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I TRAMITI DELLA MODERNITA' A VENEZIA

Sebastiano Serlio e Jacopo Tatti Sansovino

In questi casi si insiste sull'attività per conto della Repubblica con delle commesse di edifici pubblici o di attività che si rivolgono a eminenti personalità della scena politica veneziana.

Appartengono alla stessa generazione, ma hanno biografie molto diverse e delle traiettorie soprattutto molto diverse.

Perché sono a Venezia? editoriale,

Perché Venezia è, dal punto di vista dell'attività un luogo caratterizzato da una straordinaria potenzialità di garantire esiti che altrove sono preclusi, soprattutto per la censura (Stato pontificio), ma anche perché è attiva una grande tradizione editoriale che garantisce quindi la produzione di ottime edizioni.

Serlio sceglie quindi di pubblicare qui due primi libri di un'opera che lui concepisce come una sorta di trattato articolato in più uscite tematiche, ma comunque nella

Sua mente ordinato secondo un obiettivo che è in chiaro sin dall'inizio all'architetto.

Serlio è un architetto di origine bolognese che si forma a fianco di Baldassarre Peruzzi e che quindi attraverso lui a Roma ha modo di conoscere non solo l'architettura contemporanea, ma anche l'architettura antica (perché Peruzzi è uno straordinario esploratore di antichità).

Anche in considerazione di questa relazione di debito nei confronti di Peruzzi, la personalità di Serlio è stata svalutata, è stata accusata di mancanza di originalità e di essersi appropriato di materiale già elaborato da Peruzzi.

Serlio è importante e decisivo nella scena del Cinquecento europeo come mediatore attraverso la sua opera editoriale e non sono degli elementi di novità portati in scena dagli architetti come Bramante, Raffaello a Roma nel primo Cinquecento, ma anche di quelle architetture antiche riconosciute come.

autorevoli.Ma nel contempo è colui che riesce a compiere un'opera di traduzione anche in termini di semplificazione di quanto era stato elaborato, funzionali proprio alla comunicazione.Il contesto, più o meno dal terzo decennio del Cinquecento, vede un confronto serrato che ha per protagonisti Serlio,Guglielmo Filandro (francese che italianizza il proprio nome) e i Tolomei (che sono degli interpreti di Vitruvio, ma accedono ai manoscritti con la volontà di estrarne dei precetti, delle regole, delle norme). Quindi siamo in una fase in cui tutto quello sperimentalismo che nasceva da Vitruvio, ma anche si allontanava da Vitruvio, viene veicolato attraverso la riduzione di Vitruvio.l'espressione forse più libera Serlio,Di questa svolta è costituita dalla produzione di e l'espressione viceversa più riduttiva Vignola.è attuata da Vignola, intorno al 1562, realizza un trattato il linguaggio degli ordini è "la regola dei".

Cinque ordini dell'architettura

Fondamentale, gli architetti devono accedere agli ordini con una modalità semplificata e poi pubblica "le due regole della prospettiva pratica".

Allora questa riduzione è lontana da Serlio, che si prefigge invece un obiettivo molto più complesso e interessante: quello di fare da tramite, di mediare queste novità in direzioni di paesi in cui si sono sviluppate tradizioni diverse, in cui è il contatto con Roma e con l'antico è stato già mediato, ma è necessario fornire dei modelli criticamente abbordabili.

Serlio pubblica la sua trattazione complessiva dell'architettura:

- il primo dedicato alle regole generali di architettura sopra le cinque maniere degli edifici parte concordano con la dottrina di Vitruvio. Il titolo enuncia un programma che articola i contenuti in due direzioni, quella della definizione di 5 ordini a cui gli architetti possono attingere.

liberamente (5 interpretazioni) di tuscanico, di dorico, ionico, corinzio, composito). E poi una dichiarazione, una scelta per cui la maggior parte concordano con la dottrina di Vitruvio, non tutti, quindi sono risultato di un'esperienza vasta che ha già decantato, dal confronto tra testo di Vitruvio, tra esempi antichi, interpretazioni moderne, quelle che sono delle soluzioni ottimali per i diversi ordini. È inevitabilmente una direzione di riduzione, ti facilita la comunicazione, l'utilizzo, l'applicazione, ma lo scotto è quello della riduzione di quelle esplorazioni varie e vaste che erano state compiute. - tre anni dopo, 1540, pubblica il terzo libro nel quale figurano e si descrivono le antichità di Roma, dell'Italia e fuori d'Italia. Il confronto con l'antico ormai non è più un esclusivo viaggio a Roma, viene favorito dallo strumento editoriale, dalla rappresentazione per immagini di una selezionata serie dimonumenti antichi. Seleziona anche esempi Serlio compie un'operazione ancora più rilevante e decisiva per la sua fortuna: moderni e li pone a fianco di quelli antichi. È una elezione di modelli che possono, in termini di autorevolezza, importanza, qualità, possono benissimo essere affiancati ai modelli antichi. Tutto questo lavoro che svolge e matura a Venezia in realtà è un lavoro in cui lui tesse una serie di scambi, di discussioni, con figure anche colte (esempio i Grimani che avevano una straordinaria collezione di antichità, il doge Gritti che è colui che favorisce a Venezia la necessità di confrontarsi con una svolta del linguaggio delle arti). In sostanza si confronta con un'intelligenza locale e anche con una serie di personalità proprio in funzione del fatto che Venezia è una grandiosa piazza editoriale, quindi un centro tra i più importanti dell'editoria in Europa tra i più attivi e si

Conf ronta con tutti gli autori che transitano da Venezia e tutte le personalità che sono attratte da questa non pesa la censura straordinaria potenzialità che si sviluppa Venezia, dove o pesa in termini molto relativi.

Serlio si qualifica con una attrattività che farà si che un diplomatico francese, rappresentante di Francesco I amaestro di architettura del re di Francia Venezia, lo ingaggi come e ne f avorisca il trasferimento in Francia con un ruolo f ormidabile nella corte.

Naturalmente la tua posizione determinerà una reazione da parte degli altri architetti che operano in Francia.

Modo nuovo di comunicare, inventa un i libri di Serlio non sono certo un'opera perfettamente organica, ma sicostruita e modificata in funzione di un pubblico presentano come un'opera che viene che si propone come una sorta di grande interlocutore per l'architetto nel momento in cui lui fa della propria riflessione teorica anche uno strumento di affermazione.

personale. Allora è necessario pensare che avviene una sorta di trasmutazione del prodotto libro in funzione di qualche esigenza di comunicazione (ad esempio il ruolo che attribuisce alle immagini è un ruolo decisivo, uno spazio molto più significativo rispetto a quanto accadeva nella trattatistica del filone vitruviano). La sequenza non è cronologica, ma è una sequenza dei contenuti:

- Libro I: tratta i principi della geometria;

- Libro II: dimostra il disegno in parole, la prospettiva;

- Libro III: delle antichità romane, ma presenta i modelli della Roma moderna di Bramante e Raffaello;

- Libro IV: è il primo ad essere stampato (1537), tratta degli ordini e delle loro regole;

- Libro V: è un libro modernissimo che costituisce il risultato di una grande esplorazione sul tema dell'architettura religiosa, tratta delle chiese suddividendole per tipologie piante centrali, longitudinali e, con una connotazione piuttosto singolare,

definisce le chiese "il cuore, il vero tempio degli uomini". È molto probabile che in questa sua interpretazione tradisse un avvicinamento a una cerchia ispirata, diciamo, al pauperismo, ispirata a una interpretazione potrei dire non ortodossa della religione, perché si muoveva intorno a Renata di Francia e che quindi dedicava grande attenzione agli aspetti più intimi della religiosità. Libro VI: è dedicato alle abitazioni. Si trova in Francia e deve in qualche modo interpretare i costumi abitativi, che lui definisce "il costume di Francia", per proporre delle soluzioni moderne in grado di recepire i modi di abitare locali che sono differenti rispetto a quelli romani o veneziani. Inoltre, in questo libro non tratta solo dei palazzi dei principi o delle abitazioni dei ceti nobiliari, propone anche dei modelli di edifici destinati a tutte le classi sociali. Li propone per il semplice fatto che molti dei suoi committenti investono nella

Costruzione di case da reddito, quindi di case che saranno cedute a potenziali locatari che provengono dai ceti artigianali o comunque dalla piccola borghesia, che non hanno quindi esigenze abitative particolarmente significative, ma richiedono applicazioni decorose e concepite con criteri funzionali.

Serlio per primo scopre la possibilità che il linguaggio considerato universale, quindi esportabile in tutte le direzioni, sia invece un linguaggio che può essere proposto, ma deve essere declinato nella direzione delle tradizioni locali, in direzione di un pubblico, e di potenziali committenti che in ogni paese legittimamente chiederanno un adattamento di questo ordine universale. (possibilità di sperimentazione di varianti, grande libertà, inventiva e creatività)

- Libro VII: sugli accidenti che possono capitare agli architetti e come superarli nell'architettura civile;

- Libro VIII: manoscritto non sarà mai stampato perché Serlio ormai

è molto anziano, si trova in ristrettezze economiche. È dedicato alla castrametazione cioè gli accampamenti militari e si ritiene che in questo libro in realtà avesse attinto al manoscritto considerato di Polibio. progetto per il re di Francia Per (Louvre) offerto a Francesco I riprende certamente delle proposte di progetti che erano già state sviluppate per esempio da Giuliano da Sangallo, si tratta di grandissimi organismi edificati incentrati su una gerarchia di cortili principali di cui sono proposte delle varianti geometriche. (impianto quadrangolare, ottagonale, fino a quello circolare). Quindi con possibilità di aggregare intorno a questi spazi principali e agli altri cortili rettangolari circostanti dei nuclei in cui le variazioni geometriche sono in funzione della differenziazione degli usi. ispirandosi al modello della Grande Serlio propone un progetto Ferrare, che era in Palazzo edificato in Francia per il cardinale Ippolito d'Este. Il motivo

La serliana è riproposta con questa variante che vedete rappresentata nel disegno e si è adattato a una articolazione degli spazi che è invece prettamente francese.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
58 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giogi99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e delle tecniche costruttive e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Forni Maria Enrica Marica.