo stato, che garantisce e tutela i diritti.
- L'uomo (allo stato di natura) ≠ cittadino (quando insorge uno stato).
I 3 diritti naturali... dell' UOMO
- Siamo nel periodo del Giusnaturalismo, Questa filosofia si applica alle istituzioni e dichiara che un uomo, allo stato di natura, ha diritto alla proprietà, all'uguaglianza e alla libertà. Gli ultimi due diritti oggi sono considerati come "della personalità" mentre la "proprietà", oggi si riferisce al diritto patrimoniale. All'epoca la proprietà era considerata un diritto fondamentale e naturale al pari dei primi due. I tre diritti naturali sono inoltre: sacri (in riferimento alla sacralità della vita umana, non si parla di religione. Siamo nel pieno laicismo. Stato laico, domina la ragione), inalienabili (non possono essere ceduti) e imprescrittibili (in caso di assenza nel corso vengono persi).
I 2 diritti positivi... del CITTADINO
- Vi sono inoltre indicati altri 2 diritti ma si dicono positivi nel senso lato del termine, ovvero nascono con la creazione dello stato. Questi 2 diritti positivi derivano dal contratto sociale per questo sono universale e l'Assemblea decide di enunciarli dopo i 3 diritti naturali. Essi sono:
- la sicurezza (è un diritto dei cittadini) (lo stato garantisce ai ribelli, risorgere contro il diritto natural in società) li>La resistenza all'oppressione (è un diritto dei cittadini, se lo stato li tutela allora non ci sarà alcuna rivolta) Non sono diritti naturali ma sono importanti se universali. Si dicta contro uno stato tirannico.
La dichiarazione infatti è universale (tutti sono uomini), la costituzione a cui è lega invece no, si applica solo alla Francia
Francia e non alle colonie (non tutti sono cittadini).
Analisi del contenuto: gli aspetti principali divisi per tema e principi...
- Il primo articolo in base a 3 diritti naturali, dichiara che: "gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti" ovvero, i diritti gli spettano dalla nascita e ne restano titolari anche successivamente, in presenza di uno stato. Ovvero sia quando l'individuo è uomo sia quando diviene cittadino con la creazione dello stato.
- Libertà:
- Siamo nel liberalismo classico, la libertà è concepita come fare liberamente ciò che non nuoce ad altri, e non fare ciò che si vuole (stato di natura). Per questo motivo occorrono dei limiti che garantiscano agli altri uomini il godimento degli stessi diritti e che tutelino la società. Lo stato ha dunque il diritto di vietare solo le azioni nocive alla società.
- Libertà di movimento, inviolabilità della corrispondenza. C’è la garanzia della libertà di espressione sotto ogni forma (anche per la religione, si esprime infatti il concetto di laicità dello stato) e libertà di stampa, ma a costo che non si commetta diffamazione quali calunnia, ingiuria, infamia o plagio. Non c’è la censura (controllo preventivo), ma solamente un controllo successivo per garantire che non si danneggi altri.
- Uguaglianza: siamo tutti uguali di fronte alla legge e nell'accesso alle cariche pubbliche: la nobiltà è cancellata, tutti possono accedere alle cariche pubbliche. Si ha una primo approccio alla meritocrazia.
- La proprietà: essendo categorizzata come diritto naturale, è considerata come inviolabile e sacra. Può essere espropriata solo in caso di bisogno pubblico, previsto dalla legge e con un'equa indennità. Oppure in caso di invasione. Casi molto rari.)
- L’irretroattività della materia penale: un altro principio che emerge dalla Dichiarazione è quello dell’irretroattività della legge penale il quale vieta l'applicazione di una norma penale a quelle condotte messe in atto prima della sua entrata in vigore. (a parte casi eccezionali)..
La Dichiarazione esprime anche altri 2 principi di organizzazione politica:
- Il principio della sovranità nazionale (e non popolare!): la Sovranità non appartiene né al Re, né al popolo, ma alla nazione. Essa è come un soggetto distinto dai suoi cittadini. Così facendo l'Assemblea costituente evita la monarchia assoluta e la democrazia. Questo principio mira ad evitare soprattutto il suffragio universale* poiché esso è innanzi tutto un diritto positivo e non naturale e dunque non appartiene a tutti i cittadini, ma a una parte che rispetta i criteri stabiliti dallo stato.
La nazione poi delega in parte il suo potere ai 3 poteri differenziati. Il re non è al di sopra della legge, ma è una figura diversa dai cittadini. I nobili e il clero pagano i tributi. Il re viene qualificato la sua figura e detta sacra (solo per formalità; appellativo tipo sua maestà...) e inviolabile (eccetto che dai tribunali). Il re non è perseguibile penalmente: non può essere chiamato a processo, non va in galera. Per lui si presenta in tribunale il ministro della Real Casa e risponde solo l'ente. Il re sarà punito solo con la decadenza.
*Il suffragio universale invece, deriva dalla sovranità popolare, un principio completamente diverso. Perché:
- NAZIONE= E' un concetto metagiuridico (ovvero ha una valutazione politico-ideologica o va al di là del diritto) e un termine neutro. Il suo significato affonda le radici nel concetto di nascita: La nazione è un Insieme di persone accomunate da tradizioni storiche, culturali, linguistiche
(come della storia assieme a significati diversi: ad esempio, Nazionalismo "nazione che vuole prevalere sulle altre"). Solo i cittadini attivi (che rispettano i criteri* imposti dallo stato) hanno diritto di voto.