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1762 ANNUS MIRABILIS, ANNUS HORRIBILIS
Il 1762 viene definito l'anno ammirevole, perché segna l'apoteosi del pensiero di Rousseau, ma al tempo stesso si può anche definire l'anno orribile, perché segna anche l'inizio delle persecuzioni e delle sventure di Rousseau.
L'Emilio (dell'educazione) e Il contratto sociale sono le opere pubblicate in questo anno e entrambe furono al centro di aspre polemiche e vennero condannate.
L'Emilio viene confiscato e Rousseau viene denunciato alla Sorbona, dove il Parlamento condanna lo scritto e viene emesso un mandato di arresto. Tuttavia, grazie alla sua influenza, Rousseau non verrà mai incarcerato. Inizia così una vera e propria persecuzione nei suoi confronti e viene costretto ad un lungo periodo di esilio che lo metterà a dura prova.
Nella Lettera a Christophe de Beaumont (arcivescovo di Parigi), pubblicata nel 1763, Rousseau risponde alle accuse rivolte contro di lui.
Si può dividere la sua produzione in due.
parti: - Parte critica: composta dai due discorsi, parte più giovanile di Rousseau: "Discorso sulle scienze e le arti, 1750" e "Discorso sulla disuguaglianza, 1755" - Parte costruttiva: 1755-1762, vuole fornire un nuovo modello di individuo e disocietà. GLI ANNI DELL'ESILIO (1763-1770) È convinto di essere caduto vittima di un complotto universale, ordito dagli altri philosophes per screditare la sua immagine agli occhi del pubblico e della posterità. Quindi, in questi anni è colto da una mania di complotto, che è anche imputabile a delle condizioni fisiologiche: infatti, Rousseau comincia a soffrire di una serie di problemi legati alle vie urinarie. È costretto a fuggire, si rifugia nell'isola di Saint-Pierre sul lago di Bienne, dove a causa delle sue manie di persecuzione, si fa costruire una botola nella casa perché in questo modo, quando le persone venivano a trovarlo, lui si nascondeva in quanto nonvengono descritte le prime esperienze e le prime emozioni dell'autore. Le Confessioni di Rousseau sono considerate un punto di riferimento per la letteratura autobiografica. Un altro importante lavoro autobiografico di Rousseau è Le mie giornate, in cui l'autore descrive dettagliatamente la sua routine quotidiana. Quest'opera è considerata un esempio di introspezione e auto-riflessione. Rousseau ha influenzato profondamente la filosofia e la letteratura del suo tempo, e il suo stile di scrittura diretto e sincero ha aperto la strada a nuove forme di espressione autobiografica.racconta la sua infanzia; negli altri libri racconta tutta la sua vita.Dialoghi di Rousseau giudice di Jean-Jacques:
- Rousseau si immagina un sdoppiamento di sé stesso, tra Rousseau personaggio pubblico e Jean-Jacques, la sua dimensione più intima. Si immagina che Rousseau voglia giustificare Jean-Jacques di fronte ad un personaggio che si chiama "Il francese", che è l'emblema del lettore. Dialogo paradossale.
Le fantasticherie di un viandante solitario:
- scritto molto innovativo dal punto di vista letterario, perché è un diario intimo senza destinatario in cui Rousseau parla a se stesso, racconta delle sue passeggiate e dell'importanza alla botanica, che ha un significato filosofico in quanto le piante sono gli esseri viventi più innocenti. Oltre che postuma, quest'opera è anche incompiuta.
Nel luglio 1778, Rousseau muore improvvisamente di ritorno da una passeggiata, dice alla moglie di volersi sdraiare per colpa.
di una vita semplice e autentica, in armonia con la natura. Egli critica la cultura e il progresso scientifico e artistico, sostenendo che questi abbiano corrotto l'umanità e allontanato l'uomo dalla sua vera essenza. Secondo Rousseau, la cultura e le arti sono solo apparenze, maschere che nascondono la vera natura dell'uomo. Egli crede che l'uomo sia nato buono, ma che la società e la cultura lo abbiano corrotto, rendendolo egoista, ambizioso e alienato. Rousseau sostiene che la cultura e le arti hanno creato una società basata sull'apparenza e sulla superficialità, dove l'individuo è costretto a mascherare la propria vera natura per adattarsi alle convenzioni sociali. Questo porta all'ipocrisia e alla falsità, e impedisce all'uomo di vivere una vita autentica e piena. Per Rousseau, la vera felicità si trova nella semplicità e nell'autenticità, nella vita in armonia con la natura. Egli invita l'uomo a tornare alle sue origini, a riscoprire la sua vera essenza e a vivere secondo i suoi istinti naturali. In conclusione, Rousseau condanna la cultura e il progresso scientifico e artistico, sostenendo che questi abbiano corrotto l'umanità e allontanato l'uomo dalla sua vera essenza. Egli invita l'uomo a tornare alla natura, a vivere una vita semplice e autentica, in armonia con se stesso e con il mondo che lo circonda.della natura. Attribuisce alla natura una purezza ed una bontà originaria che coincidono con l'essenza dell'uomo. Tutto il suo pensiero si fonda sulla bontà della natura, e giustificava ciò tramite Dio: se Dio è buono la natura è buona. La sua riflessione è coerente perché non si contraddirà mai. Da un lato si ha la natura che coincide con l'essenza dell'essere umano, e dall'altra la cultura che coincide con l'apparenza. Un'altra grande questione, per Rousseau sempre chiara, è che parliamo di natura soltanto dalla prospettiva della cultura. Finchè siamo dentro la natura, non possiamo parlare di essa, perché se siamo nel periodo dell'infanzia, non ci rendiamo conto che questo periodo non potrà tornare indietro. Confessioni Nelle racconta un aneddoto fondamentale per capire quando finisce la sua infanzia: ad un certo punto, quando il padre deve abbandonarlo, vienelasciatodallo zio che lo manda presso un pastore protestante che vive con la sorella, dove Rousseau si trova molto bene. Un giorno, succede un episodio apparentementebanale a cui però Rousseau dà un grande valore: la sorella del pastore aveva messo adasciugare un pettine di tartaruga (all'epoca un oggetto prezioso), ma quando tornatrova il pettine che è caduto e si è rotto. Vengono convocati due bambini che eranostati nella stanza, chiedendo loro se hanno rotto il pettine e dicendogli che voleva soloche lo confessassero. Il cugino nega di essere stato lui e lo stesso fa Rousseau, ma allafine vengono picchiati tutti e due. Rousseau dice che non ci era rimasto male per lepercosse (non è mai stato sensibile al dolore fisico), è stato però sensibile al fatto dinon essere stato creduto. Aggiunge una frase fondamentale: "quel giorno ebbe finel'innocenza della mia infanzia'", perché comprende che esiste ilmale morale, ovvero che anche le persone che ci vogliono bene possono fare del male. Da quel momento ha capito di essere entrato nella vita adulta e che l'infanzia era terminata per sempre. Lo stesso vale per la natura: nel momento in cui noi iniziamo a riflettere sulla natura, vuol dire che è perduta per sempre. GENESI DELL'OPERA Si tratta di una tesi provocatoria: "le nostre anime si sono corrotte via via che le nostre scienze e le nostre arti progrediano verso la perfezione". In questa tesi Rousseau ribalta la fiducia illuminista del progresso, secondo cui la storia dell'uomo va inevitabilmente verso il meglio. Quest'opera si caratterizza per un'eloquenza appassionata e si rivolge direttamente al lettore, dove l'uomo è visto come un animale. Discorso, Nella prima parte dell'enunciato principale non presenta un'argomentazione rigorosa per dimostrare tutto ciò, ma viene illustrato attraverso querelle des Anciens et unaserie di esempi tratti dal repertorio della STORIA ANTICA:des Modernes (polemica degli antichi e dei moderni). Il 700 è l'epoca delle dispute, questa è una delle più famose ed è nata da Perrault, un favolista e famoso intellettuale, il quale scrisse un opuscolo dedicato al Re Sole, in cui sostiene che sotto di lui tutte le scienze e le arti hanno raggiunto la loro perfezione e sottolinea dunque la superiorità dei moderni rispetto agli antichi. Ben presto però, si divide l'opinione pubblica tra i difensori dei moderni, secondo cui i moderni fossero superiori in tutto rispetto agli antichi, ed i difensori degli antichi, i quali ritenevano che gli antichi mantenessero una superiorità che deriva dalla loro maggiore vicinanza alla natura, sono più vicini ad una condizione originaria e quindi hanno saputo cogliere in maniera più profonda una serie di aspetti dell'esistenza. Rousseau, a differenza della maggior parte dei philosophes,è dalla parte degli antichie, traendo una serie di aneddoti della storia antica, è sostenitore di questa tesi: “Gli antichi sono superiori ai moderni ed il progresso delle scienze e delle arti si è tradotto in qualcosa di negativo.” Per spiegare questa tesi Rousseau introduce l’immagine delle ghirlande di fiori sulle catene di ferro: “Le scienze, le lettere e le arti (...) stendono ghirlande di fiori sulle ferree catene che li gravano (agli uomini) soffocano in loro il sentimento di quella libertà (...)”, ciò significa che il progresso è positivo ma crea dei bisogni impuri. Apparentemente, tutti i progressi delle scienze e delle arti è come se fossero delle ghirlande di fiori: è vero che ci donano qualcosa in più, ma ci rendono anche dipendenti da quel qualcosa in più. Sono quindi ghirlande di fiori sulle catene di ferro perché da un lato ci donano qualcosa ma dall’altro ciimprigionano.GENEALOGIA DEL MALE
Rousseau è convinto che originariamente gli uomini fossero ciò che apparissero, nessuna distinzione tra quello che dicono e quello che pensano. In origine gli esseri umani erano quindi trasparenti, trionfava l'essere; ora invece conta solo l'apparire.
Lo sviluppo delle scienze e delle arti, che ha moltiplicato il bisogno degli uomini rendendoli molto più dipendenti gli uni dagli altri, è direttamente proporzionale alla degenerazione della virtù in vizio. Non condanna la scienza in sé ma l'abuso della scienza, quando viene usata per deformare l'azione umana (es: astronomia).
Ci furono una serie di aneddoti tratti dalla storia antica, considerata una storia esemplare di personaggi nobili, che culmina con la prosopopea (figura retorica in cui si immagina che un personaggio si rivolga a una nazione, in questo caso Roma, come se fosse un ente vivente) dell'eroe romano Fabrizio, che condanna il lusso e
il vizio che