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Il palazzo tra Roma e l'Italia settentrionale
A Roma Bramante (Palazzo Caprini) e Raffaello proposero nuovi modelli in cui furono combinati bugnato al piano terra e scansione della facciata con ordini in rilievo. Palazzo Farnese a Roma, progettato da Antonio da Sangallo il Giovane e Michelangelo, costituì un'ulteriore evoluzione, che darà vita a un modello molto duraturo, caratterizzato dal rifiuto sia del bugnato che degli ordini a favore di una facciata liscia percorsa da membrature orizzontali (marcapiano, marcadavanzali), su cui si stagliano finestre ad edicola, con timpani triangolari e curvilinei alternati, che al piano terra diventano inginocchiate.
Nel pieno Rinascimento, su influenza di Vitruvio, si ebbe una maggiore attenzione verso la simmetria, oltre che delle facciate e della corte interna, anche della configurazione planimetrica, come nel caso di Palazzo Valmarana, di Andrea Palladio. Nelle residenze di campagna, la centralizzazione della casa divenne
Un principio fondamentale: la disposizione degli ambienti interni, distribuiti a croce attorno ad una sala centrale, ricalca sostanzialmente quanto illustrato da Leon Battista Alberti nel trattato De re aedificatoria, nel tomo dedicato alle "case signorili". Altra particolarità della villa è l'inserimento di un frontone classico in facciata, che anticipa le soluzioni palladiane del secolo successivo.
Palazzo Caprini, "Casa di Raffaello" Roma (1501 - 1510) – Bramante
- Il palazzo Caprini fu progettato da Bramante e costruito nel quartiere di Borgo, per il protonotaio apostolico viterbese Adriano de Caprinis – poi demolito per la realizzazione di Via della Conciliazione
- Chiamato anche "Casa di Raffaello" perché l'artista lo aveva acquistato e vi aveva vissuto fino alla morte nel 1520
- Nuova tipologia di palazzo, ripresa nei decenni successivi dai suoi allievi e continuatori a Roma
- Facciata su due livelli (registri)
Palazzo Massimo alle Colonne, Roma (1532) - Peruzzi
Ultima opera di Peruzzi, l'attuale Palazzo Massimo fu ricostruito a seguito della distruzione delle precedenti fabbriche durante il Sacco di Roma del 1527, della
stessa famiglia dei Massimi poi detti “delle Colonne” dalle colonne dell’atrio d’ingresso del loro nuovo palazzo, per distinguerlo dalle altre proprietà di famiglia- Il progetto prevedeva, come nell’antico palazzo, una loggia al piano terra, che Peruzzi posiziona in facciata, allineata con l’asse centrale della strada che conduceva alla facciata e non con il centro del prospetto- Nonostante l’intenzione di ricostruire l’antico, non segue i piani di progetto, poiché viene regolarizzato e ampliato- La pianta segue i muri medievali presistenti, ma Pietro Massimo acquista una piccola parte di facciata del palazzo adiacente per rendere la facciata simmetrica rispetto al portico centrale d’ingresso (in asse alla strada davanti)- La facciata venne ampliata e divenne curva, seguendo l’andamento della strada, punto caratteristico del palazzo- La loggia o pronao d’ingresso ha terminazioni absidate, a forcipe, e
richiama il "nartece paleocristiano" - Enorme architrave al di sopra delle colonne del loggiato e delle leggere paraste del piano terra - Forti contrasti in facciata: loggia altamente classica e 3 ordini superiori non classici, arcaici - Colonne doriche binate e libere del loggiato e paraste laterali al pianterreno con alto architrave dorico superiore - Muro con finto bugnato a stucco, finestre edicolate al piano nobile e incorniciate sui due piani superiori - Cortile interno con 3 livelli, colonne doriche al piano terra - L'architettura di Peruzzi non da le basi per tipi o canoni prefissati: Peruzzi è bravo perchè trova soluzioni brillanti asingoli problemi architettonici, e nei suoi disegni, ricchi di proposte e di vivace fantasia sperimentale - Peruzzi elimina i canoni classici e non è interessato ai canoni vitruviani sugli ordini
Palazzo Maccarani, Roma (1519-1520) - Giulio Romano
Giulio Romano, uno dei pochi grandi architetti del '500
nato a Roma, era stato allievo di Raffaello di cui riprende la caratteristica dello stile maturo di Raffaello dell'unità tra struttura e decorazione. Giulio Romano è il più importante architetto della tendenza definita "architettura pittorica" in cui l'edificio è inteso come oggetto estetico completo, unione di architettura e decorazione. Come Peruzzi, anche Giulio Romano manifesta vivacità e creatività d'invenzione, in uno stile ricco di contrasti tra forme classiche e anticlassiche e rotture con le regole degli ordini classici. Spostatosi a Mantova nel 1524, Giulio curerà tutti i progetti della corte dei Gonzaga, fino poi alla sua morte. - Giulio Romano per Palazzo Maccarani si ispirò alla struttura, seppur semplificata, di Palazzo Caprini di Bramante - Prospetto a 5 campate su tre livelli: piano terra con mezzanino, piano nobile e secondo piano - Piano terra bugnato con fasce verticali a marcare lecampate e separare le ampie aperture e il portale d'ingresso
Portale con conci molto sporgenti incastrati in un timpano spezzato
Mezzanino con finestre allungate orizzontalmente, cornice sottile sospese tra le fasce verticali bugnate
Cornice marcapiano lungo tutta la facciata, appoggiata sulle fasce di bugnato verticali
Piano nobile con finestre edicolate e davanzali che poggiano sui punti della cornice non sostenuti dal bugnato
Paraste binate sui due ordini superiori, senza capitelli a sostegno della seconda cornice marcapiano
Secondo piano con finestre a terminazione centinata ad archi ribassati
L'eccentricità di palazzo Maccarani è facilmente leggibile in confronto a Palazzo Caprini di Bramante
Palazzo Thiene, Vicenza – Palladio e il progetto di Giulio Romano
Ristrutturato dal 1542 dall'architetto Andrea Palladio, probabilmente sulla base di un progetto di Giulio Romano
Nell'ottobre del 1542 Marcantonio e Adriano Thiene diedero
Inizio alla ristrutturazione del palazzo di famiglia, di forme gotiche, secondo un progetto grandioso che avrebbe occupato un intero isolato di 54 x 62 metri. Numerosi elementi in comune con le opere di Giulio Romano: il bugnato del pianterreno e le finestre, derivate da quelle della casa romana di Giulio Romano; la disposizione delle sale all'interno intorno al cortile quadrato e l'entrata con quattro colonne riprendono il Palazzo del Te a Mantova. Il palazzo sembra progettato da Giulio Romano ed eseguito da Palladio, che a inizio '500 è influenzato da Giulio. L'ordine del piano nobile, date le proporzioni molto slanciate, le trabeazioni e i capitelli del registro superiore vengono definiti totalmente da Palladio. Piano terra totalmente bugnato con pronao d'ingresso avanzato su 4 pilastri e tre arcate e timpano terminale. Il cortile interno rispecchia i registri esterni, piano terra bugnato con arcate su pilastri e piano superiore con alte arcate.
slanciate su pilastri e lesene addossate- Il palazzo non fu mai completato
Palazzo Corner, (“Ca’ Corner della Ca’ Granda”) Venezia – Jacopo Sansovino- Costruito e progettato da Jacopo Sansovino, dopo il 1532 un incendio distrusse la precedente residenza dei Corner- Il tema di fondo rimane Palazzo Caprini: piano terra è bugnato e il piano nobile è articolato da un ordine binato- Sansovino dà un forte spessore e aggetto a tutte le membrature, molto sporgenti colonne binate, paraste, cornici- Finestre edicolate al piano terra, finestre al mezzanino incorniciate con mensole molto pronunciate- Secondo ordine con colonne ioniche binate su basamenti a sostegno dell’architrave superiore continuo che separano le alte finestre arcate; terzo ordine identico ma con colonne corinzie e finestre ellittiche nel fregio- Basamenti delle colonne ioniche separati da rientranze dalle balaustre delle slanciate finestre centinate- Cornici marcapiano
fregi superiori molto pronunciati, con sottocornici a dentelli. L'atrio d'ingresso è composto da tre arcate centrali del piano terra aperte con una scalinata che arriva al canale. Questo motivo dell'atrio d'ingresso interno e centrale è ripreso dal Palazzo Te di Giulio Romano. Il cortile interno è quadrato e di notevoli dimensioni, totalmente bugnato, come per Palazzo Te. C'è una successione di vestibolo (in facciata), atrio e corte quadrata attestata sul retro, in stile veneziano. Il palazzo ha una facciata sul Canal Grande molto curata, divisa in tre ordini, avulsa dal contesto veneziano. Sansovino crea un tipo di palazzo che rimane il modello di riferimento dei palazzi di Venezia fino al '700. Si può parlare di fusione di due realtà architettoniche: la tipologia neopalaziale romana e la concezione veneta, per cui colonne, architravi e archi ritornano ad avere funzione portante. Palazzo Bevilacqua, Verona - Michele Sanmicheli. Palazzo molto esteso, ma mai completato, per ifratelli Giovanfrancesco, Antonio e Gregorio Bevilacqua- Realizzate solo 7 delle 11 campate previste: 5 a destra dell'ingresso e 1 a sinistra (e altre 4 mancanti)- Uno dei palazzi più raffinati e ricchi di particolari della città, con una facciata realizzata in due ordini, quello inferiore più massiccio, e quello superiore maggiormente slanciato ed elegante- Ordine inferiore completamente bugnato, con paraste tuscaniche bugnate interposte alle finestre- Su entrambi i piani si alternano campate strette e larghe e finestre alte e basse al piano nobile- Sanmicheli trasforma la cadenza di campate strette e larghe (a-b-a-b) in un sistema di 3 campate raggruppate come in un arco di trionfo (A-B-A) attraverso la scanalatura delle colonne ioniche accoppiate tra loro in 2 a 2- Trabeazione particolare con mensole triglifate, i triglifi sostengono la balconata tra piano terra e primo piano; trabeazione superiore terminale molto alta, sporgente e finemente decorata-
Presenza di ritmi diversi tra gli elementi in facciata che arricchiscono la complessità del palazzo
Scanalature diverse nelle semicolonne
Frontoni triangolari alternati a frontoni curvi nelle edicole delle finestre del piano nobile
ANDREA PALLADIO (1508 - 1580)
Andrea di Pietro della Gondola, detto Andrea Palladio, è stato un architetto italiano del Rinascimento, considerato uno dei più influenti nella storia dell'architettura occidentale.