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DOMUS
La domus era una tipologia di abitazione utilizzata nell'antica Roma. Era un domicilio privato urbano e si distingueva dalla villa suburbana, situata al di fuori delle mura della città, e dalla villa rustica, situata in campagna e dotata di ambienti appositi per i lavori agricoli. La domus era l'abitazione delle ricche famiglie patrizie, dotata a volte perfino di terme.
INSULAE
Erano le abitazioni dei cittadini romani meno abbienti, erano edifici composti da un piano terra, in genere destinato a botteghe di vario genere (tabernae), dotate di un soppalco per deposito di materiali e/o alloggio degli artigiani più poveri, e da piani superiori, destinati agli alloggi, via via meno pregiati verso l'alto. Mancavano servizi igienici.
FORO DI CESARE
Il Foro di Cesare fu il primo dei Fori Imperiali di Roma ad...
essere realizzato, con lo scopo di ampliare gli spazi del centropolitico, amministrativo e religioso della città della tradizionale piazza pubblica del Foro Romano. Opera molto interessante sotto il profilo dell'analisi dei rapporti con la cultura architettonica ellenistica. Il Foro di Cesare, è situato ai piedi del Campidoglio e consiste in un'unica grande piazza allungata di forma rettangolare, con portici etabernae. Tutto l'impianto era dominato dal tempio di Venere Genitrice situato su uno dei lati minori della piazza.
Le taberne sui lati della piazza erano inizialmente pensate per le attività politiche, poi però divennero botteghe con annessi magazzini delle botteghe e residenze.
TEMPIO DI VENERE GENITRICE
- Fondo absidato
- Tempio sine-postico
- Muri esterni con semi-pilastri
- Scalinate d'accesso laterali
- Podio rialzato e scalinata centrale con due avancorpi sui fianchi
Tempio dedicato nel 48 a Venere Genitrice, da cui la Gens Iulia si
Vantava di discendere, situato nel foro di Cesare- Tempio di matrice italia per la presenza del podio ma con alcune innovazioni:
- Scalinate d'accesso disposte sui lati lunghi che sottolineavano la separatezza del tempio dalla piazza
- Muri esterni della cella ritmati da semi-pilastri addossati, e non da semicolonne
- Cella con abside sul fondo per la statua della dea Venere
- Colonne libere e semi-pilastri addossati ai muri interni della cella
- Gli interventi iniziati da Cesare e interrotti dopo la sua morte furono poi portati avanti da Augusto
- Introduzione dell'arco inquadrato dall'ordine architettonico (risalente alla cultura ellenistica) che da qui in poi caratterizzerà molte delle facciate della produzione architettonica romana
CURIA IULIA
La costruzione in mattoni ancora oggi visibile nel sito del Foro Romano è la curia Iulia, fatta realizzare da Cesare a fundamentis nel 44 e terminata da Augusto nel 29 a.C, collocata all'angolo del Foro Romano
sopra parte del Comizio e adiacente al portico del Foro di Cesare. Restauro effettuato da Domiziano nel 94 d.C. - Pianta rettangolare con 4 contrafforti agli angoli, edificio realizzato interamente in laterizio - Facciata principale caratterizzata da tre grandi finestre e una porta - Facciata un tempo rivestita di lastre marmoree nella parte inferiore e da un bugnato di stucco in quella superiore - Lato posteriore con una sola finestra in alto e due porte in basso - Volume interno ad aula unica, con copertura piana - Pavimento con un ricco intarsio di marmi colorati (parzialmente riutilizzato) risalente all'età dioclezianea - Nicchie per le statue inquadrate da colonnine poggianti su mensole, inserite nelle pareti (di età dioclezianea) - Sui lati lunghi erano disposti simmetricamente i 300 seggi dei senatori, collocati sopra gradini larghi e bassi in giallo antico e pavonazzetto - La struttura della presidenza consisteva in un basso podio appoggiato alla parete di fondo ed ospitavacentralmente la base della statua della Vittoria FORO REPUBBLICANO
Il monumento possiede molte affinità costruttive con i santuari terrazzati di Palestrina, Ferentino, Terracina, ma soprattutto col santuario di Tivoli, il quale, allo stesso modo propone l'arco inquadrato dall'ordine architettonico e la volta a padiglione, due novità costruttive che da questo periodo in poi diventeranno caratteristiche tecniche della pratica edilizia romana che, di riflesso, condizioneranno la storia dell'architettura dal Rinascimento in poi.
- Il Tabularium era l'edificio destinato ad ospitare gli archivi pubblici dello stato
- Venne fatto realizzare intorno al 78 a.C. da un partigiano di Silla, Quinto Lutazio Catulo
- Architettonicamente l'edificio fungeva da sostruzione alla depressione topografica che si inseriva tra le due cime del Campidoglio, aree collocate a dislivelli altimetrici un tempo molto più rilevanti di oggi
- I resti della facciata
dominano il Foro e mostrano un prospetto che dava sulla valle tra Campidoglio e Palatino- Il basamento realizzato totalmente con blocchi regolari di peperino e tufo dell'Aniene ed era lungo 73.8 m
Galleria Secondo livello con gli archivi di stato
Primo livello
Unico accesso Basamento indecentrato e peperino e tufo
depressione topografica
scalinata
La parte architettonica più interessante è la lunga galleria, divisa in settori coperti da volte a padiglione: questa soluzione
riveste un'importanza straordinaria poiché permette di inserire sistemi di strutture voltate nel contesto concettuale del
sistema trilitico degli ordini architettonici, i quali con questo stratagemma prospettano esternamente con l'arco.
La galleria si apriva esternamente con un'arcata inquadrata da semicolonne
Semicolonne doriche in peperino, capitelli ed architravi in travertino
Coronata da un fregio dorico composto di metope e triglifi
TEMPIO DEI DIOSCURI
Il Tempio dei Dioscuri,
conosciuto come tempio dei Castori (facendo riferimento a soltanto uno dei gemelli divini Castore e Polluce), si riferisce ad un culto introdotto a Roma durante l'inizio della Repubblica, importato dalla cultura greca. Nel pantheon greco, come nel panorama degli dei etruschi, i Dioscuri rivestivano un particolare significato quali protettori della classe aristocratica, pertanto anche a Roma furono dal principio designati come "custodi" della nobiltà. Tre fasi costruttive principali: 1. Tempio italico, con profondo pronao e tre celle, di orientamento identico all'attuale (NE-SO), ma più piccolo nelle dimensioni; a questa fase appartengono probabilmente i frammenti di decorazione architettonica in terracotta. 2. L'edificio venne trasformato facendo in modo che il podio, in opera cementizia, potesse essere utilizzato come tribuna presidenziale dei comizi legislativi, che avvenivano nella piazza antistante. L'impianto del tempio fu trasformato inperiptero ottastilo sine postico (periptero senza colonnato posteriore).
La configurazione finale dell'impianto risale all'intervento promosso da Tiberio (inaugurato nel 6 d.C.)
In quest'ultima fase il tempio conservava il medesimo impianto con cella, pronao e tribunale dove ogni elemento era sostenuto da una diversa struttura cementizia. Il podio venne ulteriormente alzato e ingrandito. Conservava l'aspetto di un tempio ottastilo periptero, di ordine corinzio, con 11 colonne sui lati lunghi. Il tribunale antistante, invece, venne ridotto nelle dimensioni e poi, ormai defunzionalizzato, venne rimosso per far spazio ad un'unica gradinata frontale di accesso.
TEMPIO DI VESPASIANO
Il Tempio di Vespasiano è un edificio sacro fatto erigere per onorare il primo principe della dinastia Flavia, fatto divinizzare post mortem per volontà del Senato, e di suo figlio Tito. Pareti esterne decorate con lesene Pronao con 6 colonne frontali Podio rialzato
Tempio di Antonino e Faustina
L'edificio sacro venne costruito e dedicato prima all'imperatrice Faustina, morta nel 141 d.C. e immediatamente divinizzata dal marito, poi la dedica fu ampliata anche all'imperatore Antonino Pio, il quale, una volta deceduto,
- Il tempio era ubicato nel lato Nord-Ovest del Foro, a ridosso del grande muro di sostruzione del Tabularium
- Per ospitare il volume del tempio venne chiusa la porta centrale dell'ingresso alla sostruzione del Tabularium
- Tempio prostilo esastilo con pianta rettangolare di 33 x 22 metri; rialzato con un alto podio (come i templi di matrice italica) in cementizio, rivestito da blocchi di travertino, a loro volta ricoperti di marmo
- Pronao con sei colonne sulla fronte e una di lato
- Ampia cella con un podio che fungeva da base alle statue dei due imperatori divinizzati
- Pareti della cella, in blocchi di travertino rivestiti di marmo, decorate con un ordine di lesene
- Ricevette un ulteriore spazio nella sfera cultuale dello stesso tempio.
- Il tempio si erigeva sopra un imponente podio in blocchi di tufo, in origine rivestito esternamente in marmo.
- Scalinata centrale di accesso di cui il rifacimento in mattoni risulta un intervento di epoca moderna.
- Sopra le scale al centro, sorgeva l'antico altare.
- Come il tempio di Vespasiano, è esastilo, presenta sei colonne in facciata ed altre due per ciascun lato che vanno a raccordarsi col volume della cella.
- Colonne (lisce senza scanalature) in marmo "cipollino" con capitelli corinzi in marmo bianco.
- Cella realizzata con blocchi di peperino rivestiti in marmo.
ARCO DI TITO
- L'arco è ad unico fornice e si sviluppa per 13,50 m in larghezza, 15,40 m in altezza e 4,75 m in profondità.
- Mole compatta e robusta che si allontana dai canoni proporzionali dell'età augustea.
- Tecnica costruttiva ad opera quadrata, con marmo pentelico e capitelli e marmo di