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Competenza ed onestà nelle cariche pubbliche
Chi ricopre le cariche deve avere competenza ed essere onesto, anche se a volte essere competenti è meglio di essere onesti, dipende dalla carica. Per esempio, per la tesoreria è meglio l'onestà, ma per un generale è meglio la competenza, anche se per governare il denaro pubblico serve una virtù sopra la media.
Si deve osservare il giusto mezzo, la medietà.
Deve esserci una paideia in vista di quella costituzione, del senso civico. Questa è il mezzo più importante e deve essere a cura della comunità, non privata. Se non sa obbedire il singolo, non lo sa neanche la polis, deve essere la stessa per tutti, perché il fine è lo stesso.
I consigli più importanti sono la moderazione e l'educazione. Le cause che corrompono sono contrarie a quelle che conservano, conosciute le une, si conoscono anche le altre.
La tirannide è il regime peggiore, è non costituzionale. Esistono due modi
Per conservare le tirannidi:
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Tradizionale: Essere violente in modo totale, senza mezze misure, secondo la sua natura. Bisogna eliminare gli elementi di coesione, le occasioni di riunione, è meglio che i cittadini si ignorino per non alimentare la fiducia reciproca. Per alimentare la sfiducia occorrono spie, produrre discordia, impoverire i sudditi perché non abbiano tempo di pensare alle congiure (aumentare le tasse) e intraprendere spesso guerre, per impegnare i loro pensieri. Infatti, i contadini impegnati nei loro affari non si occupano di politica.
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D'astuzia: assumere una veste di rispettabilità. Fare con un intento diverso da quello che sembra, assumere una moderazione di facciata e fare come l'opposto (re). Si ha un apparente avvicinamento alla monarchia, il tiranno deve dare l'impressione di occuparsi delle ricchezze pubbliche, di non dilapidarle (atteggiamento dell'amministratore di famiglia). Egli deve apparire nobile, per ispirare rispetto.
E non paura, deve coltivare almeno la virtù guerresca, facendosi dei meriti. Deve fare il contrario del metodo tradizionale e mostrarsi rispettoso dei principi etici e religiosi, perché il popolo è meno propenso a ribellarsi contro chi è alleato degli dei. Deve distribuire onoranza ai meritevoli e far distribuire ad altri le pene.
La monarchia nasce per salvare la gente dalla violenza del popolo, il re è scelto per virtù, perché ci sia un elemento equilibratore. Egli è un guardiano che vigila perché i ricchi non subiscano ingiustizie e il popolo non subisca violenze. La tirannia nasce quando la massa sceglie un capo e gli affida i propri interessi, i tiranni sono stati demagoghi, conquistando la fiducia del popolo, essi hanno come fine il proprio piacere. La loro guardia è composta da stranieri mercenari, perché non si fidano dei cittadini, che sono trattati come schiavi, al contrario della fiducia alla base della
monarchia. Ogni costituzione che abbandoni il giusto mezzo è una corruzione, questo è il criterio di fondo.
Corruzione democrazia: quando tutti vogliono tutto contemporaneamente e si affida il compito di accontentare tutti ad un capo (demagogia).
Corruzione oligarchia: quando i pochi ricchi diventano talmente arbitrari da suscitare la rivoluzione del popolo contro gli oligarchi. Chiunque può atteggiarsi da paladino del popolo.
Corruzione monarchia: quando il re si avvicina al tiranno.
Corruzione tirannide: quando il tiranno suscita talmente odio (che convive con la ragione, a differenza dell'ira), da rendere i cittadini irrefrenabili.
Aristocrazia e politeia sono le meno soggette a corruzione, perché nella prima governano uomini virtuosi e nella seconda c'è un ceto medio coeso, esse sono più portate a tenersi nella medietà.
"Repubblica", Platone, nella sosteneva che anche lo Stato ideale si sarebbe corrotto.
Perché anche i filosofi sono uomini, si arriva comunque alla tirannide. Aristotele però, afferma che il mondo umano è del per lo più e nulla avviene necessariamente, le situazioni sono sempre variabili. Platone attribuisce tutto ad un errore di calcolo dei filosofi riguardo all'accoppiamento, stabilito nel momento sbagliato, a causa del quale nascerebbero uomini non buoni, che introdurrebbero la corruzione morale. Per Aristotele, la corruzione non è per forza nell'uomo ed è impossibile che un tale errore possa distruggere un sistema perfetto. La costituzione ideale non è utopica, richiede condizioni materiali e spirituali, ma non impossibili.
Libro VII
Per sapere qual è la costituzione migliore occorre sapere qual è il cittadino migliore, qual è la vita buona del cittadino.
Telos 1) essere socievole vita pratica/ politica2) sviluppare il logos vita teoretica/contemplativa.
1. Sviluppare la socievolezza,
sviluppando le qualità che sono per loro natura relazionali (giustizia, temperanza, magnanimità ecc.), che si sviluppano stando con gli altri. Ciò richiede la presenza altrui, la polis, per fare del bene a sé e agli altri. Se non si realizza questo aspetto, non si è uomini (animali o dei). 2. Studiare, sviluppando il logos. La felicità (eudaimonia) è uno stato ontologico, non psicologico, può essere turbata da eventi eccezionali, ma per lo più permane come modo di essere. Essa scaturisce dall'unione di queste due forme di vita. La forma più alta è la vita pratica, perché anche la vita teoretica è pratica, lo studiare è un agire. Inoltre, la vita con gli altri è presupposto per la possibilità di studiare. Agire è realizzare la nostra capacità umana in senso pieno. L'azione è la categoria più comprensiva, la vita è movimento, azione. Ilpassaggio dalla potenza all'atto avviene tramite l'azione. La felicità consiste nella propria realizzazione, nello sviluppo della natura. La vita migliore è quella pratica perché essa comprende anche il pensiero. La vita felice del singolo è la vita felice della polis, poiché essa è formata da singoli. La miglior costituzione pone le condizioni per fare questo. Aristotele si riferisce solo ai cittadini della polis, in meteci, i contadini ecc. non sono inclusi in questa felicità, poiché non compiono opere virtuose. Condizioni perché la città sia auspicabile: - Non troppo grande, il territorio deve potersi abbracciare con un colpo d'occhio. - Deve esserci un numero sufficiente di opliti e delle altre categorie, ma in termini ridotti. L'esercito deve essere più forte del singolo, ma meno della città. - Non deve essere né troppo grande, né troppo piccola, in base alla sua.capacità di operare. Solo la potenza divina può dare buone leggi ad una città troppo popolosa. Essa deve essere autosufficiente, deve bastare a sé stessa, se è troppo grande non si può convocare un'assemblea, i cittadini devono conoscersi tutti, per poter scegliere chi governa, infatti bisogna conoscerne le capacità. Un territorio troppo vasto non è dominabile e controllabile per la difesa, è difficile garantire la vita buona con tanti abitanti, la città deve essere a misura d'uomo. Nelle città troppo piccole è più facile dividere i cittadini in ricchi e poveri, quindi c'è maggior possibilità di ribellioni, poiché esse nascono dalla disuguaglianza. Una parte va collocata in alto (edifici rappresentativi, religiosi e di governo), per la difesa e per la salute, poiché c'è aria migliore. C'è bisogno di un porto, per commerciare e.Procurare i prodotti per l'autosufficienza. C'è bisogno di mura per difendere la parte in alto dagli attacchi provenienti dal mare e di una flotta adeguata.
I cittadini devono essere coraggiosi e avere capacità di coltivare le arti e la cultura.
Barbari coraggio
Orientali arti
Solo i greci hanno entrambe equilibratamente (posizione geografica intermedia), essi potrebbero dominare su tutto se fossero uniti sotto un'unica costituzione (ideale panellenico di Isocrate).
Deve essere esposta ai venti di settentrione, che sono più salubri.
Deve esserci molta acqua, per pulirsi.
La disposizione delle case private nel centro, deve essere secondo la sistemazione urbanistica di Ippodamo di Mileto (primo grande urbanista), ovvero secondo il piano regolatore che consiste nella divisione ortogonale, con ordine e regolarità. Ci si educa meglio se si cresce in un contesto urbano bello e ordinato, perché ci si abitua a vivere nell'ordine.
In periferia, invece, per la sicurezza militare, è meglio una disposizione più disordinata, per mettere in difficoltà gli invasori. Centro regolare Periferia confusionaria Il territorio va suddiviso in due parti: la proprietà pubblica, per il culto e per coprire le spese per le mense e una parte divisa in proprietà privata, tra aree vicino al confine e nel centro. Ogni cittadino deve avere due lotti, che corrispondono ad ognuna delle due parti private. Tutti i cittadini sono ora governati, ora governano. Tutti ricevono la stessa paideia, da giovani tutti combattono e dopo si dedicano alla contemplazione (ozium). Questa consiste in attività che non hanno un utile, fini a sé stesse (musica, arte ecc.), non utilitaristiche. La felicità non è monetizzabile. Solo se tutti praticano queste attività la città sarà felice e virtuosa, questo è possibile grazie alla paideia. I templi vanno collocati in alto.ben in vista, per sottolineare la posizione della virtù e devono avere al di sotto una piazza per l’ozio, vietata ad operai e contadini. La piazza del mercato deve essere separata e vi devono facilmente essere ammucchiate le merci.
I magistrati devono risiedere nel centro, intorno alla piazza del mercato.
Il legislatore deve stabilire l’età e i requisiti per l’unione matrimoniale e le nascite devono essere limitate. Non deve esserci troppa differenza di età tra figli e genitori, perché questi non potrebbero più aiutare e riceverebbero poca gratitudine, ma non deve neanche essercene troppa poca, perché non ci sarebbe rispetto, si sarebbe quasi coetanei. L’età ottimale della donna è di 18 anni, mentre quella dell’uomo è di 37.
Per raggiungere la felicità occorre la natura di uomo, l’acquisizione di virtù e la pratica di attività che favoriscano il benessere fisico e mentale.