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Estratto del documento

Da menzionare è anche Carlo Cattaneo (1801-1869), uno dei primi positivisti italianj, che

rifiuta la tradizionale speculazione filosofica, attribuendo maggior valore alle conoscenze

derivanti dall'approccio scientifico. Cattaneo, inoltre, si riallaccia Vico. che aveva asserito

l'indipendenza del pensiero sociale rispetto a quello individuale, e formula il concetto di

“psicologia delle menti associate”, precorrendo così in qualche misura la sociologia e la

psicologia sociale moderne.

Tra gli psichiatri, o, come di preferenza si diceva allora, tra i freniatri o alienisti, due sono

coloro che contribuiscono maggiormente, sia pure in modo indiretto, a sviluppare tematiche

di matrice psicologica: Vincenzo Chiarugi (1759-1820), autore del primo trattato italiano di

psichiatria “Della pazzia (1793),

in genere e in ispecie” che contribuisce all'avvio della

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trasformazione del trattamento disumano cui erano in genere sottoposti allora i pazienti

ricoverati nei manicomi; e Biagio Miraglia, che, nel Morotrofio di Aversa applica criteri e

metodi innovativi nell'assistenza agli alienati, introducendo tra l'altro forme embrionali di

“Trattato

musicoterapia, ergoterapia e di psicodramma. La sua opera più nota è il di

frenologia”.

Gli studiosi del periodo positivista

I primi cultori italiani della disciplina appartengono, quanto ad afferenza formativa e

disciplinare prioritaria, ad ambiti piuttosto differenti. Tra essi si possono annoverare alcuni

filosofi (Roberto Ardigò, Francesco De Sàrlo, Guido Villa, Simone Corteo, Antonio Labriola,

Luigi Ferri), studiosi di antropologia e antropologia criminale (Paolo Mantegazza, Giuseppe

Sergi, Cesare I.ombroso, Enrico Ferri), fisiologi (Angelo Mosso, Mariano Luigi Patrizi, Luigi

Luciani, Mario Panizza) psichiatri (Augusto Tamburini, Gabriele Buccola, Enrico Morselli,

Leonardo Bianchi).

Le figure più importanti e decisive per l'evoluzione in senso scientifico della psicologia sono

probabilmente quelle di Ardigò e di Sergi.

il maggiore esponente del positivismo italiano, ed autore dell’opera

Roberto Ardigò, è La

psicologia come scienza positiva, che sancisce la rottura tra gli approcci psicologici

antecedenti il 1870. Centrale è il suo riferimento ai fatti, che si traduce in una concezione

della psicologia legittimata come scienza e volta a studiare i fenomeni psichici con metodi

diretti e indiretti (come le scienze naturali). Muovendosi su questa linea, nel 1876 propone

l’apertura, nel liceo a Mantova, di un laboratorio di psicologia e l’istituzione di cattedre

universitarie. Pur prospettando una psicologia come scienza sperimentale, Ardigò realizza

un solo cambiamento degno di nota, nel 1882, quando verifica la capacità del sistema visivo

di riadattarsi dopo l’uso di prismi ottici in grado di distorcere le immagini visive.

Importanti è l’analisi che compie circa i rapporti con la filosofia e le scienze, fra le quali

include la psicologia. Compito delle discipline scientifiche è infatti quello di occuparsi dei

fatti, di acquisire i dati della conoscenza. Ciò non basta per rendere autonoma la psicologia

dalla filosofia, ma Ardigò svolge un ruolo comunque molto significativo, tanto da essere

considerato come «il padre della psicologia scientifica italiana» (Luccio), 1978)

Giuseppe Sergi è orientato vero una interpretazione organicistica della realtà psichica,

tende a considerare gli eventi psichici come dipendenti dalle funzioni fisiologiche del sistema

nervoso. Nelle sue opere Sulla natura dei fenomeni psichici (1880) e L'origine dei fenomeni

psichici e loro significato biologico (1888). Egli riduce le manifestazioni psicologiche a

funzioni fisiologiche del sistema nervoso. Il positivismo di Sergi è caratterizzato da

un’impronta materialista, avversa alla ricerca naturalistica. Categorica è anche la sua

difficoltà dell’uomo facendo

condanna di ogni forma di spiritualismo tendente a giustificare le

ricorso a filosofie e credenze religiose.

Sergi si contraddistingue per la decisa componente evoluzionistica del suo modo di

intendere la psicologia, che si palesa nel considerare i processi psichici individuali come

“funzioni biologiche” di protezione dall’ambiente naturale circostante.

Per la sua limitatissima attività sperimentale, non può essere considerato uno “psicologo

sperimentale”, ma tuttavia tutta la sua teorizzazione si fonda su un approccio sperimentale.

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Una terza figura di orientamento positivista che occorre ricordare è quella di Gabriele

Buccola, che da alcuni è considerato il primo vero psicologo italiano. Si occupò di tempi di

reazione a determinati stimoli e alla memoria e, per la prima volta in Italia, esperimenti di

psicologia generale con soggetti psichicamente anormali.

Nella sua opera più nota, La legge del tempo nei fenomeni del pensiero (1883), sostiene

la possibilità di fondare una psicologia scientifica attraverso una metodologia conoscitiva

basata sulla misurazione dei tempi di reazione e diretta a dimostrare la variazione di uno

stato fisico contemporaneamente alla variazione di uno stato mentale.

La psicologia nell’Università

Nel 1876 fu Sergi che scrisse al ministro della pubblica istruzione e ai membri del Consiglio

superiore di attivare una cattedra speciale di psicologia nelle università e negli istituti

superiori. I primi effetti di tale richiesta; che cominceranno a trovare una prima concreta

accoglienza solo molti anni più tardi, sono l'autorizzazione per un corso privato di psicologia

presso l'Università di Messina (a.a. 1878-79) e, nel 1882, ad opera del Ministro Boselli, il già

citato finanziamento ad Ardigò per l'acquisto di apparecchiature psicologiche di laboratorio.

Nell'Aprile del 1898, Sante De Sanctis inoltra domanda al Ministero per ottenere una libera

docenza di Psicologia sperimentale presso l'Università di Roma, che non ha però alcun

esito. De Sanctis la ripresenta, togliendo l'aggettivo 'sperimentale', allora molto discusso.

Anche la nuova domanda, pur appoggiata dalla commissione preposta, all'interno della

Facoltà di Filosofia, viene respinta, nel 1901, dal Consiglio Superiore della Pubblica

Istruzione, che fa proprie le argomentazioni del filosofo di orientamento kantiano Carlo

Cantoni, secondo il quale è paradossale che un non filosofo, ma psichiatra e biologo, quale

è De Sanctis, insegni Psicologia in una Facoltà di Filosofia.

Nello stesso anno, tuttavia, anche grazie alla favorevole presa di posizione degli psichiatri

italiani nel corso dell'XI Congresso della Società Freniatrica Italiana (Ancona, 1901), il

Ministro Nasi concede, con decreto 11 dicembre 1901, la libera docenza. Un evento questo,

che comincia a schiudere le porte per il 'riconoscimento' ufficiale della psicologia, in ambito

accademico, che giungerà poco dopo.

Alla istituzione delle prime cattedre di Psicologia si giunge per il concorso di molteplici

fattori, oltre al lavoro svolto precedentemente dai cultori della disciplina che gradualmente

l’estero. È da queste relazioni che si concretizza l’organizzazione a

aprì gli scambi con

Roma del V Congresso Internazionale di Psicologia nel 1905. A ciò si aggiunge il ruolo

svolto dal Ministro della Pubblica Istruzione, Leonardo Bianchi, bandendo il primo concorso

a cattedre.

Bianchi (1848-1927), neurologo e psichiatra, Dal 1870 si occupa di localizzazioni cerebrali,

interessandosi in particolare dell'area del lobo frontale sinistro e, anni più tardi, scriverà un

“Trattato di Psichiatria” (1924), che avrà buona diffusione. Durante tutta la sua carriera di

deputato, culminata con la nomina a Ministro nel 1905 (sia pure per pochi mesi), cerca

costantemente di tener conto delle esigenze del mondo scientifico italiano. È grazie al suo

impegno nell'ambito del governo di allora che vengono istituite le prime cattedre.

A seguito del concorso, risultano vincitori Sante De Sanctis (1862-1935) a Roma, nella

Facoltà di Medicina, a Napoli Cesare Colucci (1865-1942) e a Torino Federico Kiesow

(1858-1940), in entrambi i casi nelle Facoltà di Filosofia.

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Sante De Sanctis, è considerato uno dei fondatori della psicologia italiana: egli ebbe un

ruolo sostanziale nello sviluppo e nella diffusione della psicologia in Italia fra '800 e '900.

Tra i suoi meriti va menzionata l’istituzione, nel 1899, per l’assistenza e

degli «Asili-scuola

il recupero socioeducativo di fanciulli e adolescenti “minorati psichici”». Nel 1929-30 viene

pubblicata una delle sue opere più importanti, Psicologia Sperimentale, che rappresenta il

primo vero trattato nella storia della psicologia italiana.

De Sanctis conosce Freud nel 1906, dopo una corrispondenza nata nel 1900, e

contribuisce alla nascita del movimento psicoanalitico italiano, del quale non entra a farne

parte. Riconosciuto anche da Freud come uno dei più importanti studiosi preanalitici della

vita onirico.

Cesare Colucci, allievo di Leonardo Bianchi, è psichiatra e psicopatologo, ma si interessa

anche di psicofisiologia e di psicologia infantile. Convinto della subordinazione della

psicologia alla medicina, per lui «non è possibile essere psicologi se prima non si è medici»

(Marhaba). Questa posizione lo porta tuttavia ad assumere un ruolo marginale ed isolato

nel panorama dell’epoca.

Giulio Cesare Ferrari e la “Rivista di Psicologia”

Il 1905 rappresenta auna data cruciale nella storia della psicologia italiana. Oltre al V

Congresso di Roma e al bando per le prime tre cattedre, nel mese di febbraio viene fondata

a Bologna la “Rivista di Psicologia applicata alla Pedagogia e alla Psicopatologia”, ad opera

di Giulio Cesare Ferrari. Si tratta del primo periodico scientifico italiano specificatamente

dedicato alla psicologia. Con la Rivista, anche la psicologia comincia ad avere una sua “voce

pubblica”. È lo stesso Ferrari che, insieme ad altri esponenti del pragmatismo italiano, lavora

alla stesura del “programma” della rivista, che si orienterà verso una forma di pragmatismo,

cosiddetto “empiricismo radicale”.

Giulio Cesare Ferrari, medico e psichiatra, ha avuto la sua importanza in gran parte

all’attività di promozione e di diffusione della psicologia. Si interessò soprattuto di temi

applicativi, in particolare psicopedagogici. Insieme a Guicciardi, è il primo, in Italia, a parlare

di “test mentali”, solo pochi anni dopo la pubblicazione del celebre articolo di James McKeen

Cattell (1890), al quale si fa risalire l’inizio del movimento internazi

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
59 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ren23 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della psicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Ceccarelli Glauco.