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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

La rivoluzione industriale fu un momento decisivo di crisi che interessò gran parte del mondo occidentale a partire dal '700.

Nella seconda metà del secolo interessò solo un'area geografica ben precisa e de tutto marginalmente altre aree geografiche europee, soprattutto il Regno Unito. Le ragioni sono di carattere politico.

Nel 1688 in Inghilterra scoppia la “Gloriosa Rivoluzione” (solo pochi anni dopo un'altra rivoluzione (1649) che aveva abbattuto la monarchia, decapitato il re Carlo I Stuart e instaura invece la dittatura di Oliver Cromwell ), dopo la cacciata e la condanna a morte dello stesso Cromwell, l'Inghilterra si struttura attraverso un sistema istituzionale vigente ancora oggi: la MONARCHIA COSTITUZIONALE.

Viene chiamata un'altra famiglia regnante: gli Stuart, una dinastia di origini tedesche imparentata con gli Hannover. Questa è chiamata da uno Stato completamente trasformato in cui esiste un'aristocrazia terriera molto meno transitoria rispetto a quella francese, esiste già una borghesia, ma esiste soprattutto un sistema istituzionale di forte economia locali e anche di relativa libertà di impresa e quindi circolazione di capitali e possibilità di investimenti senza eccessive tassazioni (cioè senza che l'aristocrazia viva con esenzioni fiscali pressoché totali alle spalle della borghesia- è quindi un'aristocrazia composta da Lord, che sono i veri proprietari terrieri, posta a una certa misura di tassazione, così come i borghesi e il popolo: è un'aristocrazia molto più dinamica). Un'aristocrazia che ha la sua base economica fondamentale nella provincia e non nella corte e proprietaria di grandi porzioni di terreno e soprattutto ha sempre più la tendenza a investire nelle innovazioni tecnologiche in campo agricolo. Un'agricoltura che tende a industrializzarsi, ad introdurre nuove forme di gestione delle terre. Il rapporto fra investimento monetario e ritorno economico è molto favorevole (permettendo di investire il capitale ritornante dagli investimenti in altre attività).

L’agricoltura, così, crea capitali che saranno investiti, oltre che nell’agricoltura stessa, da metà del '700, in altre attività. Il Clima sociale, che favorisce l’iniziativa individuale, e una discreta disponibilità di capitali provenienti dall’agricoltura portano a una serie di innovazioni, quella che noi chiamiamo razionalizzazione, ovvero una minimizzazione dei costi per massimizzare il profitto.

L’introduzione di nuove macchine

  • 1733 John Kay telaio a navetta volante
  • 1764 James Haegreaves filatoio meccanico
  • 1769 Richard Arkwright filatoio ad energia idraulica
  • 1785 Edmund Cartwright telaio meccanico

Provocano una serie di conseguenze sul piano sociale: se i medi proprietari terrieri e la media borghesia prima facevano lavorare sulle loro terre una serie di braccianti e contadini che, pur non essendo i proprietari terrieri, provvedevano attraverso una parte del raccolto dei campi al loro sostentamento famigliare (autoproduzione della famiglia stessa), mentre l’altra era destinata al padrone che la commercializzava. La famiglia contadina è una famiglia stanziale che sta sempre nello stesso luogo, dove tutti lavorano secondo una divisione dei compiti e ha una sorta di staticità del reddito e produce una

staticità economica. Vengono introdotte le macchine che funzionano solo se si ha divisione del lavoro come

si vede alla fine dell'800 con l’introduzione della catena di montaggio dove ogni persona fa solo una parte

del lavoro. Prima di allora non si può parlare di vera e propria industria, si parla di manifatture, cioè un

ibrido tra industria e artigianato. Nel momento in cui vengono introdotti telaio meccanico e poi la macchina

a vapore, questi tendono sempre più a sostituirsi alla forza umana e si produce già il fenomeno della

disoccupazione.

Ci sono ceti sociali che lasciate le campagne per andare a lavorare nelle fabbriche delle città, si ritrovano

improvvisamente senza lavoro: è in queste condizioni che nasce la nuova classe operaia.

Nel 1769 James Watt inventa la macchina a vapore che rispetto a invenzioni precedenti, è molto innovativa

perché si tratta di un sistema propulsivo che per la prima volta nella storia dell’umanità, produce energia

indipendente svincolando la produzione di energia da qualsiasi elemento umano (spinta animale). Si

produce maggiore potenza e le applicazioni in campo industriale sono molto più estese.

L’aristocrazia terriera inglese si arricchisce grazie ad essa perché la fonte primaria, la materia prima che

rende possibile lo sviluppo dell’energia con la macchina a vapore è il carbonfossile e i proprietari di miniere

di carbone si arricchiscono: si sviluppa l’industria mineraria.

Per la prima volta nella storia dell’architettura appare il ferro che, nonostante fosse già conosciuto, da

questo momento diventa importante perché si ha la produzione di grandi quantità di materiale a costi

relativamente bassi grazie ai nuovi procedimenti di produzione. Viene resa possibile una maggiore

sostituzione tecnica di questo materiale grazie alla fusione a temperature sempre più elevate e alla

regolabilità delle temperature: nell’antichità il ferro era utilizzato per la realizzazione di elementi di

rinforzo, ammorsamenti di elementi in pietra. Una delle prime grandi applicazioni del ferro è la cupola di S.

Pietro dove sono presenti vari elementi di ferro assemblati fra loro con una scarsa resistenza elastica ma

che comunque collaborano con la struttura.

La grande produzione di ferro può per la prima volta causare un radicale cambiamento nei sistemi

costruttivi per esempio con la sostituzione della carpenteria lignea.

Nell’ ‘800 si iniziano ad avere varie lavorazioni del ferro: la ghisa e l’acciaio che hanno diverse

caratteristiche meccaniche. La ghisa è applicata su larga scala per tutto il corso dell’ ‘800 (esiste una sorta di

architettura in ghisa: pensiline ferroviarie, ferramenta delle finestre, elementi strutturali interni) grazie alle

sue qualità di ottima resistenza a compressione e soprattutto la sua composizione la rende adatta ad essere

colata in stampi che in negativo hanno forme, che poi nel positivo danno luogo a elementi decorativi. Il

difetto della ghisa è la bassa resistenza a trazione quindi non può essere utilizzata negli elementi orizzontali

perché si spezza facilmente perché non è elastica, motivo per il quale per gli elementi orizzontali viene

usato in un primo momento il ferro. Le caratteristiche positive dei due elementi sono accuminate

dall’acciaio che ha una diversa composizione (è meno impuro e più omogeneo) ma soprattutto è molto

resistente a trazione, è quindi un materiale molto più elastico e quindi non si spezza facilmente e per

questo nelle costruzioni verticali soggette ad oscillazioni piuttosto forti è molto utilizzato. La produzione su

larga scala rende possibile la costruzione di grandi grattacieli. Il procedimento di produzione del ferro

necessita di una serie di accorgimenti ben precisi che servono a produrre un buon acciaio: non si parla

più della fucina, ma si parla di produzione chimica quest’ultima convirzione Bessemer che consente di

controllare in modo molto più preciso rispetto al passato la composizione del ferro, la fluidità

  • John Augustus Roebling: un ingegnere prussiano naturalizzato statunitense, noto per la progettazione di ponti sospesi ed in particolare per il ponte di Brooklyn.

IL BRITANNIA TUBULAR BRIDGE

R. Stephenson, luce 140m, altezza 40m

1850

È una struttura ad arco sospesa, che sostiene all’estradosso la carreggiata con cavi ritorti o catene in ferro. È stato originariamente progettato e costruito come un ponte tubolare di ferro battuto rettangolare a sezione campate per il trasporto del traffico ferroviario. A seguito di un incendio nel 1970 fu ricostruito in acciaio con doppia carreggiata per traffico stradale e ferroviario in modo che la struttura chiusa a parallelepipedo, collaborasse a livello statico con il resto della struttura. Si tratta di una trave cava all’interno della quale passa la strada. Una struttura di questo tipo, presenta diversi svantaggi. Lo svantaggio principale è l’elevatissimo costo di costruzione e l’elevatissimo utilizzo di materiali di rivestimento (il problema è di tipo costruttivo perché si tratta di elementi enormi prefabbricati non su cantiere ma portati a piè d’opera, trasportati e sollevati dal livello del fiume attraverso l’utilizzo di martinetti idraulici fino alla quota alla quale dovranno essere assemblati).

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
39 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ningi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della città e del territorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Ferrari Federico.