Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 9
Riassunto esame Antropologia Filosofica, prof. Elisabetta Zambruno, libro consigliato "La donna" di Edith Stein Pag. 1 Riassunto esame Antropologia Filosofica, prof. Elisabetta Zambruno, libro consigliato "La donna" di Edith Stein Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 9.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Antropologia Filosofica, prof. Elisabetta Zambruno, libro consigliato "La donna" di Edith Stein Pag. 6
1 su 9
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

VITA MULIEBRE CRISTIANA

1. L'anima femminile femminile? Si può parlare di anima. Ogni anima è qualcosa di unico, nessuna è identica alle altre. La stessa scienza dell'anima tratta per lo più l'anima dell'uomo; e anche quando il suo assunto riguarda le distinzioni non viene presentato l'individuo, ma tipi generici: l'anima del bambino, del giovane, dell'uomo maturo, dell'operario, dell'artista, ecc.

Ma anche se vogliamo prescindere dalle individualità, c'è dunque un tipo di donna? Tutta l'enorme varietà di donne che incontriamo nella vita, è mai possibile ridurla all'unità? Tutto sarà più chiaro se cominciamo presentando una serie di tipi per cercare poi se ci è dato di cogliere in essi una specie generale.

Ingunn figlia di Steinfinn (Sigrid Undset) -> sogna una vita insieme all'amato, o Olaf, in una corte, con tanti figli, ma la sua

vita andrà in modo completamente diverso. Non trovando la felicità bramata resta ferma a ciò che ha.

Nora (Ibsen)-> cresciuta come una bambola viziata, vive come tale; solo il momento in cui apre gli occhi si rende conto di chi è e inizia ad aprirsi la strada verso se stessa, verso il suo vero essere.

Ifigenia (Goethe)-> ella è già nel suo vero essere, deve solo porlo alla prova o esplicitarlo esteriormente.

L'opera di Sigrid Undset è una confessione aperta senza reticenze; anzi, si ha l'impressione che l'autrice senta interiormente la spinta ad esprimere la realtà brutale che la domina.

Nora è descritta da un uomo che si vuol porre tutto dal punto di vista della donna. Egli sceglie un'eroina. La forma e la consequenzialità del pensiero e dell'agire di lei, dopo che ella ha aperto gli occhi, possono meravigliare per come contrasti con la situazione anteriore, può essere poco comune.

ma non è certo inverosimile o impossibile. L'immagine classica rappresentata da Goethe, la semplice grandezza e l'eccelsa semplicità della sua più nobile figura femminile, possono apparire all'uomo d'oggi lontanissime dalla realtà. Certo qui vi è molta idealizzazione, ma non si tratta di una costruzione della fantasia, bensì di una figura ideale vista nella vita, sperimentata e sentita. In tutte e tre vi è un tratto essenzialmente comune: il profondo bisogno di elevarsi, superando le angustie del proprio stato concreto, attuale, e una realtà superiore. Ma con ciò abbiamo colto il nucleo profondo dell'anima femminile? Si potrebbe, naturalmente, presentare molti altri tipi di donna, ma in quanto sono tipi avranno tutti questa base comune. Diventare ciò che si deve essere, far dispiegare e maturare nel modo migliore la propria umanità addormentata, con quella particolare impronta.

individuale che le è richiesta; farla maturare in quell'unione di amore che solo può avvivare questo rigoglioso processo; e insieme eccitare e spingere gli altri alla perfezione e alla maturità. Questo è il bisogno più profondo della donna.

L'uomo è orientato più all'attività esteriore, all'azione, alla prestazione oggettiva. La donna può solo avvicinarsi allo spiegamento perfetto della propria personalità, come ella brama, pur impegnando tutte le proprie energie. Nei tratti essenziali, la struttura dell'anima è identica sia in lui che in lei: l'anima è immersa in un corpo dalla cui forza e dalla cui salute dipendono le proprie forze e la sua salute; d'altra parte, dall'anima in quanto il corpo riceve il proprio essere corpo. Già il rapporto tra anima e corpo è solito nella donna è naturalmente più intimo. L'anima della donna è

viva e presente con maggiore intensità in tutte le parti del corpo e, di conseguenza, venga toccata più a fondo da ciò che interessa il corpo. Nell'uomo, invece, il corpo ha più chiaro il carattere di strumento: serve a lui nel suo operare. Il misterioso processo di formazione di un nuovo essere nell'organismo materno è un'unità di corporeo spirituale così intima, che si capisce bene come questa unità sia un elemento caratteristico di tutta la natura femminile. Ciò comporta un particolare pericolo. Perché fra anima e corpo viga l'ordine naturale è necessario che al corpo venga dato il nutrimento, la cura, l'esercizio richiesti da una piena funzionalità dell'organismo. Ma se gli si concede lo si fa a danno dell'anima, del suo essere spirituale. Le energie non sono affatto distribuite e sviluppate nello stesso modo. Lo sforzo dell'uomo è orientato verso

L'attività conoscitiva e creativa; la forza della donna è invece la sua vita affettiva. Sono infatti i movimenti e gli stati d'animo che fanno scoprire all'anima il proprio essere. L'organo che afferra l'essere nella sua completezza e nella sua particolarità è dunque nel centro dell'anima e condiziona il suo sforzo di spiegarsi verso il tutto, ed aiutare gli altri verso questo spiegamento è ciò che caratterizza l'animo femminile.

L'animo, nella struttura dell'essere dell'anima, ha una funzione conoscitiva essenziale: è il punto focale in cui il contatto con gli esseri si muta in atteggiamento e attività personali. Senza il lavoro preparatorio dell'intelletto, l'animo non arriverebbe a conoscere. I suoi movimenti esigono il controllo dell'intelletto e la guida della volontà. Ove manca la formazione dell'intelletto e l'educazione della volontà,

La vita affettiva viene a essere un movimento senza direzione. Pertanto, l'anima della donna potrà giungere a quella maturità che le è propria, solo se le sue energie vengono formate in modo adeguato.

Formazione della donna

Le energie basilari che sono presenti in ogni uomo come seme fecondo, considerate nella caratteristica strutturazione propria dell'anima femminile, e nella loro impronta individuale, rappresentano il materiale che deve venire formato. Si tratta di una forma interiore (radice vitale) che ha in sé le energie per svilupparsi in una determinata direzione. Il processo evolutivo della formazione è simile a quella della pianta. Come la crescita e lo sviluppo organico non si producono semplicemente dall'interno, ma sotto l'influsso di fattori esterni, così anche nella formazione dell'anima i fattori esterni agiscono insieme con quelli intimi. L'anima può svilupparsi solo con l'applicazione delle

proprie energie, e queste possono applicarsi solo ad un senso, materiale che è loro proprio: i alle impressioni che ricevono ed elaborano; l'intelletto, volontà, affettività, al pensiero; la alle prestazioni sue caratteristiche; l' adun complessi di sentimenti, stati d'animo, atteggiamenti intimi. A volte è sufficiente il semplice contatto con il mondo esteriore, le cose e le persone influenziche ci circondano; in questo modo agiscono sulla formazione dell'anima gli ambientali involontari. Altre volte è necessaria la guida e la direzione; è questo lavoro formativol'ambito caratteristico dell'educazione, dell'insegnamento, del conscio, libero e pianificato. Suo compito essenziale è fornire il materiale di cui l'anima ha bisogno per mettere in attività le sue energie. Il lavoro conoscitivo, la determinazione della volontà, sono atti liberi. L'uomo, dunque, appena giunto all'uso

della libertà, non è semplicemente passivo innanzi agli influssi educativi esteriori, ma può assecondarli od opporvisi. Tutti i fattori educativi esteriori dipendono in tutta la loro efficienza dal primo fattore: la disposizione naturale; non possono produrre nulla che non sia già stato posto in germe nell'uomo dalla natura stessa. La natura segni i limiti al lavoro educativo su sé stessi, la natura e la libertà segnano quelli del lavoro educativo sugli altri. Ma vi è un educatore, per il quale non vi sono limiti: Chi intraprende a formare le anime femminili deve anzitutto conoscere chiaramente il materiale che ha in mano, cioè le potenzialità di questi individui umani che deve educare. Dovrà poi cercare di scoprire quali influssi oltre ai suoi abbiano agito su queste anime o ancora vi agiscono, e se agiscono nella stessa direzione in cui egli mira o se ne scostano. Ma egli può orientarsi in una particolare

direzione solo se ha davanti agli occhi uno scopo educativo. Questo, sia nell'educazione altrui, che nella propria formazione, dipende dalla visione che uno ha del mondo. Abbiamo visto che al centro dell'anima femminile c'è l'affettività. Perciò al centro dell'educazione femminile dovremo porre la formazione dell'animo. Questo vive di sentimenti, stati d'animo, disposizioni intime, affetti. Solo l'animo che viene vitalmente impressionato prova emozioni profonde; chi vuole suscitarle deve metterlo in contatto con qualcosa che lo impressioni davvero. Ma non basta suscitare le emozioni; tutti i movimenti interiori comportano un giudizio di valore: ciò che l'animo afferra, lo afferra o come positivo o come negativo. Perciò anche per le emozioni è possibile un giudizio come "giusto" o "sbagliato", "adatto" o "disadatto". È necessario, perciò,eccitare l'animo al godimento di quello veramente che è bello e buono. Ma non è bene presentare a un fanciullo solo il bello e il buono, perché la vita lo metterà in contatto con il male, il negativo, ed egli dovrà già saper fare le necessarie distinzioni. Bisogna sottolineare il positivo, confrontandolo con il negativo. Ma in questo importantissimo e imprescindibile mezzo di formazione interiore vi è anche un pericolo: i sentimenti e le disposizioni intime sono "contagiosi", si propagano facilmente da un'anima all'altra, come semplici prese di posizione che non tengono conto dei reali valori. Non si raggiunge allora una vera formazione; si fa prendere per realtà ciò che è solo ingannevole apparenza. È necessario, perciò, insegnare a distinguere le apparenze dalla realtà. Chi comprende chiaramente perché giudica qualcosa bello o buono, non accetterà così.semplicemente i giudizialtrui. Nei secoli scorsi si poneva al centro della società, come unico punto di riferimento per la risoluzione delle controversie e l'applicazione della giustizia. Oggi, invece, il sistema giudiziario è solo uno dei tanti strumenti a disposizione per la tutela dei diritti e la risoluzione dei conflitti.
Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sarah.botta93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia filosofica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Zambruno Elisabetta.