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Quinta fase: media sonori nella crossmedialità
È la fase attuale. Le soglie di accesso alla radio sono ulteriormente abbassate. Tutti fanno radio, o meglio propongono contenuti parlati e musicali in forma di radio. La sonorità trionfa, la radio è l'esempio da imitare, e questo può fare piacere, ma significa anche una spietata concorrenza. Il principale lavoro del broadcasting è comporre il profilo di un canale o di una rete, scegliendo determinati contenuti, componendoli in generi e macrogeneri, tenendo conto degli orari, dei calendari, delle mosse della concorrenza e di ciò che contemporaneamente accade nel mondo. Il palinsesto comporta un controllo dell'emittente sul suo pubblico. L'emittente ne conosce le abitudini e gli offre una dieta mediatica composta da un'alternanza di generi proposti nei giorni e nelle ore più adatti. L'identità della radio è affidata ad oggi a una proporzione di generi.Un cocktail che si ripropone ogni ora. Il flusso non ha un inizio e non ha una fine, permette di cominciare l'ascolto in ogni momento. Il flusso è perfetto se la programmazione è prevalentemente musicale. Un'emittente di palinsesto deve scegliere come convivere nell'era dell'abbondanza delle offerte. Una scelta può essere uno o più canali a carattere culturale. Il tono prevalente si avvicina all'intrattenimento. L'introduzione del rock'n'roll nella radio mette in crisi le convenzioni della radio e la sua cadenza settimanale. La radio di formato prendeva in considerazione una sola giornata e si ripeteva ogni giorno nello stesso modo. Il formato era studiato per la nicchia che si voleva raggiungere. Cominciava così una modalità di fruizione della radio più individuale e casuale. Formato rotation: l'emittente andava incontro al pubblico ripetendo la programmazione in cicli periodici. L'intervallo
tra due successivi inizi dellaprogrammazione viene chiamato <<clock>>. Ogni clock contiene al suo interno i propri <<isoritmi>>,ovvero gli elementi cadenzati che contribuiscono a identificarlo e distinguerlo dagli altri. Questoandamento ciclico è caratteristico della musica leggera. Tutt'oggi esistono i formati radiofonici. Ilprimo si chiamava Top 40 e consisteva nella ripetizione, partendo dalla posizione più bassa inclassifica, di una hit parade di canzoni condotta e commentata dal disc jockey. La struttura del clockfavoriva intarsi di frammenti parlati, specie per i notiziari. Oggi nelle radio non esiste più la figuradel dj, ma emergono i conduttori. La scelta della musica da mandare in onda è sottratta allacasualità e rispetta l'identità dell'emittente. Alcune emittenti si basano sulla nazionalità, altreprevedono una scelta netta di genere musicale, altre ancora tengono conto dellaNovità del brano: mentre alcune radio si dedicano prevalentemente alle classifiche del momento, altre inseriscono molti dischi vecchi. La campionatura dei brani musicali è fondamentale, da archiviare in un database. Un'altra variabile importante è il ritmo: ai tradizionali parametri empirici si sono aggiunte valutazioni più oggettive, assistite dal computer, che di ogni brano misurano l'energy (rapporto fra ritmo e oscillazioni del volume) e il Bmp. Una buona playlist è composta di segmenti in cui si alternano, come passi di danza, brani dal ritmo diverso secondo cadenze costanti. Influiscono anche l'orario della giornata, la differenza feriale/weekend, la stagione e il periodo dell'anno. Con l'avvento della televisione, il giornale radio perde importanza e lentamente si marginalizza. Negli anni '70 la radio cerca di fare controinformazione. Solo negli anni '90 l'informazione diventerà un capitolo importante.
all'interno della radiofonia privata. L'informazione radiofonica oggi è particolarmente adatta alla fruizione da parte della popolazione attiva. La sua prima carta vincente è la tempestività. Se interroghiamo persone comuni sul modo in cui sono venute a conoscenza delle notizie, la risposta più frequente è "l'ho sentito alla radio". Radiocronaca: descrizione di eventi pubblici nel corso del loro svolgimento da parte di un testimone sul posto, il radiocronista; Filo diretto: microfono aperto durante un evento di rilevanza politica o sociale; Notiziario, più lungo al mattino e sulle emittenti generaliste. Anche 15-20 minuti al mattino, che è il prime time della radio e corrisponde a ciò che è la prima serata per la televisione; Notiziario flash o spot: si definisce così un notiziario di durata inferiore ai tre minuti, che può essere anche specializzato;rassegna stampa;
– L'informazione di servizio: anch'essa di formato breve, dedicata a Borsa, meteo, traffico;
– L'inchiesta radiofonica: un programma di approfondimento informativo, anche a puntate, che– indaga un singolo tema con largo uso di interviste, rumori di ambiente, descrizioni di luoghi evicende da parte di una voce recitante;
Il documentario radiofonico: ha ambizioni narrative più che investigative e cerca di– conseguire un livello artistico;
L'approfondimento in rubriche: di carattere tematico, rappresentano appuntamenti periodici;
– L'approfondimento in contenitori: specie al mattino, ampie campiture di tempo dedicato a un– tema di attualità, che viene dibattuto con intervento di ospiti e di ascoltatori.
Nelle radio più commerciali, l'informazione è offerta in formati ancora più concisi. Al a veradifferenza è nel tipo di notizie: due/tre notizie serie (hard news)
più altrettante prese dalla cronacarosa, dal gossip, dalle curiosità (soft news). Il microfono registra e amplifica tutti i rumori nello studio, ma anche lo stato d'animo di chi parla. I brani devono essere più brevi che nella scrittura, poveri di aggettivi e di proposizioni subordinate, evitando sempre flashback, parentesi, virgolette, digressioni e tutto ciò che non è sequenziale. Se c'è qualcosa di importante da dire, bisogna farlo subito. La radio pubblica parte da modelli <<alti>>: letterali, teatrali, la musica colta, la cultura, un misurato intrattenimento e un'informazione capillare. La distinzione fra i generi di programmazione si appoggiava alla differente vocazione assegnata ai tre canali: informazione, intrattenimento, cultura. L'arrivo del telefono ha modificato le rubriche. Prima avevano la forma di <<discorso esperto>>. Col telefono le rubriche diventano un contenitore tematico in cui uno o
più conduttori dialogano con gli ascoltatori a casa, intervistano qualche esperto, propongono brani musicali, presentano libri e film. Possiamo considerare tramontati i generi radiofonici consegnati dalla tradizione della radio pubblica. Il suono digitale ha una qualità molto superiore a quella della radio FM. La radio si difende attraverso un'ibridazione fra i generi, nel momento in cui si accosta al parlato. La radiocronaca resiste come testimonianza diretta della partecipazione dell'istituzione radiofonica. Parte III – I linguaggi delle tv e del video I – Grammatica e sintassi delle immagini: conoscerla e trasgredirla Il salotto del talk show, che appariva così ampio in tv, è molto più angusto, anzi è un pezzo di un ampio locale scuro che sembra un magazzino di mobili usati; i colori, così vivi sullo schermo, sono opachi; gli arredi e la scenografia sono logori. Tutti gli eventi che accadono nello studio nonesistonofinché non sono tramutati in riprese televisive. Lo spettatore televisivo dipende dalle immagini che la tv scegli per lui e si aspetta che siano comprensibili per capire cosa sta succedendo. L'immagine televisiva ha un intento narrativo e rappresentativo con una forte connotazione emotiva e sentimentale. Gli stimoli visivi e sonori devono raccontare una storia e il regista deve selezionarli in base a questa loro capacità. Non basta puntare la telecamera a caso verso un soggetto: occorre che gli elementi di una scena siano disposti nell' inquadratura in un modo facilmente e piacevolmente leggibile. Gli elementi più importanti dell'immagine sono tre: la composizione, l' inquadratura, l' angolazione. Nell'immagine considerata migliore gli oggetti sono collocati agli incroci di un reticolo ideale che divide lo schermo in tre parti, in altezza e in larghezza. La terza dimensione è frutto di una costruzione illusionistica, perchélo schermo ha due dimensioni, benché sempre più cerchi di emulare il 3D e siano anche apparsi schermi curvi, molto costosi. La profondità deve essere costruita privilegiando le linee oblique e curve rispetto a quelle orizzontali e verticali, e collocando un oggetto in primo piano nei paesaggi, un punto di fuga. Quando il soggetto dell'immagine è una persona, deve avere abbastanza <<aria>> sopra la testa e non essere attaccato al bordo superiore dello schermo. Se il soggetto cammina, deve avere uno spazio vuoto davanti a sé, per fare capire dove sta andando. I personaggi televisivi sono riuniti in immagini collettive che siano di facile lettura, con le opportune gerarchie tra di loro, senza troppa distanza fra l'uno e l'altro, eliminando gli eccessivi dislivelli di altezza, evitando che siano in asse con rami d'albero, oggetti, arredi che possano creare accostamenti non voluti. L'inquadratura è lo spazio visivo
ripreso dall'obiettivo della telecamera. Latv ha seguito il cinema nella denominazione delle varie inquadrature, distinte inche distingue il cinema dalla tv e una parte dellatv dall'altra. Chi parla guardando in camera rappresenta se stesso. Chi non guarda in camera sottolinea il fatto che il suo discorso e la sua stessa presenza si materializzano solo grazie alla televisione. Il conduttore, collocato davanti