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La nascita di Borgo intorno alla Basilica di San Pietro

La costruzione della basilica condizionò lo sviluppo di Borgo e della zona del Vaticano trasformandola da un'area marginale alla zona più importante di Roma. Borgo cominciò ad essere popolato e visitato da numerosi pellegrini e questo portò alla nascita di numerose attività, botteghe, servizi e xenodochi legati all'accoglienza dei visitatori, e nacque così il primo nucleo del rione borgo: le quattro scholae, ampliandosi, acquisirono la fisionomia di vere colonie e il termine "burg", comune a quei popoli per indicare un centro abitato, diede il nome alla zona con il nome di Borgo.

Viene a formarsi così una grande Area Sacra definita, oltre che dalla Basilica, dalle chiese, dalle diaconie, dai monasteri, dai conventi, dalle Scholae Peregrinorum ed anche dal primo Palazzo Papale realizzato da papa Leone III (795-816) in prossimità della Schola Francorum.

Stradale e urbano di BorgoScholae peregrinorum: colonie di stranieri (sorte a metà VIII secolo) che si riunivano secondo le rispettive nazionalità (Franchi, Longobardi, Sassoni e Frisoni) e costruivano le proprie case, ospizi per i pellegrini e qualcuno addirittura i propri cimiteri. La più antica era la "schola saxonum" fondata nel 727, poi ampliata e diventata nel XII secolo l'Ospedale di Santo Spirito e l'annessachiesa di S.Maria in Sassia. Dopo il 1000 si stabilirono a Roma anche Ungheresi, Armeni e Abissini.

Monasteri e relative Chiese: erano dei ricoveri/ostelli per i pellegrini Diaconie e chiese (cappelle) annesse: nate con la funzione di distribuire viveri ai poveri e dare assistenza igienica e spirituale, con locali di servizio, magazzini e stanze per gli addetti. Sotto Leone III, nell'800 erano 24 le diaconie a Roma, 5 solo in Borgo, tutte poi demolite nel tempo: S.S.Sergio e Bacco; S.Maria in Transpontina (ricostruita

Poi nella posizione attuale nel 1637); S.Maria in CaputPortici, S.Silvestro e S.Martino. Oltre ai poveri, le diaconie assistevano anche tutti i pellegrini dellenazioni che qui non avevano delle scholae.

Habitacula: umilissime case costruite dai primi pontefici per alloggiare i poveri

Incendio di Borgo (affresco)

L'Incendio di Borgo è un affresco di Raffaello e aiuti, databile al 1514 e situato nella Stanza dell'Incendio di Borgo, una delle Stanze Vaticane: rappresenta la vicenda del devastante incendio che nell'847 divampò nel quartiere di Borgo antistante l'antica basilica di San Pietro. Leone IV, impartendo la benedizione solenne dalla Loggia delle Benedizioni, fece spegnere miracolosamente il fuoco, salvando la popolazione e la basilica.

Papa Leone IV

Tra l'848 e l'852, sotto papa Leone IV la zona di Borgo venne fortificata dopo la recente devastazione saracena nell'846 (probabilmente dopo una prima fortificazione voluta da Leone III).

Protezione della basilica, distrutta dai romani durante una ribellione nell'816 dopo la morte di Leone III) con la costruzione delle "mura leonine" per proteggere l'agglomerato urbano intorno alla Basilica (la "Rocca del Cielo") dalle continue incursioni dei Saraceni.

La "Civitas Leonina" e i futuri ampliamenti delle mura

Dalla realizzazione delle mura da parte di Leone IV, il quartiere non venne più considerato una parte dell'Urbe, ma una città separata, la Civitas Leonina, appunto (o "Leoniana"), con magistrati e governatore propri. La Civitas Leonina rimase indipendente fino al 1586 quando, con papa Sisto V, divenne nuovamente una parte di Roma, elevandolo a XIV rione, Borgo (in suo onore lo stemma di borgo presenta leone rampante con i tre monti e una stella ad otto punte).

- Chiamate mura leonine dal nome di Leone IV e furono realizzate in soli 4 anni (848 - 852)

- Le mura iniziali avevano 3 porte, 44 torri e...

V ampliò le mura aggiungendo altre 3 porte e rinforzò le mura a difesa del polo sacro e sede della Curia di Roma. Ampliamenti successivi furono realizzati con Paolo III e poi Pio IV. Papa Niccolò V (1447 - 1455) fu fondamentale perché definì un piano organizzato di riassetto urbanistico di Roma e per primo ipotizzò la ricostruzione della basilica, che voleva riedificare da zero più grande e degna di quella costantiniana. Prima di lui, Papa Eugenio IV aveva emanato una bolla papale nel 1437 che concedeva l'esonero fiscale per 25 anni a chi avesse costruito in Borgo.

V voleva rendere Borgo una cittadella della Curia romana, abitata da prelati, cardinali ma anche da artigiani e mercanti, circondata da alte mura a protezione della basilica e dei palazzi vaticani, chiusa a est dal bastione difensivo di Castel Sant'Angelo. L'esistente sarebbe stato riorganizzato su 3 grandi strade porticate che collegavano la piazza della Basilica con quella davanti al castello. Il piano era coerente con la cultura della "città ideale" di metà '400 e fu realizzato solo in minima parte con l'inizio della ricostruzione dell'abside della basilica e l'aggiunta del "turrione" nel recinto delle mura leonine presistenti. Le idee di Nicolò V durarono a lungo e furono realizzate progressivamente dai pontefici successivi.

Programma di Papa Nicolò V

Programma organico per Borgo, mai definito con un progetto ma frutto di discussioni e idee del papa (mai concretizzate completamente e basate sulle

sole intenzioni), interpretabile secondo quanto riportato dalla descrizione del "programma" che ne fa il biografo Giannozzo Manetti. Nicolò V aveva in mente una città recinta da mura, munita di torri, con ampliamento a nord il perimetro delle mura leonine, con all'interno tre strade porticate specializzate per distinte funzioni che collegavano un ampio slargo davanti Castello con Piazza San Pietro. Schema basato sulla ristrutturazione e razionalizzazione dell'esistente, dei tracciati viari e delle strutture difensive esistenti. Le tre strade porticate (descritte come "per rectam lineam" cioè dirette/rettilinee) coincidono con tre fondali architettonici, quella di destra è indirizzata verso l'accesso ai Palazzi Vaticani, quella di centro verso il portale centrale della Basilica e quella di sinistra verso la guglia (cioè l'antico obelisco). I tre percorsi sono in parte già esistenti e devono essereessere quindi solo rettificati.- La proposta delle 3 strade porticate tra due spazi importanti non è una novità, ma si rifà a molti modelli medievali delle città fiorentine e angioine, l'aspetto innovativo è la direzione verso 3 precisi fondali architettonici. Solitamente nelle città coeve Fiorentine e campane (rimangono però solo 3 direzioni, poiché è impossibile riuscirne a tracciare il percorso correttamente poiché conosciamo solo punto di partenza e d'arrivo)- Mentre negli esempi fiorentini e angioini le strade rettilinee longitudinali hanno la funzione di percorsi matrice che ordinano la lottizzazione dei suoli per l'edificazione dei terreni, qui servono solo come direttrici- Ridefinizione degli spazi urbani interstiziali (stradi e piazze) che dovevano convivere con le strutture esistenti e già in stato di avanzata decadenza, ma all'origine del tessuto viario- Ruolo chiave della

“cerniera” identificata con la piazza davanti la Mole Adriana- La basilica di S.Pietro (e Borgo insieme ad essa) risulta, dalla descrizione di Manetti, la meta finaledi ogni percorso di pellegrinaggio- Ruolo di spazio di transito del Borgo, tra la porta d’accesso dal Tevere davanti a Castel S.Angelofino alla piazza davanti alla Basilica (ruotato il percorso medievale che prevedeva l’arrivo da nord)- All’arrivo di Nicolò V Borgo è formato da edifici cadenti, in gran parte anche abbandonatiL.B. Alberti probabilmente è partecipe alle iniziative di Nicolò V sia come ispiratore che progettistaAll’inizio del Quattrocento la città presenta un aspetto ancora caotico e frammentario Niccolò V affidò aLeon Battista Alberti il rifacimento di numerose chiese.Furono iniziati i cantieri subito sulla Basilica e sul Palazzo Vaticano Riqualificare Roma e aumentarne il prestigio significava aumentare il prestigio

dell'autorità papale

Eliminazione delle costruzioni sporgenti che intasavano gli assi viari

I piccoli e stretti vuoti tra edifici vennero ostruiti o risolti per evitare problemi igienici

Per la sua breve durata, Niccolò V riuscì solo in parte a completare il suo progetto e furono i suoi successori, in particolare Sisto IV, Alessandro VI e Giulio II, a dare un deciso contributo al riassetto urbanistico di Roma

Papa Sisto IV (1471 – 1484)

Grande patrono delle arti e dell'umanesimo, favorì la ricostruzione in senso monumentale di Roma e fu fondamentale anche per Borgo per l'imminente Giubileo del 1475 per cui c'erano diversi problemi da risolvere in vista dell'arrivo di altri pellegrini.

Il re Ferrante di Napoli (come riportato da S.Infessura in "Diario", Roma 1890 p.79) venuto a Roma per il Giubileo del 1475, si lamentò con Sisto IV per la ristrettezza delle vie, per i porticati e gli aggetti

Sporgenti delle case evidenziando la scarsa sicurezza della città e consigliando di porvi rimedio ampliando le strade.

Periodo di rinnovamento edilizio esteso a tutta la città (ponte Sisto, chiese di S. Maria del Popolo, S. Maria dell'Anima, S. Agostino, S. Giacomo, ospedale di S. Spirito, ecc.)

Realizzazione di Ponte Sisto "pro civium et peregrinorum commoditate" sull'Isola Tiberina per agevolare l'accesso dei pellegrini a San Pietro: il percorso che passava da via Settimiana (futura Via della Lungara) tramite Porta Settimiana era un'alternativa all'accesso da est da Castello.

Pavimentazione di Borgo Vecchio in pietra nel 1474 insieme alla realizzazione di Ponte Sisto.

Per sua iniziativa fu eretta in Vaticano la Cappella Sistina, Cappella Palatina di Palazzo Apostolico, poi affrescata da Michelangelo sotto il nipote di Sisto IV, Papa Giulio II.

Apertura di "Via Sistina" oggi Borgo Sant'Angelo.

Testimoniata da una lapide commemorativa lungo Via delle Fosse di Castello, come riporta "Topografia e urbanistica di Roma" di Castagnoli, Cecchelli, Giovannoni e Zocca, Bologna 1958.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
12 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher icodeca96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della città e del territorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Roca De Amicis Augusto.