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Soren Aabye Kierkegaard - Vicende autobiografiche

Gli incidenti esteriori della sua vita di Kierkegaard sono scarsi e apparentemente banali: l'attacco di un giornale, il fidanzamento con Regina Olsen che egli stesso mandò a monte, il satirico "il corsaro" di cui si dolse e si crucciò come di una persecuzione, la polemica contro l'ambiente teologico di Copenhagen che occupò gli ultimi anni della sua vita, e specialmente contro il teologo hegeliano Martensen. Tali episodi, hanno avuto però, nella sua vita interiore e nelle sue opere, una risonanza profonda e apparentemente sproporzionata alla loro reale entità. "Kierkegaard parla nel Diario di un terremoto" che si è prodotto a un certo punto nella sua vita e che lo ha costretto a mutare il suo atteggiamento nei confronti del mondo. Egli accenna solo vagamente a quanto potrebbe essere accaduto ("una colpa doveva gravare su tutta la famiglia, un castigo di Dio").

discendere su di essa; essa doveva scomparire, cancellata come un tentativo malriuscito della potente mano di Dio") ma nessun biografo è riuscito a far luce su quella che lo stesso Kierkegaard definisce come una minaccia vaga e terribile insieme. Kierkegaard parla poi sempre "scheggia nel Diario e anche sul letto di morte, di una nelle carni" che egli è stato destinato a portare; e anche qui, di fronte alla mancanza di dati oggettivi, sta il carattere grave e ossessivo della cosa. "scheggia Fu probabilmente questa nelle carni" ad impedirgli di condurre in porto il fidanzamento con Regina Olsen, egli ruppe questo legame dopo alcuni anni senza alcun motivo preciso, nessuna causa determinata; solamente il senso di una minaccia oscura e inafferrabile, ma paralizzante. Così pure non intraprese la carriera di pastore ma nessun'altra; anzi, di fronte alla sua stessa attività di "rapporto scrittore dichiarò di porsi in un poetico".

Cioè in un rapporto di distacco e di lontananza: distacco ancora accentuato dal fatto che egli pubblicò i suoi libri sotto pseudonimi diversi quasi ad impedire ogni riferimento del loro contenuto alla sua stessa persona. Questi elementi biografici vanno tenuti continuamente presenti per la comprensione dell'atteggiamento filosofico di Kierkegaard.

L'esistenza come possibilità e fede dell'opera e della personalità di Kierkegaard è l'aver cercato di ricondurre una prima caratteristica la comprensione dell'intera esistenza umana alla categoria della possibilità e di aver messo in luce il carattere negativo e paralizzante della possibilità come tale. Se già Kant aveva riconosciuto, a fondamento di ogni potere umano, una possibilità reale o trascendentale, facendone un'effettiva capacità umana, limitata certamente ma valida entro i limiti accertati e dunque avente una valenza un'energia mai.

prima raggiunta, l'aspetto positiva, Kierkegaard scopre e mette in luce, con negativo d'ogni possibilità che entri a costituire l'esistenza umana. Ogni possibilità è infatti, oltre "possibilità - - si" "possibilità - - non": che che sempre anche che implica la nullità possibile di è possibile, quindi c'è in essa la minaccia del nulla. Kierkegaard stesso vive e scrive, sotto il ciò che segno di questa minaccia, riconoscendosi "discepolo dell'angoscia", di cui sente in sé le possibilità annientatrici e terribili che ogni alternativa dell'esistenza L'indecisione prospetta. permanente costituisce il "punto l'equilibrio instabile tra le alternative opposte che si aprono zero", di fronte a qualsiasi possibilità. E forse potrebbe essere proprio questa la scheggia nelle carni di cui Kierkegaard

parlava: l'impossibilità di ridurre la propria vita a un compito preciso, di scegliere tra alternative opposte, di riconoscersi e attuarsi in una possibilità unica. Questa impossibilità si traduce per lui nel riconoscimento che il proprio compito, l'unità della propria personalità, è appunto in questa condizione eccezionale di indecisione e di instabilità e che il centro del suo io è nel non avere un centro.

Una seconda caratteristica del pensiero di Kierkegaard è il suo sforzo costante di chiarire le fondamentali che si offrono all'uomo, possibilità gli stadi o i momenti della vita che costituiscono le alternative dell'esistenza e le quali l'uomo generalmente è condotto a scegliere, mentre egli, tra Kierkegaard, non poteva scegliere: a tal proposito, moltiplicando la sua personalità con

Dettagli
A.A. 2012-2013
3 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher foreveryoung1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Carrano Antonio.