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IL RINASCIMENTO
L’uomo vitruviano rappresenta abbastanza bene quello che succede nel Rinascimento. Questo dà
la misura a tutte le cose. L’architettura che si comincia a sviluppare proprio a partire da Filippo
Brunelleschi e da Firenze, una delle città più dinamiche d’Europa e una delle più avanzate con la
formazione di una nuova borghesia, si comincia a sviluppare a partire dalle proporzioni umane per
costruire uno spazio a misura d’uomo. Per fare questo, il riferimento è l’antico, l’idea che si parte
dallo studio di quello che avevano fatto gli antichi, che diventano una sorta di seconda natura. Per
antico si intende soprattutto Roma, di cui vi erano molte testimonianze. Brunelleschi è il primo ad
inventarsi un nuovo codice architettonico, che è basato su un repertorio di forme che deriva
dall’antico (primo fra tutti l’ordine), ma che poi assume spazi, forme, ecc molto diversi rispetto a
quelli dell’antico: le necessità, i bisogni e i gusti sono molto diversi. Va sottolineato il fatto che
Brunelleschi, oltre ad essere il primo dei moderni, è anche l’ultimo dei gotici: vi sono degli
elementi della spazialità brunelleschiana che sono ancora gotici, ma su vi è una volontà di
organizzare lo spazio totalmente diversa, secondo le proporzioni tra le parti e Vasari lo chiama
“l’inventore della nuova architettura”, “il grande tecnico, creatore di macchine” quindi capace di
concludere il cantiere gotico con la costruzione della cupola, inoltre con Brunelleschi si afferma
l’idea dell’artista liberale, come facente parte delle arti liberali, che non è più soggetto a nessuno,
una figura superiore a quella del capomastro gotico, è un intellettuale a tutti gli effetti e pretende
quindi il controllo assoluto del cantiere. La vicenda della cupola, ad esempio, è significativa, perché
Brunelleschi viene messo in discussione dalle maestranze che entrano addirittura in sciopero
perché egli voleva che loro facessero esattamente ciò che diceva lui. Questo sciopero poi fallisce e
Brunelleschi diventa a pieno titolo il direttore del cantiere. Poi Brunelleschi è famoso anche per
aver inventato la prospettiva: la rappresentazione della realtà da un punto di vista preciso che in
qualche modo si può sovrapporre alla realtà delle cose. Per dimostrare ciò, Brunelleschi si mette di
fronte al battistero con una tavoletta, sulla quale fa un buco e dipinge il battistero osservandolo da
questo buco; davanti al buco mette uno specchio che restituisce l’immagine del battistero che
coincide esattamente con l’immagine reale. Quindi rappresentazione e realtà sono sovrapponibili
e questo ha un’importanza decisiva perché la prospettiva lineare è un mezzo per dominare
razionalmente l’ambiente che ci circonda. Quindi tutta l’architettura di Brunelleschi è improntata
sulla possibilità di organizzare razionalmente e prospetticamente lo spazio, consente di collocare
ogni oggetto entro una scala esatta di rapporti proporzionali, per comprenderlo mentalmente
attraverso le leggi della matematica. Tutta questa rivoluzione è concentrata tutta in Brunelleschi, i
cui compagni di viaggio sono Donatello e Masaccio: i tre vanno a Roma insieme almeno due volte
e nasce un modo nuovo di pensare l’arte e loro stessi diranno che le architettura gotiche sono
delle architetture barbare perché non hanno riferimenti all’antichità, alla classicità, riferimento
principale, invece, della nuova architettura, che parte dallo studio dell’antico, che diventa la base
per la formazione di una nuova regola attraverso la prospettiva, le proporzioni, l’armonia tra tutte
le parti. In Santo Spirito, l’ultima chiesa di Brunelleschi egli cerca addirittura di costruire tutto lo
spazio a partire da un’unica misura. Cominciamo a vedere le opere che fanno parte della
riscoperta dell’antico. Lo Spedale degli Innocenti fu iniziato nel 1419 e nel ’24 Brunelleschi termina
il suo cantiere, ma poi viene terminato nel 1445 da Francesco della Luna. Si tratta di un ricovero
per gli orfani e Brnelleschi sperimenta la sua grammatica: una serie di arcate a tutto sesto che
compongono un portico di fronte all’ingresso, sopra alla ghiera dell’arco pone una trabeazione,
che è sostenuta da un altro ordine architettonico; le misure sono tutte regolari, lo spazio di una
campata è un cubo con sopra una semisfera (la volta). Questo rapporto sintattico tra ordine più
piccolo e ordine maggiore non esiste nell’antico, ma è un’invenzione della modernità del
Rinascimento. Quindi Brunelleschi usa la colonna, sulla quale pone l’arco, elemento che non
usavano gli antichi. Inoltre si presenta una stranezza: abbiamo una trabeazione, che per
definizione è un elemento orizzontale, che però diventa verticale. Brunelleschi in questo momento
sta sperimentando questo nuovo linguaggio, questo rapporto tra le parti, questo uso degli ordini.
Sostanzialmente decide che l’unico ordine che userà è l’ordine co