Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 50
Storia dell'architettura II Pag. 1 Storia dell'architettura II Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura II Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura II Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura II Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura II Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura II Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura II Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura II Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura II Pag. 41
1 su 50
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

I PROGETTI

Dopo il 1527 M si occupa delle fortificazioni per Firenze.

- San Giovanni dei fiorentini, disegni con iscrizioni “archi” , “portico”.

- Ci sono altri disegni dove mette iscrizioni con unità di misura che in questo periodo sono

i bracci fiorentini

- Carta conservata al British Museum di Londra: schizzo di progetto della sezione bassa

della tomba di Giulio II per San Pietro in Vincoli.

Vasari in De Architettura spiega : se si parla di “lavoro di quadro” si parla di squadratura dei

blocchi, invece “lavoro di taglio” è in previsione della decorazione del blocco (fregi,

cornici..).

M avrà difficoltà nel descrivere il problema della volta dell’abside della Basilica di San

Pietro. Una prima lettera a Vasari seguirà una seconda proprio per la grande difficoltà nel

STORIA II – Prof . Ferretti

descrivere il problema. Gli operai sbagliarono gli angoli dell’intelaiatura delle centine per la

costruzione della volta. Dato che il progetto era in travertino l’unica soluzione era abbattere

tutto. MICHELANGELO A SAN LORENZO

Inizialmente M si occupa della facciata, e il modello conservato in casa Buonarroti è

esaustivo per capire le ambizioni di M, qualcosa di colossale e irrealizzabile.

Per la Sacrestia Nuova i monumenti tombali sono di Lorenzo Giriano.

La Biblioteca Laurenziana svela un metodo di custodia dei libri che corrisponde all’epoca

medioevale. Sono presenti libri miniati e costosissimi di proprietà Medici, non sono tanti

appunto per la preziosità.

Era prevista una piccola biblioteca privata (mai realizzata) , una libreria segreta, dove M

descrive la necessità che le finestre si trovino nella sommità della struttura “tutti i lumi si

piglino dalla volta” ; perché l’edificio confinava appunto con altri.

Michelangelo si occupa della fabbrica dal 1516 al 1534 (nel 1515 nasce comunque il

problema della facciata, fino a questo punto era considerata una cappella privata dei

Medici). Quindi dal 1515 al 1520 si occupa della facciata, poi dal 1519 al 1534 della

Sacrestia Nuova e tra il 1523 e 1534 della Biblioteca Laurenziana.

Sono state ritrovate carte di cantiere che denunciano elenchi di pagamenti, spese di

cantiere (chiodi, legname..).. carte molto importanti perché rivelano le modalità e

l’atmosfera che c’era all’epoca durante tutto il cantiere di San Lorenzo. Carte volute da

Clemente VII in modo tale che M sia giustamente pagato per il suo operato. Tutto questo

scritto in maniera popolare, quindi una scrittura non registrata sui dizionari.

“giornate de macigni” vs “giornate de marmi” (in riferimento alla Sacrestia Nuova). M

distingue i pagamenti degli operai e le varie situazioni o giornate.

M preferisce utilizzare il marmo di Carrara mentre il Papa preferiva quella di Pietrasanta, in

ogni modo M deve farsi carico anche dell’organizzazione per il trasporto del marmo,

un’operazione molto faticosa dove sono riportati anche avvenimenti tragici come la morte

di operai durante il tragitto.

Il lessico nell’architettura:

- Medioevo: fase – previtruviana

L’architettura è plastica, non ci sono testi per tramandare il sapere, il mezzo è

assolutamente orale per diffondere la disciplina.

Il De architettura di Vitruvio non porta nessuna novità momentanea, dato che in quel dato

periodo un dotto sapeva leggere il latino ma non si intendeva di architettura mentre un

architetto avrebbe saputo intendere ma non conosceva il latino, ma il volgare.

- Lessico nazionale XV sec (1400)

Leon Battista Alberti è un dotto che sa leggere Vitruvio e scrive quindi il De Re

Aedificatoria , testo rivolto a tutti.

Con Francesco di Giorgio Mantini troviamo una TRADUZIONE del De Re Aedificatoria

di Alberti, Mantini prende il termine vitruviano e lo italianizza. Per esempio “stylobate” ,

trovato in vitruvio, lo fa italianizza facendolo “stilobate” e gli da significato con il

termine usato in cantiere “glossa”: salda bassa, fondamento.

Serlio, Cattaneo e Camozzi riprenderanno questo metodo di traduzione!

Es. Lettera a B.Ammanati del 1559 scritta da Michelangelo:

“sedere” per intendere seduta! Termine usato nel tentativo di comunicare in modo più

chiaro possibile!

“scatola” termine deve dare idea di quello che intende, in questo caso ci troviamo

sempre nella scalinata della Biblioteca Laurenziana e M. usa questa parola per far capire

a Ammanati l’idea della consistenza degli scalini per la rampa centrale della scalinata.

scatole aovate

STORIA II – Prof . Ferretti

“vano”, il primo a far uso di questo termine è Dante, Michelangelo lo usa per intendere

1. Spazio vuoto (locale)

2. Spazio prima della biblioteca segreta

3. Oggi si trova per intendere una luca (intesa come distanza)

4. Spazio

Lo spostamento continuo di significato di un termine è frequente non avendo un

dizionario fissato , anche nei trattati succede e non sono facili da decifrare.

- Lessico del vitruvianesimo XVI-XIX sec (intervento della stampa)

- Lessico post-unitario

- Il nuovo millennio

La lingua aiuta a capire come si sono sforzati gli architetti nei problemi di costruire un’epoca.

29/03/16

PALLADIO (1508-1580) – quint’essenza dell’armonia e dell’equilibrio del rinascimento

il quarto libro dell’architettura, non ha intento speculativo ma finalità pratica

I ponti:

- nel terzo libro , una parte è dedicata alle opere pubbliche e alle infrastrutture.

- ponti visti a Roma: rilevati e studiati anche a livello strutturale.

- ponti progettati

- ponti lignei

- ponti in muratura

Ponti progettati:

_ponti lignei:

- ponte ligneo coperto (1569) Ponte a Bassano del Grappa

- ponte sul cismone

- Vicenza, fuori dalla porta Santa Croce

- ponte sul Piave a Belluno

_ponti in muratura:

- a Realpo

- Bassano

-sul Piave a Belluno , alternato a quello ligneo

Per i ponti Palladio si incentra sull’utilizzo di strutture classiche in muratura, ha conoscenza

della scienza della costruzioni, e di strutture reticolari lignee a livello ingegneristico.

A Giacomo Angorano, committente del ponte sul Cismone, Palladio dedica questa parte del

trattato.

Nella parte introduttiva Palladio ricalca L.B.Alberti e afferma che: “i ponti devono essere comodi

(non troppo dislivello con la strada) belli e durevoli (questa caratteristica dipende dalla scelta

del terreno) “, afferma inoltre che i ponti sono la prosecuzione delle strade.

Quarto libro dell’architettura : ponti lignei – modelli

Palladio studia e si riferisce al ponte sul Danubio realizzato da Apollidoro di Damasco , le

caratteristiche di questo ponte sono: 1135 m ………………….., visibile nel bassorilievo della

colonna troiana, irraggiamenti radiali che tenevano assieme gli archi lignei e il piano stradale,

ulteriore irraggiamento con maglie triangolari. Questo fornisce un modello per le costruzioni dei

ponti lignei.

Palladio studia e realizza il ponte di Cesare sul Reno e per fare ciò legge i commentari cesariani.

1575 P. ci fornisce una rappresentazione grafica del Ponte di Cesare sul Reno. E replica tale

costruzione nel ponte fuori porto e Santa Croce a Vicenza.

una prima ricostruzione di tale ponte si deve a Frà Giocondo Veronese, primo editore di Vitruvio

STORIA II – Prof . Ferretti

illustrato, ma questo si concentra sulla tecnica di battitura dei pali. Poi Cosimo Bartoli porrà

attenzione agli elementi che rompono la corrente al fine di protegere le pile . Invece Francesco

Baldelli si occupa della legatura dei vari pezzi.

ponti in muratura – modelli

Palladio ritiene il ponte di Augusto a Rimini il migliore.

elementi caratteristici dei ponti in muratura di Palladio: - pile in numero pari -archi a

semicerchio (maggior resistenza) - pile più distanziate al centro quindi archi di circonferenza

maggiori al centro.

NB Palladio riferisce le misure in piedi vicentini.

es. ponte di …………………. Luce arco: 20 piedi vicentini. Ci sono pile sagomate a angolo

retto per smorzare la corrente .es. ponte sul Bacchiglide a Vicenza , studiato e poi ristrutturato

da palladio, dove aggiunge la quarta arcata. Qui troviamo arcate ribassate.

es. antico ponte sul Retrone a Vicenza con arcate ribassate, e l’altezza dell’arcata è 1/3 della

sua ………………. ponti progettati

Progetto per il ponte di Bassano di Pietro, come alternativa a quello ligneo mette in atto quanto

appreso dallo studio dei ponti dell’architettura romana. Questo progetto è di tre arcate.

Ponte di Rialto: 2 progetti.

1. Porgetto all’antica: ponte …… da cortili con negozi, 2 scalinate portano al ponte nel quale

si apre un timpano sorretto da colonne che permette di vedere le processioni (come il

passaggio del Doge sul Ducintoro) che si tengono sul canal grande. Il ponte è caratterizzato da

3 arcate di uguale ampiezza.

2. ampliamento botteghe e negozi. Nel 1591 Antonio da Ponte si occupa della realizzazione del

ponte di Rialto, caratterizzato da un’unica luce. (oggi ponte a Venezia di Calatrava).

Ponte ligneo a Bassano (spesso distrutto dal Brentone): nel 1567 l’alluvione del Brentone porta

alla rottura del ponte, nonostante la disposizione del 1559 di ricostruire ponti in muratura a

Bassano, per la notevole disponibilità di legname e per la maggior rapidità ed economicità che

questo materiale garantiva, nel 1569 il ponte viene ricostruito in legno. Palladio per la

realizzazione trova il compromesso tra solidità e minor numero di pali infissi. L’esterno si

presenta come la parte laterale di un tempio tuscanico. Nonostante le numerose distruzioni il

ponte viene ricostruito sempre secondo i disegni lasciati da Palladio nei 4 libri. E’ evidente

quindi l’IMPORTANZA DEL DISEGNO.

Il ponte sul Cismone per Giacomo Angorano e le altre strutture lignee sono vere e proprie

STRUTTURE RETICOLARI:

- assi che lavorano a trazione e a compressione

- , incastri studiati , cerniere a cui sono applicati i carichi .

le uniche strutture che lavorano a flessione sono il piano di calpestio (travi della larghezza) e la

trave di lunghezza.

i modelli: ponte di Apollidoro di Damasco , Ponte di Giulio Cesare , ponte di Magonza.

Inoltre gli studi di V. da Hannecourt per i disegni di Leonardo dove sono presenti maglie

triangolari che permettono il raggiungimento di luci più ampie rispetto a quelle che si possono

ottenere con un'unica trave. Altro modello o comunque riferimento è la conoscenza della

capriate per le strutture di copertura.

Tutto questo porta Palladio alla costruzione di strutture reticolari.

Ponte sul Cismone: il

Dettagli
A.A. 2018-2019
50 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francesca.p494 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Ferretti Emanuela.