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Manca la progettualità e la riflessione

In virtù di essere prefazionale e presociale non è né socialené asociale, né morale né immorale, né buono né cattivo. Gli unici sentimenti esistenti sono l'amore di sé (= autoconservazione) e la pietà (= istinto di soffrire se vede soffrire i suoi simili). Le uniche disuguaglianze sono quelle fisiche. I contatti sono pochi e sporadici, solo per l'accoppiamento.

Perché poi tutto ciò cambia?

  1. L'uomo è libero e può scegliere;
  2. L'uomo, a differenza degli animali, tende a perfezionarsi (esiste la storia solo nel mondo umano).

Attraverso un esperimento mentale, per deduzione, cercando di immaginare quali condizioni esterne siano state necessarie affinché il genere umano divenisse quello che è attualmente (Clima, altezza degli alberi, la concorrenza e la ferocia degli animali...), si sforza di ripercorrere.

“Le vie dimenticate e perdute” che dallo stato naturale hanno condotto l’uomo ad uno stato civile. L’uomo inizia così ad associarsi e a raccogliere frutti spontanei, a cacciare e a pescare (fuoco e prime forme di coltivazione). Nascono le famiglie e nascono i sentimenti buoni come l’amore e quelli cattivi come l’invidia e la vanità (nati dalla tendenza a confrontarsi, dalla differenza tra capacità e attitudini fisiche). Questo è, per Rousseau, il MOMENTO PIÙ FELICE, perché le associazioni non sono vincolanti, l’uomo trova negli altri conforto e s’instaura un equilibrio fra natura e civiltà (mito del buon selvaggio). La rivoluzione vera e propria avviene con la simultanea invenzione della metallurgia e dell’agricoltura (Neolitico), che crea le prime disuguaglianze economiche e civili dovute alla divisione del lavoro e all’introduzione della proprietà privata. In Locke, la

proprietà privata (legata al lavoro e alla fatica) è l'elemento che caratterizza lo stato di natura (crea delle disuguaglianze che non eliminano l'uguaglianza dei diritti). In Rousseau la proprietà è un'ingiustizia, porta alla cupidigia; non è finalizzata all'autoconservazione ed è peggiore delle disuguaglianze fisiche. Queste passioni causano una guerra continua tra ricchi e poveri, tensioni che Hobbes credeva connaturate nella natura umana: l'uomo, che prima era libero e indipendente, si trova assoggettato alla natura da una quantità di nuovi bisogni e vincolato al prossimo da un rapporto di mutua, universale dipendenza. Per uscire da questo stato di guerra di tutti contro tutti i possidenti fondano un patto iniquo per giustificare l'esistenza della proprietà, fatto per paura di perdere le ricchezze. Se in Locke, la magistratura deve punire i trasgressori, in Rousseau legittima la distinzione tra

Potenti ed e deboli, mentre l'esecutivo quella tra padrone e schiavo. "A questo punto tutto si riporta alla solalegge del più forte, e quindi a un nuovo stato di natura diverso da quello con cui abbiamo cominciato, in quanto l'uno era lo stato di natura nella sua purezza, mentre quest'altro è il frutto di un eccesso di corruzione". La disuguaglianza è innaturale: Rousseau vuole quindi una limitazione della proprietà privata all'insegna della piccola proprietà. Ma da questa situazione (frutto di un percorso storico) si può uscire. Accanto ad un PESSIMISMO STORICO (frutto di una civiltà cattiva), sinora un OTTIMISMO NATURALISTICO (frutto di una natura buona). L'errore della disuguaglianza ha origine storica e non è connaturato nell'animo umano: può quindi esserci un riscatto. Può essere fondato un nuovo patto, non riferito alla storia o a Dio: dato che non si può tornare indietro,

La soluzione è posta su due piani paralleli: educativo; politico. Vige la possibilità di stipulare un contratto in concomitanza con un nuovo tipo di educazione. Fonda un nuovo modo di convivenza e di essere uomini (per trasformarli in cittadini): L'ETICA COINCIDE CON LA POLITICA.

"Il passaggio dallo stato di natura allo stato civile produce nell'uomo un cambiamento molto notevole, sostituendo nella sua condotta la giustizia all'istinto e dando alle sue azioni la moralità che ad esse priva mancava. Solamente allora subentrando la voce del dovere al posto dell'impulso fisico e il diritto al posto dell'appetito, l'uomo, il quale fino allora non aveva considerato che se stesso si vede obbligato ad agire secondo altri principi e a consultare la sua ragione prima di cedere alle sue inclinazioni. Sebbene in questo stato egli si privi di molti vantaggi che gli vengono dalla natura, ne guadagna in cambio altri così grandi, le

Le sue facoltà si esercitano e si sviluppano, le sue idee si allargano, i suoi sentimenti si nobilitano, tutta la sua anima si eleva a tal punto che, se gli abusi di questa nuova condizione non lo degradassero, spesso al di sotto di quella da cui è uscita, egli dovrebbe benedire continuamente l'istante felice che lo strappò per sempre da quelle sue condizioni primitive e che di un animale stupido e limitato fece un essere intelligente e un uomo."

Abbiamo quindi un passaggio, che si attua attraverso un contratto, non con la forza o il diritto divino, in cui è veramente legittimo solo il pactum unionis, poiché il patto di soggezione è inammissibile dato che limita la libertà (l'uomo deve poter obbedire solo alla propria ragione, alla sua volontà che ha in comune con gli altri):

  • Io naturale
  • Io artificiale
  • Io privato - particolare
  • Io comune (corpo sociale)

Uomo Cittadino

Gli uomini quindi alienano tutti i diritti che avevano

precedentemente (tale alienazione deveportare gli uomini ad essere soggetti solo a se stesi per essere liberi: il patto difende e protegge conla forza comune la persona e i beni di ciascun associato. Lo scopo del patto è la salvaguardiadella sicurezza, della libertà, dell'uguaglianza dei contraenti.Della sicurezza perché il patto tutela la persona e i beni di ognuno;Della libertà perché obbedendo all'io comune ognuno obbedisce, in realtà, a se stesso;Dell'uguaglianza perché nel patto i cittadini si obbligano tutti sotto le stesse condizioni e devonogodere degli stesi diritti.Con la ragione mi libero dalla bramosia (vedi Spinoza). Il potere è nella comunità (PRINCIPIODELLA SOVRANITÀ POPOLARE). La volontà propria del corpo politico o sovrano è laVOLONTÀ GENERALE. Questa non è la semplice somma delle volontà particolari (volontà ditutti), ma la volontà

Che tende all'utilità comune, ossia un tipo di volontà che si distingue da quella di tutti non per ragioni quantitative, bensì qualitative. Infatti, essa mira soltanto all'interesse comune, non a quello privato (vedi art.6 della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino). La volontà generale è:

  • Retta, in quanto il popolo vuole solo il bene;
  • Infallibile, in quanto non sbaglia mai (non può non volere se non il bene): sbagliato può essere il giudizio, poiché il popolo non è sempre in grado di individuare i giusti mezzi per raggiungere i suoi scopi;
  • Giusta, in quanto tende sempre all'uguaglianza;
  • Indistruttibile, in quanto non può venir meno.

La sovranità (= esercizio della volontà generale) che ne deriva è:

  • Assoluta, in quanto gli individuano tutti i diritti del corpo sociale (esercitata da tutti su tutti: l'individuo singolo è vincolato alla volontà generale,

In una sorta di totalitarismo);

Inalienabile, in quanto non può essere ceduta (sarebbe come rinunciare alla libertà): c'è il rifiuto del principio della delega o della rappresentanza (la sovranità deve agire direttamente);

Indivisibile, unica, in quanto la sovranità coincide con il legislativo (in Locke la divisione dei poteri evita l'abuso del singolo).

L'esecutivo non è un potere e per questo è separabile: è un insieme di persone con il compito di applicare le leggi, senza autonomia (non interpretazione delle leggi e non iniziativa legislativa) dal legislativo (sono solo esecutori).

L'unico modello accettato è quello della democrazia diretta o assembleare, (vedi polis, comuni, Ginevra: comunità piccole, dove i membri del corpo sociale possono incontrarsi fisicamente).

L'unica forma di potere è quella democratica. Le forme di governo (non è un potere) sono tre (scelte a seconda del contesto):

democratica (per piccoli stati);

2. aristocratica elettiva (per stati di media grandezza: la migliore purché quando i saggi governano per la moltitudine lo facciano per il suo profitto e non per il loro (vedi Platone));

3. monarchica elettiva (per stati grandi).

Si ha sfiducia nella capacità della moltitudine di autogovernarsi (gli uomini non sono perfetti).

1780/1850: grande dibattito politico fra liberali e democratici (nemico comune :socialismo): durante il Risorgimento Cavour contro Mazzini.

Per Locke: la libertà è gia nello stato di natura ed è limitata da quella altrui. Con la formazione dello stato civile:

Libertà nello stato;

Libertà dallo stato.

Per Rousseau: la libertà dallo stato non esiste perché quando si entra a far parte del corpo sociale non c’è un diritto che precede. Con l’alienazione totale e la costruzione artificiale dello stato, non esiste una libertà da garantire, ma una

libertà più matura e consapevole. La libertà naturale è solo arbitrio, è ormai finita. La sola libertà è obbedire allo stato e a se stessi. Si fonda uno STATO ETICO, in cui politica e morale coincidono (non è uno strumento, ma diventa un valore che coincide con la comunità). Il singolo vive solo all'interno della comunità: in una scala di valori viene prima la comunità poi l'individuo (critica: non garanzie dell'uomo come singolo ha comportato il rischio di essere ritenuta una democrazia totalitaria, soffocando le istanze individuali: in Robespierre governo del terrore = volontà generale sempre retta / 1871: nella Comune di Parigi, i rappresentanti eletti dipendono dall'assemblea, hanno i salari degli operai, sono sottoposti a giudizio da tutto il corpo sociale e non esiste la delega / Soviet: inizialmente assemblee autoconvocate e autoelette locali di soldati e contadini). In Locke,

Formattazione del testo

c’è continuità tra lo stato di natura e lo stato civile (deve garantire libertà che ci sono già) e tra la libertá

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A.A. 2007-2008
5 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher melody_gio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Burgio Alberto.