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PSI. PIERO GOBETTI

Figura emblematica sia nel suo momento sia per il futuro della democrazia.

Si forma a Torino. Dall'inizio dimostra precocità intellettuale. È influenzato da Croce e

dall'idealismo, più l'esperienza della Voce soprattutto di Prezzolini e da Salvemini e l'Unità. Gobetti

si rifà a queste figure per creare l'immagine di intellettuale impegnato. Su di lui influirono anche

Bergson e Sorel.

Torino è una culla di movimenti eretici fin dal 1700, quindi Gobetti venne infuluenzato da scrittori

protestanti.

L'eroismo intellettuale di Alfieri piace molto a Gobetti (che si sente calvinista e la Riforma per lui è

stato il più grande evento)

Questi personaggi e la loro influenza su Gobetti ne fanno un uomo alla base del quale vi sono:

rigore morale, sacrificio, dignità, volontà e libertà.

1918: si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza e ha come professore Luigi Einaudi che lo influenza

molto.

Tra il 1918-1929 fonda “Energie Novae” che propone rinnovamento e promozione della cultura.

“energie nuova” è una rivista eterogenea dove si passa dall'attualità alla cultura. È caratterizzata da:

-antigiolittismo

-antipostivismo

-idealismo

-liberalismo

-democrazia di Salvemini

1918 Gobetti aderisce alla LEGA DEMOCRATICA di Salvemini e si impegna in una grande

propaganda pro democrazia.

Il giornale diviene molto fumoso perché il pensiero di Gobetti e ancora in formazione.

Gobetti non è nazionalista, ma pone l'accento sulla nazione. Vi è ambiguità: il pacifismo è definito

da lui astratto. È contro lo statalismo però non vuole il regionalismo e confida nell'autonomia

locale. → tutto il suo pensiero è incerto e confuso.

Intorno al febbraio 1920 Gobetti inizia a dubitare dell'azione del partito di Salvemini. Si ha una

svolta nel pensiero gobettiano.

Ora si dedica a:

1. Riflessione critica sul Risorgimento italiano. Che è stato una mancata rivoluziona riuscita

dal punto di vista politico ma non da quello sociale. Non ha dato vita a una classe dirigente

moderna.

2. Studia la rivoluzione russa. Legge e traduce i russi.

3. Si avvicina alla questione sociale: occupazione delle fabbriche ecc.. è influenzato dall'

“Ordine nuovo” ed è affascinato dai suoi intellettuali (GRAMSCI). Sviluppa l'idea che i

bolscevichi hanno ammodernato la società russa. I bolscevichi hanno fatto ciò che i liberali

non avevano fatto.

Tutto ciò anticipa la sua piena maturità.

Sulla rivista “Radice” esce un articolo: “La rivoluzione italiana” (1920) dove constata il fallimento

della costruzione di un'identità italiana. Pone l'accento sul fallimento del risorgimento che non ha

portato davvero il paese ad essere unito. Si è fatta l'Italia ma non si sono fatti l'italiani. Lo stato è

sopravvissuto grazie all'arte di governare di esponenti come Giolitti. Il cattolicesimo ha contribuito

alla distruzione del liberalismo. Unico elemento di dinamismo è il MOVIMENTO OPERAIO.

17/10/11

(Il cattolicesimo aveva anticipato la distruzione del liberalismo e non aveva favorito l'identità

italiana, mentre la rivoluzione liberale era da intendere non sono come liberalismo, ma libertaria e

liberizzatrice)

Gobetti → è perplesso su i democratici che sono capitanati da Salvemini perché è una persona

astratta, sottovaluta gli operai per la costruzione della democrazia.

Si avvicina all'”Ordine nuovo” fondato da Gramsci e vi collabora costantemente da agosto 1920.

scrive recensioni teatrali e si orienta in modo rivoluzionario libertario. Non si converte al socialismo

marxismo comunismo.

1922: fonda una nuova rivista: “La rivoluzione liberale” che chiude nel 1925:

-idea di risorgimento

-attualità (individuando la genesi del problema)

-impostazione teorica

-formazione classi dirigenti

-trasformazione dello stato (riprende Cattaneo e le autonomie locali. Stato anticentralista)

Per rendere lo stato più forte Gobetti propone: la realizzazione di una democrazia avanzata in cui le

masse operaie e contadine siano incluse nella vita politica. In più propone la risoluzione della

questione meridionale. Chiarisce il suo pensiero sul movimento.

Chiarisce il suo pensiero sul movimento operaio: rivoluzione liberatrice per ottenere una

democrazia matura. La classe operaia protagonista della dialettica politica.

Gobetti intende la rivoluzione come:

-non violenta

-processo lungo, graduale

-stati in cui ciò avvenne furono paesi protestanti Usa, Francia, Inghilterra dove vi era una borghesia

consapevole

-in Italia non era avvenuto dal fallimento di Cattaneo, Mazzini, la borghesia era sempre più

arroccata su posizioni autartiche.

Il conflitto sociale è visto come positivo: è utile per aumentare la democrazia.

18 ottobre 1922 la marcia su Roma: Gobetti pensava fosse un momento dello stato, un cedimento

momentaneo.

Prezzolini fonda la società degli “apodi” coloro che ritirano enon partecipano più alla vota politica.

Gobetti inizia la militanza anti fascista netta. Scrive un articolo quasi un mese dopo la marcia su

Roma “Elogio della ghigliottina”. Dove il fascismo è visto come preludio alla dittatura e si parla di

lotta senza quartiere.

Gobetti viene arrestato per attività “antinazionali”. Lo pestarono conducendolo alla morte.

1923 fonda la casa editrice che chiude nel 1926. voleva riaprirla a Parigi, ma arrivato in Francia

muore. Pubblica 100 titoli. Centralità impegno politico, attualità politica, saggi brevi che servono

alla dialettica politica. Pubblica autori o giornalisti o uomini politici. Grande accuratezza editoriale.

Crea il modello dell'editore intellettuale. Rappresentare il modello di idee (ripresa da Bombiani,

Feltrinelli). Pubblica volumi che sono distanti dalla sua posizione politica, ciò perché ama la libertà

di espressione. (es. Curzio Malparte “italia barbara”)

Pubblica testi di tutta europa per sprovincializzare la cultura italiana (es Lourenz “considerazione

sul principio di relatività”)

pubblica opere attinenti alle sue idee:

-”La rivoluzione meridionale” di Guido Dorso

“Nazional fascismo” di Salvatorelli

“Ilasticamente Matteotti” suo

“Ossi di Seppia” Montale

Gobetti fu il primo editore di Montale.

1924 saggio “La rivoluzione liberale” riprende tutti i temi su cui aveva riflettuto fino ad allora. Il

fascismo per Gobetti è legato alla mancata rivoluzione che doveva essere fatta col risorgimento.

“Fascismo autobiografia della nazione”.

Fascismo = rivoluzione piccolo borghese (conservatrice, reazionaria, corrotta). Non scorse la natura

internazionale del fascismo. Dopo l'assassinio Matteotti intensificò la sua attività, ma anche le

minacce contro di lui aumentarono.

Tenta di organizzare un partito contro il fascismo.

Gobetti passa il testimone a Rosselli nella creazione di un partito democratico socialista.

Fonda il periodico “IL baretti” che si occupava di letteratura, ma serviva ad agganciare gli

intellettuali antifascisti che non volevano politicamente schierarsi. 1° articolo si intitola

“Illuminismo” che voleva essere recuperato strettamente legato al modernismo.

Ma

nel 1925 il regime si instaura e i numeri delle riviste sono prelevate deve chiudere rivista.

Viene picchiato, parte per Parigi dove voleva continuare l'attività della casa editrice ma muore di li

a poco.

Molti giovani che collaborarono con lui portano avanti l'anti fascismo di Gobetti. Molti di loro sono

docenti. Portano avanti i suoi intenti anche case editrici come l'Einaudi.

Modello anche per la traduzione e trasmissione culturale. Fino ad allora la traduzione era messa in

secondo piano (es. i russi erano tradotti dal francese). Per Gobetti tradurre è conoscere la cultura del

paese da cui si traduce.

I fondatori di “Giustizia e libertà” i fratelli Rossetti e Carlo Ginsburg (lavorò con Einaudi) ripresero

da Gobetti:

-il concetto di libertà

-anticentralismo

-democrazia avanzata

passarono il testimone al partito d'azione.

Il partito comunista recuperò Gobetti dopo la seconda guerra mondiale, ma non aveva nulla di

comunista. Solo Vittorini recupererà la vera entità del liberalismo di Gobetti.

1922-1925

dopo la marcia su Roma → 1° governo Mussolini

svolta autoritaria. Colpo di stato , esistevano già i presupposti politici di questa svolta utoritaria,

spostamento di Mussolini verso posizioni rassicuranti, conservatrici. Vittorio emanuela III chiamò a

formare un nuovo governo – convergenza su Mussolini di molta parte delle forze politiche:

-nazionalisti

-fascisti

-liberali di destra

-liberali di centro sinistra

-demosociali

-agrari

-industriali

-excombattenti

-popolari (cattolici)

1922 governo di coalizione

mussolini capo del governo: eteri/interno

Gentile ministro dell'istruzione

De stefani ministro delle finanze (liberismo finanziario/economico)

I sottosegretariati erano fascisti, il governo sembrava un buon compromesso tra liberali e fascisti. Il

re non firma contro la marcia su Roma temendo una guerra civile.

Il re e i liberali pensavano di inglobare il fascismo nella destra, ma il primo discorso segna una

netta distanza, chiede la fiducia (cosa usuale quando un nuovo governo si insediava) solo

formalmente. Da questo momento i consensi al fascismo crebbero soprattutto al sud.

Atti simbolici:

-il ministero del lavoro fu sotituito con il ministero dell'economia.

-abolito il primo maggio, sostituito con la nasciata di Roma.

-politica economica legata alla produttività, cancellate le norme fatte da Giolitti.

-violenza aumenta a dismisura, Torino è sotto assedio. Guidate dai ras locali.

-i popolari capiscono l'errore. La chiesa si divide dai popolari

-3 atti istituzionali:

1. costituzione di un corpo estraneo all'esercito “milizia di volontari” fatta da squadristi,

guardia del corpo di Mussolini

2. istituzione parallela “Gran consiglio fascista” governo ombra. Dopo il '25 è il governo vero.

Mussolini propose come elementi normalizzatrici del paese, ma capirono tutti che non era

così. La stampa liberale (tipo Il Corriere) si distanzia.

3. Legge elettorale di Acerbo. Voleva essere maggioritaria, prevedeva un enorme premio a che

aveva il 25% dei voti aveva 65% del parlamento. Il partito popolare si astiene e la legge

passa. Il 13 novembre 1923 indette le elezioni per il 1924 ma tutti i liberali si ritirano non<

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Publisher
A.A. 2013-2014
51 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lipperlì di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della cultura contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Piazzoni Irene.