Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 25
 Storia della lingua italiana Pag. 1  Storia della lingua italiana Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
 Storia della lingua italiana Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
 Storia della lingua italiana Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
 Storia della lingua italiana Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
 Storia della lingua italiana Pag. 21
1 su 25
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ANTICHI VOLGARI

Sono in generale dizionari storici, etimologici e grammatiche storiche.

TLIO

(Tesoro della Lingua Italiana delle Origini), un vocabolario storico di tutte le

varianti dei volgari italiani medievali: lo si può trovare anche online, ed è in

continua estensione. SI fonda su un corpus di circa tre mila testi antichi, oltre che

ad abbracciare tutta la documentazione disponibile dalle Origini (= X secolo) fino

alla fine del Trecento -> non solo gli autori di grande fama, ma anche quelli

minori, e non si limita ai testi letterari, bensì comprende anche quelli pratici,

scientifici, statuti cittadini, brevi testi occasionali e le corte formule volgari.

Ogni sua voce è strutturata in otto campi che danno informazioni su-l:

- le varie grafie,

- l’etimologia,

- la datazione di prima testimonianza, indicando il testo più antico in cui compare

x parola,

- quali varietà linguistiche, si possa riscontrare x parola,

- le locuzioni,

- le espressioni fraseologiche,

- le accezioni del termine.

Un’altra parte della voce invece, indica in ordine cronologico, sotto ogni

significato, gli esempi tratti dal corpus.

GRAMMATICA STORICA della LINGUA ITALIANA e dei suoi

DIALETTI

Di Rohlfs -> le grammatiche storiche si occupano della trasformazione diacronica

delle lingue e dei loro dialetti: si tratta di una storia interna della lingua, una storia

di suoni, forme e costrutti.

La sua opera esce in Svizzera, in tedesco, tra il 1949 ed il 1954, ma viene poi

tradotta negli anni Sessanta, in seguito a revisione.

Essa è divisa in tre libri, ognuno dei quali accompagnato da indici analitici di

parole, nomi geografici e propri di persona:

- fonetica,

- morfologia,

- sintassi e formazione delle parole.

La trattazione è ricca di esempi presi da ogni dialetto, antico e moderno,

settentrionale, centrale e meridionale -> infatti, in tal senso, la grammatica di

Rohlfs si distingue per la sua apertura in merito alle differenze diatopiche.

Inoltre, le informazioni che essa contiene provengono da fonti scritte o ricerche

dialettologiche effettuate sul campo, registrando le voci dei parlanti. Queste

ultime vengono condotte dallo studioso stesso negli anni Venti/Trenta nel sud

d’Italia, al fine di comporre l’Atlante dialettale italiano = AIS, l'Atlante linguistico

ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale, progettato e diretto dai

dialettologi svizzero-tedeschi Karl Jaberg e Jackob Jud, e stampato in otto volumi

tra il 1928 e il 1940.

Gli atlanti linguistici rappresentano in forma cartografica, su base lessicale o

grammaticale, la variazione dialettale di una determinata area geografica: ogni

(in alfabeto fonetico)

carta è dedicata alla registrazione di una parola o frase.

Per poter visualizzare le carte geolinguistiche, si può navigare sul sito Navigats.

DELI e LEI

I dizionari etimologici:

- spiegano l'origine della parola,

- indicano la data di prima attestazione,

- le diverse grafie,

- la storia dei significati.

> Dizionario etimologico della lingua italiana di Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli.

> Lessico etimologico italiano, contenente la documentazione per italiano e

dialetti, nata in Germania a partire dal 1979: inizialmente sotto la cura di Max

Pfister, mancato nel 2017, ed ora sotto quella di E. Prifti e W. Schweickard

lavorazione la versione digitale).

LE SCOPERTE DEGLI ANTICHI

DOCUMENTI

La maggior parte dei ritrovamenti avvengono a cavallo della seconda metà

dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, nonostante vi siano state delle scoperte in

anni più recenti. Esse hanno arricchito il repertorio delle prime tracce di italiano,

sostituendo quelle che si sono rivelate false, sebbene siano state presente

nell’archivio. Per esempio, l’Iscrizione del Duomo di Ferrara del 1135 è

conosciuto fin dal Settecento, ma ad oggi è ritenuto un falso, o quanto meno non

antico quanto avrebbero voluto far credere gli studiosi dell’epoca. In realtà, lo

storico settecentesco Muratori ha mosso alcune perplessità in merito, ma il testo

era stato pubblicato quando ormai non era più visibile nel Duomo, e la

maggioranza degli studiosi era concorde nell’autenticità di esso.

APPROFONDIMENTO ISCRIZIONE del DUOMO di FERRARA

(1135)

è un esempio significativo di come la percezione storica dei documenti antichi

possa evolversi nel tempo. Sebbene sia stata riconosciuta per secoli, sin dal

Settecento, come un documento autentico, oggi è considerata falsa o almeno non

così antica.

La prima pubblicazione avviene quando l'iscrizione non era più visibile nel Duomo,

a causa dei lavori di restauro.

Muratori, storico del Settecento, muove dubbi sull'autenticità del documento, ma

è solo nel Novecento, grazie agli studi di Monteverdi (1959), che l'iscrizione è

effettivamente etichettata come falsa. Migliorini, nel 1960, conferma tale

posizione nel suo lavoro sulla storia della lingua italiana. Negli anni successivi, in

particolare dopo la raccolta di Castellani del 1973, l'iscrizione di Ferrara non

appare più nelle trattazioni sulla lingua italiana e nei repertori di testi antichi.

ALTRO FALSO

- Iscrizione degli Ubaldini nella villa del Mugello, anch'essa esclusa dagli

studi più recenti.

- mosaico vercellese del XII secolo, che contiene le parole "fol" (folle) e "fel"

(fellone) -> documento studiato da Coppo (1965-66), che lo segnala come

esempio di volgare piemontese. Tuttavia, negli anni successivi, questo mosaico

suscita dubbi sulla sua natura volgare, come sottolineato da Piccat nel 2004, che

lo interpreta come un grido di battaglia in latino. Nonostante questa

interpretazione isolata, il mosaico è ancora generalmente considerato come

un'importante testimonianza linguistica del volgare piemontese.

Per verificare la veridicità degli antichi documenti, si può confrontare l’indice

della Crestomazia di Monaci del 1889, ovvero la prima raccolta completa ->

viene poi ampliata nel 1995 da Arese, che ha aggiunto l’Indovinello veronese, la

Postilla amiatina, le Testimonianze di Travale, il Memoratorio del Monte Capraro

nel Molise, l’annotazione pistoiese, il Breve di Montieri, e le più antiche

testimonianze toscane. Alcuni documenti, come l'Indovinello veronese, la Postilla

amiatina, e il Memoratorio del Monte Capraro, sono stati aggiunti nelle edizioni più

recenti, ma rimasero assenti nell'edizione ottocentesca di Monaci. L'Indovinello

veronese, ad esempio, viene trattato separatamente da Migliorini nel 1960,

poiché lo studioso ritiene che la lingua del documento sia ancora in gran parte

latina. La Storia della lingua italiana di Migliorini (1960) fornisce una panoramica

completa dei documenti, ma li tratta sinteticamente senza includere testi

integrali. Tra i documenti citati vi sono i Placiti campani, le carte sarde...

ALCUNE SCOPERTE

Molti altri documenti medievali sono stati scoperti e pubblicati negli anni

successivi agli anni Sessanta del XIX, come i Sermoni subalpini, i Frammenti di un

libro di conti fiorentino, e la Formula di confessione umbra.

- Iscrizione della catacomba di Commodilla (1904) -> scoperta dall'archeologo

Marucchi, l'iscrizione viene portata all'attenzione dei linguisti solo nel 1966 da

Sabatini.

- Glossario di Monza (1963) -> scoperto da Bischoff nel 1963 in un codice della

Biblioteca Capitolare di Monza

- Conto navale pisano (anni '60) -> scoperto da Baldelli negli Stati Uniti, questo

documento è stato vergato sulla guardia posteriore di un codice conservato nella

Biblioteca di Filadelfia. Il documento venne poi pubblicato con un commento nel

1973, e successivamente incluso nella raccolta di Castellani, grazie all'indicazione

di Baldelli che aveva scoperto il testo mentre era in fase di stampa.

- Mosaici piemontesi di Vercelli e Casale Monferrato (anni '60)-> segnalati ai

linguisti a partire dalla metà degli anni Sessanta, questi mosaici rappresentano

un'importante testimonianza visiva della lingua e delle espressioni usate nei secoli

passati in Piemonte.

- Iscrizione sulla tomba di Giratto (Pisa) -> nel camposanto di Pisa, è stata nota

fin dall'Ottocento (è menzionata nei saggi di Can- tù (1865) e Morandi (1887)), ma

è stata trascurata nel volume di Monaci (1889). Solo recentemente è stata

riesaminata da Stussi (1997, 2005), che ha proposto una nuova lettura del testo,

correggendo le interpretazioni precedenti e identificando nel defunto il giudice

Giratto.

- Carta ravennate -> pubblicata per la prima volta da Stussi alla fine degli anni

Novanta, ma era stata scoperta già negli anni Trenta da Muzzioli e

successivamente segnalata da Augusto Campana. Quest'ultimo intendeva

pubblicarla negli anni Sessanta, ma morì prima di poterlo fare.

PLACITO CAPUANO

È conosciuto fin dal Settecento, nonostante passi inosservato, fino a quando

nell’Ottocento viene inserito nel saggio Origine della lingua italiana da Morandi e

da Monaci nella Crestomazia, come prima testimonianza dell’italiano.

È un documento proveniente dalla Campania, nonostante sia conservato

nell’Archivio dell’abbazia di Montecassino, in provincia di Frosinone -> testo

notarile: il termine “placito” si riferisce al nome che nel Medioevo si attribuisce

alla sentenza di un’autorità giudiziaria, e quindi alla risoluzione di un contenzioso.

In quanto documento notarile, è datato con certezza: nel 960 Capua faceva parte

del principato longobardo di Benevento, che comprendeva parte del Lazio

meridionale di oggi, inclusa l’abbazia di Montecassino. Nel marzo dello stesso

anno, il giudice Arechisi deve risolvere una disputa in merito al possesso di alcuni

terreni: le parti sono l'abate del monastero di Montecassino ed il ricco Rodelgrimo

di Aquino. Questo ultimo rivendica il possesso di alcune terre a suo giudizio

abusivamente occupate dal monastero; l'abate, per contro, invoca il diritto

dell’"usucapione". Vengono chiamati a testimoniare tre monaci, a favore del

religioso, tenendo per le mani e quindi giurando talvolta sui vangeli, la memoria

presentata da Rodelgrimo, nella quale sono descritti i confini dei terreni

(la memoria è il documento contenente le istanze,

rivendicati nella lite giudiziaria

ossia le richieste rivolte all'autorità giudiziari a) e recitano uno alla volta una

formula che si potrebbe così riassumere: “so con certezza che quelle terre,

comprese nei confini che qui si descrivono, le ha possedute per trent'anni il

monastero di San Benedetto”. La causa si conclude con la promessa da parte di

R

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
25 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giorgica12 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della lingua italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Mastrantonio Davide.