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Caratteristiche del pensiero e della scrittura di Nietzsche
La filosofia di Nietzsche mise in discussione sia la civiltà con le sue tradizioni, sia la filosofia occidentale, annientando e distruggendo tutte le certezze, i pregiudizi e le tradizioni del passato. Lui stesso infatti, si riteneva essere una dinamite che avrebbe provocato una crisi o addirittura una distruzione mondiale della conoscenza. Nonostante ciò, la principale caratteristica del pensiero di Nietzsche è che il suo scopo non è soltanto quello di demolire le teorie e concezioni tradizionali, ma anche quello di individuare un nuovo tipo di umanità che si identifica nell'"oltreuomo". Il fatto di mettere in discussione e di contraddire tutto ciò che in passato era stato ritenuto indiscutibilmente vero e certo, porta il filosofo a ricercare nuove modalità espressive. Il filosofo infatti, viene anche ricordato per via del suo stile incontinua evoluzione; era un poligrafo, che utilizzava una grande varietà di stili e forme espressive differenti, che variavano da un periodo a un altro. (Saggio/trattato, aforisma, poesia in prosa, trattato autobiografico/polemico). Un'altra caratteristica delle opere di Nietzesche è che sono asistematiche. Il filosofo era infatti contrario allasistematicità e all'organicità, poiché secondo lui costituivano un imposizione, una forma chiusa, senza libertà. Inoltre il suo discorso non può organizzarsi in un sistema poiché è ricco di significati e di interpretazioni differenti. IL PERIODO GIOVANILE L'opera di Nietzesche intitolata "La nascita della tragedia dallo spirito della musica. Ovvero: segna l'inizio del periodo filosofico giovanile di Nietzsche edgrecità e pessimismo" è incentrata sulla distinzione tra apollineo e dionisiaco. Questa coppia è costituita da due opposti, cheSecondo Nietzsche, i due impulsi principali dello spirito e dell'arte greca sono l'apollineo e il dionisiaco.
L'apollineo rappresenta un atteggiamento di fuga davanti al divenire e trova la sua espressione nell'armonia delle forme della scultura e della poesia epica. È un elemento razionale.
Il dionisiaco rappresenta la vitalità e quindi l'elemento irrazionale. Si esprime nell'esaltazione della musica.
Il filosofo insiste sul carattere originariamente dionisiaco della sensibilità greca e sull'apollineo come tentativo di sublimare il caos nella forma. Individua tre diversi momenti in cui questi due impulsi si ritrovarono in opposizione o in armonia tra loro.
Egli racconta che in un primo momento, nella Grecia presocratica, i due impulsi coesistevano separatamente mentre, nel periodo di Sofocle e Eschilo, i due impulsi impararono a convivere in armonia tra loro, creando dei capolavori sublimi: la tragedia è un perfetto
esempio di accoppiamento tra apollineo e dionisiaco, in quanto riunisce, in un' unica opera, sia le rappresentazione del mondo, propria dell' apollineo, sia il furore orgiastico, Nel periodo successivo quest' armonia tra i due impulsi venne meno, in proprio del dionisiaco. quanto incominciò a prevalere l' apollineo sul dionisiaco. Questo fenomeno e processo di decadenza trova espressione nella tragedia di Euripide, in cui si verifica "la morte" dell' istinto, e attinge la sua espressione paradigmatica nell' insegnamento razionale e ottimistico di Socrate. La celebrazione nitszcheana dello spirito tragico e dionisiaco coincide con una forma di celebrazione della vita, che non è né ottimista né pessimista ed è proprio da questo che derivano le differenze tra Nietzesche e Schopenauer. Nietzesche non riprende infatti tutta la filosofia di Schopenauer, così come non la critica interamente: egli ne riprende la tesi del carattere doloroso
È apprezzabile l'essere l'ascesi e rifiuta in quanto alla noluntas contrappone un atteggiamento di entusiastica accettazione dell'essere nella globalità dei suoi aspetti. La vita è solo dolore, tristezza, crudeltà, infelicità, lotta; non presenta né un ordine né uno scopo. Di fronte ad essa è dunque possibile mettere in atto due atteggiamenti. Il primo è quello della rinuncia e della fuga, che mette capo all'ascetismo, il secondo è quello dell'accettazione della vita così com'è, atteggiamento che mette capo all'esaltazione della vita e al superamento dell'uomo. Il mondo è quindi una sorta di gioco estetico e tragico, che solo l'arte riesce a comprendere veramente. Da ciò dell'arte e la sua funzione di organo della filosofia. Questo dà alla "nascita della natura metafisica tragedia" un carattere romantico, in cui il fenomeno dell'arte.
viene posto al centro, e con esso la tragedia sfocia nell'ideale di un partire da esso viene spiegato il mondo. Questa esaltazione dell'arinasita della cultura tragica, incentrata sull'arte, in particolare sulla musica. Le considerazioni inattuali: storia e vita Intorno al 1876, Nietzesche compose le quattro Considerazioni inattuali, opere di critica della cultura contemporanea. La prima considerazione inattuale, intitolata "David Strass, l'uomo di fede e lo scrittore", il filosofo attacca l'opera di Strass, paragonandola al peggior Vangelo da birreria, e criticando l'ottimismo da filisteo del suo autore. La seconda considerazione inattuale, intitolata "Sull'utilità e il danno della storia per la vita", il filosofo critica apertamente lo storicismo e lo storiografismo. Parlando più precisamente, egli non critica la storia ma l'assolutizzazione della storia che è compiuta nel XIX secolo da idealisti esoprattutto dai positivisti. Il filosofo ha una concezione pessimista della storia considerandola come un processo di decadenza che conduce al nichilismo (alla rovina di tutti valori e alla negazione della vita), mentre i positivisti assolutizzano la storia come una totalità processuale necessaria e vedono lo sviluppo storico come un progresso inarrestabile. Per il filosofo, poi, la storia può essere utile o dannosa; è utile quando è al "servizio della vita", cioè quando la conoscenza delle epoche passate viene usata per guidare la nostra azione presente e il nostro tentativo di costruire il futuro. È invece dannosa, se a causa di una sua assolutizzazione, si vive con lo sguardo rivolto al passato e, in questo modo, non si vive il presente e non si costruisce il futuro. Nella terza e nella quarta considerazione inattuale Nietzesche offre un omaggio ai filosofi che hanno accompagnato la sua giovinezza. Ad esempio, in "Schopenauercomel'anticonformismo intellettuale e l'amore per la verità del filosofo. Ineducatore" egli elogiaRichard Wagnar a Bayreuth, il filosofo elogia il musicista come il redentore della cultura.Infatti in questi ultimi scritti, viene elogiato il Genio, che costituisce un tipo di umanità assaisuperiore.
IL PERIODO ILLUMINISTICO
L'opera di Nietzesche intitolata "Umano, troppo umano" segna l'inizio del cosiddetto periodoilluministico del filosofo.In tale periodo egli critica i maestri di un tempo, mettendo in discussionele teorie metafisiche propagandate da Schopenauer e le tendenze artistiche di Wagner, che verràdefinito dallo stesso filosofo come una malattia che contagia tutto ciò che tocca. Ora, secondo ilfilosofo a prendere la guida e a costituire delle vie d'accesso all'essere non sono più la metafisica el'arte, che mettono a giudizio appunto la metafisica e l'arte.bensì la scienza,
Il punto è collegato alla concezione metafisica di Nietzsche, che ritiene non esista un cosmo ordinato e benefico, in quanto questa è una visione che la nostra mente produce, allo scopo di alleviare l'infelicità e la durezza della vita. Per poter sopravvivere in un mondo disordinato, infelice e crudele, gli uomini hanno dovuto imbrogliarsi da soli, cercando di convincersi e di vedere il mondo come qualcosa di logico. Da questa continua volontà di coprire la vera natura del mondo, secondo Nietzsche derivano le religioni. E Dio quindi non solo rappresenta la più antica delle bugie, ma anche l'essenza di tutte quelle convinzioni che gli uomini hanno creato per poter sopravvivere e sentire meno il peso dell'esistenza. L'ateismo quindi è la realtà stessa; l'essenza malvagia del mondo, che mette in discussione l'idea di Dio. Nella Gaia scienza Nietzsche affronta con grande profondità il
Il messaggio della morte di Dio, il racconto dell'uomo folle attraverso che gira in pie.