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MASACCIO (1401-1428)

Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai

S. Giovanni Valdarno 1422 Firenze

Probabilmente arrivo in città quando aveva 16 anni. Non sappiamo chi sia stato il suo primo maestro, ma sicuramente la sua formazione definitiva è a Firenze all'ombra di Brunelleschi e Donatello.

L'obiettivo è raffigurare l'uomo come individuo reale, dotato di sentimenti e passioni espressi con chiarezza anche se in modo composto.

I suoi sono solidi, costruiti sulla scorta di prototipi antichi e dello studio dal vivo messo in risalto dalla luce e dalle ombre.

Gli scenari sono misurabili: costruiti secondo le regole prospettiche del Brunelleschi; riconoscibili: dipendenti da quanto un cittadino poteva vedere tutti i giorni a Firenze; comprensibili: essenziali e privi di orpelli inutili.

Trittico di S. Giovenale: è eseguito per Cascia di Reggello, ora nella Chiesa di S. Pietro a Cascia, Reggello.

Sono già chiare le

affinità con Donatello e Brunelleschi, il suo desiderio di superare il gotico fiorito a favoredi un rigoroso studio di classico e natura. Riferimento al Giotto di S. Croce, Masaccio ventenne è già così sicuro nella sua arte da riuscire a rileggere con originalità Giotto che egli sentiva affine sia per la resa sintetica dei volumi, sia per la concentrata espressività. Le figure sono solide, scalate in profondità e disposte secondo scorci difficili. L'intero polittico è unificato prospetticamente dal convergere delle linee del pavimento e del seggio verso un unico punto di fuga. Le figure sono potentemente individuate. L'uva mangiata da Gesù è un'allusione al mistero eucaristico che Masaccio svolge con naturalezza, semplicemente enfatizzando un gesto infantile. - La certezza spaziale del trono della Vergine e la salda fisionomia di San Bartolomeo - Esperimento di prospettiva centralizzata sulla

struttura del trittico

  • Concreta individuazione dello spazio determinata dal saldo volume della testa della Vergine e dalla complessità degli scorci delle braccia e dei volti degli angeli.
  • La scritta corrente sulla base del trono non in caratteri onciali ma in belle lettere umanistiche è citazione formale di Donatello e Brunelleschi.
  • Anche la Vergine al centro accampata come il S Giorgio nella sua nicchia ad Orsanmichele.
  • San Giovenale con richiami al san Ludovico di Tolosa.
  • la tavola è ancora legata al tardo gotico per i suoi piani sfuggenti e fortemente ribaltati.
  • bambino in braccio, mano che impugna il piede. Non elegante: c'è presa, c'è realtà.
  • Luce sempre diretta, mirata, adeguata alla luce naturale della Cappella. Non più luce generica e baluginante.
  • Prima opera che si conosce di Masaccio. C'è lo stemma del Cardinale Casini.

Madonna Casini:

Persiste il fondo

Oro come nel Polittico di Pisa del '26, probabilmente per volontà del committente, ma è usato quasi come una fonte di luce naturale che costruisce la monumentalità del corpo della Vergine. Anche questa luce sulle dita della mano sinistra, mano carnosa volumentrica contrastidecisa. Pennellata bianca, le lunghe lame di luce danno rilievo all'ossatura. Percezione della luce che risale alla Grecia Antica Gombrich studia la tradizione di come si guardi alla realtà nella civiltà mediterranea, già dall'antico Egitto: Dna ottico del bacino del Mediterraneo parti in rilievo: chiare; incavo: scuro.

  • Neogiottesco, "sanza ornato".
  • Bassorilievo, usa la Prospettiva, col chiaro-scuro, è in una nicchia.
  • Verità della figura della Vergine, semplicità.
  • Il bambino come si aggrappa, curvo senso dell'affetto.

Primi del '400 Donatello: "Madonna Pazzi", per devozione privata.

forse per questo piccola misura. ricerca umanistica dell'umanità. Scelte coraggiose data la sua permanenza all'epoca presso la bottega tradizionale di Bicci di Lorenzo. Giotto è qui inteso come autore classico, cioè antimedioevale e antigotico. Quando arriva a Firenze Masaccio è già un pittore fatto, infatti nello stesso '22 si iscrive all'Arte dei Medici edegli Speziali. Probabilmente contribuirono alla sua formazione Spinello aretino, che aveva visto Giotto e forse aveva trasmesso a Masaccio almeno un'idea di prospettiva. Si noti l'inquadramento prospettico del trono della Madonna in Madonna col Bambino in trono tra i Santi Giacomo e Antonio, 1377, Arezzo, Museo Diocesano. Masaccio rimase forse colpito nell'osservare questa opera quando ancora si trovava nella chiesa di S. Agostino ad Arezzo. Maestro di Figline è un altro nome possibile, attivo nel Valdarno nei primi decenni del Trecento: lui nonostantel’epoca di Masaccio erano molteplici e variegati.

Masaccio non potevano interessare, egli si rifece piuttosto all'Architettura Brunelleschi, soprattutto quella urbana VOLUMI E SAPZIOPalazzo SpiniPalazzo Davanzati

Scultura DonatelloCantiere di OrsammichelePer esempio il San Ludovico da Tolosa col suo pastorale e la sua presa a forbice nel trittico di S. Giovenalesono una ripresa del S. Ludovico da Tolosa di Donatello per Orsammichele.Per Masaccio bisognava:

  • Superare i manierismi del gotico fiorito
  • Applicarsi in uno studio rigoroso dell'antico e della natura
  • Con lui si ha l'irrompere della verità, intesa come studio della natura.

Ed era lo stesso per Donatello e Brunelleschi.I suoi riferimenti pittorici semmai sono nel passato:Giotto, affreschi in Santa CroceLeonardo inaugura questa formula: "Giotto-Declino-Masaccio", nei suoi diari.Berenson parla di Masaccio come di un Giotto rinatoLonghi lo classifica come fondatore dell'Umanesimo in pitturaPolittico

Carnesecchi: dove la collaborazione non è paritaria tra Masolino e Masaccio1424 è l'inizio del sodalizio con Masolino, ne è prova la S. Anna Metterza (Galleria degli Uffizi) che i due realizzano in collaborazione paritaria. Composizione gotica, forse impostata da Masolino; Madonna e Gesù un gruppo geometrico. Destinata alla Chiesa di S. Ambrogio. La Vergine è immersa nella luce che cade da sinistra. Figura solida come mai prima una dipinta. Espressione seria e consapevole, lontana dagli stereotipi di bellezza. Sant'Anna è a metà tra tardogotico e Rinascimento: la mano sinistra sopra il capo di Gesù cita l'Adorazione dei Magi di Gentile e vuole segnalare la profondità spaziale ma si connette con un'anatomia non convincente: è difficile decifrare la posizione del corpo che si risolve in una molle cascata di pieghe. Plasticismo, richiamo donatelliano nel Bambino e alla scultura antica. Volumetria semplificata del. neogiottesca Vergine citazione della Porta della Mandorla ha nerbo, ha vita ovale
rudi
Presenza fisica, anatomica del corpo umano, della Vergine
e Donatello che erano stati a Roma
bellezza formale, ideale, vezzosa. Velonon leggero e elegante (Simone Martini) ma cade a piombo, sente la realtà. Mano sicura che costruisce la Vergine, severità morale, lei stessa sembra consapevole del suo ruolo storico. Possiamo pensare ai putti di Donatello nella Cantoria di S. Maria del Fiore (commissione 1433 fine 1439). Masaccio dipingeva sotto la tavola sotto-disegni, si vedono e danno tante informazioni in più. 1426 Pisa Polittico di Pisa: smembrato nel XVIII secolo perduto in parte e a giro per il mondo adesso; ipotesi di ricostruzione sul Vasari; alla mostra il S. Paolo. Per la Chiesa del Carmine di Pisa Commissione del notaio Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto. A Pisa c'erano anche Donatello e Michelozzo. Tutti e tre sono interessati agli esempi di arte classica in Pisa e agli esempi di plastica Medievale delle sculture di Nicola e Giovanni Pisano analogie stilistiche con le opere pisane Donatello e Michelozzo (insieme): il Monumento aBaldassarre Coscia e al Cardinale Brancacci. Tridimensionale come La vergine della S. Anna Metterza ma depone quella fissità ieratica da isolo esi incurva trepidante Il fondo oro è sostanza spaziale la luce scolpisce il volume delle figure Chiaroscuro che definisce l’articolazione del manto della Vergine Il trono si ispira all’antico, è preso da un punto di vista ribassato Il nimbo del bambino è un solido disco messo in prospettiva. Cuspide: simile visione dal basso, nella Crocifissione: la testa incassata nelle clavicole porta al massimo lo scorcio Sono le figure e i loro gesti a determinare la spazialità e il tono emotivo della scena Ogni particolare è abolito per non distogliere lo spettatore dal tono drammatico. Lo schema compositivo è tradizionale ma viene forzato per acuire intensità e forza del narrato. lo stesso vale per la Predella con l’Adorazione dei Magi, che dal punto di vista compo
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
14 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ErikaErika di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Visonà Mara.