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TERZA POSIZIONE PEDAGOGICA
JOHN DEWEY (1859-1952): È ritenuto il massimo rappresentante e teorico della Scuola progressiva. Si rifà alla tradizione dell'educazione onnipotente, è pedagogista attivista ma differente dall'attivismo in senso stretto. Dewey è importante sia nella storia della pedagogia che nella filosofia ed è stato uno dei maggiori esponenti del pragmatismo pedagogico ed è anche il maggiore filosofo politico della democrazia. È quindi considerato il più importante filosofo statunitense, la cui importanza arriva anche in Europa. Arrivò anche in Italia con un po' di ritardo a causa del fascismo che era anti-deweyano, antidemocratico, ma quando il fascismo crolla e dopo la seconda guerra mondiale, quando nasce la repubblica italiana e quindi c'è un sistema democratico, ecco che le opere di Dewey iniziano ad essere tradotte anche in Italia ed esercitano anche qua una notevole influenza.
Nel senso di un'educazione democratica. Dewey è statunitense e questo aspetto è importante, poiché il primo 900 è definito il secolo americano nel senso di una egemonia mondiale degli Stati Uniti, a partire dall'intervento nella prima guerra mondiale, gli Usa diventano la prima potenza economico militare nel mondo, quindi esercitano egemonia anche culturale. Se consideriamo che il lungo 800 è stato chiamato il secolo europeo, mentre il 900 viene chiamato il secolo americano, questo dà conto che nel 900 l'egemonia anche culturale sociale e di costume si è globalizzata e quindi l'influenza sul piano pedagogico è stata fortissima.
VISIONE FILOSOFICA di Dewey: possiamo caratterizzarla con tre termini:
- naturalismo: pone al centro la natura vista come continua emergenza di forme nuove.
- pragmatismo: a suo avviso attraverso l'agire pratico l'ambiente plasma l'uomo che interagisce con l'ambiente.
- democrazia: Dewey crede che l'educazione debba essere basata sui principi democratici, in modo che ogni individuo possa sviluppare appieno le proprie potenzialità.
ma a sua volta l'uomo modifica l'ambiente nell'agire pratico. nell'esperienza pratica c'è sempre un elemento attivo (tentativo da parte dell'uomo) e uno passivo (rispettare i limiti dell'esperienza).→ strumentalismo: egli afferma che l'uomo modifica l'ambiente, ma lo modifica soprattutto attraverso la Mente che formula la prospettiva di prassi Il pensiero umano, per Dewey, è il più importante strumento per modificare l'ambiente.→ La prospettiva di Dewey è quella del pragmatismo cioè l'idea che ambiente plasma uomo ma anche uomo modifica ambiente quindi c'è prassi, un agire pratico, perché l'uomo con il suo agire modifica ambiente. Il pragmatismo di Dewey si può definire strumentalismo poiché la mente umana è l'agente di riorganizzazione dell'ambiente. Lo strumento che ha l'uomo per modificare ambiente è il pensiero.
Strumentalismo è una forma di pragmatismo che vede la mente umana capace di modificare l'ambiente per il vantaggio dell'uomo. Quindi la filosofia ha un carattere pratico, operativo, di costruzione della realtà in un dinamismo evolutivo. Nell'esperienza umana pratica c'è sempre una parte passiva e una parte attiva: quando uno fa un'esperienza da un lato deve sottostare ai limiti dell'ambiente, quindi c'è parte passiva, però l'esperienza si caratterizza per un tentativo che fa l'uomo, uno sperimentare e questa è la parte attiva. Alla filosofia per Dewey ha un carattere pratico centro c'è l'esperienza pratica, che si configura in:
- elemento passivo, a cui l'uomo deve sottostare come le leggi naturali dell'ambiente
- elemento attivo, l'esperienza dell'uomo fa dei tentativi, prova, sperimenta, dunque l'uomo è attivo nell'esperienza.
Da qui, Dewey formula
la teoria dell'indagine– una logica della scienza e della conoscenza che vale per ogni ambito dell'esperienza, vale per la ricerca scientifica vera e propria, ma anche per la politica, per l'etica e anche per la pedagogia.
la teoria dell'indagine vuol dire la sperimentazione, la generalizzazione, l'ipotesi, la verifica e cioè come si passa dalla prassi alla teoria– È una sorta di circolo concreto-astratto-concreto, cioè l'uomo quando fa un'indagine scientifica avvia una sperimentazione, il concreto, osservando la realtà e sperimentando. Raccolti, poi, questi dati cerca una generalizzazione cioè cerca di tirar fuori da questi dati una teoria. Formulata la teoria, la mette alla prova sperimentandola, per vedere se funziona (verifica). Se non funziona raccoglie altri dati e cerca di correggere la teoria e di nuovo la rimette alla prova. Quindi c'è un circolo che parte dal concreto, passa
All'astratto e ritorna al concreto. Anche per Dewey si può parlare di un funzionalismo dell'educazione.
QUAL È LA FUNZIONE DELL'EDUCAZIONE?: la vera educazione avviene dallo stimolo esercitato sulle facoltà del ragazzo da parte delle esigenze della situazione sociale nell'ambiente in cui si trova. L'educazione corrisponde con i processi di socializzazione: per cui gli individui sono per la società come la società è degli individui. I processi di socializzazione sono gli stessi processi educativi, coincidono (affinità con Durkheim).
L'educando viene plasmato dall'ambiente sociale, in quanto tale l'educazione presenta:
- un aspetto passivo - l'adattamento alla società in cui si svolge. Attraverso l'educazione, l'individuo si adatta alle forme di vita, ai costumi e agli ideali della società.
- Un aspetto attivo - permette all'educando avere uno sviluppo
costruttivo della propria personalità, così che possa plasmare la società, trasformandola e modificandola. Dewey rappresenta una forma di attivismo in senso lato. Tutte le pedagogie attive di questo periodo, hanno un primato della prassi. Anche con Dewey c'è questo primato, però nella sua visione è importante l'idea che è l'ambiente sociale, che attraverso l'educazione, plasma l'educando. Quindi siamo sulla linea che era partita da Helvétius fino a Durkheim: dove l'individuo viene plasmato dall'educazione e dall'esterno. La posizione pedagogica di Dewey, quindi, in senso lato è un attivismo, però in senso specifico questa posizione è diversa e opposta rispetto all'attivismo in senso stretto, infatti lì c'erano quegli stadi di sviluppo psicologico che sono naturali e quindi l'ambiente è secondario. Con Dewey ambiente è in primo
piano.da tutto questo deriva la sua visione di scuola - La scuola viene vista come una comunità in miniatura, una società embrionale e che dev’essere strutturata come una comunità democratica in piccolo: le forme della vita scolastica devono essere forme democratiche e in questo modo formerà l’educando alla democrazia. Es. eleggere all’interno di una classe alunni che svolgeranno particolari ruoli, prendere decisioni per tutta la classe tramite piccolo referendum.
Dewey dice che per avere questo bisogna introdurre il lavoro manuale nella scuola, perché uno dei problemi più grandi della democrazia è la divisione della società tra gli operai intesi come lavoratori manuali e i professionisti, impiegati intesi come coloro che fanno un lavoro intellettuale, e per eliminare il pregiudizio degli operai verso gli impiegati di concetto e viceversa, e inserendo nella scuola cioè all’origine il lavoro manuale.
Ma anche il lavoro intellettuale poniamo sullo stesso piano le due prospettive e educhiamo i bambini allo stesso valore dei due lavori. Da questo punto di vista Dewey vuole che nella scuola sia inserito anche il lavoro manuale e anche che si dia spazio alle materie scientifiche con metodo attivo e pratico e che quindi nella scuola ci sia istruzione professionale indiretta, cioè formare della capacità di flessibilità e multilateralità che poi rendono flessibile il soggetto che diventa poi capace di inserirsi meglio nel lavoro. Dewey è molto attento all'istruzione professionale, cioè non la separa da altri tipi di istruzione, ma la include in una visione complessiva.
DEMOCRAZIONE E EDUCAZIONE (1949) Opera introdotta in italiano nel secondo dopoguerra. Dewey pone un'equazione tra ambiente e comunicazione. Diversi punti: Tema ambiente: non solo la vita sociale è identica alla comunicazione, ma anche tutta la vita sociale è educativa.
Quindi la società non esiste se non c'è comunicazione. Tutte le volte che c'è una relazione di comunicazione, questa è anche educativa. Chi partecipa ad un ambiente di comunicazione, partecipa anche ad un'esperienza educativa. Già il vivere sociale stesso, educa, stimola e arricchisce l'immaginazione, crea la responsabilità del pensiero lui dice che dire vita sociale equivale a dire comunicazione e dire ambiente sociale equivale a dire ambiente di comunicazione. Afferma che tutta la comunicazione e, dunque, tutta la vita sociale è educativa. Ricevere una comunicazione significa avere un'esperienza allargata. Tutta l'esperienza che faccio nell'ambiente e della vita sociale attraverso la comunicazione che mi giunge e attraverso la comunicazione che emetto ha un effetto di modificarmi-formarmi-educarmi. Si può dunque dire che ogni ordinamento sociale che rimane sociale o condiviso viene.educatol’Nel capitolo “educazione come funzione sociale”: educazione alleva per formare, per dare una forma e plasmare, l’educazione è questo. L’ambiente particolare, in cui l'individuo vive, esercita su di lui un’influenza che lo plasma. L’ambiente sociale modella le abitudini esteriori di agire che hanno soprattutto i più giovani. Così come si addestrano, si ammaestrano per fino gli animali (cani e cavalli) allo stesso modo anche i bambini ei giovani vengono ammaestrati e addestrati con approccio analogo L’uomo non vivendo da solo ha sempre un’esperienza sociale che lo educa, se fosse da solo non avrebbe nessuna forma di educazione e dunque nemmeno possibilità di riflessione e di sviluppo del pensiero; quindi, possiamo dire che è l’ambiente sociale che modella l’individuo. Etimologicamente educazione significa “tirar fuori”, è quindi da considerarsi ila determinati comportamenti e gli insegna le norme e i valori della società. Questo processo avviene attraverso l'interazione con gli altri membri della comunità, come la famiglia, gli amici, la scuola e la società nel suo insieme. Durante l'educazione sociale, l'individuo impara a comprendere e rispettare le regole sociali, a sviluppare empatia e a relazionarsi in modo appropriato con gli altri. Questo processo include anche l'apprendimento di abilità sociali come la comunicazione efficace, la gestione dei conflitti e la cooperazione. L'educazione sociale è un processo continuo che inizia fin dalla nascita e continua per tutta la vita. Attraverso l'educazione sociale, l'individuo diventa consapevole del suo ruolo nella società e impara a contribuire in modo positivo al benessere collettivo. In conclusione, l'educazione sociale è un processo fondamentale per la formazione di un individuo, poiché gli permette di acquisire le competenze e le conoscenze necessarie per vivere in armonia con gli altri membri della società.