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TOMMASO

Prende strumenti già elaborati dalla tradizione aristotelica e li rielabora. Analizza i problemi in

maniera così precisa e analitica che tendenzialmente è un buon punto di partenza. Tratta il

concetto di anima (testo 2), dice che è il principio della vita negli oggetti viventi, sono vivi gli oggetti

in movimento e con conoscenza rispetto all’esterno (sensazioni). Il corpo in quanto tale non è di

per sé principio di vita, perché se lo fosse non ci sarebbero corpi non viventi, invece ci sono (i

sassi, le sedie, ecc…), la vita è quindi data da qualcos’altro. I corpi sono ciò che sono in virtù del

loro atto, l’anima invece non è corpo ma atto o forma di un corpo. Ciò che fa si che quel corpo

vivente sia quel corpo vivente è l’anima. L’anima capace di conoscenze teoretiche e di concepire le

verità della matematica, ce l’ha solo l’uomo. Tommaso vuole dimostrare che l’anima è incorporea e

sussistente (perché così possiamo attribuire all’anima umana l’immortalità…). Dopo aver

annunciato il suo scopo, lo dimostra. L’uomo è capace di conoscere tutti i corpi, quindi se l’uomo

avesse nella sua natura (anima) una cosa corporea, conoscerebbe solo le cose che c’entrano con

quella cosa lì. “Perciò il principio intellettivo, chiamato mente o intelletto, ha una attività sua

propria, in cui non entra il corpo”. Sussistente=qualcosa che esiste di per sé e non ha bisogno

d’altro per esistere. OVVIAMENTE ciò che è sussistente non ha bisogno di niente tranne che di

Dio. L’anima è sussistente. Se l’anima avesse bisogno del corpo per esistere, non potrebbe poi

operare in modo autonomo e indipendente. Dato che può operare in modo autonomo e

indipendente, essa esiste in modo sussistente. Aristotele sostenne che solo l’intendere, tra le

operazioni dell’anima, si svolge senza un organo corporeo. L’anima sensitiva è dipendente dal

corpo, serve un organo di senso, è l’anima intellettiva che è capace di verità al di fuori del corpo.

Anima sensitiva e intellettiva non sono due parti, sono due facoltà della stessa anima. “Ogni attività

dell’anima sensitiva appartiene al composto di anima e corpo. Ne segue perciò che le anime degli

animali, non avendo la capacità di agire indipendentemente dal corpo, non sono sussistenti. La

distruzione può avvenire in due modi, o per un principio interno oppure per un accidente esterno,

chi è sussistente di per sé non può perdere l’essere se non per un proprio principio intrinseco,

l’essere è parte della sua essenza quindi non può essere distrutto dall’esterno. Non può nemmeno

essere distrutta da qualcosa di intrinseco perché ciò che le appartiene in modo essenziale è

proprio l’essere. Ogni essere sussistente che sia solo forma (anche le anime angeliche), non

possono smettere di esistere, ciò che è proprio di un essere non può essergli tolto. La materia

acquista l’essere in atto con la forma. “Tanto è vero che la materia acquista l’essere in atto

acquistando la forma; e la corruzione si verifica in essa appunto perché la forma viene a separarsi

da essa. Ora, è impossibile che la forma si separi da sé medesima. È dunque impossibile che una

forma sussistente cessi di esistere”. L’anima alla morte del corpo sarà in uno spazio da noi non

concepibile e contemplerà la bellezza di Dio (se è un’anima buona). Con la resurrezione della

carne, le anime tornano nel loro corpo e hanno una piena beatitudine, sia intellettuale sia sensitiva.

CARTESIO

Distingue tra mente e corpo. (Testo 1) Parte da una formazione ma ciò che ha imparato non lo

convince perché tutto gli era stato spiegato senza fondamenti e dimostrazioni. Cartesio vuole

costruire un sapere fondato su qualcosa di vero. Deve trovare un metodo per decidere se una

cosa è vera o falsa. Il punto di partenza è il dubbio, se posso mettere una cosa in dubbio, vuol dire

che non è una verità assoluta. Una verità deve essere indubitabile. Parte dall’esperienza di tutti,

riflettendo su cosa succede quando si pensa. Devo mettere in dubbio anche i sensi e la memoria.

Io però esisto ancora. “C’è però non so quale ingannatore, sommamente potente e di grandissima

astuzia, che opera per ingannarmi continuamente. Senza dubbio dunque anch’io sono se Egli mi

inganna, e mi inganni pure quanto potrà, mai tuttavia – finché penserò di essere qualcosa – farà sì

che io non sia nulla.”. Cogito ergo sum--->ergo=dunque, sembra un ragionamento, ma in realtà

questo non è un ragionamento, è una verità immediatamente evidente.

22/02/2017

Nel momento in cui dubito io esisto. “Io penso, io sono” è il punto di partenza. “Mi veniva innanzi

tutto in mente di avere un volto, mani, braccia e tutta questa macchina delle membra, quale può

discernersi anche in un cadavere e che designavo col nome di corpo. Pensavo inoltre che mi

nutrivo, camminavo, sentivo e pensavo, tutte azioni invero che attribuivo all’anima”. Come faccio

ad essere sicuro di tutto questo? E invece riguardo le funzione dell’anima? “Nutrirsi o camminare?

Dal momento che non ho più un corpo anche queste non sono che finzioni.”, idem per le

sensazioni, il sogno infatti è un esempio di come le nostre sensazioni possano essere messe in

dubbio. L’unica funzione che non mi può essere sottratta è il pensiero. Quindi che cosa sono? Non

un corpo, non sensazione, non movimento, io sono una cosa che pensa. “Quanto a lungo invero?

Di certo per tutto il tempo che penso; potrebbe infatti anche forse accadere che, se il pensiero si

spegnesse in me, all’istante cessassi del tutto di essere”. Sono una cosa pensante=res cogitans=

“cioè una mente o un’anima o un intelletto o una ragione” (diventano tutti sinonimi). “E che è

questa cosa? […] una cosa che dubita, che intende, che afferma, che nega, che vuole, che non

vuole, che immagina anche e che sente”. (Testo 2) sentire nel senso di “consapevolezza di me che

to facendo una cosa”, anche se quella cosa non la sto facendo realmente e mi sto ingannando, è

pensiero. Spirito=mente. Io sono imperfetto, quindi ho l’idea di perfezione, da dove arriva

quest’idea? Da Dio, che è perfetto e quindi è il sommo bene e il sommo vero. Se Dio esiste ed è

necessariamente buono da questo deriva che non può ingannarci (tutto questo per Cartesio è

dimostrato). Ciò che ci appare certo allora posso fidarmi che quella cosa sia davvero così.

Esaminiamo se esistono le cose materiali (testo 3). Se ho un’idea di qualcosa, Dio può produrla “e

non ho mai giudicato che gli fosse impossibile di compiere qualche cosa, a meno non si trattasse

di alcunché che non riuscivo a percepire distintamente”. “[…] è sufficiente che possa comprendere

chiaramente e distintamente una cosa senza l’altra per essere certo che l’una è diversa dall’altra,

giacché, almeno da Dio, può essere posta separatamente”. Le cose assurde che pensiamo e che

Dio non crea, sono immagini di cose che ci sono (es. unicorno=uniamo l’immagine del cavallo e

del corno). Che rapporto hanno mente e corpo? Possono essere separati e distinti? Il corpo può

essere suddiviso ma il “Noi” che è l’anima, è tutto intero, l’anima non può essere amputata. Il corpo

è cosa estesa e occupa spazio, l’anima no, sta da un’altra parte, su un altro livello dell’essere.

ANTOINE ARNAULD

(Testo 4 pt.1) Arnauld fa due critiche a Cartesio: 1-“io concepisco chiaramente e distintamente che

questo triangolo è rettangolo, senza che sappia che il quadrato della sua base è uguale ai quadrati

dei lati; dunque, almeno per opera dell’onnipotenza di Dio, può costruirsi un triangolo rettangolo di

cui il quadrato della base non sarà uguale ai quadrati dei lati” io quindi sicuramente penso, ma

posso anche essere una cosa estesa che pensa, quindi un corpo che pensa. Cartesio risponde

(testo 4 pt.1) che il ragionamento vale solo per pensiero ed estensione, quindi non ad entità

geometriche come fa Arnauld. MANCA UN PEZZO.

23/02/2017

Per Cartesio c’è distinzione tra uomo e macchina, anche la macchina più complessa e raffinata è

diversa dall’uomo. Cartesio dice che si riconosce la presenza dell’anima con due mezzi: 1-non

potrebbero valersi di parole e di comporle come faremmo noi per esprimere i nostri sentimenti e i

nostri pensieri, il pappagallo per cartesio è una macchina che parla, cosa cambia dall’uomo al

pappagallo? Il rapporto col significato, il pappagallo non sa cosa dice. La machcina può parlare ma

non può rispondere a tono per ogni cosa che le si può dire, l’uomo interagisce col linguaggio

meglio di quanto potrebbe fare ogni macchina. L’istruzione che riceve la amcchina è definit, non

esiste un’istruzione a pensare, esist unn’istruzione pensare deterinate cose, ma non a elaborare in

modo creativo. Mente e corpo comunicano e sono QUASI un tutt’uno “queste sensazioni di fame,

di sete, di dolore ecc. non sono altro che certi confusi modi di pensare che provengono dall’unione

e dalla quasi mescolanza della mente con il corpo.” Cartesio parla di “composto di corpo e di

mente”, la mente è divisa dal corpo ma sono talmente legati da formare un composto unico, non

sono due cose separate che ogni tanto interagiscono. Elisabetta del Palatinato si chiede come

possa una sostanza che occupa spazio unirsi con una che non occupa spazio? Cartesio risponde

che l’anima possiede due verità: 1-pensa; 2-unita al corpo può agire e patire col corpo (mi faccio

male e dico “ahia” perchè il corpo agisce sull’anima). Dice che per dimostrare che mente e corpo

sono separati gli serviva il primo punto e che quindi del secondo non ne ha neanche parlato (Il

punto 2 è evidente, non serve neanche discutern). Ritiene che la mente non possa tenere in

considerazione entrambi i punti, dovendo scegliere lui ha scelto di concentrarsi sul primo punto

poichè il secondo è ovvio. “Le passione dell’anima sono [...] causate, mantenute, e fortificate da

qualche movimento degli spiriti (animali)”. Il corpo facendo delle cose trasmette all’anima una

sensazione. La ghiandola pineale potrebbe essere p

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Publisher
A.A. 2016-2017
14 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lorsky di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Steila Daniela.