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Eppure il superamento dell’uomo, l’esaltazione della vita celebrate dal sistema
nicciano, viene gridato nel suo celeberrimo aforisma: Dio è morto, compendiante il
malessere di vivere e la crisi dell’io, di un io che dialoga, si confronta, fa i conti con
una amara e dura realtà, eppure continua a invocare un’ulteriorità che nella stessa
provocazione di negazione è affermata.
«La metafora della morte di Dio, segnalavano il vortice della cultura del tempo, e di
tutte le ideologie, filosofie, filoni teologici che nel passato soddisfacevano il più
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profondo desiderio dell’uomo nel suo rapporto col trascendente» .
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Nietzsche ben evidenziava non solo lo spezzamento dello storicismo hegeliano e del
positivismo evoluzionistico che intendevano il divenire come progresso necessario
Queste scoperte scientifiche determineranno una frattura notevole nell’orizzonte ideale di una unitarietà del mondo e
grandi problemi epistemologici derivanti dall’interazione tra la fisica e le altre discipline. Il programma riduzionistico,
avallato anche da idee di marca positivista e darwiniana, del materialismo della metà dell’Ottocento, largamente
condiviso dagli scienziati toccava la tesi epistemologica relativamente alla traducibilità del linguaggio e dei concetti
delle varie discipline, discipline che andavano dalla biologia alla psicologia, in termini fisici-chimici. Esso, non poteva
essere rispettato poichè ogni disciplina ha il suo linguaggio, oggetto specifico e metodo. L’applicabilità di tale
“metodo” non era possibile neanche all’interno della stessa materia di studio ossia la fisica, in quanto la meccanica
classica non soddisfaceva il criterio unico di dimostrabilità per la materia e quindi l’impossibilità di fare un discorso
generale sulla realtà. Ecco perché si sviluppò una vasta offensiva filosofica contro il riduzionismo della cultura del
positivismo evoluzionistico anche come conseguenza della perdita da parte della biologia del ruolo di cerniera tra
scienze della natura e scienze dell’uomo» in Cfr. , REMO CESARANI, LIDIA DE FEDERICIS, Il materiale e
l’immaginario. La società industriale avanzata: conflitti sociali e differenze di cultura, voll. V, Loescher, Torino 1986,
196-200.
Sul tema si veda: Cfr. , S. BERGIA, Einestein e la relatività, Laterza, Bari 1980, 100.
17 Sigmund Freud ( 1856- 1939) , padre della psicanalisi detta psicodinamica, contribuì notevolmente a demolire «la
ragione ottocentesca , rifiutandole il ruolo di predominio indiscusso, inteso come capacità di chiarire e oggettivare,
riducendo il reale a propria immagine» . Attraverso l’intrerpretazione dei sogni, Freud non solo appunta il meccanismo
della psiche ma anche «l’esitenza dell’inconscio e la sua influenza sulla vita conscia. La scoperta dell’inconscio è resa
possibile proprio dalla convizione che l’apparente incoerenza e contraddittorietà, circa l’insignificanza dei contenuti del
sogno, sia portatrice di un senso e di significato. […] A partire dal 1923, Freud elabora una teoria più complessa per
spiegare il dinamismo della psiche, indicando con i termini Es, Io e Super-io i tre regni- territori, provincie di cui si
compone la personalità psichica. L’es (pronome neutro tedesco) designa la parte oscura e inaccessibile della personalità,
[…] il Super-io l’attività censoria e giudicante della nostra attività psichica, in parte inconscia. L’ Io rappresenta invece
il territorio psichico che si assume i rapporti col mondo esterno; tiene a bada le richieste pulsionali dell’Es e si
sottopone alla censura del Super-io» in ANNAMARIA PASTORE E UGO PERONE (a cura di ), Filosofia 3, Sei,
Torino 2005.
18 Cfr. NICOLA ABBAGNANO, Storia della filosofia. La filosofia moderna e contemporanea: dal Romanticismo
all’Esistenzialismo vol III, Utet, Torino 1993, 383-389. 4
che garantendo il posto e il valore dell’uomo nell’ordine universale, prendeva le
distanze anche dal monismo di marca darwinista. La risposta definitiva ed ultima
circa la problematicità dell’uomo rimaneva aperta e sempre più si era andata
complicando da quell’ io voglio nicciano, che svincolava e sottraeva il soggetto da
regole e irretenti mediazioni culturali, frantumando il retaggio morale che
l’imperativo morale kantiano del tu devi aveva implicato fino alle soglie del nuovo
secolo. La società liberal-borghese, la cultura progressista con tutte le sue scelte,
nonché le aspre critiche agli stati autoritari imperiali specialmente al nuovo Reich
germanico, furono l’obiettivo principe del pensiero di Nietzsche che congiunta alla
«diffidenza circa la certezza assoluta nel progresso e verso le tendenze della
democrazia di massa del suo tempo, diventa premessa ideale o mentore
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dell’autoritarismo, del fascismo e del nazionalsocialismo» . 21
Lager e gulack, apice di un programma eugenetico e razzista, della ideologia nazista
svoltasi specialmente durante il secondo conflitto bellico mondiale, aveva come cifra,
l’antica radice socialdarwinista che da un punto di vista politico giustificava «non
solo il principio dello Stato autoritario ma anche spregiudicate misure di igiene
razziale attraverso la lotta razziale e l’annientamento dei popoli inferiori sottesa alla
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volontà di salvezza della razza superiore» .
Infatti, mentre le concezioni rivoluzionarie socialiste, lo statalismo hegeliano, e
l’elitarismo di Nietzsche influenzeranno la politica di Mussolini, il darwinismo
razzista di marca sociale e le teorie imperialistiche ed espansionistiche proprie di tutta
l’Europa, faranno da sostrato a quella hitleriana.
19 Friederich Nietzsche (1844-1900) filosofo il cui pensiero tocca l’evoluzionismo, l’irrazionalismo, la filosofia della
vita, l’aspirazione romantica dell’infinito ma nessuna di queste correnti ingloba o definisce la sua filosofia, segna uno
spezzamento con lo storicismo hegeliano e col positivismo evoluzionistico che in modi diversi intendevano il divenire
come progresso necessario che garantiva il posto e il valore dell’uomo nell’ordine universale. La metafora della morte
di Dio, annunciata dal filosofo, segnalava proprio il venir meno nella cultura del tempo, di tutte quelle filosofie,
ideologie, filoni teologici che nel passato avevano appagato il desiderio dell’uomo nel suo rapporto col trascendente ma
che è anche uno dei capisaldi della sua filosofia. Uno dei temi centrali del pensiero nicciano è l’esaltazione della vita e
il superamento dell’uomo, modello che non trova la sua conciliazione con la morale cristiana tesa alla rinuncia e alla
fuga. Infatti per Nietzsche due sono gli atteggiamenti difronte alla vita: o rinuncia e fuga, tipiche della morale cristiana,
oppure accettazione della vita nella sua irrazionalità. Il Nostro sposerà questa seconda ipotesi. Infatti l’emblema
dell’accettazione entusiastica della vita, da celebrare nella sua pienezza orgiastica, esulando da sentimenti di bontà,
perfezione, umiltà, indici di una accettazione rassegnata della vita, si realizza plasticamente in Dionisio, personaggio
chiave della sua opera Così parlò Zaratustra. In questo orizzonte ogni limite è fugato: la vita deve essere vissuta al
massimo, rompendo ogni argine e allontanando l’idea della morte in quanto solo le passioni ,che si concretizzano
attraverso la gioia, la salute, l’amore sessuale, l’inimicizia, la volontà di potenza, sono, non solo il fondamento della
vita, ma anche condizioni capace di eterizzarla e divinizzarla. Proprio nell’inversione di valori il Nostro riconosce il suo
compito, il suo destino e la sua missione. Paradossalmente la vita gli negò tutto quanto egli aspirasse.
20 KARL D. BRACHER, Il Novecento secolo delle ideologie, Laterza, Bari 1985, 25.
21 ERIC J. HOBSBAWM, Il secolo breve 1914- 1991. L’epoca più violenta della storia dell’umanità, Bur, Milano 2001.
AMOS LEON, Requiem tedesco. Storia degli ebrei in Germania 1743- 1933, Mondadori, Milano 2002.
22 KARL D. BRACHER, Il Novecento secolo delle ideologie… cit. , 27. 5
Il pensiero illuminista aveva come «obiettivo di togliere agli uomini la paura e di
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renderli padroni» eppure i baluardi della ragione illuminata onnicomprensiva e il
fallimento storico delle ideologie liberal-borghesi avevano generato due mostri.
Risvolto negativo della scoperta freudiana dell’interiorità, e quindi la sua stessa
partecipazione indiretta al radicamento dei regimi assoluti, furono quelle raffinate
tecniche di persuasione di massa, la repressione e coartazione esercitate al fine di
legittimare il potere attraverso il consenso plebiscitario, la cui attestazione è
riscontrabile nel Mein Kampf (1924) del Führer che ne costituisce l’impianto.
Il prodotto psicoanalitico del pensiero della crisi, sebbene sostanzialmente maturato
dopo la Prima Guerra mondiale, era in divenire già come critica all’immagine
razionalistica dell’uomo e all’immagine vittoriana della morale, le cui manifestazioni
esplicite erano ravvisabili sia nella pittura che nella musica, nel passaggio dalla
rappresentazione del mondo oggettivo al quello interiore, nella fattispecie
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nell’espressionismo e astrattismo .
L’atteggiamento neoromantico che privilegiava l’intuizione l’istinto e l’esperienza
permettendo la comprensione della vita reale nella sua interiorità, che sottendeva al
pensiero filosofico del francese Henry Bergson, si porrà come alternativa e di forza
inaudita al razionalismo e all’intellettualismo scientifico e meccanicistico nonostante
non si collocasse nel panorama filosofico culturale come novità assoluta poichè da
Kant a Dilthey, la “questione del capire” oltre e altro l’esteriorità della realtà, era stata
già stata messa in campo.
L’esasperante modello interpretativo esclusivamente razionalistico cade una seconda
volta sotto i colpi della fenomenologia di Edmund Husserl e l’esistenzialismo
inaugurato nell’opera Essere e tempo (1927) dal suo allievo Martin Heiddeger che
demarcava ancor più la linea di confine di separazione della nuova filosofia dalla
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ideologia nazionalsocialista.
23 Il pensiero illuminista «ha perseguito da sempre l’obiettivo di togliere agli uomini la paura e di renderli padroni».
«L’uomo fra i tempi è dunque un uomo che ha visto crollare i baluardi della ragione illuminata onnicomprensiva ma
anche le ideologie liberal-borghesi nonché ha assistito al fallimento storico delle ideologie totalizzanti: fascismo prima e
nazismo poi, la cui radice si fondava sulla conc