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La lingua tende a salvare fenomeni che servono, e questo non è particolarmente produttivo: non
distingue parole uguali, non ci dà informazioni di tipo grammaticale.
In ogni caso, in alcuni dialetti italiani il dittongo continua ad essere produttivo, proprio perché dà
informazioni grammaticali.
Fenomeno del dittongo mobile
All'interno di una stessa realtà il dittongo talvolta c'è talvolta scompare.
Il verbo suonare ha il dittongo in prima sillaba nonostante l'accento non vi cada. In questo caso
l'infinito si allinea alle altre forme della coniugazione:
io suòno
tu suòni
egli suòna
noi suoniàmo
voi suonàte
essi suonàno
Nella declinazione notiamo che solo la prima e la seconda persona plurale non hanno il dittongo
accentato, eppure lo mantengono, per uniformarsi alle altre forme.
Il verbo negare non ha dittongo (che però appare in diniego) nonostante la -e- sia breve, ma lì
non cade l'accento. Nella coniugazione del presente però è differente:
io négo
tu néghi
egli néga
noi neghiàmo
voi negàte
essi négano
Nelle tre persone singolari e nell'ultima plurale l'accento cade sulla e, ma non forma il dittongo
-ie-.
La morfologia prevale sulla fonologia.
Anafonesi
L'anafonesi è quel fenomeno per cui le vocali toniche é e ó si chiudono ulteriormente in ì e ù,
quando siano seguite da determinate consonanti:
- Familia => famiglia, non famelia
- Linguam => lingua, non lengua
- Consilium => consiglio, non conselio
Il comportamento delle vocali è condizionato da alcune consonanti o gruppi consonantici, non da
altri
Iato
Lo iato è l'incontro di 2 vocali di cui una delle quali non deve essere -i- o -u-; se una delle due lo
è, per formare lo iato, essa deve essere accentata.
- Ego => éo => io*
*Una e non dovrebbe dare -i-, ma ciò accade perché dopo c'è una -o-.
Dal XV secolo vi è una riduzione progressiva del dittongamento, anche se nel Toscano permane:
- dopo consonante + -r- (brieve, pruova, priego)
- dopo consonante palatale (spagnuolo, giuoco.
Dal XIV secolo alcuni dittonghi nella pronuncia si sono dissolti: cielo /celo/; cieco /ceco/. Anche
dittonghi già latini o greci si sono dissolti nella pronuncia: scienza /scenza/; coscienza /coscenza/;
igiene /igene/.
Monottongo in letteratura
La lingua poetica italiana viene dal Siciliano, che non prevedeva l'uso del dittongo:
- Core
- Foco
- Loco
Questi termini restano vivi in letteratura per secoli a causa della lezione poetica dei Siciliani del
XIII secolo.
Vocali atone
- a,a => a
- e, e, i => é (pensare => pensare; vindemia => vendemmia)
- i => i (privatum => privato)
- o, o, u => o (porcellum => porcello; monstrare => mostrare; glandulam => ghiandola)
- u => u (mugire => muggire)
Vocali protoniche
Le vocali protoniche sono le vocali che si trovano prima della vocale tonica. In questo caso, tutte
le regole precedenti non sono valide.
- é => i (fenestram => finestra; mensuram => misura; se lavat => si lava)
- o => u (cocinam => cucina; polire => pulire)
- e, i => o (demandare => domandare; debere => dovere; similliare => somigliare)
In sede atona le vocali sono meno marcate, perciò più tendenti a muoversi. L'instabilità della
vocale protonica a volte dà due forme dallo stesso antecedente:
-i- / -e-
- Nepotem => nipote/nepote
- Reverentiam => riverenza/reverenza
- Recupero => ricupero/recupero
-o- / -u-
- Molinum => mulino/molino
- Olivam => olivo/ulivo
- Oboedire => obbedire/ubbedire
-e- / -a- / -u-
- Denarum => denaro/danaro
- Aequalem => uguale/eguale
Vocali intertoniche
Quando una parola è lunga, almeno trisillaba, ci sono due accenti: quello primario e quello
secondario. In questo caso avviene la sincope o caduta dell'atona mediana nei proparossitoni:
- Càlidùs => caldo
- Vìrìdis => verde
- Dòminà => donna
- Sòlidùs => soldo
- Vétulùs => vecchio
- Frìgidùs => freddo
- Oculùs => occhio
- Màculà => macchia
Anche nei polisillabici:
- Vérecùndiam => vergogna
- Bònitàtem => bontà
- Còmparàre => comprare
-AR- intertonico
Una proprietà del Toscano è proprio lo sviluppo di -ar- e -er-:
- Comparare => comperare
- Margarita => margherita
- Macellaria => macelleria
- Fattarello/fatterello; boscareccio/boschereccio
- Acquarello/acquerello; casareccio/casereccio
Eccezioni: sigaretta, bustarella, pennarello.
Vocali finali
In Italiano le vocali finali sono fondamentali, perché portatrici di significati grammaticali (genere,
numero):
- resistenza di -a (lunam, alam, sanctam)
- resistenza di -e, sia e, sia e: (montem)
- i => e (tussim => tosse)
L'unica vocale che non può essere atona in finale di parola è -u:
- u => o (lupum => lupo)
Fenomeni particolari del vocalismo