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Il RAZIONALISMO ITALIANO nacque con Giuseppe TERRAGNI, Luigi FIGINI, Gino POLLINI, Piero BOTTONI e
Franco ALBINI. “ La nuova architettura deve risultare da una stretta aderenza alla logica e alla razionalità; dalla
perfetta rispondenza della struttura allo scopo risulterà per selezione lo stile”; “ Il cemento armato ha
presentato una nuova estetica e ha già stabilito alcune forme assolute negli altri paesi”. Il funzionalismo lo
riprendono da Gropius, l’uso del cemento armato da Sant’Elia. L’Officina del gas di Terragni è una
composizione di solidi elementari, cubi e cilindri, ma riprende anche i
pilotis di Le Corbusier. Fu presentata alla
Biennale di Monza, dove fu presentata anche la
Casa elettrica -‐ si vuole dimostrare che l’elettricità ha
cambiato il modo di vivere e di abitare: sfruttando al meglio gli spazi in un’architettura razionale la nostra vita
può fare un salto di qualità. È una casa
ideale, non
reale: all’interno, la cucina ultramoderna sfrutta tutti gli
spazi disponibili (come la cucina di Francoforte). È una casa efficiente, ma occorre educare un pubblico che
impari ad utilizzare al meglio questi spazi (Gio Ponti, al tal proposito, disse che per cambiare l’architettura
occorre cambiare in prima istanza il nostro modo di vivere). Nel 1933 la Biennale fu spostata a Milano e
diventò la Triennale; nel parco furono inserite tante “casette” che gli artisti avevano il compito di arredare. La
casa urbana diventa una villa: Figini e Pollini diedero il loro contributo inserendo una forte presenza di colori.
La loro casa era costruita intorno a un patio (che ricorda il
Padiglione a Barcellona di Mies Van De Rohe) e
all’interno non vi sono stanze chiuse , ma ambienti ininterrotti molto semplici, con mobili altrettanto semplici,
molti dei quali sospesi, e sedie in acciaio; attraverso un’ampia vetrata si poteva vedere il patio. Loro obiettivo
era dimostrare il lirismo e la soggettività della macchina, che in quegli anni veniva disprezzata.
La struttura della
Casa al Villaggio dei Giornalisti di Milano, ad opera di Figini, è sospesa per circa 3 metri da
pilotis; era molto stravagante, sembrava di salire in un vascello percorrendo la scala. Quest’ultima era stretta,
non poteva essere percorsa da due persone in sensi opposti; ma è giusto così, la casa moderna deve essere
razionale, senza ovviamente dimenticare la natura. Rispetto a
Villa Savoye di Le Corbusier è più modesta.
Un’altra casa alla Triennale del 1933 fu quella di Terragni, la
Casa sul lago per artista, che ha spazi che si
aprono direttamente sull’esterno, oltre alla presenza di opere d’arte direttamente sulle superfici delle pareti.
La Casa a struttura d’acciaio di Franco Albini è una casa tradizionale che poggia su una modernissima struttura
in acciaio. Lo stesso Albini progettò
l’Alloggio per un uomo, un’abitazione molto razionalista, con due parti
distinte, dedicate allo sport e al lavoro. La doccia è a vista, con un lavabo accanto; una parete viene sfruttata
per riporre gli attrezzi ginnici. Il letto è molto in alto, raggiungibile con una scaletta; nell’ambiente sportivo
sono presenti un vogatore e un tappeto per la ginnastica. Nella parte lavorativa c’è un tavolo e una libreria.
Giuseppe Terragni progettò la Villa Bianca a Seveso, che come cornice sfrutta la struttura sovrastante.
L’Asilo Sant’Elia invece non ha una forma precisa, ed è accessibile con una scala. Non è assolutamente
simmetrico, si basa su sbilanciamenti e vuoti improvvisi. Le grandi vetrate hanno una funzione psicologica sui
bambini, che pur trovandosi fuori casa, non si sentono in un luogo estraneo.
La casa del fascio a Como, fu costruita nel 1932-‐36, pochi anni prima della morte. Si tratta di un edificio
pubblico per eccellenza, legato alla politica fascista. L’edificio ha 4 facciate diverse, che seguono un’evoluzione
geometrica. La pianta è un quadrato, con un grande vuoto al centro, che serviva a creare una piazza al
coperto. Ai lati c’erano uffici e la caratteristica “Stanza Mussolini” dove si seguivano le riunioni dei gerarchi. La
presenza di vetro sulle superfici indicava che l’operato dei fascisti era trasparente, sotto gli occhi di tutti. Dal
tetto si poteva scorgere il Duomo di Como, quasi ad indicare una sfida fra edifici monumentali.
Lezione 8 -‐ ALVAR AALTO, GIO PONTI
Nel contesto finlandese, uno dei materiali più graditi ad Alvaar Alto è il legno, in particolare la betulla, che
nella fase di realizzazione degli oggetti viene spesso curvato e ammorbidito, per evitare gli spigoli. Nella
conferenza Per un’architettura più umana che tenne nel 1940 disse che una semplice sedia svolge sia una
funzione meccanica, sia psicologica -‐ il legno in questo senso è migliore dell’acciaio, perché non conduce
calore e non riflette, rischiando di abbagliare le persone che si siedono. Il
Sanatorio di Palmio, una delle prime
opere, è una struttura di 3 blocchi disposti “a ventaglio”