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MICHELOZZO (1396-1472)
Linguaggio architettonico ad ampia diffusione da lui messo a punto. Architetto e scultore. Allievo di Ghiberti. Collaborò anche alla porta settentrionale del Battistero di Firenze. Abile fondatore e coniatore di monete d'oro alla zecca. Per le sue conoscenze nella lavorazione dei metalli collaborò anche con Donatello. Architetto e più spesso ruolo imprenditoriale, coordinatore di maestranze diverse. Eredità pacato Gotico fiorentino conciliata con lo sperimentalismo brunelleschiano origine linguaggio architettonico più diffuso a Firenze nel '400 e oltre. Sue opere più importanti per Cosimo il Vecchio, che gradiva un'architettura moderna ma meno sperimentale di quella brunelleschiana. Dunque ammantate dal prestigio del committente. Era stato in esilio con Cosimo. Al ritorno, 1434, Cosimo gli affidò vari incarichi. 1444-59 – Palazzo Medici-Riccardi i Riccardi lo acquistarono e modificarono parzialmente nel
XVII SECOLO prototipo da subito della residenza rinascimentale politica Cosimo:
- rifiuto ogni ostentazione che potesse suscitare invidia concittadini/sudditi. Rifiuto il progetto monumentale di Brunelleschi, doveva aprirsi piazza antistante Basilica S. Lorenzo
- Michelozzo propose progetto meno imponente e in Via Larga, più defilata, dove già c'erano appartamenti della famiglia.
All'esterno il palazzo è in pietra forte (arenaria molto resistente in uso in Toscana dall'XI sec.) a vista tutto fasciato da bifore: rimanda all'aspetto palazzi pubblici sede dei govrni comunali (Siena o la stessa Firenze) immediatamente.
Raffinatezze moderne + tradizione + funzionalità + pacata bellezza
- cubo possente vuoto al centro in corrispondenza del porticato che dal lato di fondo dà su un giardino creando un asse visivo continuo.
- Esterno compatto e a andamento orizzontale: tre piani di cornici ad entelli di aggetto crescente e 2
Ordini di bifore inserite entro ghiere a tutto sesto scandiscono i piani superiori.
La struttura è chiusa in alto da un monumentale cornicione e in basso da una panca in pietra, usata per sedersi sulla strada ("panca di via").
L'orizzontalità è ribadita dal variare, nelle singole fasce, del rivestimento murario: bugnato rustico a piano terra, liscio al piano nobile, tessitura muraria liscia al secondo piano.
La scansione regolare delle bifore fa sì che i pieni prevalgano sui vuoti, cioè non interrompono l'andamento orizzontale.
L'impianto è solido e rigoroso, non meccanico né rigido, grazie a Michelozzo che impiega sottili variazioni con specifici intenti comunicativi.
Per mettere in evidenza il piano nobile, si differenzia quello conclusivo con cornici delle finestre più larghe.