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CORREZIONI OTTICHE
Sono accorgimenti attuati sulla forma e l'ordine delle composizioni architettoniche che serve a
migliorare l'opera con vitalita' organica.
-curvatura di superfici
-inclinazione di piani o assi verticali
-variazioni dimensionali
Nel primo caso si crea una curvatura, una pancia verso l'alto per evitare che il mio occhio
percepisca una sorta di sprofondamento dello stilobate per effetto del peso delle colonne. L'entasis
e' quando o a meta' o ad un terzo della sua altezza, il fusto tende ad aumentare di diametro e sono
quelle posizionate generalmente negli angoli.
La seconda correzione ottica consiste in una sorta di inclinazione per migliorare la percezione del
volume nel suo insieme ed evita il senso di ribaltamento verso l'esterno degli elementi verticali.
L'ordine e' una concezione generale dell'architettura tradotta in un insieme di rapporti sintattici che
legano fra loro elementi componenti, al fine di raggiungere una dialettica organica, ordine non e'
sinonimo di stile poiche' non e' solo esteriorita'. 31 ottobre
Rapporti commerciali con gli altri popoli grazie alle diverse scoperte e possono utilizzare
un’economia basata sull’agricoltura questo avviene nel periodo protopalaziale tra il 2000 e il 1700,
che viene chiamato anche minoico medio, la parte più antica è il periodo minoico.
Ci sono elementi comuni ai quattro palazzi, sono tutti costruiti quasi simultaneamente, tutti e
quattro i palazzi utilizzano strutture preesistenti, hanno principi compositivi che li rendono
omogenei nelle soluzioni adottate cioè di partire da una sorta di struttura di base rappresentata dalla
corte rettangolare che diventa nucleo di origine del processo compositivo intorno a cui si
dispongono diverse zone ed è razionalmente organizzata che soddisfi le esigenze di quel tipo di
società. C’è l’idea di una comunità autosufficiente e molto articolata, dal punto di vista degli aspetti
funzionali, dal punto di vista invece di rapporti tra queste unità edilizie che caratterizzano l’insieme
è opportuno dire che all’interno di questa articolazione ci sono elementi che emergono per segni
distintivi individuabili nella loro disposizione dei caratteri figurali degli interni che si manifestano
attraverso l’uso di pitture molto colorate e materiali che accentuano gli aspetti cromatici
dell’architettura. Questi diventano i punti focali dei percorsi che si effettuano per raggiungere
luoghi significativi, questo tessuto connettivo è apparentemente disorganico poiché non c’è
all’interno una logica distributiva ma sono percorsi molto complicati che nascono da una esigenza
concreta dovuta a una necessità di raggiungere questi luoghi in modo semplice, c’è l’idea
dell’aggregazione di parti che danno luogo a un complesso compositivo che può estendersi
teoricamente all’infinito. In ambito miceneo la situazione cambierà a causa delle esigenze
climatiche che porteranno a soluzioni diverse rispetto a quelle cretesi. Qui troviamo grandi percorsi
che introducono il senso di dinamismo che manca in altre culture, il visitatore deve sperimentare via
via il percorso percorrendolo fino a trovare il luogo che ricercava e motivo del suo interesse, questo
è un atteggiamento legato a categorie mentali di allora, proprio per la centralità della sua posizione
geografica, è sempre stata una terra di grande recezione cambiando anche in breve tempo usi e
costumi e ampliando il repertorio artistico. Da qui l’aggettivo di architettura labirintica basti
pensare ai diversi percorsi che bisogna fare prima di arrivare alla residenza del re. A Mallia il
palazzo sorge al centro di un territorio ricco di insediamenti, c’è una confluenza di diverse culture e
le aggregazione sono fatte in modo ben pensato, c’è chiarezza nel rapporto tra le parti stesse del
palazzo, divise a seconda delle cerimonie, delle attività..
L’insieme non è disposto in maniera casuale ma disposto a pettine, introducendo una serie di chiaro-
scuri che aiutano a esaltare la volumetria delle parti che compongono con una soluzione moderna ed
efficace.
La residenza del re si affacciava sulla loggia dopo una cerimonia egli indossava elementi preziosi e
si affacciava su quest’area per ricevere elogi dalla popolazione, di altro grande interesse è la zona
del santuario o della cripta. I percorsi principali sono formati da lastricazioni che danno un effetto di
una certa consistenza e la possibilità di essere calpestata continuamente mentre le zone esterne sono
realizzate con materiali che si contraddistinguono per il colore, si chiama muda, è un materiale
locale che dà una colorazione simile all’ocra riservato alle parti più importanti del palazzo e poi
c’era una pietra molto dura (sidero petra) di colore rossastro. Altro elemento è la sistemazione
dell’area occidentale del palazzo, nella prima fase del palazzo di Mallia quest’area era caratterizzata
dalla presenza di piccole case e invece dopo il 1600 diventa spazio importante perché parte delle
cerimonie si spostarono verso questo settore.
Il palazzo di Cnosso è quello che riassume tutti gli elementi notati in Mallia, Cnosso più che Mallia
esprime ste esigenze anche perché dal punto di vista economico e non solo è superiore, è la città in
cui si concentrano gli aforzi principali per realizzare progetti grandiosi, il monte più importante è lo
Yuktat che è il punto che determina l’andamento principale del palazzo, la città contava 100.000
abitanti, era l’espressione più degna dell’idea di tassalocrazia assunta da Creta, il suo territorio era
articolato da due sezioni: una interna riservata all’aristocrazia e la seconda: che era il contado dove
erano collocati insediamenti minori in cui viveva la popolazione al servizio del re.
7 novembre
L’ARCHITETTURA MICENEA
l’architettura cretese è stata molto originale per i metodi compositivi e la raffinatezza delle soluzioni
adottate per l’elaborazione dell’edilizia domestica e dell’architettura palaziale, questa tipologia
particolare le cui origini sono molteplici, subiscono cambiamenti fino al megaron cretese visto nel
palazzo di Cnosso che diventa l’elemento fondamentale, questo slancio creativo viene interrotto
bruscamente dall’invasione dei popoli micenei che pongono fine a questo momento favorevole
anche se l’occupazione non fu così traumatica ma c’è un momento di assestamento perché i micenei
provengono dalla terra ferma e hanno culture diverse e subiscono il fascino della cultura cretese
tanto da conservare per un breve periodo il palazzo di Cnosso, unico superstite. Intorno al 1425 i
micenei invadono Creta e detengono il potere fino al 1190 con l’invasione dei popoli dori su cui si
fonderà la futura civiltà greca. L’architettura micenea si sviluppa nella Grecia continentale e prende
il nome dalla città di maggiore importanza: Micene, nome dato da Schlimann che era stato lo
scavatore principale di quel centro dopo aver scavato a Troia. Il Peloponneso è una porzione
importante della Grecia continentale che diventa il teatro principale di questo momento storico in
cui notiamo rivalità con il mondo cretese, prima di questo momento la Grecia continentale era più
isolata rispetto alle isole e agli stessi cretesi, molto più aperti, qui l’organizzazione politica è
caratterizzata da moltissime monarchie che venivano chiamate basileis, che in un certo senso non
avevano quei rapporti di solidarietà che i cretesi avevano più volte manifestato, le condizioni di vita
erano piuttosto difficili, essendo la Grecia continentale piuttosto montuosa tranne la parte della
Tessaglia, vediamo una certa correlazione tra territorio e vita, le comunicazioni sono molto difficili
e anche l’attività dell’agricoltura. Questo conservatorismo forte di vita si manifesta anche nella
sistemazione degli insediamenti che hanno carattere prevalentemente rurale, il megaron ne fa da
protagonista, struttura semplice rettangolare che finisce con una retta o una curva, nella Grecia
continentale la struttura rimane chiusa con poche aperture, quindi l’idea di spazio interno era molto
diversa da quella cretese, i micenei non erano fortemente spinti a introdurre modifiche a causa del
clima che è piuttosto rigido e d’inverno c’era spesso la neve., ed indubbiamente l’indole della
popolazione non era molto intraprendente. La situazione peggiora con l’invasione indoeuropea
intorno al 2000 a.C, la popolazione oppone una grande ostilità nei confronti dei conquistatori,
questa sorta di conflittualità crea situazioni di regresso che non porta a situazioni diverse se non
peggiori di quelle preesistenti. Intorno al 1700 a.C Creta inizia ad espandere la propria
egemonia, e i Micenei iniziano con i Cretesi ad avere contatti anche molto vivaci, perché i Cretesi
si stabiliscono con sedi commerciali per scambiare con i Micenei i prodotti che fabbricavano
all’interno dei laboratori dei loro palazzi, e questo offre ai Micenei la possibilità di conoscere la vita
e la cultura dei Cretesi, in particolare le tombe in ambito architettonico, specialmente il tipo di
tomba circolare chiamata tomba tòlos che troverà nella tomba di Atreo a Micene l’esempio più
rappresentativo. Questo si risolve nel tempo a favore dei Micenei che iniziano a intraprendere
scambi commerciali con le popolazioni del Mar Nero chiamato anticamente Ponto Eusino, i
Micenei prendono in possesso quest’area sfruttando le miniere di avorio e di argento dislocate lungo
le coste del Mar Nero, questa possibilità di commercio fa sì che i Micenei superassero in potenza la
civiltà cretese. Questa nuova economia garantisce ai principi micenei la possibilità di assumere un
sorta di egemonia rispetto alle altre città continentali, e diventa la città più importante assumendo un
ruolo di grande rivale della città di Cnosso, questa situazione favorisce lo svolgimento di
un’adeguata attività costruttiva, i principi infatti desiderano creare delle regge come segno tangibile
del potere. Ecco allora la costruzione di nuovi edifici che si concentrano nell’area di Micene o del
territorio del Peloponneso.
La fortificazione è un aspetto peculiare a Micene rispetto a Creta che non aveva bisogno di
difendersi all’esterno, sia perché c’era il mare, sia per la flotta potentissima, le città sulla terra ferma
hanno necessità di difendersi perché sono sempre soggette ad attacchi esterni. Si parla di muratura
ciclopica per sottolineare le dimensioni notevoli costituita da grossi blocchi messi insiem