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Esperienze di videoteatro e "videoartivismo"

Non è un teatro tradizionale, ci sono ripetizioni, non c'è una tipica narrazione, ma c'è tutto questo universo popolare che viene risolto televisivamente con l'intarsio. Lezione 28 07/04 Michele Sambin fra musica, pittura, teatro e video Sambin ha attraversato varie arti. È stato uno dei primi in Italia che si è occupato di video, anche in rapporto con la musica. Il videotape è nato a metà anni '60 in Usa ma in Italia arriva molto dopo, nei primi anni '70. → Cifra del tempo reale performance e diretta TV sono al centro della sua riflessione. Lui recita e suona e la TV manda le immagini in onda in tempo reale. Michele Sambin, Duo, 1979 si basa sulla diretta TV e la capacità del nastro di registrare. Crea un video in cui suona con se stesso grazie alla registrazione. Si mette dal vivo a suonare il sassofono e poi su un televisore si vede lui che

suona.→La TV è molto malata Sambin ha fatto dei progetti di installazione tipo la videocamera che guarda quello che fa la TV come se fosse un dottore.

La TV protagonista due televisori che si parlano e che si baciano. Mette insieme, grazie al digitale, pittura, performance teatrale e schermo. Il computer è collegato alla scena, ai movimenti dell'attore che crea pitture dal vivo. Vediamo i performer e poi le evoluzioni grafiche sullo schermo in cui viene incluso il performer. C'è l'attore reale, quello sullo schermo e lui che disegna. Combinazione tra teatro, video, tecnica digitale e pittura dal vivo.

Sambin e la collaborazione con Giacomo VerdeI due hanno collaborato in un progetto molto interessante. Negli anni '90 si discuteva di un lavoro sulle carceri. Tam teatromusica organizzava dei laboratori in carcere a Padova e Verde decise di creare un video sull'esperienza. Tam curava la parte teatrale e Verde la parte video.

Cappella

Scrovegni a Padova Tam ha voluto mettere in contatto il luogo più triste che c'è a Padova, il carcere, e il luogo più bello che è questa Cappella. Ai detenuti sono state mostrate le immagini degli affreschi e loro ci hanno lavorato nel laboratorio teatrale scrivendo dei testi in dialogo con le immagini.

Il video realizzato si ispira alla tradizione del teatro povero e ha la necessità di trasmettere l'esperienza del carcere all'esterno. Il nastro poteva anche essere reinciso con le immagini degli affreschi di Giotto. Sambin e Verde hanno usato il montaggio in macchina. Hanno inciso il nastro con i detenuti e in alcuni momenti hanno inserito le riprese degli affreschi o viceversa.

Giacomo Verde nasce nel 1956, si occupa di teatro e di arte visiva a partire dagli anni '70. Lui è sia videoartista che videoattivista (è un "videoartivista").

Le videoinstallazioni e i materiali poveri ricreazione:

Un'azione e una creazione in senso artistico. →Verde è anche performer es. distruzione di monitor, di quei televisori vecchi a scatola. Fa spesso dei lavori poveri, dato che viene dal teatro povero, di strada e quindi ha questa filosofia nel suo fare. →Opera d'arte un piede ingessato. →Giacomo Verde e BIT, Museo della scienza, Napoli, 2010 Misto di scultura e pittura; è una riflessione su tutto l'universo mediatico. Non usa solo tecnologie povere, ma anche alcune molto innovative, ed è stato uno dei primi a creare una marionetta interattiva. Ce ne sono state varie versioni, questa digitale compariva all'entrata del museo su un monitor mentre Verde stava nascosto e animava la marionetta che parlava con la sua voce leggermente alterata. Il dispositivo usato da Verde è stato richiesto in molti luoghi perché consente di far interagire le marionette. →Solo limoni. Agrumi e testi sui fatti di genova i manifestanti del G8

Furono aggrediti. Fu il primo grosso evento in cui tutti avevano le videocamere, che consentivano di riprendere anche eventi drammatici. Verde ha fatto un video con la sua videocamera con uno stile non piattamente documentario.

Disegno per storie mandaliche qui i monitor diventano anche schermi, con il pubblico tutto intorno. Queste forme di nuovo teatro prevedevano che non ci fosse più la platea separata dal palco. Il pubblico sceglie dove deve andare la storia, tra varie possibilità. Verde ogni tanto si ferma e chiede al pubblico in che strada la storia deve andare.

Multireverse la formazione di Verde è teatrale ed è il filo che unisce tutti gli aspetti del suo lavoro. Ultima frontiera scenografie in diretta. Ha una telecamera, sotto di essa mette degli oggetti e allo stesso momento vengono ingranditi su uno schermo alle sue spalle. Verde è accucciato in un angolo per non disturbare l'azione, e via via che evolve sa quando intervenire.

Le scenografie e i materiali sono poveri: acqua, terra, sabbia, liquidi colorati che ingranditi diventano molto suggestivi. È una delle ultime attività a cui si dedica. - Lezione 29 09/04 Giacomo Verde - Schema del set per il Teleracconto Un po' segue il principio delle scenografie teatrali in diretta.

Su un tavolino nero c'era il televisore, con sopra una serie di oggetti con cui Verde interagiva. L'obiettivo ingrandiva gli oggetti. Verde tiene le mani sotto il televisore in questo lavoro fatto per le scuole. Vuole far vedere ai bambini che dentro il televisore non si vedono solo le cose che vengono mostrate quotidianamente, ma anche cose diverse grazie al circuito chiuso. All'inizio ci teneva molto a usare il televisore, perché era un oggetto familiare. - Teleracconti, 1990 sono fiabe. Verde le racconta in maniera divertente (lui si è formato come raccontatore di storie) ma usa degli oggetti poveri. Es. un filo di lana che simula

Le treccine di unabambina. La videocamera ingrandisce i dettagli in modo da farli comparire grandi sul televisore rivolto verso ibambini o altri spettatori.

La sperimentazione in Rai. Gli artisti sperimentano con il circuito chiuso, con i vari effetti elettronici. La Rai ha prodotto film diautori esordienti e poi ha prodotto programmi di teatro, documentari, ecc.

Nel 1976 dopo la riforma la Rai si evolve e nasce un settore dedicato alla ricerca, allasperimentazione, indipendente da altre reti.

Erano lavori di nicchia e il sistema di guadagno non funzionava bene ma non c'era ancora laconcorrenza sfrenata con le private. C'era un rispetto per la vocazione culturale.

La Rai però investe poco in questo progetto quindi la stagione è meritevole ma non così ricca dalpunto di vista produttivo.

Gianni Toti è del 1924, quando arriva alla Rai ha quasi 60 anni e prima di approdare al video haattraversato tantissime arti. Non ha mai fatto parte di gruppi come il

Gruppo '63, ma per lui il foglio non bastava, era molto creativo. L'attività di Toti in Rai abbraccia circa 10 anni. Dopo questa esperienza anche negativa continua a fare video ma non più in Rai. Toti si definiva "disperimentale" uno sperimentale disperato perché i suoi lavori prodotti dalla Rai non sono mai stati mandati in onda. La pagina di carta era poco per Toti e lo schermo diventa un po' una pagina per lui. Dal film al video: incatenata alla pellicola Toti ha preso un pezzo di pellicola, l'ha ricostruito e poi l'ha raccontato in La leggenda di cinelandia, un video incatenato alla pellicola in cui ha utilizzato dei brandelli di pellicola dove si vede una ballerina che esce dallo schermo. Il centro di produzione francese CICV. Dopo vari lavori in Italia, Toti non riesce più a lavorare lì e va in Francia, e frequenta il Centro internazionale di creazione video. C'erano degli studi di montaggio e una.

residenza per le riprese,Era un castello e nei sotterranei c'era lo studio di montaggio.Fu frequentato da Chion, Cahen, Toti, ecc.–Lezione 30 21/04

Gianni Toti o della poetronica

Quando Toti era un poeta la pagina non gli bastava, voleva la pagina in movimento. Lo schermo diventa pagina, infatti lui usa moltissimo frasi, parole, lettere come se fossero immagini. Per Toti l'opera d'arte totale è quella che riesce a mettere insieme tutte le arti. Infatti per lui il video è un mezzo meraviglioso perché grazie agli effetti può mettere tutto insieme.

Quando Toti scriveva poesie era creativo ed eretico, mentre se scriveva un articolo era comunicativo. Sapeva la differenza tra comunicazione giornalistica rivolta a un grande pubblico e quella che era un'attività artistica creativa in cui cercava di innovare.

E di Sha'ul e dei sicari sulle vie di Damasco, 1973 film ispirato ai Vangeli, alla storia di Sha'ul. Toti voleva fare

Un "non-film", un film in pellicola in cui cerca di scardinare alcune regole narrative, un film sperimentale. →Alice nel paese delle cartaviglie, 1980 film sulla carta, sui misteri e i retroscena della produzione di carta. La bambina che è lo spirito che ci conduce in visita del paese. Ci sono i soliti neologismi di Toti. Per una videopoesia. Concertesto e improvvideazione per mixer, memoria di quadro e oscillo-→spettro-vector-scopio videopoesia che ha fatto nel 1980 per la Rai. Qui è come se scrivessi sulla pagina; scompone le parole, le fa muovere. Il centro di produzione francese Toti fu deluso dall'esperienza in Rai. All'epoca gli strumenti di montaggio erano solo negli studi professionali e ci volevano dei montatori specializzati che costavano molto. Allora Toti viene ospitato da questo centro francese. C'erano circa 10 camere; il primo piano con gli uffici; il piano terra sociale (sala da pranzo, biblioteca, cucina) e nei sotterranei gli

Studi del suono e dell'immagine

Studi del suono e dell'immagine non solo analogici, ma anche digitali per la prima volta. Siamo nei primi anni '90 e gli studi sono giganteschi. Quello che oggi si fa sul computer a casa in quegli anni si faceva in grandi stanze. Si andava avanti con i calcoli e bisognava conoscere programmi elaborati. La macchina lavorava tutta la notte quando erano effetti complessi e la mattina dopo si vedeva il risultato, se non andava bene bisognava ricominciare da capo.

Produzioni CICV di Toti

  • Planetopolis, 1994
  • Tupac amauta, 1997
  • Aca nada, 1998
  • Gramsciategui ou des poesimistes, 1999
  • La morte del trionfo della fine, 2003

Planetopolis, 1994 qui fodera con delle foto i quadri di sua moglie (scomparsa poco prima), con un lavoro complesso di post-produzione. Come dice il titolo, l'opera parla della città planetaria, allora Toti ricostruisce sullo schermo una città fatta di tante cit

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A.A. 2020-2021
49 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher arisaik di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della radio, della tv e delle arti elettroniche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Lischi Alessandra.