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Posizionamento dei piloni della cupola di Bramante – influenza tutti i progetti successivi
Un secolo e mezzo – tra la posa della prima pietra nel cantiere del nuovo San Pietro nel 1506 e la fine del colonnato del Bernini a metà del 1600.
Forma urbis Romae di Rodolfo Lanciani – a fine 800.
Pianta di Roma con codici di colori differenti e note scritte, descrive la stratificazione di Roma.
Sovrapposizione tra la antica basilica costantiniana (in nero scuro) e in rosso le parti rinascimentali e barocche.
Decisione di edificare ex novo la prima basilica.
Pianta dell'attuale basilica – pianta centrale a cui viene aggiunto un braccio, all'inizio del 1600 da Carlo Maderno per volontà del papa. Cambia la percezione degli spazi interni concepiti da Michelangelo e la percezione della cupola.
Carlo Maderno rifà anche la facciata.
Giulio II e Bramante.
Connubio tra i due – porta alla demolizione della basilica paleocristiana simbolo dell'intera cristianità.
Che aveva moltosofferto per varie aggiunte addossate all’esterno, i grandi afflussi di pellegrini, la loggia delle benedizioni, ecc.
Durante il 1400, a metà del secolo – primo intervento, quando l’Alberti discute con il papa a Roma. Ampliamento dellazona del coro, affidato a Rossellino. Decisione di non demolire l’intera basilica paleocristiana.
Bramante fa infiniti disegni, ma ce ne sono rimasti pochi. 24STORIA DELL’ARCHITETTURA 1 - 095955Il piano di pergamena – disegno su pergamenaa matita rossa, che presenta una soluzioneinterpretata come la metà del disegno dellapianta centrale. Avanzata l’ipotesi che questodisegno sia la parte absidale di una piantalongitudinale. Non sembra che Bramante abbiamai elaborato un progetto perfettamentedefinito e concordato con il papa (la suaapprovazione era indispensabile). È il disegnoche fa pensare ad un progetto quasi definitivo.Accenno a terminazioni absidali che aggettanorispetto al perimetro.
Quincunx, pianta a croce greca iscritta in un quadrato, con absidi aggettanti. Tipologia vista nella restituzione dell'incisione Prevedari. La pianta ricorda la pianta di San Biagio a Montepulciano di Antonio da Sangallo il Vecchio (altro studio rinascimentale sulla pianta centralizzata a croce greca). Pergamena – supporto molto costoso, rigido, difficile da usare, ecco perché forse è solo un amet. Disegno accurato per presentare un'idea precisa, esposta al papa. La cosa più logica ci fa pensare che sia metà di una pianta centrale. A destra Bramante inserisce due elementi di filtro visivo, rispetto a delle cappelle. Spazi concatenati visivamente tra di loro, che dal centro alla periferia diminuiscono di importanza e di altezza. Spazio fortemente gerarchizzato. Alzato ipotizzato – cupola maggiore centrale, gerarchia di spazi che si organizzano intorno al nucleo centrale. Ci sono torri angolari a cannocchiale, un corpo che viene in avanti e unasequenza gerarchizzata che culmina con una cupola poggiante su un tamburo con colonne.
Altro documento – medaglia di fondazione. Spesso, quando si avviava un cantiere importante, veniva coniata la medaglia di fondazione, su una faccia il papa Giulio II e dall’altro un disegno dell’alzato. Anno di avvio del cantiere 1506.
Tavole di Serlio – nel libro terzo del suo trattato, dedicato ai templi – Serlio interpreta il progetto di Bramante, raffrontato con il Pantheon. Cupola con andamento emisferico. Se fosse stata realizzata come l’aveva pensata Bramante sembrava una calotta calata dall’alto: diversa immagine spaziale rispetto a quella ideata da Michelangelo (realizzata dopo la sua morte).
Bramante aveva anche altre idee – altri disegni certamente suoi, disegni di studio. Disegno uffizi architettura 8 – sul retro c’è un disegno di Sangallo, pergamena riciclata, gli architetti si confrontavano i progetti. Altro tipo di disegno, compaiono
Tanti studi. Fase di lavorazione, nulla di definitivo, molto espressivo. Schizzi di un abside di un'altra chiesa: Duomo di Milano, visto da Bramante a Milano. Contemporaneamente studia gli snodi, absidi che si aprono rispetto al perimetro del quadrato, come percorsi. Idea di definizione di uno spazio ottagonale al centro. Disegno di studio, molto sofferto, ricco di idee e temi.
Disegno Uffizi Architettura 20 - meraviglioso, molto espressivo. No idea definita, ma ci mostra come Bramante stia ragionando in varie fasi su temi diversi. Traccia della basilica costantiniana, con le sue colonne, l'idea di ingigantire la struttura, absidi percorribili, spazio che riprende il piano di pergamena, e schizzo dei piloni della cupola, tagliati diagonalmente, con due colonne e una nicchia della statua. Idea di piloni molto rinforzati, tagliati diagonalmente, viene ripresa da quasi tutti gli architetti che progettano chiese rinascimentali e barocco.
Come soluzione ideale per lo spazio al di sotto della cupola. Esposto durante una mostra tenuta da Thoenes, che aveva ipotizzata che il piano di pergamena fosse il disegno dell'abside di una chiesa longitudinale. Fase importantissima di San Pietro - dopo la fase paleocristiana, medievale, di Nicolò V con l'ampliamento del coro di Rossellino. Quarta fase come la fase di San. Pietro degli architetti (scrive Thoenes): architetti bravi che si cimentano in questo lavoro.
Bramante muore nel 1514 - testimone passa a Raffaello, attivo nella fabbrica per poco tempo, muore nel 1520.
Raffaello (1483-1520)
Si forma come pittore, anche scenografo. Ha una grande attività a Firenze, poi giunge a Roma e si afferma come autore delle Stanze Vaticane, ma entra anche nel cantiere di San Pietro come primo architetto.
Disegni di studio, riconducibili alle sue idee, ma non di sua mano, basati su esperienze di Raffaello su chiese minori da lui realizzate (come Sant'Eligio).
degli Orefici) - l'idea di una cupola su tamburo colonnato, con una serie di gradonature (su modello del Pantheon) e riprende molto dell'idea di Bramante. Pianta longitudinale, con aggiunte tre absidi, i grandi piloni che sorreggono il tamburo (di Bramante). Interpretazione come sviluppo delle idee di Bramante, precisazione dei temi. Non sono disegni di sua mano, uno è di Serlio, nel suo libro terzo. Baldassare Peruzzi (1481-1536) Architetto-pittore Palazzo Massimo alle colonne a Roma, residenza Savelli poi Orsini) nel teatro di Marcello e alcuni progetti di S. Pietro. La pianta preferita, più facilmente organizzabile per quanto riguarda la disposizione dei fedeli rispetto al clero, era longitudinale. Ma nel Rinascimento c'è un grande dibattito, sperimentazione su entrambe le piante, anche nel caso di Peruzzi. Cesura storica - sacco di Roma del 1527 da parte dei Lanzichenecchi, frenata dei lavori, del cantiere. Dopo Peruzzi presenta dei progetti meno.impegnativi dal punto di vista dimensionale, con meno colonne (prima ne aveva ipotizzate molte, anche di spoglio), progetti di riduzione dopo l'evento storico. Inevitabile fase di arresto in seguito al sacco. Alzati con l'idea della pianta centrale, con spazi molto gerarchizzati. Cupola grande emisferica, gradonata (riferimento al Pantheon).
Antonio da Sangallo il Giovane (1484-1546)
Ruolo molto importante nel cantiere. Architetto che si forma sui temi della costruzione, grandi capacità di disegno, conoscenza del cantiere. Architetto molto preparato, atteggiamento diverso rispetto agli altri architetti-pittori sugli elementi della costruzione. Molto critico rispetto al lavoro dei suoi predecessori. Si muove sia su pianta longitudinale che frontale.
Disegno molto preciso. Grande modello in legno, illustrante uno dei suoi progetti, con cupola non emisferica - uso sistematico del disegno durante il Rinascimento, affiancato dai modelli.
Sia parziali di studio che totali, di presentazione dell'opera.
Fasi della costruzione - immortalate da vedute di Van Heemskerck (nel 11534-35): con ancora l'antica basilica, e il tabernacolo detto tegurio dove c'era la tomba di s. Pietro. Intorno al 1564-65 inizia la costruzione del tamburo.
Abbiamo i libri mastri del cantiere di S. Pietro - tanti nomi di maestranze, ritmo dei lavori, eventi (tra cui il sacco di Roma del 1527).
Michelangelo 1475-1564
Michelangelo che dà il modellino di San Pietro a Paolo IV di Domenico Crespi - Affresco dove illustra al papa il grande modello di San Pietro con una grande cupola e due minori.
Sequenza di piante centrali - quattro dei tantissimi progetti prodotti a pianta centrale per S. Pietro. Sintesi dei quattro principali progetti di Bramante, Peruzzi, Sangallo, Michelangelo.
I piloni di Bramante hanno sempre condizionato i successivi progetti.
Tavola con varie elaborazioni della pianta centrale
Michelangelo -
Intenzionalmente riprende la pianta centrale, tende ad essere molto più compatto rispetto ai precedenti. Un quadrato, a cui si sovrappone un quadrato ruotato. Idea di unitarietà dello spazio, semplificare, idea di spazio unitario centrale, senza troppi filtri e interruzioni, dando un'idea molto più solida. Meno concatenazione di spazi (tradizione romana, ripresa da Bramante). Unità dello spazio, con rafforzamento dei piloni. Michelangelo viene incaricato di aggiungere una navata, realizzata all'inizio del 1600 con Maderno. Parte sul retro - parte più michelangiolesca. Michelangelo usa molto l'ordine gigante, l'enfasi verso l'alto. Spinta che converge sui costoloni della cupola e arriva fino alla lanterna: forza esterna rispetto all'idea di cupola calata dall'alato, poggiante di Bramante. Idea di prendere forza da terra, spinta verso l'alto.
Disegni di Michelangelo
della cupola – del 1540 e del 1550. Soluzione a doppia calotta come la grande macchina di Brunelleschi (che Michelangelo ammira), ma sistema meno complesso.
Giacomo della Porta – subentra alla fine del 1500. Idea della cupola di Michelangelo con modifiche di Giacomo della Porta: con tamburo finestrato, con colonne binate, costoloni che si richiudono al culmine.
In tutto l’intervento michelangiolesco – spazio interno più compatto, collegato visivamente, in proporzioni armoniose, salta però il ragionamento della proporzione a partire dalla figura umana: le balaustre sono fuori scala, le lettere dell’iscrizione interna sulla cupola sono gigantesche. Impronta molto forte, sua, nei rapporti armoniosi tra le parti.
18/12/20 - 14:15-18:15
La codificazione degli ordini del Cinquecento - Antonio Russo
Serlio, Vignola e Palladio
Vitruvio – De Architectura decem libri, unico testo di architettura dall’antichità