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STATI D’ASSEDIO
I governi prendono provvedimenti (es. stato d’assedio) che sono denunciati dai giuristi quali incostituzionali
e dunque illegittimo, l’unico controllo poteva derivare dalla corte di Cassazione che tuttavia si allinea con la
politica del governo.
1894 Crispi “abbiamo di fronte plebi ignoranti e illuse guidate da capi pronti ad ogni delitto”
Lo stato d’assedio non e previsto dallo Statuto Albertino, né dalla legislazione italiana né dal codice penale
militare.
Viene chiamato stato d’assedio fittizio, civile, in quanto dal punto di vista tecnico non è uno stato d’assedio
vero e proprio > il governo italiano pone sotto assedio una zona del suo territorio.
Viene proclamato dal Re con un decreto regio, il re tuttavia ha immunità totale e non ha responsabilità
penale che dunque ricade sul Presidente del Consiglio.
Durante l’assedio tutti i poteri vengono delegati ad un generale, rappresentate dell’esercito, che ha potere
di emanare provvedimenti (potere legislativo) > sospensione di tutte le garanzie costituzionali.
Corrisponde a una dichiarazione di uno stato di guerra e viene applicato solo in alcune zone, prima nella
Sicilia e poi della Lunigiana.
Questi territori passano sotto il regime militare, nel quale non funzionano più i tribunali ordinari ma i
tribunali militari, il cui funzionamento mina l’indipendenza del potere giudiziario dal potere esecutivo in
quanto costituito da non tecnici per lo più militari, i PM dipendono dal comando militare, viene a mancare il
requisito della conoscenza del diritto da parte dei PM, la procedura è priva di quel minimo di diritto di
difesa in quando istituzione tutta segreta e la fase pubblica non sussiste, l’imputato non ha il diritto
all’interrogatorio.
In molti casi già negli anni 1894/1895 si era avuto anche una estensione retroattiva dei poteri di questi
tribunali militari, potevamo giudicare anche i reati commessi da persone civili prima che lo stato d’assedio
fosse dichiarato.
Tutto questo porta la scienza giuridica a commentare in modo estremamente negativo l’operato dei
governi, dal 1915 con l’entrata in guerra nella Prima Guerra Mondiale l stato d’assedio è stato dichiarato
solamente per le zone di guerra (nord Italia, terre irredente) quindi si aveva la differenza tra regioni a diritto
ordinario e regioni in stato di guerra.
La Cassazione ammetterà che qualsiasi tribunale militare costituito in qualsiasi zona d’Italia era
perfettamente legittimato a farlo, anche senza verificare che avessero giudicato in zone di guerra o meno >
passa l’idea tra l’opinione pubblica che il governo usa la giustizia a suo piacimento.
Sul Libro: Giustizia penale e politica tra 800 e 900 > articolo di Carlotta Latini “una società armata, la
giustizia penale militare e le libertà nei secoli XIX e XX”, affronta il tema della giustizia di eccezione e quale
influenza ha avuto questa prassi nel fascismo.
Lo stesso principio infatti si svilupperà nel regime fascista attraverso il tribunale speciale per la difesa dello
Stato, istituito nel 1926 per giudicare su tutti i reati che si ritenevano pericolose per il nuovo ordine
costituzionale con una perpetrazione della violazione del principio del giudice naturale.
Dopo i fatti del 1894 si hanno un sacco di processi, molti giuristi si offrono di difendere in giudizio le
persone più umili, si hanno processi persone umilissime che diventano celebri e finiscono
in corte di cassazione in quanto nei primi gradi di giudizio sono difesi da i migliori avvocati.
In questi processi vengono espressi i pensieri dei più grandi giuristi del tempo:
Impallomeni: “tutti questi provvedimenti sono viziati da eccesso di potere, il governo ha scavalcato
o i poteri che glie ramo consentiti dallo Statuto Albertino e ha invaso anche le prerogative del potere
legislativo.”
Brusa: “noi guardiamo alle sentenza pronunciate dalla corte di cassazione vediamo che in tutti i casi
o in cui è stato presentato un ricorso contro le decisioni de tribunali militari speciali la cassazione ha
respinto il ricorso, quindi ha legittimato l’esercizio di poteri d’eccezione da parte del governo, non
ha esercitato correttamente la sua posizione di controllo sul potere esecutivo.”
Augusto Pierantonio: “gli Stati stranieri come considerano la condizione dell’Italia? L’opinione
o pubblica internazionale come vede la situazione dell’Italia in tutti momenti in cui sono proclamati
questi Stati di eccezione? Vede un paese tiranno che sta esercitando la tirannia sulla sua
popolazione, dopo che con un colpo di stato (Stato d’assedio) ha eliminato tutte le garanzie
costituzionali.”
Stato d’assedio del 1898 di Milano
In Lombardia c’era movimento creato nelle fabbriche dai socialisti che sostenevano di essere troppo
sfruttati e con retribuzioni troppo basse.
L’esercito si trova già in Lombardia per delle esercitazioni.
Il 1 maggio il governo vieta ai socialisti di organizzare qualsiasi manifestazione in quanto in quel momento
potevano provocare degli scontri dovuti al fatto che qualcuno poteva esercitare minacce o violenze per
indurre a lavoratori ad astenersi dal lavoro (art 166).
I socialisti sono scontenti nell’essere stati bloccati nella manifestazione del loro pensiero, il 5 maggio si dice
sia successo qualche incidente in fabbrica > il governo si rivolte a Turati per evitare gli scontri, Turati alla
Pirelli fa un discorso agli operai nel quale afferma che se essi avessero protestato in quel momento
avrebbero dato un protesto al governo per reagire, non devono far decidere ai nemici quando deve partire
la rivoluzione.
Nonostante questo gli operai organizzano dei cortei verso Porta Venezia, via Torino fino a piazza Duomo, il
governo dichiara lo stato d’assedio e l’esercito entra a Milano, il cui comando è affidato a Beccaris.
Si ha la sospensione dei diritti, si fanno provvedimenti per tutelare la sicurezza a Milano ed evitare che si
generi una guerra civile.
I manifestanti iniziano a costruire della barricate.
Provvedimenti immediati di Beccaris:
• Chiusura dei giornali di opposizione, compresi quelli cattolici
• Arresto si tutte le persone segnalate come presumibilmente pericolose complessi i deputati
presenti a Milano che sarebbero stato protetti dall’immunità in regime ordinario
• Arresto di tutti i deputati di opposizione presenti a Milano
• Coprifuoco e divieto di manifestazione
I fatti durano per 3-4 giorni, si hanno due fonti principali di informazione, le quali riportano due versioni
diverse delle vicende:
Relazione fatta da Beccaris al Parlamento: in quei giorni c’era il presentimento dell’esercito che
o stesse montando una guerra contro le istituzioni, tuttavia il presentimento era rimasto infondato.
La massa di operai era tutta o quasi tutta iscritta al partito socialista e rappresentava un esercito
ben organizzato ma quale mandava solo l’occasione per insorgere.
Alcuni civili innocenti sono stati uccisi a causa della malsana curiosità del pubblico che si affacciava
alle finestre. Alcuni lavoratori si sono scagliati per strada convinti da altri, altri invece erano veri e
propri rivoluzionari.
Notizie raccolte dal Vicedirettore (Eugenio torelli) del Corriere della Sera che invia giornalisti a
o Milano: testimonianze rimaste da lettere che lui manda ad un professore universitario all’università
di Pavia (Pasquale Villari) per raccontare le vicende, non sono mai stati pubblicati sul corriere.
La sua descrizione della vicenda è “un sogno della paura che aveva provocato un macello”, dice di
non aver pubblicato nulla perché questo sarebbe stato nocivo per il Governo, tuttavia si è anche
rifiutato di pubblicare anche tutti i telegrammi di felicitazione che il re ha inviato al governo e
all’esercito per la vittoria conseguita.
Racconta: i milanesi e i lombardi si distinguono per il loro profondo senso morale; ci sono due
categorie di operai, quelli convinti delle idee rivoluzionarie del socialismo, persone umili e senza
cultura che si sono lasciate convincere da queste idee, poi ci sono quelli che hanno capito che
bisogna combattere in maniera misurata e puntare solamente per gli obbiettivi di carattere
economico, bisogna contrattar lucidamente per migliorare le condizioni della società senza che ci
sia bisogno di una rivoluzione.
Nei fatti di Milano si è visto che questi operai hanno costruito delle barricate semoventi, per poter
arretrare nel caso in cui l’esercito si fosse avvicinato > non avevano alcuna intenzione di ingaggiarsi
in un conflitto armato, si oppongono solo formalmente.
Sono esplosi tuttavia 2 colpo di cannone che hanno provocato tante vittime innocenti, le stime
vanno da 40 (dall’esercito) a migliaia, sono stati sparati 10mila colpi di fucile.
L’esercito ha anche assalito un ministero in porta Venezia dove i Monaci distribuivano cibo ai
mendicanti.
Sono stati fatti un sacco di prigionieri, più di 2000 persone, che avrebbero dovuto essere giudicate
dai tribunali militari; nei mesi successivi tutti gli arresti hanno creato nell’opinione pubblica
indignazione.
Le sentenze vengono pronunciate e si capisce che sono infondate, si interviene come
provvedimenti di amnistia.
Dal punto di vista dello Stato questa era stato una grande vittoria, dal punto di vista dei giuristi la vicenda
viene considerata quale enorme sconfitta del governo che avrebbe dovuto legiferare.
Eugenio Forlana scrive in una rivista giuridica: “da un lato il numero e la fame, dall’altra la legge e le armi”
Esplode in questo periodo una grande contraddizione nel diritto di fine ‘800, il Governo non vuole tenere
conto delle esigenze della società in quanto non sa analizzarla.
La legislazione del tempo non era adeguata è fortemente imperfetta; in un periodo nel quale c’era il mito
della codificazione, si manifesta un movimento di giurisprudenzialità del diritto.
I codici avevano lo scoop di ridurre le fonti del diritto affermando il monopolio legislativo dello Stato, ciò
riduce l’arbitro dei giudici.
Se il periodo precedente era stato un periodo di incertezza del diritto, ora si ha certezza del diritto grazie ai
codici, in Francia e in Italia a metà dell’800 si ha il trionfo della scuola dell’esegesi, ovvero la lettura dei
codici agli studenti.
Dal punto di vista delle fonti del diritto l’800 è il secolo, fino alla seconda guerra mondiale, del positivismo
legislativo.
Tuttavia se ci sono imperfezioni nella scrittura della legge non vi è positivismo legislativo e il diritto torna ad
essere giurisprudenziale, diritto che si forma a poco a poco attraverso l’interpretazione della scienza
giuridica e se è quanto viene accolto dalle corti di giustizia.
Es. contratto colle