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BERKELEY

I pensieri, sentimenti e le idee formate dell’immaginazione non possono esistere senza mente.

Le cose che ora tocco e vedo esistono e continuano ad esistere anche quando non le tocco o le vedo perché

c’è qualche altro spirito che le percepisce. Non possono avere un’esistenza al di fuori dalle menti o dalle

cose pensanti che le percepiscono.

L’unica cosa di cui neghiamo l’esistenza è quella che i filosofi chiamano materia o sostanza corporea.

È opinione diffusa che le montagne, case, fiumi ovvero tutti gli oggetti sensibili abbiano un’esistenza, reale

o naturale, distinta dal fatto di venire percepiti dell’intelletto ma questo implica una contraddizione

evidente. È contraddittorio dire che le cose possono esistere senza essere percepite.

HUME

Ricerca sull’intelletto umano

Possiamo dividere le percezioni della mente in 2 classi che sono distinte dai loro differenti gradi di forza e

vivacità.

Le meno potenti e vivide sono chiamate pensieri o idee.

L’impressione intende tutte le nostre percezioni più vivide, quando udiamo, vediamo, sentiamo….

Le nostre idee e percezioni più deboli sono copie delle nostre impressioni o percezioni più vivide.

Trattato sulla natura umana

Quando la mente passa dall’idea o impressione di un oggetto all’idea o credenza dell’altro, non è

determinata dalla ragione ma da certi principi che associano tra loro le idee di questi oggetti e le uniscono

nell’immaginazione.

Negli oggetti non c’è da scoprire nessuna connessione. Non siamo in grado di dare una soddisfacente

nozione di sostanza perciò non è importante interrogarsi sulla materialità o immaterialità dell’anima. Non

abbiamo un’idea perfetta di nulla fuori della percezione.

Ci sono 2 principi opposti:

 Immaginazione che ci porta a incorporare il sapore con l’oggetto esteso

 Ragione che ci mostra l’impossibilità a incorporare il sapore con l’oggetto esteso

Noi siamo fasci o collezioni di differenti percezioni che si susseguono con rapidità in un flusso e movimento

perpetuo.

La mente è come un teatro dove le percezioni fanno la loro apparizione, si mescolano con un infinito

varietà di atteggiamenti e di situazioni.

Se le percezioni sono distinte esse formano un tutto soltanto in quanto connesse insieme, l’intelletto non

può scoprire nessuna connessione tra esistenze distinte. La connessione la sentiamo come determinazione

del pensiero a passare da un oggetto all’altro. Il pensiero trova l’identità personale riflettendo sulla serie

delle percezioni passate che compongono la mente, le idee di esse sono sentite come connesse insieme e

l’una tira con sé l’altra.

Ci sono 2 principi importanti:

 Le nostre percezioni distinte sono esistenze distinte

 La mente non percepisce mai nessuna reale connessione tra esistenze distinte

Se la mente percepisse qualche reale connessione non ci sarebbe nessuna difficoltà.

KANT

Critica della ragione pura

La ragione umana a causa della sua natura ha il destino di essere tormentata da problemi che non può

evitare ma dei quali non può trovare soluzione perché oltrepassano ogni potere della ragione umana.

La ragione cerca di conoscere sé stessa perciò chiama un tribunale (critica della ragione pura) che secondo

le sue immutabili leggi garantisca le cose giuste e condanni quelle sbagliate.

L’unica via sicura è la scienza.

La logica negli anni si è sempre mostrata come la più propizia ad affrontare questo cammino nella scienza.

La logica è sempre riuscita grazie alla sua delimitazione è obbligata ad astrarre da tutti gli oggetti della

conoscenza e dalla loro differenza sicché l’intelletto non deve nella logica occuparsi d’altro che di sé stesso

e della sua forma.

La matematica e la fisica sono le 2 conoscenze teoretiche della ragione che devono determinare a priori il

loro oggetto:

 Matematica in modo del tutto puro

 Fisica in parte deve tenere conto di altre fonti di conoscenza oltre a quella della ragione.

Analitico a priori, gli scapoli sono uomini

Sintetico a posteriori, i corpi sono pesanti.

La ragione vede solo ciò che lei produce secondo il proprio disegno, con i principi dei suoi giudizi secondo

leggi immutabili, non dovrebbe farsi guidare da lei ma deve costringere la natura a rispondere alle sue

domande.

È necessario che la ragione si presenti alla natura come giudice avendo:

 Principi, secondo i quali è possibile che i fenomeni concordanti abbiano valore di legge

 L’esperimento che ha immaginato secondo questi principi

Sinora si è ammesso che ogni nostra conoscenza dovesse regolarsi sugli oggetti ma tutti i tentativi di

stabilire intorno ad essi qualche cosa a priori con cui si sarebbe potuto allargare la nostra conoscenza non

riuscirono.

Se facciamo riferimento alla metafisica ipotizzando che gli oggetti debbono regolarsi sulla nostra

conoscenza, ciò si accorda meglio con la conoscenza a priori.

Fenomeno è ciò che si trova nel rapporto tra lui oggetto e il soggetto ed è inseparabile dalla

rappresentazione di questo.

I predicati dello spazio e del tempo sono attributi agli oggetti dei sensi come tali e non c’è parvenza.

La parvenza è il non guardare il rapporto tra soggetto e oggetto e non limitare ad esso il giudizio.

Il trascendentale è la conoscenza che si occupa non tanto degli oggetti ma del nostro modo di conoscere gli

oggetti nella misura in cui questo deve essere possibile a priori.

L’io penso deve poter accompagnare tutte le mie rappresentazioni.

L’unità di queste rappresentazioni si chiama unità trascendentale della autocoscienza per indicare la

possibilità della conoscenza a priori che ne deriva. Si parla di mia autocoscienza perché tutte le

rappresentazioni appartengono alla mia autocoscienza.

La coscienza empirica che accompagna diverse rappresentazioni è dispersa e senza relazione con l’identità

del soggetto, io compongo tutte le rappresentazioni l’una con l’altra e sono consapevole della loro sintesi.

Io chiamo quelle rappresentazioni mie rappresentazioni solo perché io posso solo comprendere la loro

molteplicità in una coscienza.

L’unificazione non è negli oggetti ma avviene per mezzo dell’intelletto il quale unifica a priori e sottopone

all’unità dell’appercezione il molteplice delle rappresentazioni date, questo è il principio supremo di tutta la

conoscenza umana.

Paralogismo= falso ragionamento

Nel procedimento della psicologia razionale regna un paralogismo che è esposto nel seguente pensiero con

2 premesse:

 Si parla di cose che non possono essere pensate se non come soggetti

 Si parla del pensiero in cui l’io serve come soggetto alla coscienza

Quindi non si può concludere: che io non possa servirmi di me come soggetto che guida il giudizio è il

pensiero.

La psicologia empirica deve essere collocata nella fisica vera cioè nella filosofia applicata per cui la filosofia

pura contiene i principi a priori. La psicologia empirica deve essere bandita dalla metafisica.

800  Idealismo

 Positivismo

Psicologia scientifica e filosofia.

WUNDT

La psicologia deve interpretare i fatti dell’esperienza senza usare la metafisica.

JAMES

La psicologia tradizionale continua a ignorare la coscienza.

Prima di Kant la coppia anima e corpo era equipollente in termini di importanza.

Dopo Kant si è passati all’io trascendentale che ha rotto l’equilibrio tra mente e corpo e in ambiente

razionalistico rappresenta il tutto e in ambiente empiristico quasi nulla.

La coscienza è una funzione nell’esperienza che il pensiero espleta e che è necessaria per spiegare il fatto

che le cose non soltanto sono ma sono apprese e conosciute.

Se esiste una materia di cui tutto è composto e la chiamiamo esperienza pura allora il conoscere si può

spiegare come una particolare specie di relazione reciproca in cui possono venire a trovarsi parti di

esperienza pura.

Da Democrito in poi c’è sempre stata una disputa sul fatto che una realtà debba essere

contemporaneamente sia in uno spazio esterno che nella mente.

Una stessa cosa può essere in due posti se c’è un’intersezione tra questi posti nella esperienza pura in cui si

tengono conto di entrambi ma rimane lo stesso il fatto che sono 2 luoghi differenti.

La soggettività e l’oggettività della coscienza sono solo attributi funzionali che si hanno quando l’esperienza

è considerata.

HUSSERL

La filosofia deve assumere la forma e il linguaggio di scienza autentica e riconoscere che è resa imperfetta

dalla profondità che è indice di caos che la scienza autentica vuole trasformare in un cosmo in un ordine

chiaro e perfetto.

Le cose non sono qualcosa che si verifica nella coscienza umana come un sentimento, sensazione o simili. le

cose sono in sé è soltanto noi arriviamo a fare asserzioni su di esse e così via si trasforma in mistero.

Se la teoria della mente vuole esaminare i problemi inerenti alla relazione tra coscienza ed essere è davanti

agli occhi l’essere soltanto come correlate di coscienza ovvero come percepito, ricordato, identificato o

falsificato.

Bisogna fare una ricerca scientifica dell’essenza della coscienza cioè ciò che la coscienza è in base alla sua

essenza e alle sue forme distinguibili. Lo studio dell’essenza della coscienza include il significato e

l’oggettualità della coscienza in quanto tale. Studiare un qualsiasi tipo di oggettualità nella sua essenza

generale significa analizzarne i modi di datità e spiegarne a fondo il contenuto essenziale nel relativo

processo di chiarificazione.

Ogni oggetto che deve diventare oggetto di un discorso razionale, di una conoscenza scientifica, deve

manifestarsi nella conoscenza in conformità al senso di ogni conoscenza lasciarsi portare a datità.

Tutti i tipi di coscienza si ordinano sotto il titolo di conoscenza e si raggruppano secondo diverse categorie

d’oggetto in quanto devono essere studiati nella connessione d’essenza e in riferimento alle forme di

coscienza datità che sono loro proprie.

Creiamo così una scienza della coscienza che non è psicologia.

Ogni teoria della conoscenza psicologistica deve la sua esistenza al fatto che non comprendendo il senso

della teoria della conoscenza vi è una confusione tra coscienza pura e coscienza empirica.

Giudicare le cose scientificamente significa rivolgersi alle cose stesse interrogandole nel loro darsi

eliminando tutti i preg

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Publisher
A.A. 2014-2015
21 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicaborsi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Steila Daniela.