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Anniversario di Curtatone di Giovanni Prati
NOTA BIOGRAFICA: Giovanni Prati nacque a Campomaggiore (Trento) nel 1814 e studiò legge all'Università di Padova. Nel 1840, sospettato dalla polizia austriaca, fu imprigionato. Scagionato, nel '41 si recò a Milano dove conobbe Manzoni e gli altri cattolici moderati milanesi. Successivamente fu a Torino, e agli inizi del '48 tornò in Veneto, prima a Padova, poi a Venezia e infine a Treviso. Fu imprigionato una seconda volta per il suo atteggiamento filo-monarchico e moderato, che gli valse anche un'espulsione da parte dei democratici prima da Venezia e poi da Firenze, dove era accorso dopo l'insurrezione. Tornò quindi a Torino dove fu nominato storiografo della Corona. Nel 1862 fu deputato al Parlamento, nel '71 seguì il governo a Roma e ottenne la direzione dell'Istituto Superiore di Magistero. Nel '76 fu nominato senatore. Morì a Roma nel 1884.
sua prima opera è Edmengarda, una novella in versi pubblicata nel 1841, a cui seguirono altre raccolte liriche tra cui Canti per il popolo (1843), Ballate (1843), Memorie e lagrime (1844), Passeggiate solitarie (1847), Storie e fantasie (1851), Canti politici (1851), il poemetto Armando (1868), Psiche (1876) e Iside (1878).METRO: Baldacci la definisce una ballata romantica (o romanza) tuttavia mancano ritornelli o iterazioni, elementi tipici di questo metro. Il poeta cita in discorso diretto le parole dei soldati italiani (vv. 11-24) e del soldato ungherese (vv, 33-48), e ciò conferisce teatralità al componimento.
La ballata è caratterizzata dall'alternanza di versi piani, sdruccioli e tronchi, tutti settenari, e lo schema ritmico è: a b c'' d' e'' b f'' d'. Questa successione di accenti sulla terzultima, penultima e ultima sillaba dà al componimento un certo ritmo.
Si tratta di un componimento
Scritto a Torino nel 1851 e rientra nella raccolta Canti politici (1852). Scritta in onore dei morti nella battaglia di Curtatone (combattuta nel 1848 nei pressi di Mantova contro gli austriaci), la ballata ha quindi un tema patriottico.
La poesia potrebbe essere divisa in tre parti. La prima (vv. 1-24) in cui il poeta, per mezzo delle parole dei sopravvissuti, si rivolge ai giovani che un giorno diventeranno valorosi guerrieri, e li incita a vendicare i caduti di Curtatone, morti per la patria. La seconda (vv. 25-56) vede il poeta descrivere i punti di vista di due diversi popoli, italiano e ungherese, il "guardian straniero" del verso 25, i quali entrambi si trovano sotto una dominazione straniera e vogliono ribellarsi a quest'ordine: "Così con varii modi / canta chi vinse e giacque, / ma in un medesmo palpito / arde il medesmo ver" (vv. 49-52). Il Prati riprende qui il tema dei popoli accomunati nelle guerre d'indipendenza contro il dominatore.
Il testo formattato con i tag HTML sarebbe il seguente:trattato anche da Tommaseo nei Canti popolari toscani, corsi, illirici e greci(1842). La terza e ultima parte (vv. 57-80) è un nuovo omaggio ai morti per la nazione, e un "laaugurio che presto si possa dimenticare lugubre / canzone della morte" (vv. 77-78) e festeggiare la libertà.