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ASPETTI FILOSOFICI: TRA EMPIRISMO E RAZIONALISMO

Locke nell'epistola che precede il saggio affronta questo problema, spiega come sarebbe nato il saggio sull'intelletto umano. Si rende conto che alla filosofia mancano delle basi solide. L'essere umano non ha un potere conoscitivo finito, però lo ha su come siamo fatti. Locke dice che la riflessione gnoseologica è la premessa. Prima si deve occupare del potere conoscitivo dell'essere umano, dopo si può occupare di etica, politica e religione.

FONTI DELLA CONOSCENZA

Il "saggio sull'intelligenza umana" è suddiviso in 4 libri. Nel primo libro critica l'innatismo dei platonici di Cambridge; dice che tutto deriva dall'esperienza, mentre essi sostenevano che solo l'idea di Dio era innata in noi. Porta degli esempi. I bambini dicono che esiste Dio perché le nutrici li inculcavano la mente. Utilizza due categorie: gli idioti e i selvaggi. Gli idioti sono le...

persone con deficit intellettivi) e i selvaggi non hanno l'idea innata di Dio. In questo modo dimostra che non tutti hanno l'idea innata di Dio. Secondo lui tutto deriva dall'esperienza. L'essere umano è come una tavoletta di cera bianca e solo l'esperienza dell'essere umano è in grado di incidere la conoscenza. Non esiste niente di innato, tutto deriva dall'esperienza.

L'esperienza è duplice, si divide in due rami:

  1. Sensazione. È tutto quello che deriva dal mondo esterno attraverso i 5 sensi. Il tatto è il principe dei sensi secondo Locke.
  2. Riflessione. Sono le operazioni interne alla mente. Quando finisce la sensazione mi rimane un'idea di riflessione, cioè delle operazioni interne alla mente.

SAGGIO SULL'INTELLIGENZA UMANA

LIBRO ARGOMENTI

  1. Nozioni innate
  2. Idee (classificazione)
  3. Parole (linguaggio)
  4. Conoscenza

LA CLASSIFICAZIONE DELLE IDEE

Tutte le conoscenze derivano dall'esperienza.

Si può avere un'esperienza esterna (sensazione) e un'esperienza interna (riflessione). Le idee semplici sono le idee più comuni. Le idee semplici sono sempre vere. Le idee semplici di sensazione sono date da un unico senso (colori, suoni e sapori) o da più sensi (movimento, immobilità). Le idee semplici di riflessione sono idee di percezione, pensare, volere e altre idee che si riferiscono alle operazioni. Le idee complesse sono combinazioni di idee semplici e si suddividono in:

  • Idee di modo. Il modo è tutto ciò che deve riferirsi a una sostanza. Es: la bellezza. Qualcuno è bello, ma non si può fare esperienza dell'esperienza in sé. Deve essere riferito a una sostanza.
  • Idee di sostanza. È quella più problematica. La sostanza esiste? La sostanza può essere conosciuta? Es: l'oro. Siamo convinti di conoscere la sostanza dell'oro, ma noi sappiamo che ha una determinata consistenza al tatto.

Ma non facciamo esperienza del sostrato. La sostanza secondo Locke esiste, ma l'uomo non può conoscerla. Non può esserla conosciuta perché è la cosa migliore. - Idee di relazione. Rientrano due grandi idee: idea di causa-effetto e idea di identità. La causa-effetto permette di mettere in relazione. L'identità personale ci garantisce che io sono la stessa persona che era un bambino anni fa.

IL LINGUAGGIO

Nel terzo libro viene affrontato il tema del linguaggio. Il linguaggio permette di comunicare le nostre idee. Ci sono due grandi correnti filosofiche: convenzionalismo e universalismo. Locke è convenzionalista e nominalista. Il linguaggio si fonda su idee generali, però sono ricavate per astrazione dall'esperienza particolare. Mentre l'universale non esiste nella realtà. La conseguenza è il nominalismo, il nome delle cose è qualcosa che abbiamo stabilito noi.

TIPI DI CONOSCENZA ORDINI DI

ESISTENZA

  1. INTUIZIONE: l'accordo tra le idee è che io (noi stessi) colto immediatamente (il blu non è giallo). Noi abbiamo di noi stessi una certezza assoluta.
  2. DIMOSTRAZIONE: l'accordo tra le idee è che Dio è colto inserendo tra di esse una o più idee. L'errore è sempre possibile. Più idee intermedie che si chiameranno "prove" dobbiamo inserire tra quelle da dimostrare, più si potrà cadere in errore.
  3. PERCEZIONE ATTUALE: dalla certezza si passa alla probabilità della conoscenza che si fonda prevalentemente sull'analogia o sull'autorità.

La conoscenza è l'accordo o il disaccordo tra le idee. Non riguarda le idee, ma le cose esterne.

cose.LA POLITICALocke ha scritto due trattati sul governo scritti contro Filmer. Nel primo trattato abbiamo il rifiuto dell'identità tra autorità politica e paterna. Nel secondo trattato prende posizione sul giusnaturalismo. Il giusnaturalismo si basa su uno stato di natura di pace e armonia, diverso da quello di Hobbes. Il problema è che non c'è una giustizia, è lasciata al singolo individuo. Ogni singolo deve rinunciare al diritto di farsi giustizia da sé. Nello stato di natura non può esserci giustizia. Il patto sociale è reversibile (c'è anche il diritto di resistenza, di ribellione). Locke sostiene che il potere politico deve essere suddiviso in 3: legislativo, esecutivo, federativo (sorta di potere di rappresentanza verso gli stati stranieri). Per questo Locke è capostipite del liberalismo moderno. Tra i diritti naturali Locke annovera la proprietà, per lui è un diritto naturale.

RELIGIONE E

TOLLERANZA

La questione della religione è affrontata su: "Saggio sulla tolleranza" (1667), "Epistola sulla tolleranza" (1689), "Ragionevolezza del Cristianesimo" (1695). Esistono delle sfere individuali in cui lo Stato non può intervenire e sono le opinioni filosofiche e il culto divino. È precursore della separazione tra Stato e Chiesa. Locke esclude dalla tolleranza due categorie di persone: i Papisti (i cattolici) e gli Atei. I cattolici e gli atei sono esclusi dalla tolleranza perché il cattolico obbedirà sempre al Papa e non riconoscerà mai l'autorità politica, mentre l'ateo non può giurare. Locke era un anglicano come Hobbes. Locke pone le basi del deismo. Il deismo è il fatto che ogni individuo anche senza mai aver letto un testo sacro o non seguendo una religione può arrivare a riconoscere l'esistenza di Dio attraverso la ragione. Dio ha dato la ragione a ciascuno.

Per capire l'esistenza di esso. PENSIERI SULL'EDUCAZIONE (1693) è un trattato sull'educazione del gentleman. Per oltre un secolo fu il più importante lavoro filosofico sull'educazione in Inghilterra. I "Pensieri sull'educazione" devono essere letti insieme al suo grande scritto teorico: il "Saggio sull'intelligenza umana".

La sua educazione è tradizionale e prestigiosa, è molto severa e fredda. Il libro nasce da alcune lettere che Locke scrisse per un amico aristocratico, Edward Clarke, che nel 1684 gli chiese un consiglio su come educare il figlio ed erede. Locke rispose con una serie di lettere che serviranno da base per "Pensieri sull'educazione". Il libro sarà pubblicato da Locke solo nel 1693, incoraggiato da Edward Clarke e da un altro amico William Molyneux. È pubblicato in forma anonima.

LA STRUTTURA DEI "PENSIERI SULL'EDUCAZIONE"

Suddivide i...

“Pensieri sull’educazione” in 3 parti:

  • Educazione fisica
  • Educazione morale
  • Cultura (= istruzione)

La prima forma di educazione riguarda i sensi e quella fisica. Poi passa a quella morale, quello che riguarda le disposizioni morali e la virtù, la dimensione psicologica. L’ultima parte è l’istruzione; le materie e le discipline che il gentleman dovrà apprendere. Il punto determinante è l’educazione morale.

Ogni paragrafo presenta un titolo che anticipa ciò che verrà trattato nel paragrafo seguente.

I CAPISALDI DELLA SUA PEDAGOGIA

  1. Malleabilità dell’essere umano
  2. L’educazione serve a formare l’uomo. L’uomo nasce come un foglio bianco/tavoletta di cera. Troviamo infatti l’immagine della tabula rasa. Locke si oppone alla visione di Sant’Agostino dell’uomo (peccato originario) e alla visione di Cartesio (innatismo).

  3. Importanza delle conoscenze apprese
durante l'infanzia Secondo lui le associazioni di idee che si sviluppano nei bambini sono più profonde di quelle create nella mente matura, perché sono il fondamento dell'io. Ci ricordiamo di più di alcune poesie imparate alle elementari, rispetto a ciò che abbiamo studiato per alcuni esami di università. L'EDUCAZIONE FISICA La riflessione pedagogica si basa sull'esperienza. Locke sostiene che i genitori dovrebbero dedicarsi prevalentemente ad istillare nei propri figli le migliori abitudini fisiche, prima di iniziare la loro istruzione accademica. Locke cita le Satire di Decimo Giuro Giovenale dove dice che "una mente sana in un corpo sano", per convincere i genitori che devono occuparsi soprattutto della salute dei loro figli. Era inoltre convinto che i bambini dovevano essere esperti in condizioni difficili, quasi estreme, come ad esempio le basse temperature o le scarpe bagnate, per temperarli maggiormente. Locke da anche

Dei consigli specifici su argomenti che vanno dalla biancheria da letto, alla dieta o ai cicli di sonno.

L'EDUCAZIONE MORALE

Locke dedica la maggior parte dell'opera a spiegare come instillare la virtù nei bambini.

L'obiettivo è che il bambino sia virtuoso. Definisce la virtù come una combinazione di abnegazione e di razionalità. La virtù ci consente di seguire la ragione anche a costo di contrastare l'istinto. I bambini sono già in grado di ragionare fin dall'inizio della loro vita e i genitori devono trattarli come sono, cercando di creare in loro l'abitudine a pensare in modo razionale. Locke rimarca ripetutamente come il bambino debba essere educato tramite l'abitudine rispetto ai metodi di correzione abituale (punizioni corporali): i bambini dovranno interiorizzare l'abitudine al ragionamento piuttosto che memorizzare una serie complessa di divieti.

Sviluppa una riflessione approfondita sulla moralità e sull'educazione dei bambini.

Dettagli
A.A. 2021-2022
69 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chiarastevenin di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Menin Marco.