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J.H.
campagne di scavo e conoscenza di edifici della grecità, individuando in alcuni di essi tracce di
colore, ritenuto sufficiente come indicazione di una completa cromia dei templi (quindi al contrario
della superfice totalmente marmorea a cui siamo abituati). Si determina una rivoluzione: viene
à
immediatamente applicata questa tecnica nelle realizzazioni ottocentesche che si rifanno alla
classicità (es. introduce il colore in alcuni portici di edifici parigini).
Realizza la (1830-46), la più grande chiesa basilicale del tempo. Gli
chiesa di Ste Vincent de Paul
interni si sviluppano su due ordini di colonne, con un tetto a capriate lignee. Presenta un’esuberanza
cromatica: colonne color albicocca, capriate rosse e blu e superfici dorate che animano tutto
l’interno dell’edificio.
All’esterno è preceduta da un portico con frontone e due torri laterali retrostanti.
L’acquisizione delle conoscenze sulla cromia greca fa si che anche all’esterno vengano realizzati
pannelli cromatici (rimossi poi nel 1863).
La 1861, fu il coronamento dell’opera di Hittorf. Si aveva il problema complesso di
Gare du Nord,
unire una classicità esterna dei prospetti con un’utilità che ovviamente una stazione ferroviaria deve
avere. Sistema di copertura con capriate di ferro innovative, con elementi di novità che devono
essere comunque associati e armonizzati con i prospetti neoclassici. Dicotomia tra parte funzionale
con il linguaggio preciso del ferro con una parte monumentale rappresentativa dal linguaggio
classico. La classicità della figura esterna, con il riferimento all’arco romano, inquadrano un edificio
che prosegue verso elementi di funzionalità padroni di una stazione ferroviaria.
Chiesa di Ste Vincent de Paul, Parigi (interno ed esterno) Gare du Nord, Parigi
Ma come inquadrare classicamente edifici che richiedono una determinata funzionalità?
(1801-75) ha una teoria molto solida all’attenzione per le nuove possibilità
H. Labrouste
tecnologiche, materiche, tipologiche. Si pone nuovamente il problema di come sposare una
funzionalità con determinati bisogni senza rinunciare ad una monumentalità e rappresentanza che
la classicità può dare.
La 1838, è un edificio nazionale molto importante che
Biblioteca di Sainte Genevieve, dal
necessitava di una certa rappresentanza e classicità. Si tratta di un grande edificio rettangolare con
ambienti su due lati (magazzini e uffici). Presenta un ordine inferiore bugnato e la parte superiore
con arcate sostenute dall’ordine e inquadrate dal pilastro angolare. Viene realizzata con sistemi
innovativi strutturalmente con archi e colonnine in ghisa, permettono di avere una spaziosità
sufficientemente aperta, con una sola spina centrale di colonnine di ghisa che permette di avere un
ambiente unico, diviso solo al centro. Labrouste utilizza montacarichi, sistemi di illuminazione,
sistemi di riscaldamento e soprattutto le colonnine in ghisa non solo per semplici ragioni utilitarie,
ma specialmente per adattare organicamente la sua architettura alla moderna società
industrializzata (architettura quale nobile espressione).
Spazialità nuova che va ad inquadrarsi in un edificio esternamente neoclassico. Classicità esterna
à
e funzionalità e innovazione all’interno.
Un ulteriore esempio di edificio innovativo sono i 1853. La
Magazzini della Biblioteca Nazionale,
parte sotterranea della biblioteca presenta tutta una serie di scaffalature con strutture totalmente in
ghisa, ottenendo una piena organizzazione funzionale.
L’opera che più rivoluzionerà l’architettura francese da questo momento in poi è, però, l’Opéra di
Garnier, costruita 1875. Charles Garnier è l’architetto che esprime l’ostentazione
Charles dal 1862 al
e la potenza del Secondo Impero. Il teatro, per Garnier, è un luogo di ritrovo per una “cerimonia”,
una condivisione di sogni, sentimenti, valori e per essere visti. Il teatro comprende incontri e
spettatori. L’aspetto sociale è quindi molto rilevante (teatro come specchio della società). Il teatro
in questo periodo resta ancora uno degli edifici più importanti e Garnier sceglie una struttura molto
ricca che non fa riferimento alle solite epoche ma in questo caso al Barocco, poiché presenta una
precisa corrispondenza di linguaggio architettonico e tipologia dell’edificio. La festosità espressa
dal Barocco viene usata per la ricchezza dell’idea di svago a teatro a Parigi.
Monumento come parte importante della vita urbana, segue degli assi realizzati ex novo nella
seconda metà dell’800 per collegare questi nuovi edifici.
Festosità e pregio si trovano anche all’interno. Ogni luogo e situazione sono attentamente studiati.
Forte importanza ha la scala (come in tutta l’architettura barocca), elemento più importante del
palazzo assieme al foyer.
Elementi trasposti da architetture del passato ad edifici contemporanei utilizzati con un preciso
à
obiettivo.
Garnier realizza opere in Costa Azzurra e in Liguria.
Il Neoclassicismo maturo - Italia L’Italia risulta divisa, sino alla seconda metà dell’800,
in stati differenti e questo porta ad una nuova
frammentazione di scuole e realizzazioni, a seconda
dei committenti.
A Milano, dopo il dominio spagnolo, nel 1706
subentrano gli austriaci fino al 1859
1713 – 1796 dominazione austriaca
1796 – 1814 dominazione francese
1814 – 1859 dominazione austriaca
Con Maria Teresa d’Austria vengono redatte una serie
di topografie molto accurate della città di Milano. Non
si trattava più di soli documenti scritti, ma vi fu una vera
e propria costituzione di un catasto (Catasto
Teresiano, 1760), un’elaborazione di base topografica di ogni proprietà residenziale e agricola con
una tassazione in base alla grandezza della sua proprietà.
Fonti iconografiche fondamentali per la conoscenza del territorio.
à
Un altro aspetto importante in età austriaca, che avrà continuità anche in età napoleonica, erano le
Alienazioni, una promozione della stampa totalmente laica, che quindi escludeva il potere dalle
corporazioni e degli ordini religiosi che fino alla fase spagnola avevano acquisito fortissimo potere.
Una vera e propria rivoluzione che prevedeva le soppressioni degli ordini religiosi. Questi vengono
annullati e tutte le loro proprietà vengono requisite dallo stato asburgico. Moltissimi edifici con ciò
diventano disponibili per funzioni civili, come moltissime strutture conventuali, da chiostri e
monasteri diventano edifici per tutta la comunità e soprattutto hanno un potere economico. Ogni
bene ha un valore economico che viene acquisito dallo stato centrale.
Forte relazione tra un discorso politico, stato laico affiancamento degli ordini e un parere di
à
carattere economico. In questo modo lo stato asburgico diventa molto più ricco.
Esempio significativo fu il convegno dell’Ordine dei Gesuiti realizzato alla fine del 600 che dal 1772
viene incamerato dai beni statali e dal 76 diventa un’istituzione per lo studio delle arti aperta agli
studenti, l’Accademia delle Belle Arti di Brera.
Durante il periodo di dominazione austriaca, la figura
dominante a Milano è Giuseppe Piermarini (1734 –
Primo periodo asburgico. Si forma con
1808).
Vanvitelli, lavorando a Caserta e a Roma, viene invitato
alla ricostruzione del Palazzo Ducale. In quest’ultimo,
la struttura esisteva già e Piermarini si occupò della
ricostruzione della precedente fase viscontea.
Successivamente diventò architetto di Stato, fino al
1796 e direttore dell’Accademia di Brera, fondata nel
1776 (direttore del luogo in cui si praticano gli studi in
ambito artistico).
Piermarini realizza, dal 1774, il palazzo
a
nobiliare per il principe Belgiojoso
Milano. Fra il 70 e il 72 viene presentato
un primo progetto con alcune varianti
della facciata principale. Viene
completato nel 1781. La magnificenza e
l’importanza del palazzo vengono
rappresentate dalla vista del paesaggio.
Alcuni incisori (fra cui Domenico Aspari)
raffiguravano il palazzo nelle loro opere,
individuato come una delle principali
fabbriche della città. Il linguaggio è
mutato da Caserta, è un edificio che
esprime un confronto diretto con un edificio precedente. Troviamo un’eredità di queste grandi
fabbriche che Piermarini porta con sé da Vanvitelli e dalla sua formazione a Caserta con la Reggia.
Si ha un razionalismo severo e semplice, che deriva dal rifiuto del Barocco.
Processo di declinazione su diversi moduli dell’ordine verticale, anche in questo caso la scelta
dell’elemento è riferito ad una singola parte che corrisponde ad una precisa parte funzionale: come
nel Louvre, anche qui troviamo un asse di simmetria e una specularità delle ali laterali, declinando
gli ordini in maniera diversa a seconda dell’importanza delle parti del palazzo. Un’intera piazza viene
configurata alle sue dimensioni, è un palazzo che configura una nuova piazza della città.
Nuova scala urbana importante.
à
Nel palazzo ogni elemento è isolato dagli altri, risulta quindi classico in quanto viene raggiunta la
perfezione formale con la semplicità costruttiva.
Piermarini realizza anche la Monza, con una configurazione precedentemente
Villa Reale di
impostata da suggestioni di altre ville (già costruite in altri posti, come la villa di Versaille), che
ritroviamo nell’apertura del corpo centrale le due ali e le sue diramazioni. Dell’opera originale di
Piermarini resta solo la cappella, per via dei diversi restauri avvenuti nel tempo.
A Milano è particolarmente evidente il
“filtro” della fase Palladiana (e
Rinascimentale più in generale) e ciò si nota
in uno degli edifici emblematici: Teatro alla
(1776-78). I doppi timpani e il doppio
Scala
ordine inferiore inquadrato in un sistema più
ampio di matrice palladiana, il bugnato, sono
riprese di epoche precedenti.
Il Teatro alla Scala è una delle opere più note
di Piermarini, al quale seguiranno poi altri
teatri realizzati (Novara, Monza, Mantova, …). L’edificio del teatro è ancora una tipologia di grande
importanza. Scelta di un linguaggio genericamente neoclassico anche se in dettaglio ha diverse
componenti dell’antichità. In facciata vi sono due timpani sovrapposti che sussistono su parti ben
precise, caratterizzate dall’ordine binato con colonne e paraste che vanno a configurare la facciata.
Si ritrovano dei richiami di Palla